sabato 29 dicembre 2007

La replica di Paola Binetti a Walter Veltroni


BINETTI: "COME NEUROPSICHIATRA HO ESPERIENZA DECENNALE DI OMOSESSUALI CHE SI FANNO CURARE. NON SONO ANDATA A CERCARLI IO"
“Caro Walter, con i diktat non si costruisce il Pd”
venerdì 28 dicembre 2007 ,
  la Stampa


di GIACOMO GALEAZZI

ROMA È grave che Veltroni, spinto dalla pressione degli omosessuali, voglia soffocare il confronto su temi così importanti. No, Walter, non è con i diktat su unioni civili e omosessualità che si costruisce il Partito democratico». Prima nel forum alla «Stampa» con il laicissimo compagno di partito Piergiorgio Odifreddi, poi nel commento all’inchiesta di «Liberazione» sui terapisti cattolici che curano i gay come se fossero malati, la senatrice teodem Paola Binetti aveva definito una «patologia» l’omosessualità e invocato «piena libertà di coscienza» contro il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto. Ieri, con una lettera alla «Stampa», è intervenuto per criticarla il segretario del Pd, Veltroni («Sui gay Binetti sbaglia e i Cus sono un passo in avanti per l’Italia»), ma lei non ci sta e denuncia il tentativo di «imporre dall’alto una volontà politica».

Veltroni la critica per la definizione di omosessualità come malattia. Cosa replica?

«Veltroni dice: io la penso così, io dico così e così si faccia. Ma come neuropsichiatra ho esperienza decennale di omosessuali che si fanno curare. Non sono andata a cercarli io, sono loro che sono venuti in terapia da me perché dalla loro esperienza ricavano disagio, sofferenza, ansia, depressione e incapacità di sentirsi integrati nel gruppo. Non sono io a sostenerlo, è un dato oggettivo. Fino a poco tempo fa il Dsm4, la “bibbia degli psichiatri” cui fanno riferimento il ministero della sanità, le Regioni e i principali manuali diagnostici, ha sempre inserito l’omosessualità tra le patologie del comportamento sessuale. Poi la lobby dei gay l’ha fatta cancellare. Ma noi specialisti continuiamo a collocarla tra i disturbi del comportamento sessuale».

Ma sui temi eticamente sensibili non ha diritto di esprimersi anche il segretario del Pd?

«Certo, però quella di Veltroni è un’esplicita mossa politica che anticipa e brucia il dibattito. In questa presa di posizione mi ricorda l’imitazione che ne fa Crozza: difende il riconoscimento dei diritti individuali, “ma anche” la specificità della famiglia. Intanto, però, detta al Pd come esprimersi in questioni su cui ferve il confronto. Invece di favorire la condivisione e la riflessione interna, la sua dichiarazione è uno stigma. Sulle unioni civili, per esempio, c’è un disegno di legge in discussione al Senato, però manca ancora la formula che legittimi la condizione individuale dei conviventi senza creare un matrimonio di serie B come i Dico o di serie C come i Cus. Eppure l’analogia col matrimonio va esclusa. Veltroni non parla a titolo personale, ma da segretario che ha dietro tutto il pressing degli omosessuali che lo vogliono obbligare a schierarsi a loro favore».

Lei però dopo aver quasi fatto cadere il governo sull’emendamento anti-omofobia, rischia di far esplodere il Pd...

«La mia coscienza resta qua. La famiglia da modello di riferimento è stravolta in una caricatura, in una falsariga su cui poter scrivere qualunque diritto. Nella commissione per il manifesto dei valori del Pd e in Parlamento, stiamo cercando una sintesi, però gli ostacoli ci sono. Le unioni di fatto non prevedono solo diritti individuali, ma il riconoscimento del vincolo affettivo e le prerogative del matrimonio come la reversibilità della pensione, l’eredità, l’adozione. Nessuno nega al malato di farsi assistere in ospedale da chi vuole, però se alla relazione di fatto si vuole attribuire gli stessi diritti del matrimonio io mi opporrò sempre».

Fino a che punto?

«Non ho alcuna intenzione di uscire o di farmi cacciare. Però non si può mettere la fiducia o imporre una fedeltà di partito e un voto di gruppo su questioni che stravolgono il tessuto sociale. Il Pd rappresenta una novità assoluta del panorama politico italiano e anche le diversità contribuiscono allo spirito di rispetto e di dialogo. Però si deve avere il coraggio di dire le cose, di confrontarsi e di trovare le soluzioni necessarie. Senza richiamarsi alla coscienza tutto diventa possibile: i Dico, i Pacs, il matrimonio omosessuale con la possibilità dell’adozione».


A completamento del post "Non nominare il nome di Dio invano" copio e incollo l'intervista in cui la senatrice Binetti espone ampiamente il suo punto di vista. A lei, poi, chiarirei che non faccio parte di alcuna lobby, nemmeno omosessulae. Solo per caso, non ho nemmeno amicizie omosessuali. Solo per caso. Faccio parte, però, di una grande lobby: quella che abbraccia tutti gli esseri umani. Con amore e compassione.

9 commenti:

  1. Và fermata, è socialmente pericolosa.

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  2. Clicca sui palloncini e...
    viaaaaaaaaaaaaa... Manuela

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  3. AUGURI PER UN FELICE ANNO NUOVO
    Senzapiutempo

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  4. non si può continuare a percorrere questa strada di un negativismo che a me pare più che cosmico inconcludente. amaro assai. ben prevedo invece un richiamo duro verso questo personaggio, anzi signora, che sta uscendo dal senso comune delle cose.
    Che di buon senso ne abbiamo certo tanto bisogno, ma non sarà certo lei a darcelo signora Binetti !
    (scusa Ahimsa ... era dovuto * un bacio grande per te)

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  5. in casi del genere dico w l'italia stef

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  6. "...questioni che stravolgono il tessuto sociale.."

    Ma dove vive, questa illustre signora? Il tessuto sociale è già cambiato di suo, senza chiedere il permesso nè a lei nè ad altri: in quanto senatrice di uno Stato in cui ci sono i credenti, ma anche i laici, gli atei, i miscredenti, i seguaci di mille altre religioni e fedi, lei deve limitarsi a registrare che la legge non deve "privare" ma limitarsi a "dare la facoltà" a tutti i cittadini. Il suo atteggiamento è tale da farmi pensare che, per coerenza, dovrebbe dimettersi dal Parlamento ed andare a fare un mestiere in cui crede davvero, anche se sicuramente meno remunerato.

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  7. Grande Harmonia, soprattutto nella conclusione. Mi unisco all'abbraccio.
    :-)

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  8. sai che la costituzione ed io siamo nate lo stesso giorno?

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  9. a completamento, "chi la pensa in modo differente non agisce ma neppure impedisce a chicchessia di essere diverso per legge" vale per le questioni private [tra le quali penso vi sia il giudizio sulla condizione omosessuale e i conseguenti atti] non per le questioni che coinvolgono terzi [matrimonio, divorzio, altri contratti di rilievo pubblico]

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