lunedì 6 dicembre 2004

Sulla terza gioventù


di Oliver Sachs


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La neurologia non dovrebbe avere a cuore unicamente l'assenza di malattia o il mantenimento della funzionalità, ma anche il potenziale necessario a un continuo miglioramento per tutta la durata della vita. La funzione cerebrale non è come quella cardiaca o quella renale che procedono autonomamente, pressoché meccanicamente e in modo quasi uniforme per tutta la vita.


Nel cervello, nella mente, al contrario, non vi è nulla di automatico, in quanto questo organo cerca costantemente - a ogni possibile livello: dalla semplice percezione all'elaborazione di un pensiero filosofico - di categorizzare e ricategorizzare il mondo, di comprendere e dare significato alla propria esperienza. Si tratta dunque di vivere una vera vita, nella quale l'esperienza non è mai uniforme, ma cambia in continuazione, ponendo sempre nuove sfide, richiedendo costantemente e sempre più un'integrazione comprensiva.


Non è sufficiente che il cervello-mente si limiti a funzionare, mantenendo uniforme la propria funzione, come fa il cuore: esso deve avventurarsi e progredire per tutta la vita. Il concetto stesso di salute o di benessere esige una definizione speciale per ciò che concerne il cervello.


Pertanto, nel paziente che invecchia occorre saper distinguere tra longevità e vitalità. Robustezza costituzionale e fortuna possono contribuire a una vita lunga e sana. Mi vengono in mente cinque fratelli che conosco, tutti sulla novantina, che sembrano molto più giovani della loro età, e che hanno il fisico, gli impulsi sessuali e i comportamenti di individui molto più giovani di loro. Eppure, gli esseri umani possono essere fisicamente e neurologicamente sani, ma psichicamente esauriti a un'età relativamente giovane.


Se il cervello vuole rimanere sano, deve rimanere attivo fino all'ultimo: chiedendo, indagando, giocando, esplorando e sperimentando fino alla fine. Queste attività o stati d'animo possono non essere rilevate dalle tecnologie per immagini che riprendono il nostro cervello nelle sue diverse funzioni e neppure, per altro, dai test neuropsicologici, ma sono proprio loro, tuttavia, che determinano lo stato di salute del cervello e ne consentono lo sviluppo per tutta la vita.


Ciò è quanto mai chiaro nel modello neurobiologico della mente elaborato da Gerald Edelman, nel quale il cervello-mente è concepito come incessantemente attivo, in grado di categorizzare e ricategorizzare le proprie attività per tutta la vita, costruendo le proprie interpretazioni e significati anche a un livello superiore di carattere generale.


Un simile modello neurobiologico è perfettamente compatibile con quel fenomeno al cui studio Erik e Joan Erikson hanno dedicato l'esistenza: a età precise della vita si collegano fasi precise della mente che paiono manifestarsi in ogni cultura e avere pertanto carattere universale nel ciclo della vita umana. Ora (Joan Erikson è novantenne, mentre Erik Erikson è morto novantenne di recente) i due studiosi sono arrivati ad aggiungere una nona fase alle otto che avevano originariamente descritto.


Questa nona fase è da mettere in relazione a un'età molto avanzata, ed è da ritenersi lo stadio finale del ciclo della vita umana. Si tratta dello stadio della vecchiaia inoltrata, e la soluzione o strategia da raggiungere in questa fase è quella che gli Erikson chiamano


saggezza, pienezza o integrità


(quest'ultima fase è riconosciuta e rispettata in molte culture,


mentre nella nostra è invece frequentemente trascurata).


Queste fasi sono puramente esistenziali o culturali (comportamenti, prospettive adeguate alle varie età e alle varie fasi) oppure hanno anche qualche base neuronale loro specifica?


Noi sappiamo che l'apprendimento è possibile per tutta la durata della vita, anche in presenza di invecchiamento o malattia cerebrale, e possiamo star certi che per tutta l'esistenza continuano anche altri processi, a un livello ancor più profondo: ciò che si realizza alla fine è il culmine delle quanto mai vaste e profonde generalizzazioni e integrazioni che il cervello-mente ha vissuto.


Il raggiungimento di questo stadio, che gli Erikson equiparano alla pienezza, deve in effetti coinvolgere


l'integrazione di grandi quantità di informazioni,


la sintesi dell'esperienza individuale di tutta la vita,


associata all'allungamento e all'allargamento delle prospettive dell'individuo


e a una sorta di distacco e di calma.


Tale processo è del tutto individuale e non può essere prescritto né insegnato.


"Non si può insegnare la saggezza", osserva Proust: "Dovremo scoprirla da soli nel corso di un viaggio che nessuno potrà intraprendere in nostra vece, con uno sforzo che nessuno potrà lesinarci". Tale traguardo non dipende neppure direttamente dal livello di istruzione, di intelligenza o di talenti particolari posseduti che, a dir tanto, possono servire a specificare l'ambito nel quale la mente che scandaglia deve trovare la propria integrazione.


Così, nel XIX secolo, quando una mente qualificata poteva ancora prendere in esame tutta la natura, il grande naturalista Alexander von Humboldt a 80 anni, dopo una vita dedicata ai viaggi e alla ricerca scientifica, si imbarcò in una grandiosa sintesi d'insieme di tutto ciò che aveva visto e pensato che lo portò a scrivere la sua opera conclusiva di cinque volumi, intitolata 'Cosmos' (morì poco prima di compiere i 90 anni, e prima di aver concluso l'ultimo volume).

Nella nostra epoca, il grande biologo evoluzionista Ernst Mayr ci ha appena consegnato, a 93 anni, il suo meraviglioso libro 'This is biology' sull'affermarsi e sui fini di una biologia che combina la vastità di pensiero raggiunta nell'arco di una vita


Lo stesso Mayr dichiara che è questo il genere di passione determinante, l'indizio di vitalità nella vecchiaia:


"Il fattore più importante per un biologo è il fascino che si prova


di fronte alla meraviglia delle creature viventi,


qualcosa che permane per tutta la vita in gran parte dei biologi.


Costoro non perdono mai l'entusiasmo per la scoperta scientifica,


né l'amore di inseguire sempre nuove idee, nuove intuizioni, nuovi organismi".



Questo stesso senso di meraviglia spinge anche i migliori neurologi e li mantiene appassionati e produttivi fino al termine dei loro giorni.


La piena espressione di ciò, tuttavia, può forse attuarsi soltanto negli ultimi anni di vita, quando ci si libera dal tran-tran quotidiano, dall'esigenza di recarsi al lavoro, dalla pressione dei colleghi, dalla necessità di essere competitivi, di fare carriera e di guadagnare adeguatamente.


Pertanto, fu soltanto all'età di 65 anni, dopo essere andato in pensione da Queen Square a Londra, che James Purdon Martin, neurologo brillante, ma di natura assai riflessiva, rivolse la sua attenzione a un determinato gruppo di pazienti post-encefalitici che da tempo lo aveva affascinato nell'Highlands Hospital di Londra, affrontando quello che si rivelò essere il suo lavoro più approfondito e originale.


Una speranza per tutti noi, quindi, forse esiste.


  Oliver Sacks, neurologo


Estratto dall'articolo "Evviva la terza gioventù", L'Espresso, traduzione di Anna Bissanti


http://www.espressonline.it/eol/free/jsp/detail.jsp?type=cs




 








20 commenti:

  1. E' Sacks. Leggiti "L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello."

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  2. Già fatto, grazie. Stupendo, incoraggiante libro pieno di vita e di amore, nonostante la malattia e la sofferenza. Ancora grazie. harmonia

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  3. vero, un libro bello..un abbraccio harmo..

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  4. Adoro Sacks, i suoi libri,la sua rispettosa attenzione al paziente, la sua immensa sensibiltà intuitiva. Grazie Harmonia! :)

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  5. sempre bei post trovo qui...
    ciao veradafne

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  6. sempre bei post trovo qui...
    ciao veradafne

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  7. Parole magnifiche per noi vecchietti; ora vediamo se mi riesce anche a liberarmi dal tran-tran operativo; deve essere troppo presto...

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  8. sempre bei post trovo qui...
    ciao veradafne

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  9. o.t. si visto, carino il tuo nuovo template..già lo vidi come ospite di lainus(un abbraccio, harmo:-)

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  10. Sacks mi è sempre interessato molto.Ma per ora mi limito ad abbracciarti.Ci vogliopensare un pò.Grazie del costante sostegno che mi offri con i tuoi passaggi.

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  11. una speranza ci sarà, ma non per tutti....
    contro i casi disperati noi marciamo domani: 8 dicembre, ore 10,00, piazza cairoli a messina: MARCIA CONTRO IL PONTE!!

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  12. una speranza ci sarà, ma non per tutti....
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  14. non vorrei, nel disincanto, pensare che il grado di speranza sia convertibile in euro...
    Grazie, cara amica, per questa notizia migliore dei nostri giorni.TpnO.

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  15. non vorrei, nel disincanto, pensare che il grado di speranza sia convertibile in euro...
    Grazie, cara amica, per questa notizia migliore dei nostri giorni.TpnO.

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  17. sono passata per augurarti un buon fine settimana...e intanto rileggo con piacere...
    ciao veradafne

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  18. sono passata per augurarti un buon fine settimana...e intanto rileggo con piacere...
    ciao veradafne

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  19. sono passata per augurarti un buon fine settimana...e intanto rileggo con piacere...
    ciao veradafne

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  20. buona giornata, harmo..un abbraccio

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