Pace: scoppia il caso RAI
di Redazione (redazione@vita.it)
15/02/2003
Non mancano le polemiche rivolte all'azienda di via Mazzini per non aver ripreso la manifestazione
"I giornalisti Rai contro il silenzio": questa la frase che campeggia su un applauditissimo striscione portato da alcuni redattori delle testate giornalistiche del servizio pubblico e dal segretario della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, tutti rigorosamente imbavagliati.
''La mancata diretta Rai sulla manifestazione pacifista di oggi e' stata un atto di miopia e di insipienza, perche' la televisione deve informare i cittadini. E quando si ha un evento come questo, la piu' grande manifestazione che mai, da tantissimo tempo si sia svolta in Italia in coincidenza con tante altre analoghe contro la guerra, il buon senso dice che la Rai dovrebbe essere interessata a seguirlo''. Lo ha detto Piero Fassino, segretario dei Ds, sfilando al corteo della manifestazione pacifista contro la guerra prima di arrivare in piazza San Giovanni. ''La Rai dovrebbe farlo vedere in tv -ha aggiunto il leader della Quercia- per spiegare ai cittadini italiani cosa significa. Cosi' si favorira' la migliore comprensione di un fatto di cui domani sarannno piene le cronache di tutti i giornali. Quindi domani tutti i giornali parleranno di questo grande evento, mentre oggi la Rai lo ignora''.
E Vittorio Agnoletto, dei Forum sociali, rincara la dose: "Oltre che una cosa vergognosa, la censura apposta dalla Rai alla diretta della manifestazione sulla pace e' stato un gesto di stupidita' in quanto non ha raggiunto nessun obiettivo" e aggiunge "La Rai non e' piu' un servizio pubblico. Aver apposto la censura a questa grande manifestazione e' stato un gesto stupido perche' tutto il Paese domani ne parlera' lo stesso senza l'informazione Rai".
E infine interviene l'ex presidente della Rai, Roberto Zaccaria, "la scelta di non mandare in diretta tv la manifestazione della pace e' ottusa e odiosa perche' la gente c'e'''. E aggiunge: ''Questa decisione e' un boomerang che tornera' indietro e fara' del male: non bisogna essere dei geni per capirlo. Io sono stato l'ultimo dirigente Rai. Adesso c'e' un vuoto desolante, delle persone che sembra facciano a gara per complicare cose semplici''. Secondo l'ex direttore della Rai, ''quando ci si trova vicino alla guerra, negare l'informazione e' violare un diritto costituzionale. La decisione dell'Onu potrebbe dare in qualche maniera legittimita' ad un eventuale ingresso in guerra, ma comunque poi dobbiamo agire nel rispetto della nostra Costituzione. Nessuno ci ha convinto che una guerra preventiva possa essere una soluzione al terrorismo. La Comunita' europa sta lavorando su altre linee e quindi non dobbiamo dei verdetti universali''.
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