martedì 2 giugno 2009

Buon Compleanno, Repubblica Italiana, e buona fortuna!


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3 giugno 2009


Sonnellino senile di un povero vecchio ridicolo



 


"Ciò che è più scioccante è il completo disprezzo con cui egli tratta l'opinione pubblica italiana." ( TIMES )


Molto peggio, egregio Times, di gran lunga peggio: il disprezzo per gli italiani che non fanno parte del suo popolo è reso ancor più vile dal disprezzo per le istituzioni, a cominciare dalla Repuibblica Italiana a cui tutto deve, l'ingrato vecchio clown. Le immagini del suo intimo sentire sono da conservare nel libro buio delle memorie politiche più dolorose:


FOTO Le facce del Cavaliere alla sfilata.



Vignetta da Micromega. E. Baraldi


La maschera è caduta da tempo, illustre Times, anzi il clown non s'è mai curato di indossarla. E il disprezzo per il popolo italiano, la Repubblica e la sua Costituzione è cosa antica e variamente praticata. Complice, ovviamente, la cosiddetta maggioranza degli elettori, che per lui si sono espressi a meno del 40%, (magra consolazione). "E poiché malgrado prescrizioni e proscrizioni, cavilli e azzeccagarbugli di cui a dozzine egli si circonda, inviandoli pure in Parlamento o direttamente assumendoli come ministri ad personam, malgrado un sistema mediatico diciamo “benevolo”, per non dire completamente prono ai voleri di Sua Emittenza, qualche processo gli capita direttamente o indirettamente fra capo e collo, ecco allora che la Repubblica, la sua stessa dignità, viene offesa con il “lodo Alfano”. Con una norma di cui non si ha l’eguale nel mondo civile e neppure in quello incivile, ma forse soltanto in qualche testo della letteratura distopica, e sul quale aspettiamo fiduciosi la pronuncia della Suprema Corte, chiamata a discuterne la dubbia costituzionalità." ( Il Caimano furioso di Angelo d'Orsi, professore di Storia del pensiero politico presso l'Università di Torino )


LA STAMPA INTERNAZIONALE SUL CASO BERLUSCONI

9 commenti:

  1. Mi associo. Buona fortuna, ne ha proprio bisogno.

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  2. Sono arrivato al disgusto fisico verso il troll di Palazzo Chigi, ieri ho evitato persino i tg pur di evitare quella tragica naschera piena solo di disprezzo e menzogne: quasi quasi preferivo la maschera da clown, era se non altro un po'meno deprimente.

    [TpnO, carissima]

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  3. Sono arrivato al disgusto fisico verso il troll di Palazzo Chigi, ieri ho evitato persino i tg pur di evitare quella tragica naschera piena solo di disprezzo e menzogne: quasi quasi preferivo la maschera da clown, era se non altro un po'meno deprimente.

    [TpnO, carissima]

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  4. Sono arrivato al disgusto fisico verso il troll di Palazzo Chigi, ieri ho evitato persino i tg pur di evitare quella tragica naschera piena solo di disprezzo e menzogne: quasi quasi preferivo la maschera da clown, era se non altro un po'meno deprimente.

    [TpnO, carissima]

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  5. Sono arrivato al disgusto fisico verso il troll di Palazzo Chigi, ieri ho evitato persino i tg pur di evitare quella tragica naschera piena solo di disprezzo e menzogne: quasi quasi preferivo la maschera da clown, era se non altro un po'meno deprimente.

    [TpnO, carissima]

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  6. da "Italia Oggi" - 4 giugno 2009
    Il Cav disinvolto ridicolizza se stesso e l'Italia intera
    Di Pierluigi Magnaschi

    Silvio Berlusconi ha innovato il costume politico italiano. Ai leader asessuati (o che si mostravano tali) della Prima Repubblica e che, anche quando erano sposati, sembrava non avessero né moglie né figli, ha sostituito il leader politico in carne e ossa, vicino ai pregi e ai difetti dell'italiano medio. Ma forse è andato troppo in là in questa de-istituzionalizzazione. L'ultimo episodio, gravissimo nella forma e quindi, a questi livelli, gravissimo anche nella sostanza, è l'arrivo in ritardo di Berlusconi nella tribuna d'onore, in occasione della sfilata delle Forze armate ai Fori Imperiali. La sfilata delle Forze armate costituisce un momento simbolicamente molto alto nella liturgia laica dello Stato. È infatti l'occasione solenne e palese nella quale le Forze armate dimostrano, simbolicamente e concretamente, la loro sudditanza al presidente della Repubblica che rappresenta, ai sensi della Costituzione, l'unità della nazione. Non a caso le bandiere dei vari reggimenti che aprono la sfilata militare («bandiere che non si inchinano a nessuno»), passando davanti al palco del presidente della Repubblica, si inchinano tutte a lui, non solo in segno di omaggio ma anche di incondizionata subordinazione. La sfilata obbedisce a un rituale preciso. Le autorità politiche e istituzionali arrivano, da sempre, al palco presidenziale in largo anticipo, in modo da poter accogliere, già tutti ai loro posti, il presidente della Repubblica che apre la sfilata arrivando su una vettura storica, quasi a dimostrare la perennità di questo evento, preceduto dai corazzieri in alta uniforme e a cavallo. Le autorità, in piedi, assieme al popolo festante, gli tributano l'onore che si deve a chi rappresenta l'Italia intera. Ebbene, mentre arrivava il presidente della Repubblica, il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, non era ancora presente nel palco presidenziale. E ci vorranno altri 15 minuti prima di vederlo, arrendevole e dimesso, come uno scolaretto che arriva a scuola dopo che la campanella è già suonata da tempo. C'è una bella differenza fra disinvoltura e irresponsabilità. Berlusconi, infrangendo le regole, facendo il giullare, nanizza non solo se stesso, ma anche il paese che è già mal messo di suo e non avrebbe certo bisogno di essere ulteriormente ridicolizzato agli occhi del resto mondo. Occhi mediatici e politici che saranno anche, in parte, prevenuti nei suoi confronti. Ma ai quali Berlusconi offre continui pretesti per essere ridicolizzato. Qualcuno ha mai ricordato a Berlusconi che non è più l'impresario del Drive in ma è diventato il presidente del consiglio? Lo facciamo noi.

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  7. da "Italia Oggi" - 4 giugno 2009
    Il Cav disinvolto ridicolizza se stesso e l'Italia intera
    Di Pierluigi Magnaschi

    Silvio Berlusconi ha innovato il costume politico italiano. Ai leader asessuati (o che si mostravano tali) della Prima Repubblica e che, anche quando erano sposati, sembrava non avessero né moglie né figli, ha sostituito il leader politico in carne e ossa, vicino ai pregi e ai difetti dell'italiano medio. Ma forse è andato troppo in là in questa de-istituzionalizzazione. L'ultimo episodio, gravissimo nella forma e quindi, a questi livelli, gravissimo anche nella sostanza, è l'arrivo in ritardo di Berlusconi nella tribuna d'onore, in occasione della sfilata delle Forze armate ai Fori Imperiali. La sfilata delle Forze armate costituisce un momento simbolicamente molto alto nella liturgia laica dello Stato. È infatti l'occasione solenne e palese nella quale le Forze armate dimostrano, simbolicamente e concretamente, la loro sudditanza al presidente della Repubblica che rappresenta, ai sensi della Costituzione, l'unità della nazione. Non a caso le bandiere dei vari reggimenti che aprono la sfilata militare («bandiere che non si inchinano a nessuno»), passando davanti al palco del presidente della Repubblica, si inchinano tutte a lui, non solo in segno di omaggio ma anche di incondizionata subordinazione. La sfilata obbedisce a un rituale preciso. Le autorità politiche e istituzionali arrivano, da sempre, al palco presidenziale in largo anticipo, in modo da poter accogliere, già tutti ai loro posti, il presidente della Repubblica che apre la sfilata arrivando su una vettura storica, quasi a dimostrare la perennità di questo evento, preceduto dai corazzieri in alta uniforme e a cavallo. Le autorità, in piedi, assieme al popolo festante, gli tributano l'onore che si deve a chi rappresenta l'Italia intera. Ebbene, mentre arrivava il presidente della Repubblica, il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, non era ancora presente nel palco presidenziale. E ci vorranno altri 15 minuti prima di vederlo, arrendevole e dimesso, come uno scolaretto che arriva a scuola dopo che la campanella è già suonata da tempo. C'è una bella differenza fra disinvoltura e irresponsabilità. Berlusconi, infrangendo le regole, facendo il giullare, nanizza non solo se stesso, ma anche il paese che è già mal messo di suo e non avrebbe certo bisogno di essere ulteriormente ridicolizzato agli occhi del resto mondo. Occhi mediatici e politici che saranno anche, in parte, prevenuti nei suoi confronti. Ma ai quali Berlusconi offre continui pretesti per essere ridicolizzato. Qualcuno ha mai ricordato a Berlusconi che non è più l'impresario del Drive in ma è diventato il presidente del consiglio? Lo facciamo noi.

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  8. da "Italia Oggi" - 4 giugno 2009
    Il Cav disinvolto ridicolizza se stesso e l'Italia intera
    Di Pierluigi Magnaschi

    Silvio Berlusconi ha innovato il costume politico italiano. Ai leader asessuati (o che si mostravano tali) della Prima Repubblica e che, anche quando erano sposati, sembrava non avessero né moglie né figli, ha sostituito il leader politico in carne e ossa, vicino ai pregi e ai difetti dell'italiano medio. Ma forse è andato troppo in là in questa de-istituzionalizzazione. L'ultimo episodio, gravissimo nella forma e quindi, a questi livelli, gravissimo anche nella sostanza, è l'arrivo in ritardo di Berlusconi nella tribuna d'onore, in occasione della sfilata delle Forze armate ai Fori Imperiali. La sfilata delle Forze armate costituisce un momento simbolicamente molto alto nella liturgia laica dello Stato. È infatti l'occasione solenne e palese nella quale le Forze armate dimostrano, simbolicamente e concretamente, la loro sudditanza al presidente della Repubblica che rappresenta, ai sensi della Costituzione, l'unità della nazione. Non a caso le bandiere dei vari reggimenti che aprono la sfilata militare («bandiere che non si inchinano a nessuno»), passando davanti al palco del presidente della Repubblica, si inchinano tutte a lui, non solo in segno di omaggio ma anche di incondizionata subordinazione. La sfilata obbedisce a un rituale preciso. Le autorità politiche e istituzionali arrivano, da sempre, al palco presidenziale in largo anticipo, in modo da poter accogliere, già tutti ai loro posti, il presidente della Repubblica che apre la sfilata arrivando su una vettura storica, quasi a dimostrare la perennità di questo evento, preceduto dai corazzieri in alta uniforme e a cavallo. Le autorità, in piedi, assieme al popolo festante, gli tributano l'onore che si deve a chi rappresenta l'Italia intera. Ebbene, mentre arrivava il presidente della Repubblica, il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, non era ancora presente nel palco presidenziale. E ci vorranno altri 15 minuti prima di vederlo, arrendevole e dimesso, come uno scolaretto che arriva a scuola dopo che la campanella è già suonata da tempo. C'è una bella differenza fra disinvoltura e irresponsabilità. Berlusconi, infrangendo le regole, facendo il giullare, nanizza non solo se stesso, ma anche il paese che è già mal messo di suo e non avrebbe certo bisogno di essere ulteriormente ridicolizzato agli occhi del resto mondo. Occhi mediatici e politici che saranno anche, in parte, prevenuti nei suoi confronti. Ma ai quali Berlusconi offre continui pretesti per essere ridicolizzato. Qualcuno ha mai ricordato a Berlusconi che non è più l'impresario del Drive in ma è diventato il presidente del consiglio? Lo facciamo noi.

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  9. da "Italia Oggi" - 4 giugno 2009
    Il Cav disinvolto ridicolizza se stesso e l'Italia intera
    Di Pierluigi Magnaschi

    Silvio Berlusconi ha innovato il costume politico italiano. Ai leader asessuati (o che si mostravano tali) della Prima Repubblica e che, anche quando erano sposati, sembrava non avessero né moglie né figli, ha sostituito il leader politico in carne e ossa, vicino ai pregi e ai difetti dell'italiano medio. Ma forse è andato troppo in là in questa de-istituzionalizzazione. L'ultimo episodio, gravissimo nella forma e quindi, a questi livelli, gravissimo anche nella sostanza, è l'arrivo in ritardo di Berlusconi nella tribuna d'onore, in occasione della sfilata delle Forze armate ai Fori Imperiali. La sfilata delle Forze armate costituisce un momento simbolicamente molto alto nella liturgia laica dello Stato. È infatti l'occasione solenne e palese nella quale le Forze armate dimostrano, simbolicamente e concretamente, la loro sudditanza al presidente della Repubblica che rappresenta, ai sensi della Costituzione, l'unità della nazione. Non a caso le bandiere dei vari reggimenti che aprono la sfilata militare («bandiere che non si inchinano a nessuno»), passando davanti al palco del presidente della Repubblica, si inchinano tutte a lui, non solo in segno di omaggio ma anche di incondizionata subordinazione. La sfilata obbedisce a un rituale preciso. Le autorità politiche e istituzionali arrivano, da sempre, al palco presidenziale in largo anticipo, in modo da poter accogliere, già tutti ai loro posti, il presidente della Repubblica che apre la sfilata arrivando su una vettura storica, quasi a dimostrare la perennità di questo evento, preceduto dai corazzieri in alta uniforme e a cavallo. Le autorità, in piedi, assieme al popolo festante, gli tributano l'onore che si deve a chi rappresenta l'Italia intera. Ebbene, mentre arrivava il presidente della Repubblica, il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, non era ancora presente nel palco presidenziale. E ci vorranno altri 15 minuti prima di vederlo, arrendevole e dimesso, come uno scolaretto che arriva a scuola dopo che la campanella è già suonata da tempo. C'è una bella differenza fra disinvoltura e irresponsabilità. Berlusconi, infrangendo le regole, facendo il giullare, nanizza non solo se stesso, ma anche il paese che è già mal messo di suo e non avrebbe certo bisogno di essere ulteriormente ridicolizzato agli occhi del resto mondo. Occhi mediatici e politici che saranno anche, in parte, prevenuti nei suoi confronti. Ma ai quali Berlusconi offre continui pretesti per essere ridicolizzato. Qualcuno ha mai ricordato a Berlusconi che non è più l'impresario del Drive in ma è diventato il presidente del consiglio? Lo facciamo noi.

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