5 MARZO 2003
L'appello del Papa, "un digiuno per la pace"
"Mai, mai, mai il futuro dell'umanità potrà essere assicurato dal terrorismo e dalla logica della guerra".
Si tratta dell’ennesimo appello del pontefice ad evitare l’uso delle armi per risolvere il conflitto iracheno, un appello reso ancora più credibile dopo gli incontri diplomatici che la Santa Sede ha appena concluso proprio per tessere la tela del dialogo tra le cancellerie. Papa Wojtyla era infatti reduce dall'incontro con il primo ministro britannico Tony Blair, il più convinto sostenitore europeo della linea interventista di Bush, e non ha nascosto la sua "grande apprensione" per l'evolversi della situazione internazionale. Il 5 marzo sarà dunque una giornata di preghiera e di digiuno per la pace, specialmente nel Medio Oriente. da dedicare “con particolare intensità” , ha spiegato il Papa per ottenere la "conversione dei cuori e la lungimiranza delle decisioni giuste per risolvere con mezzi adeguati e pacifici le contese". "Noi cristiani in particolare siamo chiamati a essere come delle sentinelle della pace, nei luoghi in cui viviamo e lavoriamo - ha detto il Santo Padre - Ci è chiesto di vigilare affinché le coscienze non cedano alla tentazione dell'egoismo, della menzogna e della violenza". "Da mesi la comunità internazionale vive in grande apprensione per il pericolo di una guerra che potrebbe turbare l'intera regione del Medio Oriente e aggravare le tensioni purtroppo già presenti in questo inizio del terzo millennio", ha esordito il Papa davanti ai fedeli riuniti in piazza San Pietro. "E' doveroso per i credenti, a qualunque religione appartengano, proclamare che mai potremo essere felici gli uni contro gli altri - ha proseguito - mai il futuro dell'umanità potrà essere assicurato dal terrorismo e dalla logica della guerra". Nel proclamare la giornata di preghiera e di digiuno per la pace, il Pontefice ha detto: "In ogni santuario mariano si leverà verso il cielo un'ardente preghiera della pace con la recita del Santo Rosario. Confido che anche nelle parrocchie e nelle famiglie venga recitata la Corona per questa grande causa da cui dipende il bene di tutti". E "a tale corale invocazione si accompagnerà il digiuno, espressione di penitenza per l'odio e la violenza che inquinano i rapporti umani". I cristiani, ha ricordato il Santo Padre, "condividono l'antica pratica del digiuno con tanti fedeli e sorelle di altre religioni, che con essa intendono spogliarsi di ogni superbia e disporsi a ricevere da Dio i dono più grandi e necessari, tra i quali in particolare quello della pace".
(Pubblicato il 23 febbraio 2003 13:13 ) (Aggiornato alle ore: 19:55 )
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