lunedì 20 dicembre 2004

SOLSTIZIO D'INVERNO









Zodiaco: Il giorno 21 alle 13.40

il Sole esce

dal segno del Sagittario


per entrare

nel segno del Capricorno


Gli equinozi e i solstizi sono giorni astronomicamente speciali di cui sento il fascino fin dall'infanzia, quando mi venivano raccontati come momenti fiabeschi di prodigi e magie.


Sono emozioni arcaiche, quasi ancestrali, che mi fanno sentire intatto il legame con le ave e gli avi di un passato lontano-vicino.


Il solstizio d'inverno porta con sé la promessa della luce che ricomincia a salire dopo aver toccato il punto più basso. Il Natale cristiano cade in questi giorni per una connessione simbolica di grande suggestione spirituale e morale.


Picture of sunlight shining through ice crystals


RACCONTO DI NATALE

di Dino Buzzati


Tetro e ogivale è l'antico palazzo dei vescovi, stillante salnitro dai muri, rimanerci è un supplizio nelle notti d'inverno. E l'adiacente cattedrale è immensa, a girarla tutta non basta una vita, e c'è un tale intrico di cappelle e sacrestie che, dopo secoli di abbandono, ne sono rimaste alcune pressoché inesplorate. Che farà la sera di Natale - ci si domanda – lo scarno arcivescovo tutto solo, mentre la città è in festa? Come potrà vincere la malinconia? Tutti hanno una consolazione: il bimbo ha il treno e pinocchio, la sorellina ha la bambola, la mamma ha i figli intorno a sé, il malato una nuova speranza, il vecchio scapolo il compagno di dissipazioni, i1 carcerato la voce di un altro dalla cella vicina. Come farà l'arcivescovo? Sorrideva lo zelante don Valentino, segretario di sua eccellenza, udendo la gente parlare così. L'arcivescovo ha Dio, la sera di Natale. Inginocchiato solo soletto nel mezzo della cattedrale gelida e deserta a prima vista potrebbe quasi far pena, e invece se si sapesse! Solo soletto non è, non ha neanche freddo, né si sente abbandonato.


Nella sera di Natale Dio dilaga nel tempio, per l'arcivescovo, le navate ne rigurgitano letteralmente, al punto che le porte stentano a chiudersi; e, pur mancando le stufe, fa così caldo che le vecchie bisce bianche si risvegliano nei sepolcri degli storici abati e salgono dagli sfiatatoi dei sotterranei sporgendo gentilmente la testa dalle balaustre dei confessionali.

Così, quella sera il Duomo; traboccante di Dio. E benché sapesse che non gli competeva, don Valentino si tratteneva perfino troppo volentieri a disporre l'inginocchiatoio del presule. Altro che alberi, tacchini e vino spumante. Questa, una serata di Natale. Senonché in mezzo a questi pensieri, udì battere a una porta. "Chi bussa alle porte del Duomo" si chiese don Valentino "la sera di Natale? Non hanno ancora pregato abbastanza? Che smania li ha presi?" Pur dicendosi così andò ad aprire e con una folata divento entrò un poverello in cenci.

"Che quantità di Dio! " esclamò sorridendo costui guardandosi intorno- "Che bellezza! Lo si sente perfino di fuori.

Monsignore, non me ne potrebbe lasciare un pochino? Pensi, è la sera di Natale. "

"E' di sua eccellenza l'arcivescovo" rispose il prete. "Serve a lui, fra un paio d'ore. Sua eccellenza fa già la vita di un santo, non pretenderai mica che adesso rinunci anche a Dio! E poi io non sono mai stato monsignore."

"Neanche un pochino, reverendo? Ce n'è tanto! Sua eccellenza non se ne accorgerebbe nemmeno!"

"Ti ho detto di no... Puoi andare... Il Duomo è chiuso al pubblico" e congedò il poverello con un biglietto da cinque lire.

Ma come il disgraziato uscì dalla chiesa, nello stesso istante Dio disparve. Sgomento, don Valentino si guardava intorno, scrutando le volte tenebrose: Dio non c'era neppure lassù. Lo spettacoloso apparato di colonne, statue, baldacchini, altari, catafalchi, candelabri, panneggi, di solito così misterioso e potente, era diventato all'improvviso inospitale e sinistro. E tra un paio d'ore l'arcivescovo sarebbe disceso.

Con orgasmo don Valentino socchiuse una delle porte esterne, guardò nella piazza. Niente. Anche fuori, benché fosse Natale, non c'era traccia di Dio. Dalle mille finestre accese giungevano echi di risate, bicchieri infranti, musiche e perfino bestemmie. Non campane, non canti.

Don Valentino uscì nella notte, se n'andò per le strade profane, tra fragore di scatenati banchetti. Lui però sapeva l'indirizzo giusto. Quando entrò nella casa, la famiglia amica stava sedendosi a tavola. Tutti si guardavano benevolmente l'un l'altro e intorno ad essi c'era un poco di Dio.

"Buon Natale, reverendo" disse il capofamiglia. "Vuol favorire?"

"Ho fretta, amici" rispose lui. "Per una mia sbadataggine Iddio ha abbandonato il Duomo e sua eccellenza tra poco va a pregare. Non mi potete dare il vostro? Tanto, voi siete in compagnia, non ne avete un assoluto bisogno."

"Caro il mio don Valentino" fece il capofamiglia. "Lei dimentica, direi, che oggi è Natale. Proprio oggi i miei figli dovrebbero far a meno di Dio? Mi meraviglio, don Valentino."

E nell'attimo stesso che l'uomo diceva così Iddio sgusciò fuori dalla stanza, i sorrisi giocondi si spensero e il cappone
arrosto sembrò sabbia tra i denti.

Via di nuovo allora, nella notte, lungo le strade deserte. Cammina cammina, don Valentino infine lo rivide. Era giunto alle porte della città e dinanzi a lui si stendeva nel buio, biancheggiando un poco per la neve, la grande campagna. Sopra i prati e i filari di gelsi, ondeggiava Dio, come aspettando. Don Valentino cadde in ginocchio.

"Ma che cosa fa, reverendo?" gli domandò un contadino. "Vuoi prendersi un malanno con questo freddo?"

"Guarda laggiù figliolo. Non vedi?"

Il contadino guardò senza stupore. "È nostro" disse. "Ogni Natale viene a benedire i nostri campi."

" Senti " disse il prete. "Non me ne potresti dare un poco? In città siamo rimasti senza, perfino le chiese sono vuote. Lasciamene un pochino che l'arcivescovo possa almeno fare un Natale decente."

"Ma neanche per idea, caro il mio reverendo! Chi sa che schifosi peccati avete fatto nella vostra città. Colpa vostra. Arrangiatevi."

"Si è peccato, sicuro. E chi non pecca? Ma puoi salvare molte anime figliolo, solo che tu mi dica di sì."

"Ne ho abbastanza di salvare la mia!" ridacchiò il contadino, e nell'attimo stesso che lo diceva, Iddio si sollevò dai suoi campi e scomparve nel buio.

Andò ancora più lontano, cercando. Dio pareva farsi sempre più raro e chi ne possedeva un poco non voleva cederlo (ma nell'atto stesso che lui rispondeva di no, Dio scompariva, allontanandosi progressivamente).

Ecco quindi don Valentino ai limiti di una vastissima landa, e in fondo, proprio all'orizzonte, risplendeva dolcemente Dio come una nube oblunga. Il pretino si gettò in ginocchio nella neve. "Aspettami, o Signore " supplicava "per colpa mia l'arcivescovo è rimasto solo, e stasera è Natale!"

Aveva i piedi gelati, si incamminò nella nebbia, affondava fino al ginocchio, ogni tanto stramazzava lungo disteso. Quanto avrebbe resistito?

Finché udì un coro disteso e patetico, voci d'angelo, un raggio di luce filtrava nella nebbia. Aprì una porticina di legno: era una grandissima chiesa e nel mezzo, tra pochi lumini, un prete stava pregando. E la chiesa era piena di paradiso.

"Fratello" gemette don Valentino, al limite delle forze, irto di ghiaccioli "abbi pietà di me. Il mio arcivescovo per colpa mia è rimasto solo e ha bisogno di Dio. Dammene un poco, ti prego."

Lentamente si voltò colui che stava pregando. E don Valentino, riconoscendolo, si fece, se era possibile, ancora più pallido.

"Buon Natale a te, don Valentino" esclamò l'arcivescovo facendosi incontro, tutto recinto di Dio. "Benedetto ragazzo, ma dove ti eri cacciato? Si può sapere che cosa sei andato a cercar fuori in questa notte da lupi?"



Immagini:


1. http://www.lunario.com/docs/mesepermese/Mesi/dicembre.html;


2. NASA (Mattina del Solstizio d'Inverno 2000 vicino ad Ames, Iowa. Il Sole brilla tra milioni di cristalli di ghiaccio).
































































19 commenti:

  1. Confermo il tuo lecito dubbio, amica cara.... Questo signore, a mio parere, cerca solo un pò di 'notorietà', non trovando altro da fare....
    Detto questo...chiudiamo questo spiacevole incidente!
    Guardare il cielo riapre l'animo all'immensità e ci distoglie dalle piccolezze umane...
    Baci affettuosi

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  2. Confermo il tuo lecito dubbio, amica cara.... Questo signore, a mio parere, cerca solo un pò di 'notorietà', non trovando altro da fare....
    Detto questo...chiudiamo questo spiacevole incidente!
    Guardare il cielo riapre l'animo all'immensità e ci distoglie dalle piccolezze umane...
    Baci affettuosi

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  3. Lessi tanto tempo fa un racconto simile, ma con una materializzazione del Divino meno evidente. Era questo il post che invitavi a leggere sul blog di Gatto Lavinza?
    Complimenti per le bellissime foto :)
    Esp.

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  4. Lessi tanto tempo fa un racconto simile, ma con una materializzazione del Divino meno evidente. Era questo il post che invitavi a leggere sul blog di Gatto Lavinza?
    Complimenti per le bellissime foto :)
    Esp.

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  5. Ti ho scritto in privato e ti ho lasciato un commento sotto..un bacio

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  6. Un piccolo richiamo a te nel mio post di stasera. Ottimo Buzzati. Un bacio. Alain

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  7. Carissima, ammiro il divino che è in te.
    Lo sai.
    TpnO.
    Bellissimo Buzzati, del resto uno che scrive "Un amore" non può non essere davvero una fonte rinnovabile di emozioni.
    Buonanotte a te, con affetto.

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  8. Carissima, ammiro il divino che è in te.
    Lo sai.
    TpnO.
    Bellissimo Buzzati, del resto uno che scrive "Un amore" non può non essere davvero una fonte rinnovabile di emozioni.
    Buonanotte a te, con affetto.

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  9. cara harmonia conta sul mio completo appoggio

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  10. Buzzati è uno scrittore che ho nel cuore e mi fa' piacere che tu abbia postato questo brano^^
    Circa il post qui sotto..nn è possibile..sono senza parole ma penso che tu debba stare tranquilla..nn hai fatto altro che esprimere la tua opinione..esiste la libertà di parola ..spero...ciao..abbracci^^

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  11. Buzzati è uno scrittore che ho nel cuore e mi fa' piacere che tu abbia postato questo brano^^
    Circa il post qui sotto..nn è possibile..sono senza parole ma penso che tu debba stare tranquilla..nn hai fatto altro che esprimere la tua opinione..esiste la libertà di parola ..spero...ciao..abbracci^^

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  12. ...ti confesso che non ho ancora letto il racconto, troppo stranita e indignata per il post precedente in cui ti ho lasciato un mio commento...
    Hasta siempre !

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  13. ...ti confesso che non ho ancora letto il racconto, troppo stranita e indignata per il post precedente in cui ti ho lasciato un mio commento...
    Hasta siempre !

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  14. ho fatto una piccola aggiunta sotto...
    Ti auguro una giornata luminosa!!!!

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  15. ho fatto una piccola aggiunta sotto...
    Ti auguro una giornata luminosa!!!!

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  16. Buongiorno, Harmonia, bacetto sulla guancia.
    Ho ripescato una "cosina " sulla caducità delle inimicizie e complicità umane...altro che la tua innocenza da bambina curiosa della vita che grida alle nudità del re...
    TpnO.

    RispondiElimina
  17. Buongiorno, Harmonia, bacetto sulla guancia.
    Ho ripescato una "cosina " sulla caducità delle inimicizie e complicità umane...altro che la tua innocenza da bambina curiosa della vita che grida alle nudità del re...
    TpnO.

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  18. Auguri ai bambini dell'Iraq, nati e cresciuti sotto le bombe. Auguri ai militari italiani sopravvissuti in Iraq, che portano marchiata a fuoco la notte che scoppiò la bomba, la lunga notte indecente della politica italiana muta e distante. Auguri agli emigranti portati dagli scafi e dalle zattere, agli stranieri che cercano un posto per vivere in pace. Auguri a chi è in cella e misura, ogni giorno, l'angustia opprimente degli spazi e l'immensità senza rete dei tempi di detenzione. Auguri a chi ha perso il lavoro e a chi non l'ha mai trovato, a chi non è più compatibile con le necessità produttive, a chi è graziosamente chiamato "esubero", a chi è cassaintegrato o in mobilità o nella immobilità coatta di un reparto-lager. Auguri a chi fa i turni di notte e ha sempre sonno, a chi lavora la domenica e non santifica le feste, a chi è flessibile nonostante la schiena rotta. Auguri a chi è solo e senza ombrello e fuori piove a dirotto e non sa dove andare. Auguri ai pensionati al minimo e alla loro minima esistenza quotidiana. Auguri agli ospiti del margine, agli abitanti degli angoli sporchi, ai camminatori sul ciglio dell'esclusione. Auguri a chi si fa le pere e si sente come un libro mai scritto o come una penna senza inchiostro. Auguri a quelli, gialli e neri e meticci, che stanno nel rovescio del mondo, nei sud prolifici e dannati, nei vapori della Patagonia o a cavallo di una bidonville. Auguri a chi aspetta il risultato della Tac, e si esercita con la memoria a fissare ogni brandello della sua storia. Auguri a chi si sente un pesce rosso prigioniero della piccola vasca. Auguri a chi prende partito, a chi sceglie di schierarsi, a chi rinuncia alle comodità della pigrizia e dell'indifferenza. Auguri al comunismo uscito a pezzi dal fuoco del "secolo breve", ferito nei suoi sogni, dilaniato dalle sue eterne contraddizioni, eppure ancora più necessario per non chiudere la partita tra le ragioni della vita e le ragioni del potere. Auguri a chi governa e non si dimentica delle troppe ferite inferte dal potere. Auguri a me e alle mie ire, auguri a voi e alle vostre passioni.

    N. Vendola

    baci baci baci

    la tua seconda (prima) bimba

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  19. Auguri ai bambini dell'Iraq, nati e cresciuti sotto le bombe. Auguri ai militari italiani sopravvissuti in Iraq, che portano marchiata a fuoco la notte che scoppiò la bomba, la lunga notte indecente della politica italiana muta e distante. Auguri agli emigranti portati dagli scafi e dalle zattere, agli stranieri che cercano un posto per vivere in pace. Auguri a chi è in cella e misura, ogni giorno, l'angustia opprimente degli spazi e l'immensità senza rete dei tempi di detenzione. Auguri a chi ha perso il lavoro e a chi non l'ha mai trovato, a chi non è più compatibile con le necessità produttive, a chi è graziosamente chiamato "esubero", a chi è cassaintegrato o in mobilità o nella immobilità coatta di un reparto-lager. Auguri a chi fa i turni di notte e ha sempre sonno, a chi lavora la domenica e non santifica le feste, a chi è flessibile nonostante la schiena rotta. Auguri a chi è solo e senza ombrello e fuori piove a dirotto e non sa dove andare. Auguri ai pensionati al minimo e alla loro minima esistenza quotidiana. Auguri agli ospiti del margine, agli abitanti degli angoli sporchi, ai camminatori sul ciglio dell'esclusione. Auguri a chi si fa le pere e si sente come un libro mai scritto o come una penna senza inchiostro. Auguri a quelli, gialli e neri e meticci, che stanno nel rovescio del mondo, nei sud prolifici e dannati, nei vapori della Patagonia o a cavallo di una bidonville. Auguri a chi aspetta il risultato della Tac, e si esercita con la memoria a fissare ogni brandello della sua storia. Auguri a chi si sente un pesce rosso prigioniero della piccola vasca. Auguri a chi prende partito, a chi sceglie di schierarsi, a chi rinuncia alle comodità della pigrizia e dell'indifferenza. Auguri al comunismo uscito a pezzi dal fuoco del "secolo breve", ferito nei suoi sogni, dilaniato dalle sue eterne contraddizioni, eppure ancora più necessario per non chiudere la partita tra le ragioni della vita e le ragioni del potere. Auguri a chi governa e non si dimentica delle troppe ferite inferte dal potere. Auguri a me e alle mie ire, auguri a voi e alle vostre passioni.

    N. Vendola

    baci baci baci

    la tua seconda (prima) bimba

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