Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo
10 dicembre 1948 - 10 dicembre 2007
Un ideale che compie 59 anni. "L'Assemblea Generale proclama la presente Dichiarazione Universale dei Diritti Dell'Uomo come ideale da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni [...]
Uguali diritti e nessuna discriminazione. Articolo 2. -1. Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciati nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.
I diritti primari. Articolo 3. Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.
L'habeas corpus e il NO alla tortura. Articolo 9. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato. - Articolo 5. Nessun individuo potrà essere sottoposto a trattamento o punizioni crudeli, inumani o degradanti.
Libertà di pensiero, coscienza e di religione. Articolo 18. Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.
Libertà di opinione e di espressione. Articolo 19. Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
Il lavoro, l'istruzione, il riposo. Articolo 23. 1. Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione. Articolo 26. 1. Ogni individuo ha diritto all'istruzione. L'istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L'istruzione elementare deve essere obbligatoria.
L'istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l'istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito.
2. L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l'opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace. Articolo 24. Ogni individuo ha il diritto al riposo ed allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite.I doveri. Articolo 29. 1. Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità.
2. Nell'esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento e il rispetto dei diritti e della libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell'ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica.
3. Questi diritti e queste libertà non possono in nessun caso essere esercitati in contrasto con i fini e i principi delle Nazioni Unite.
Trenta articoli e non so quanti commi, tutti fondamentali. Ho scelto quelli che mi sembrano più ineludibili e che più vistosamente sono ancora misconosciuti e calpestati. L'ideale non è ancora stato raggiunto da tutti i popoli e da tutte le nazioni, ma è raggiungibile e deve essere raggiunto, con determinazione e pazienza, con mezzi e metodi pacifici, con umiltà e orgoglio.
Dedicato a tutte le persone, piccole e grandi, che non hanno potuto godere di questi diritti: ai morti sul lavoro, per guerra, per fame, per crudeltà. In particolare oggi ai morti sul lavoro in Italia. E a tutte le persone che continuano a non poterne godere, ingiustamente.
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Contro ogni crudeltà la testimonianza di Ingrid Bétancourt, ostaggio da cinque anni e dieci mesi delleFarc, le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia. Nel blog di Tuareg, QUI .
Copia e incolla del 14 dicembre 2007, per continuare a parlare di un problema di rispetto dei diritti umani nel nostro Senato.
Il no della senatrice di Furio Colombo
Tonini ha ragione, a patto di rovesciare il senso della sua frase. Da Turigliatto si può (si deve, io credo) dissentire, ma non c’è niente di illogico nel suo negare il voto a Prodi. Vuole un’altra politica, si accorge di non essere al posto giusto nel momento giusto. Lo dice chiaro e paga il prezzo del non ritorno. Sapeva che si sarebbe separato, per ragioni che gli importavano, e si è separato. L’esclusione dal suo partito è un’altra cosa, non di questa stiamo parlando ma della vera conseguenza della sua decisione. Ha detto no, è uscito dal gruppo che lo aveva eletto e sta andando per la sua strada.
La Binetti invece ci sta dicendo che siamo noi a sbagliare.
«Noi» non vuol dire cattolici e non cattolici, o più o meno credenti. «Noi», detto dalla senatrice Binetti, vuol dire non obbedienti. Qui l’obbedienza è a una particolare interpretazione di un potere religioso che è anche un potere statuale, dunque politico, e che si situa fuori da una linea di confine. Definiamo la parola appena usata, confine. Quale confine? Di chi? Di che cosa?
Ciò che rende il caso Binetti quasi certamente unico e molto diverso dal dissenso ideologico o dalla separazione politica è una forma di estremismo per il quale l’interessata non ha dato una spiegazione. Il fatto è che la senatrice Binetti si è gettata con sprezzo del pericolo (il pericolo grande e imminente di far cadere il governo e liquidare un periodo della vita italiana) per un brivido di ubbidienza a un ordine di cui non si ha notizia pubblica. Come nel “Deserto dei Tartari”, a forza di scrutare e di stare in guardia, ha visto il nemico (non gli omosessuali ma i disubbidenti all’ortodossia di una gerarchia che nasconde la mano) e ha lanciato l’arma del no, che avrebbe potuto spaccare la coalizione di governo. Per fortuna, nella concitazione del momento, ha sbagliato il colpo e non ha leso (non ancora) organi vitali.
Ma ha fatto un danno molto grande, ha creato una spaccatura pericolosa - fatta di disagio, diffidenza, legame strappato, disprezzo - per una ragione del tutto sconnessa col gesto e la ferita arrecata. In che senso? Ma perché l’impegno a condannare in ogni modo le discriminazioni comunque motivate contro la dignità delle persone, è già previsto dalla Costituzione italiana che non richiede autorizzazioni religiose. È già in vigore da sessant’anni. E allora dire no alla Costituzione è più sorprendente, più strano e dirompente che dire no a un governo.
Oppure quel “no”, salutato da uno scroscio di applausi della distruttiva opposizione berlusconiana voleva dire assestare un colpo sproporzionatamente duro (potenzialmente definitivo) al governo, e diventare protagonista di una sequenza imbarazzante per la maggioranza, degna di festa degli avversari. E tutto ciò per futili motivi. “Futile”, qui, vuol dire del tutto sconnesso con la portata di una ribellione e dissociazione totale. Quella dissociazione totale ha portato all’attenzione di un Paese stupito poche righe inserite in una lunga legge sulla sicurezza solo per confermare la repulsione - che in Italia per fortuna prevale fra credenti e non credenti - contro ogni possibile gesto di discriminazione per ragioni sessuali. È la civile ovvietà di quelle righe clamorosamente respinte dalla Binetti con una netta dissociazione da un governo mite e prudente, più prudente di quasi ogni Paese d’Europa, in materia di rispetto delle libertà private, è la civile ovvietà di quelle poche righe a creare stupore e amara sorpresa.Spiace constatare che tutto ciò che è stato detto dopo, dalla senatrice Binetti (che trova i gay «straordinariamente intelligenti», una infelice assonanza con «l’elogio degli Ebrei e delle loro qualità uniche» da parte di chi intende comunque sottolinearne la diversità) non chiarisce il perché di un gesto allo stesso tempo drammatico e futile, salvo che come forma di autocertificazione di esclusivismo cattolico. E ripete il richiamo a una «questione di coscienza» francamente imbarazzante. Chi può dire, in quest’epoca, in questa Italia, e sia pure da una zona oscura della Chiesa di Ratzinger che un credente non può, non deve votare in favore della protezione di un essere umano, senza avere prima raccolto informazioni precise sul suo stile di vita?
L’imbarazzo aumenta quando interviene Monsignor Fisichella, vescovo, docente di Università pontificia, cappellano del parlamento. Dice l’assistente spirituale di Deputati e Senatori credenti: «Quando ci sono coalizioni, il problema è sempre il rispetto delle identità. Se non c’è, mi pare difficile arrivare a soluzioni condivise, Soprattutto non bisogna pensare di avere la verità in quanto laici».
L’affermazione o è priva di senso logico (se l’identità è fissa e rigida, la “soluzione condivisa” può essere soltanto la resa) o è allarmante per il sarcasmo dedicato ai laici, che si permettono di avere una loro verità. Ma il vescovo-docente-cappellano e padre spirituale del Parlamento aggiunge una incredibile frase in più: «Troppo facile accusare di fondamentalismo chi dissente quando non si vogliono rispettare le regole del gioco democratico. Così si impedisce anche la possibilità di arrivare a compromessi che riescano a salvaguardare le differenze» (il Corriere della Sera, 11 dicembre 2007). Traduzione: democrazia è solo ciò che avviene sotto il vessillo vaticano. Compromesso è solo rimuovere da una legge ciò che il Vaticano - tramite Binetti - non vuole. O cancellare tutta la legge, come è avvenuto per i pacs-dico-cus. O come si sta per fare per la legge sul testamento biologico.
Inevitabile trarre due conclusioni. Eventi del genere, ovvero la esibizione di un estremismo religioso estraneo ai percorsi (dare, avere, spiegare, compromettere) della ragione, non erano mai accaduti in questa Italia pur così sensibile non tanto alla religiosità quanto alla autorità religiosa. Certo, non era mai accaduto prima del papato di Ratzinger. Evidentemente questo governo vaticano sta concentrando tutte le sue risorse di influenza, intimidazione e controllo dei media esclusivamente sull’Italia, il suo Parlamento, il suo governo. Infatti non si ha notizia di comportamenti del genere in ogni altro Paese democratico cattolico, né una simile mancanza di rispetto per un altro governo. E anche: il no della Binetti non è che un avvertimento. Intima di non provare mai più i percorsi della disubbidienza a ciò che lei considera ortodossia. Ci hanno detto che - se e quando lo riterranno necessario - non ci penseranno un istante e, come camionisti e tassisti, il loro blocco scatterà subito. La coscienza degli altri interessa poco. La verità dei non sottomessi? Non scherziamo.
colombo_f@posta.senato.it - L'Unità, pubblicato il: 13.12.07
mai creduto nelle leggi. disattese da chi le impone, vengono usate per scopi completamente diversi. notato che sotto natale non si parla più di lavoro minorile?
RispondiEliminasignificativa la consonanza tra immagine e testo
RispondiEliminauna dichiarazione indiscutibile che dovrebbe trovare rispondenza in ogni pensiero scelta e azione dell'uomo
per tessere come fili di seta quei principi e quei valori contenuti nella dichiarazione e costruire un trama sociale in grado di tutelare e custodire l'umanità e il mondo che la ospita
e con tenacia impegnarsi per l'edificazione di una vita migliore
nella libertà consapevole e rispettosa delle diversità umane culturali e religiose
il mio pensiero accorato a quanti hanno subito l’oltraggio di chi ha disatteso il rispetto dei diritti umani
un saluto caro Harmonia
Sil
Sono anche io convinto che sia stata una grande conquista di civiltà, questa Dichiarazione. Però, mai come oggi i diritti dell'uomo sono calpestati:leggevo che l'Africa è più povera oggi di trent'anni fa. Questo tuo blog è una bellissima testimonianza. Speriamo faccia scuola.
RispondiEliminaIn silenzioso ascolto mi unisco a Sil che con le sue parole è fonte di grande riflessione.
RispondiEliminaE ti ringrazio dal profondo Harmonia carissima, ancora una volta, per queste tue pagine di Vita.
Blue
Chi è il "politico" che a livello mondiale ricorda di più gli articoli della Dichiarazione ONU?
RispondiEliminaGino Strada...
Lorenz
ps non è una boutade, ogni volta che lo intervistano, a sostegno delle sue idee dice: non sono io a dirlo è la dichiarazione dei diritti universali dell'ONU...
RispondiEliminae pare che citi un marziano...
Lorenz
grazie che hai ricordato delle leggi, così importanti, che purtroppo si eludono sempre, magari tutti gli uomini le tenessero a mente, forse il mondo sarebbe finalmente giusto, ciao cara amica penny
RispondiEliminaOgni giorno questi diritti purtroppo vengono calpestati.
RispondiEliminaE' bene ricordarli!
Un caro saluto
Angela
Un piccolo e frettoloso saluto per Harmonia.
RispondiEliminaQuesto argomento m'interessa molto, passerò con più calma a leggerti, nel frattempo baci
RispondiEliminaA77
grazie, rilanciato su battello ebbro
RispondiEliminaMia adorata..;-)..mentre leggevo i vari "articoletti" facevo le tue stesse considerazioni. Non so quanto possa essere d'aiuto questo mio pensiero, ma vorrei davvero lasciare anche io una parola forte e sincera verso tutti colori che si sentono calpestati nella loro dignita' di uomini e al coraggio delle persone cosidette "diverse", ma diverse per diversa sorte. A loro va' tutto il mio affetto e a loro dico di non mollare mai;-))))))) Ti ringrazio infinitamente per le dolci carezze che posi con delicata premura da me;-))) e per quanto leggo e trattengo, sensibilmente, nel mio "pugno chiuso":-)...mentre con l'altra mano ti lascio una carezza...;-)*A*
RispondiElimina@IceKent
RispondiEliminaPer me assegnerei ogni responsabilità a chi deve far osservare le leggi e non alle leggi che sono solo strumenti.
@Silenzioindio
Risalta nel tuo discorso la "trama sociale" che deve essere costruita con i fili del diritto e della giustizia, e dell'affetto.
@ilvecchiodellamontagna
I guasti sono antichi come l'egoismo umano, ma li farei risalire alla politica della Thacher, di Reagan, e di tutti i liberisti (non liberali o liberalisti) che si sono accodati, non esclusi molti vecchi comunisti e socialisti.
@ timeline
Ti ringrazio, Blue.
@pistorius
Te la immagini una serie di trasmissioni televisive dedicate a questo argomento? Mi chiedo quanto sia diffusa una conoscenza media di questi diritti e della loro storia.
@penny46
Se guardiamo gli eventi con ottimismo, possiamo sperare nella prosecuzione del processo di civiltà, per quanto lungo e nonostante le deviazioni più o meno perverse.
@ lamaratonetaGio
E noi li ricordiamo per ribadirli.
@Acrylic77
Un saluto a te.
@FantArt
Grazie degli auguri.
@linodigianni
Ciao, Lino, grazie a te.
@angelikaramella
M'incanta questo tuo arrivare con le mani colme di miele e ambrosia per tutti, e in particolare per me (senza grande merito).
Sempre importanti i tuoi report ..questo ineccepibile,
RispondiEliminauna curiosità: sai per caso quanti paesi hanno adottato la carta?
applichino ops...
RispondiEliminaciao ahimsa...un post superlungo il tuo...la senatrice...bah..che ti debbo dire?
RispondiEliminai valori della dichiarazione restano fondamntali, peccato che spesso non li si applicihino
ti abbraccio stef
OT: era
RispondiEliminahttp://www.avaaz.org/en/bali_emergency/97.php?cl_tf_sign=1
WE WON ! sicuro :-)
http://ahims[..] Laicità dello Stato Un anno fa la morte di Piergiorgio Welby a conclusione di una lunga odissea tra la malattia estrema e il confronto con i potenti del nostro Stato e dell'altro (Città del Vaticano), a dispetto delle nostre leggi che a [..]
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