lunedì 28 maggio 2007

LENIRE IL DOLORE


VI Giornata Nazionale del Sollievo


Domenica 27 maggio 2007



Luce che filtra


Dedico questo post a tutte le persone che soffrono inutilmente e che medici poco informati o ideologizzati non si curano di aiutare. Dedico questo post a tutte le persone che si chinano verso chi soffre per alleviare il dolore fisico e psicologico. Dedico questo post a mia zia, morta da poco, tristemente accompagnata dai dolori atroci provocati dall'osteoporosi, per quanto dignitosamente e coraggiosamente sopprtati.  Solo poco dopo la sua morte ho saputo dal mio medico di famiglia che quei dolori erano sedabili grazie a terapie del tutto accessibili e ben calibrate a base di oppiacei. Il rimorso per non aver cercato abbastanza, per essermi fidata di chi mi diceva che non si poteva fare di più, per non aver urlato il diritto a non soffrire, forse non mi lascerà mai. La speranza è che possa servire poiché l'informazione è ancora carente e l'atteggiamento nei confronti del dolore è ancora influenzato dalla cultura cattolica dell'espiazione e del sacrificio.



Statua lignea policroma del XVI secolo raffigurante un "oppiato"


"Circa il 20 per cento della popolazione italiana, secondo stime recenti, soffre di dolore acuto o cronico. In genere si tende ad associare la terapia del dolore solo ai pazienti terminali, tuttavia il 70 per cento di pazienti che necessitano il trattamento soffrono di patologie cosiddette benigne croniche ( dall'osteoporosi all'artrite, da post-operatorie a neuropatie diabetiche )." [ L'Unità, 26 maggio 2007, Giorno del sollievo: il tabù della terapia del dolore, >>>QUI<<< ]



La Giornata del Sollievo, istituita nel 2001 da Umberto Veronesi, allora Ministro della Salute, dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e dalla Fondazione nazionale Gigi Ghirotti, viene celebrata ogni ultima domenica di maggio a partire dal 2002.


"Lo scopo della manifestazione è informare e sensibilizzare gli operatori sanitari e i cittadini sull'importanza di promuovere la cultura del sollievo ed estendere la consapevolezza che il sollievo non è solo desiderabile ma anche possibile.In questa giornata, infatti, si afferma la centralità della persona malata e l'affrancamento dal dolore inutile e viene evidenziata l'importanza che rivestono nell'alleviare la sofferenza non solo le terapie più avanzate ma anche il sostegno psicologico e la capacità di rapportarsi umanamente a chi soffre considerando il malato nella sua interezza e ponendo attenzione a tutti i suoi bisogni, psichici, fisici, sociali e spirituali, in modo di creare la migliore qualità di vita per il malato e per la sua famiglia." [ Ministero della Salute >>>QUI<<< ]





Cito dall'articolo dell'Unità alcune affermazioni. Dice il dottor  Vito Ferri, psicologo del comitato scientifico della Fondazione Ghirotti, tra i promotori dell'iniziativa:



«Potevamo scegliere di chiamare la Giornata del sollievo in un altro modo "Contro il dolore", per esempio. Ma si è voluto dare un'impronta propositiva. Il dolore fa parte della persona umana, è impossibile cancellarlo. Il vero obiettivo è affrancare la persona dal dolore "inutile", che troviamo nella fase avanzata delle malattie tumorali, ma anche in seguito a malattie croniche».


«E' l'altro importante messaggio della giornata che risponde all'idea erronea che esista solo il dolore fisico. Non è così. Esistono diverse forme di dolore che accompagnano una malattia, c'è quello morale, psicologico, spirituale. Il dolore sociale, che nasce dalla mancata soddisfazione delle esigenze del cittadino. Del singolo che non vede riconosciuto un diritto. Si pensi al malato povero che necessita del servizio di trasporto in ospedale...»


«Le cose stanno migliorando. Prendiamo il superamento dell'oppiofobia, per esempio. Dell'idea distorta che la morfina sia una droga da assumere solo prima di morire, e non un semplice farmaco, come la molecola della cannabis, d'altro canto. Mentre magari è poco noto che esistono farmaci molto più potenti e pericolosi della morfina»


«Le cure palliative si pongono sia contro l'accanimento terapeutico che contro l'eutanasia. Lenire i sintomi e la sofferenza globale, accompagnare il malato con dignità fino alla morte, può essere considerata una "terza via", meno ideologica, nell'assistenza al malato.» 


Il dottor Edoardo Arcuri, direttore presso il Regina Elena di Roma dell'Istituto di rianimazione, terapia del dolore e cure palliative, dichiara:


«Uno dei pochi in Italia. Per dimostrare che questi tre aspetti possono integrarsi.»


«Negli ultimi tre anni c'è stato un boom d'informazioni. L'industria s'è mobilitata, e si è passati a nuovi criteri farmaceutici, meno invasivi, come il cerotto sottocutaneo... Ma tutto questo ancora non è facile da tradurre in realtà. C'è un paradosso tra quanto si parla del dolore e quanto si può realmente fare. Noi per esempio siamo considerati una struttura all'avanguardia, eppure fatichiamo a reperire le risorse per mantenere due borsisti, naturalmente, precari.» (per la serie 'mancano i fondi')


«Il dolore può diventare malattia nella malattia. durante il parto può provocare sofferenza fetale, per esempio, e portare alla perdita del bambino. In teoria il controllo del dolore dovrebbe essere il centro di eccellenza dell'ospedale. In pratica è affidato a comitati poco finanziati. Non c'è ancora autonomia culturale, gestione ed economica.»


Adriano Amadei, di Cittadinanzattiva e membro della commissione istituita dal ministro Livia Turco, afferma:


«La cosiddetta umanizzazione della sanità passa per il superamento del dolore inutile, per l'ascolto del malato. Non è che occorrono grandi cose dal punto di vista tecnologico. Né molte risorse. Bastano pochi gesti. Il primo è interpellare il malato. Se questo non accade, è un brutto segnale dal punto di vista professionale.»


«Alle radici del ritardo italiano ci sono delle cause storiche. Inutile nascondersi dietro un dito: la tradizione cattolica, che vedeva il dolore come espiazione, ha influito molto sulla percezione del problema. Questo non vuol dire che oggi dobbiamo fare battaglie ideologiche, di contrapposizione, però dobbiamo tenere conto del contesto specifico da cui siamo partiti.»


«Si è passati da modalità quasi discriminatorie nei confronti del medico generale che provava a prescrivere farmaci contro il dolore, all'istituzione della prescrizione speciale. Ma molti medici non la ritiravano nemmeno. Oggi che non c'è nemmeno questa e i medici non hanno più scuse. D'altra parte è vero che occorre aumentare la percentuale destinata ai farmaci anti dolore.»


«L'intera questione non è tecnica, ma universale. È in gioco l'affermazione e il riconoscimento della soggettività della persona. »


APPELLO DEL MINISTRO DELLA SALUTE, LIVIA TURCO


"Un appello per facilitare la terapia del dolore in Italia, ULTIMA in Europa per numero di centri specializzati. Per sbloccare il disegno di legge, "arenato" al Senato dalla scorsa estate, che dovrebbe semplificare le prescrizioni dei farmaci a base di oppiacei. Lo ha lanciato il ministro della Salute Livia Turco, presentando a Roma la VI "Giornata nazionale del sollievo", in programma domenica 27 maggio prossimo. «Dateci una mano - ha detto la Turco alla Fondazione Gigi Ghirotti, promotrice dell'iniziativa, - per velocizzare l'iter del disegno di legge sulla semplificazione delle prescrizioni dei farmaci per la terapia del dolore».

Tra i punti della legge, ferma in prima lettura a palazzo Madama, ci sono l'adozione del ricettario normale anche per gli oppiacei, la prescrivibilità dei medicinali per la terapia del dolore anche ai malati non oncologici, l'affidamento del registro di questi prodotti ai farmacisti, e la possibilità di prescrivere anche i farmaci a base di cannabis. [ ... ]


Sulla questione è intervenuto anche il professor Umberto Veronesi. «La battaglia contro il cancro è stata anche una sfida alla sofferenza. Occorre togliere il dolore, far sì che l'uomo non sia mai umiliato», ha dichiarato l'oncologo ed ex ministro della Sanità. «Non soffrire – ha aggiunto – è un diritto fondamentale di ogni uomo. E non far soffrire è uno dei doveri più alti della medicina.»" [ L'Unità, 22 maggio 2007, Terapia del dolore, Livia Turco: «Sbloccare la legge» >>>QUI<<< ]


La filosofia e il dolore.



Ippocrate di Kos


Segnalo di Salvatore Natoli un testo fondamentale: L'esperienza del dolore. Le forme del patire nella cultura occidentale, Milano, Feltrinelli 2002.  E una conversazione con Salvatore Natoli nel sito: Salvatore Natoli: Il senso del dolore. 


13 commenti:

  1. Ma come fai? Sei sempre informata! Grazie, Harmonia, non ne ero a conoscenza. :-)

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  2. ho segnalato su battello ebbro il tuo importante post, con link che rimanda qui..grazie di averlo scritto.

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  3. Hai messo in evidenza una questione importantissima, complimenti.

    salute harmonia
    S.

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  4. Confesso la mia ignoranza giacché non conoscevo la Giornata Nazionale del Sollievo. Eppure è già il sesto anno! Mah!

    In ogni modo, ho appreso una cosa nuova. Grazie.

    Felicità

    Rino, meravigliato

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  5. Purtroppo ne sono a conoscenza,nel blog non si può proprio dire tutto....
    Ti ringrazio della tua sensibilità.
    Angela

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  6. Onestamente non ne ero a conoscenza della giornata nazionale del sollievo...

    Mi hai ribaltato indietro a 22 anni fa, quando mia madre morì accompagnata per 2 anni dalle umiliazioni più sconcertanti possibili, dove persino l'ambulanza si rifiutava di accompagnarla in ospedale....
    Vabbè, non sto qui a raccontare ma con questo mio input puoi ben capire quanto sia daccordo...

    Grazie per l'informazione e grazie per il Tuo bellissimo commento nel mio blog. Un grande saluto, Mutty

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  7. Confesso la mia ignoranza su questa Giornata.
    Credo che la lotta per il pregiudizio in materia di dolore sia solo alle prime battute, ma si deve persistere.
    Ti porto la triste testimonianza di mia suocera: con un dolore al trigemino ( che non è meno die dolori della tua carissima zia)sta rifiutando un farmaco perchè dice che è una droga..
    Non commento altro e oltre.
    Un bacio

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  8. @Sahishin
    Sì, una questione ancora calda, tanto è circondata da pregiudizi e ignoranza.

    @ilvecchiodellamontagna
    Mi unisco ai tuoi auspici e ai tuoi ringraziamenti, caro vecchio. Ma abbiamo molta strada da fare. Strano, vero? In quest'epoca.

    @stefanomassa
    La condivisione tua e degli altri amici mi fa sentire meno sola, Stef.

    @babilonia61
    Ciao, Rino. Meravigliato per ciò che ancora accade?

    @angelikaramella
    Mi rendi felice se mi trovi carezzevole. E' un bellissimo complimento. Ricordo Dalila Di Lazzaro e la sua intervista. Mi colpì nel profondo, la sua dignità quanto il suo dolore. Una vicenda spaventosa, lei perfetta.

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  9. @4lt4ir
    Cara Mutty, ti abbraccio. Puoi raccontare, se vuoi. Può essere utile, lo sai. Ma capisco quanto sia difficile. 22 anni fa: sembra un'altra era, ma le cose cominciano appena ora a cambiare. Tutti noi abbiamo vicende terrificanti nei nostri ricordi.
    @marzia
    Non ne sapevo nulla neanch'io, cara Marzia. Mi dispiace per tua suocera, vittima innocente di credenze radicate. Dovrete fare di tutto per convincerla. Spero che ci riusciate.

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  10. Cara harmonia, che bello leggere quanto esponi in favore della poco cristiana non sofferenza per un fifone come me a cui fa effetto perfino una semplice puntura.
    Complimenti al prof. Veronesi e tanto di cappello per la sua alta deontologia professionale.
    Evitare il dolore ad un malato dovrebbe essere un punto fondamentale nelle cure prescritte da ogni medico. purtroppo non sempre e' cosi' e tanti professionisti si dimenticano che il loro lavoro raggiunge il massimo del risultato piu' nobile proprio quando e' finalizzato ad evitare inutili sofferenze all'ammalato.
    Mai come stasera ti ricordo, ancora una volta, il termine "Ubuntu" che e' sempre appropriato a qualsivoglia circostanza. Buona serata, H.

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  11. Ti sto scrivendo tramite Splinder.
    :)

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