sabato 12 luglio 2003

26 maggio 2003
The Guardian


Prossima fermata Tehran


Simon Tisdall









Immaginate per un momento di essere un alto dirigente del ministero degli esteri iraniano. Fuori, nelle strade polverose e congesionate di Tehran, fa caldo. Ma dentro il ministero, nonostante l'aria condizionata, il clima sta diventando sempre più appiccicoso. Avete un grosso problema, un problema che il presidente iraniano, Mohammad Khatami, ammette essere "enorme e serio". Il problema è l'amministrazione Bush, e, nello specifico, la sua insistenza nel dichiarare che l'Iran sta attuando "un allarmante programma clandestino di armamenti nucleari".


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Per parte mia vorrei aggiungere che la popolazione Iraniana ha altri problemi gravissimi, primo fra tutti: la mancanza di democrazia. Coraggiosi studenti stanno cercando di opporsi. Le prigioni iraniane, con tutto quel che ne consegue, sono spaventose. Io sono con gli studenti e con tutte le persone che vogliono aiutare gli Iraniani a liberarsi dalla terribile oppressione del clero islamico. Ma non sono con Bush o Blair e i loro affini.


Si può gridare "IRAN LIBERO!" senza che Bush ne approfitti per applicare


la sua tristemente nota dottrina politica, come ha fatto in Iraq?



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