domenica 30 novembre 2003


 



ETICA E POLITICA



«Migliaia di miliardi di dollari sono stati spesi dalla fine della Guerra fredda per sviluppare ed elaborare un nuovo approccio militare alla sicurezza. Eppure, ogni giorno le vite di miliardi di persone sono minacciate dalla mancanza di acqua potabile, di cibo, di cure mediche adeguate, di istruzione».



dal Quarto Vertice dei Premi Nobel per la Pace a Roma



«Abbiamo la responsabilità etica di assicurare alle generazioni future che non ci saranno più né guerre né catastrofi ecologiche»



«Ci sono sfide molto importanti davanti a noi, come la povertà, la sicurezza, il terrorismo, la minaccia globale di una catastrofe ecologica».



«Alla cultura della guerra bisogna rimpiazzare la cultura della pace»: no alle armi nucleari, alle mine, alle commercio indiscriminati degli armamenti, e sì ad «una maggiore collaborazione tra le nazioni, a un ordine mondiale basato sul diritto internazionale e a una riorganizzazione dell’Onu».



«La vita può essere difesa solo con la vita, mai con la morte»



«La pena di morte umilia tanto i condannati quanto gli Stati che la eseguono. Il mondo deve rigettarla e cercare migliori strumenti di giustizia e di difesa della vita».


Link to UN Home Page





La Giornata Mondiale della Lotta all'AIDS enfatizza l'attenzione su un disastro umanitario che dobbiamo avere presente tutti i giorni dell'anno, intensificando gli interventi sia sulla PREVENZIONE che sulla CURA.



I rischi più alti:



- nei Paesi ricchi:    esclusione sociale e discriminazione delle persone (stigma della



                              malattia e ostilità per l'alto costo delle terapie).



- nei Paesi poveri:   accesso alla cura, negato o fortemente ostacolato dal costo



                              insostenibile dei farmaci



Perché Tutte e Tutti possiamo Attingere alla Felicità e alla Bellezza del Mondo.

sabato 29 novembre 2003


Il Cammino verso la Libertà



 



"Sono un essere umano come voi,sono solo un uomo maturo, nato 68 anni fa, che ha passato la maggior parte della vita in esilio".



Con queste parole si è presentato il Dalai Lama, capo politico e spirituale del Tibet, alle migliaia di persone accorse all'Auditorium di Roma, il 26 Novembre scorso.



"Abbiamo coltivato troppo gli aspetti materiali, l'economia e la tecnologia, cercando un maggiore benessere. Ma questo ci ha impedito di sviluppare qualità diverse che ci avrebbero arricchito di più umanamente".





Tenzin Gyatso, XIV reincarnazione del Dalai Lama del Tibet, ha detto parole di luce e di pace, presentando progetti concreti e proposte pragmatiche, in una grandiosa dimensione etica.
Indimenticabile la mano tesa alla Cina, il gigante oppressore del popolo Tibetano:



«La Cina è il paese più popoloso del pianeta e una potenza economica: non deve essere isolata, ma integrata nella comunità internazionale. All'interno di un rapporto di amicizia, principi come i diritti umani e la democrazia (in Tibet e nella stessa Cina) possono migliorare».



Ormai da tempo il Dalai Lama ritiene raggiungibile un solo obiettivo: non più l'indipendenza del Tibet, né la separazione dalla Repubblica Popolare Cinese, ma un'autonomia che salvaguardi l'identità e la cultura del popolo Tibetano. 

lunedì 24 novembre 2003




Suoni le musiche della mia anima, inondi il mio mondo di felicità


incommensurabili, danzi con me di foglia in foglia, di onda in onda,


di cielo in cielo, sul mare della Luce.

A Franco Cattaneo e Volenterosi Collaboratori


Censura in RAI


Il mio spettacolo alternativo ieri è stato un programma sul


"mostro di Firenze"!!! Non se ne può più di quest'argomento.


Non avevate il diritto di censurare Raiot, ma, visto che


l'avevate fatto, dovevate almeno dare in cambio uno


spettacolo di uguale interesse e levatura.


Io non ho ancora perso i miei diritti civili di Cittadina Italiana


e pretendo che vengano rispettati.


Fortunati coloro che con parabola o altro hanno potuto avere


ciò che spettava di diritto a tutti gli abbonati RAI.


Vi arrabbiate, se vi chiedo di VERGOGNARVI?









La Guzzanti in diretta in oltre 20 città


Lo spettacolo alternativo a RaiOt, sospeso dal cda Rai, sarà trasmesso da EmiLi tv via satellite e da 21 reti locali; schermi collegati in diretta nei cinema e teatri di tutt'Italia

(IL NUOVO - 24 NOVEMBRE 2003 - ALESSANDRO CONDINA)


sabato 22 novembre 2003

L'Opinione dei Romani Oggi durante una Protesta


contro la Guerra in Iraq










An Italian Carabinieri police officer looks on at an effigy of Italian Premier Silvio Berlusconi with a military helmet and a a sign saying: 'I promised you 1 million jobs...in Iraq' during a protest in Rome Saturday Nov. 22, 2003,  against military intervention in Iraq. (AP Photo/Alessandra Tarantino)
Sat Nov 22, 5:06 PM ET

An Italian Carabinieri police officer looks on at an effigy of Italian Premier Silvio Berlusconi with a military helmet and a a sign saying: 'I promised you 1 million jobs...in Iraq (news - web sites)' during a protest in Rome Saturday Nov. 22, 2003, against military intervention in Iraq. (AP Photo/Alessandra Tarantino)


Dedicato a chi mi ha impedito di seguire lo spettacolo di


Raiot guzzanti raitre Courtesy of Studio Uno, 2003Sabina Guzzanti, l'Ottima


Non posso essere a Roma per lo spettacolo in teatro, comunque quello spettacolo


mi spettava, qui a casa mia. Sono abbonata e arrabbiata.


Deve proprio togliermi tutto, Lui?


Mi affido all'articolo di


Furio Colombo per dire quello che penso.






22.11.2003
Satira, c'è poco da ridere
di Furio Colombo

Oggi - domenica - Sabina Guzzanti presenterà all’Auditorium di Roma lo spettacolo che le è stato impedito di fare sugli schermi della televisione pubblica italiana. Lo scrivo in apertura di questo articolo perché credo e spero che tutti i lettori di questo giornale che ne hanno la possibilità, andranno all’Auditorium per partecipare a una grande manifestazione di libertà.


I regimi autoritari, nel loro formarsi, attraversano sempre un periodo di prova. Tentano una mossa più sfacciata di quelle precedenti per spiare la reazione dell’opinione pubblica. Se il gesto di soffocamento, censura e cancellazione delle libertà riesce, se i grandi giornali fanno finta di niente, si comportano come se si trattasse di una delle tante vicende che travagliano i mass media e le strambe personalità dello spettacolo, se non c’è una risposta ferma e diffusa dell’opinione pubblica, se si riesce a intimidire o a distrarre un numero abbastanza alto di persone, allora la strada è aperta per la prossima mossa, che sarà più grave.


Lo abbiamo detto e lo ripetiamo. Un giorno (speriamo presto, speriamo dopo le prossime elezioni, se niente turberà il godimento pieno e normale dei nostri diritti civili) questo periodo brutto e pericoloso della vita italiana sarà ricordato per il silenzio di una schiera di giornalisti, di una gran parte della classe politica, delle istituzioni verso cui i cittadini sono abituati a volgere lo sguardo sperando in un intervento. E sarà ricordato per il cauto e quieto defilarsi di molti tra gli intellettuali più in vista. Fanno eccezione quasi solo i giuristi, che tenacemente denunciano ogni svolta l’allontanarsi della politica italiana dalla Costituzione del Paese. Ma quando il Professor Pizzorusso ha provato - nell’ambito della libertà accademica che non è stata ancora sospesa da alcuna disposizione o giuramento - a condividere con gli allievi del corso per Uditori Giudiziari le sue valutazioni di giurista sul momento politico italiano, è stato prontamente fermato e autorevolmente sgridato.


Ha subìto una punizione pubblica che non è mai toccata al ministro delle Riforme che chiede di respingere gli immigrati a cannonate, al sindaco che ordina la distruzione di case di stranieri legali con regolare permesso e posto di lavoro, e le distrugge mentre donne e bambini sono in quelle case e devono rifugiarsi in chiesa.


Sono fulmini che non hanno mai sfiorato chi, da autorevoli posizioni politiche, ha accusato apertamente di terrorismo il leader della maggiore organizzazione sindacale italiana (per poi rimangiarsi tutto con la partecipazione unitaria alla manifestazione di Firenze).


Sono censure da cui gli spensierati accusatori della Commissione Telekom Serbia, che è stato un servizio, meticolosamente preparato con prove false, falsi informatori, e false notizie accuratamente diffuse presso tutti i media e la cui trasmissione, attraverso centinaia di telegiornali e giornali radio, non e mai stata bloccata o anche solo sospesa. Non ha mai creato preoccupazione nel consiglieri di amministrazione della Rai.


È ad essi, ai consiglieri di amministrazione della Rai, che dobbiamo dedicare attenzione nei giorni in cui dichiarano di voler sopprimere la trasmissione di satira politica di Sabina Guzzanti, e poi si accontentano di “sospenderla” perché la presidente Lucia Annunziata resiste. Benché la Annunziata sia un ostaggio isolato, rifiuta di accettare il voto di persone con il nome autorevole (alcuni) e la professione di intellettuali, che sono decise a chiudere definitivamente la bocca a chi parla male di Berlusconi.
Perché la questione è questa e solo questa. È una questione politica così grave che spazza via, nei consiglieri di amministrazione della Rai, ogni amor proprio, ogni naturale desiderio di tutela della propria reputazione. Altrimenti persone come Rumi e Alberoni non si darebbero da fare per far tacere qualcuno. È contro natura, data la loro condizione di docenti universitari. E contro il prestigio che si sono guadagnato nel corso della loro attività accademica.


È vero, la vicenda Pizzorusso - un professore costituzionalista che viene duramente redarguito per avere unito le sue opinioni di cittadino alla sua interpretazione di docente sullo stato delle leggi in Italia - può avere incoraggiato la spinta contro la libertà di prestigiosi membri del Cda della Rai.


Se si può far tacere un grande giurista per avere detto male di Berlusconi, perché non si dovrebbe far tacere la miglior voce del teatro di satira italiano per la stessa ragione?


A Lucia Annunziata va dato atto di avere sviato il colpo e di avere impedito l’umiliazione della sgridata, che invece è toccata - con voto unanime - al professor Pizzorusso. Almeno, in questo caso, il voto unanime è stato per la decisione di sospendere, non di sopprimere.


Sul momento è il danno minore. Ma ci costringe tuttavia a renderci conto dello stato della nostra libertà. Che lo facciano d’ufficio, o su richiesta pressante di più alta autorità, (spero che si tratti del secondo caso ma temo che ci troviamo di fronte al primo, ovvero l’impulso spontaneo di impedire, prima ancora che ti venga chiesto, che si dica male di Berlusconi) i consiglieri di amministrazione della Rai ci stanno mostrando che qui, in questa Italia, nella televisione pubblica che risponde solo al Parlamento e che ha come solo organo di controllo la Commissione di Vigilanza, non c’è più la fondamentale libertà di esprimere dissenso.


In altre parole, è stato gettato sulla nostra vita democratica uno degli ostacoli più gravi e pericolosi alla libertà di tutti. D’ora in poi deve scendere su di noi solo la tetra e maniacale cupezza di Bondi.


Il sorriso deve toccare soltanto al grande venditore che si avvantaggia con le sue leggi speciali mentre governa. E mentre governa, allontana noi cittadini dall’Europa e dalla libertà. Abbiamo già scritto su questo giornale che oggi, in questi anni, come si leggerà liberamente solo nei libri del dopo-Berlusconi, la nostra libertà personale e civile si deve alla nostra condizione non facilmente eliminabile di cittadini europei.


Non si può non collegare l’evento Guzzanti - che a noi pare grave proprio perché si tratta di satira, proprio perché segue la censura subìta, nella sua libertà di insegnamento, dal professor Pizzorusso - alle minacce violente contro l’Unità . Sono minacce dirette non solo ai suoi redattori e direttori - che forse, per il regime, sono irrecuperabili - ma anche (forse soprattutto)a chi ha impegnato il proprio danaro per salvare e ridare vita al giornale, a chi continua a rischiare perché questo giornale viva, a chi potrebbe essere indotto a comprare pubblicità sulle pagine dell’Unità ma non lo farà dopo avvertimenti tanto pesanti e tanto autorevoli.


Spiace e addolora leggere (nell’intervista a La Repubblica , 20 novembre) ciò che ha da dire il professor Giorgio Rumi, persona che merita stima e rispetto. Eppure ci ha detto ciò che pensa (e non ha smentito) con le frasi seguenti, che estrapolo dall’intervista senza la minima alterazione: «Al debutto (di questa trasmissione) qualcosa non ha funzionato nella catena di comando. In onda sono andate cose di cattivo gusto. Il funzionario non ha visto o dormiva».
La frase implica un desiderio di sorveglianza censoria che non ha niente a che fare con il teatro, con la satira e con la libertà.


Codice civile, Codice penale, e comune senso del pudore non sono mai stati violati neppure di striscio, nell’unica puntata di Raiot finora andata in onda.


Si è parlato male di Berlusconi, è vero. È questo che si chiama «cattivo gusto» e che un funzionario sveglio, nella «catena di comando» (che tremenda espressione per un uomo di cultura) avrebbe dovuto impedire?


E ancora: «Non tutto era satira. In certi momenti Raiot appariva come un manifesto politico. Senza contraddittorio. Si è passato il segno». Lo diciamo anche noi: si è passato il segno, per almeno due ragioni che è impossibile che non siano evidenti anche per il Prof. Rumi: la prima è che Rumi dovrebbe dirci quando, nella sua vita, ha assistito a uno spettacolo di comici seguito da contraddittorio. La seconda è che potrebbe aiutarci a ricordare una sola apparizione di Berlusconi sui teleschermi italiani in cui il fondatore di Forza Italia, capo di Mediaset, della Mondadori e del governo, abbia mai accettato un contraddittorio.


E infine: «La Guzzanti non può tirare fuori lo stalliere di Berlusconi o la P2, cose passate in giudicato...».
Complimenti per tanto candore, Prof. Rumi. Dunque questo era il nocciolo duro del problema. Bene, Lei e gli altri cattedratici che presidiano la Rai hanno il potere per farlo. Ma da quando, in Italia, una opinione, per quanto comica, «si può o non si può» esprimere, per usare le sue parole? Quando è stata cambiata la Costituzione?


Una cupa aria di provincialismo circola nelle stanze chiuse, rigorosamente ubbidienti di questa Rai, nonostante i tentativi di Lucia Annunziata di aprire qualche finestra e di far vedere ai consiglieri di Berlusconi qualche scorcio di mondo.
Certo Lucia Annunziata avrà spiegato a coloro che si meravigliano perché la satira sembra giornalismo e sembra politica, che persino nell’America di Bush (e ormai da tre decenni) vanno in onda ogni sera tre distinti talk show basati sulla satira politica, che sono guardatissimi riti della tribù americana. Quella libera tribù aspetta ogni sera l’occasione di vedere presi in giro i propri potenti. Nei tre talk show la satira si fa in due modi. Il primo è il monologo. Il conduttore va in scena e comincia: «Avete sentito quello che ha detto oggi George Bush nella conferenza stampa? Ma l’avete ascoltato bene?».


Il secondo è una serie di interviste. Alcune sono politiche e altre no. Ma in quelle politiche nessuno dice a nessuno se «può» dire una cosa. Al massimo gli fanno il «bip» sulla parola sconcia. E ogni settimana va in onda, da quasi due decenni, il più celebre programma di satira politica e di costume di quel Paese. È Saturday Night Live , un programma trasmesso in diretta che ha distrutto, con la comicità, sia George Bush padre, i cui discorsi venivano parodiati nel più devastante dei modi, sia Bill Clinton che in quel programma ha rivissuto tutta la parte meno esaltante delle sue avventure. Basta essere al corrente di questi programmi, e di quelli quasi identici della Tv tedesca, di quella francese, di quella inglese, per sapere che c’è un nesso strettissimo fra cronaca e satira e un nesso temporale ancora più stretto tra l’evento e la parodia dell’evento. Spostare uno spettacolo di satira fuori dall’immediatezza, che è il suo ambito naturale, equivale a ucciderlo.


Nei libri che verranno ci sarà una nota a piè di pagina. Ricorderà, in corsivo, nomi e circostanze della squallida giornata italiana in cui è stato deciso, non da forzuti squadristi ma da gentili professori universitari con illustre curriculum, che in Italia non si può dire male di Berlusconi.


Più avanti, una volta dimenticato il senso di umiliazione per eventi come questi, la nota a piè di pagina sarà tolta, e sarà unito (ma solo nelle edizioni più costose) un Dvd con l’intero spettacolo in cinque puntate di Sabina Guzzanti. Più una, in cui lo straordinario gruppo di comici ricostruirà il Consiglio di Amministrazione della Rai di quegli anni e i discorsi testuali (che risulteranno comicissimi) con le ferme parole di riprovazione nei confronti di una piccola libertà.












Riflessi d’Autunno




 

Bagliori di Autunno



Clayton R. Fossett

giovedì 20 novembre 2003

20 Novembre 2003 - Parlamento Europeo


BERLUSCONI PRIMO PRESIDENTE DI TURNO UE


A RICEVERE UNA CENSURA UFFICIALE DAL PARLAMENTO EUROPEO


PER LE POSIZIONI ASSUNTE SU CECENIA E KYOTO


IN CONTRASTO CON L'ASSEMBLEA CHE RAPPRESENTA


A proposito delle leggende Cecene

Cecenia: Berlusconi, dopo la deplorazione del Parlamento, rettifichi alla sessione di dicembre
Dichiarazione degli onn. Pasqualina Napoletano e Claudio Fava, europarlamentari DS-PSE

Come ampiamente previsto, il Parlamento ha deplorato le dichiarazioni del presidente di turno del Consiglio Europeo, Silvio Berlusconi, a proposito della politica russa in Cecenia, del sostegno dato al presidente Putin sulla situazione dei diritti umani in quella regione e della condizione della democrazia nella Federazione russa.
La risoluzione che contiene la "deplorazione" per il presidente di turno è un fatto, forse senza precedenti, nella storia del Parlamento Europeo. La censura nei confronti del presidente in carica trova fondamento in una posizione politica consolidata di tutte le istituzioni dell'Unione nel quadro delle relazioni tra l'UE e la Russia.
Dopo il voto del Parlamento Europeo, il presidente di turno farebbe bene a rettificare le dichiarazioni del 6 novembre, a conclusione del summit di Roma, e a dare conto di questa rettifica nel corso della presentazione dei risultati del semestre alla sessione di dicembre.


Strasburgo, 20 novembre 2003



Qualche considerazione sull' INFORMAZIONE


Nonostante gli orrori di questi giorni, i nostri telegiornali avrebbero


dovuto dare rilievo a questa notizia importante per noi Italiani:


da una parte è bene che prendiamo atto di questa umiliazione


che ci tocca per interposta persona, dall'altra è bene sapere che


il nostro rappresentante non viene meno alla lealtà solo nei


confronti delle cittadine e dei cittadini Italiani.


Il Parlamento Europeo si occuperà anche della LIBERTA' DI


INFORMAZIONE nel nostro Paese.


Personalmente ripongo molte speranze in un possibile


intervento Europeo che mitighi l'attuale stato della


NOSTRA LIBERTA' DI ESPRESSIONE E DI INFORMAZIONE


SEMPRE PIU' SOFFOCATA.


     


 























I diritti dei bambini


20 Novembre 1989 - 20 Novembre 2003



La Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia è stata approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre del 1989 a New York.

La data coincide con un duplice anniversario:

la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (1789 ) e

la Dichiarazione dei Diritti del Bambino (1959).


unicef-b.eijgnhuijsen SheilaMcKinnon UNICEF




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PROTESTE AMERICANE A LONDRA








IMG: Protestors















Protestors against Bush's visit gathered outside Buckingham Palace on Wednesday (19 Novembre 2003)
Expats Against Bush
An American explains why he’s leading the London protest against the U.S. president
By Emily Flynn
NEWSWEEK WEB EXCLUSIVE

(Un Americano spiega perché sta guidando la protesta a Londra contro il Presidente U.S.).


Nov. 19 — Luke Robinson is an American in London. But he is not cheering for George W. Bush during the U.S. president’s visit to Britain this week. Instead, the 29-year-old South Carolina-born web developer will lead some of his fellow citizens on the frontline of the mass protest march that is expected to draw as many as 100,000 demonstrators to the heart of the capital on Thursday. “With us at the front,” says Robinson, “it’ll be more powerful.”


Le proteste non sono "antiamericane", ma contro la politica dell'amministrazione Bush.


Una Guerra al Buio










IMG: Iraq

Army troops and Iraqi policemen at the Red Cross car bombing site








A War in the Dark  

Who Is The Enemy? U.S. soldiers still don’t really know who they are fighting. Culture clashes, communication gaps and poor preparations have hurt intelligence on the ground. And any way you cut it, the difficulties don’t spell s-u-c-c-e-s-s






By Evan Thomas, John Barry and Christian Caryl
NEWSWEEK

(Tento di tradurre, ma con difficoltà: Chi è il Nemico? I soldati U.S. soldiers ancora non conoscono realmente coloro con i quali stanno combattendo. Differenze culturali, gap di comunicazione e scarsa preparazione hanno nociuto all' intelligence alla base? E in ogni caso "you cut it", le difficoltà non compitano "s-u-c-c-e-s-s")


mercoledì 19 novembre 2003

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 US President George W. Bush (L) is greeted by British Prime Minister Tony Blair. Bush said the United Nations nuclear watchdog must ensure Iran respected its nuclear non-proliferation commitments(AFP/POOL/Chris Harris)   Click For Small photo 


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Sheffield - Gran Bretagna - Sabato 15 Novembre 2003

BUSH A LONDRA


Harold Pinter, commediografo:


“Caro signor Bush, dopo aver mangiato il sandwich col cetriolo a Downing Street


non si dimentichi di mandarlo giù con un bicchiere di sangue”.


Ken Livingstone, Sindaco di Londra:


“Bush è la peggiore minaccia alla vita che esista sulla faccia del pianeta.


La politica a cui ha dato avvio rischia di portarci all’estinzione.


L’amministrazione Bush è la più corrotta e razzista


da ottant’anni a questa parte”.


Il Sindaco ha annunciato anche che aprirà le porte del Comune perché vi tengano una festa contro Bush.


Sondaggi di Opinione


Percentuali di Britannici contrari alla visita di BUSH: tra il 36% e il 70%



- 36%, se la domanda implica ostilità contro gli USA o gli Statunitensi;


- 70%, se la domanda mette a fuoco


BUSH e l’attacco all’Iraq

martedì 18 novembre 2003

Il XIV Dalai Lama del Tibet


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Roma - 26 Novembre 2003



Nei giorni 26 e 27 Novembre su invito dell'Intergruppo Parlamentare Italia-Tibet,


Tenzin Gyatso


14° Dalai Lama del Tibet, incontrerà esponenti del mondo politico e istituzionale,


leader politici e sindacali, e i Parlamentari Italiani.
Il giorno 28 il Dalai Lama parteciperà al IV incontro dei


Premi Nobel per la Pace organizzato a Roma dalla Fondazione Gorbachov.














L'Associazione Italia Tibet ed
il Gruppo Interparlamentare per il Tibet
ti invitano all'incontro pubblico con


 


Tenzin Gyatso
14° Dalai Lama del Tibet


 


 


il cammino
verso
la libertà



Auditorium del Parco della Musica
Sala Santa Cecilia (g.c.)


mercoledì 26 novembre ore 17.30



evento in collaborazione con
Amnesty; Cgil - Cisl - Uil; Comunità Tibetana in Italia; Associazione Donne Tibetane (TWA); Campagna di Solidarietà con il Popolo Tibetano; Associazione Comuni, Province, Regioni per il Tibet; Casa del Tibet; Dharma Tibet






 


Italian Carabinieri carry the Italian flag-draped coffin of one of the slain Italian soldiers toward the Unknown Soldier Monument, in Rome, Monday, Nov. 17, 2003, where a funeral chamber will be set up Monday Nov. 17, for the 19 Italians killed in a car-bomb attack in Nasiriyah, southern Iraq. (AP Photo/Gregorio Borgia)


Rispetto e dolore per gli Italiani uccisi in Iraq.


Partecipo al dolore dei familiari degli Italiani uccisi in Iraq.


Bandiera della Repubblica Italiana Apprezzo e condivido l’opera dei nostri soldati quando affermano la nostra identità nazionale di Paese Europeo portatore di pace e di solidarietà con tutti gli esseri umani, costruttore di “ponti e non di muri” tra le identità nazionali del mondo intero.