IL LAMENTO DEI DIRITTI UMANI
2008 Report: Democracy Charade Undermines Rights
Human Rights Watch Highlights Abuses in Pakistan, Kenya, China, Somalia
(Washington, DC, January 31, 2008) – The established democracies are accepting flawed and unfair elections for political expediency, Human Rights Watch said today in releasing its World Report 2008. By allowing autocrats to pose as democrats, without demanding they uphold the civil and political rights that make democracy meaningful, the United States, the European Union and other influential democracies risk undermining human rights worldwide. [continua]
Human Rights Watch, l’osservatorio Onu sui diritti umani, nel suo Rapporto 2008 richiama le grandi democrazie (USA, UE e altre) sull'opportunismo politico che le spinge ad accettare "Despots Masquerading as Democrats", despoti mascherati da democratici, senza preoccuparsi di smascherarli e sanzionarli per i loro crimini e "senza esigere da loro il rispetto dei diritti civili e politici che danno un senso alla democrazia". Si tratta di finte democrazie, dove l'apparenza di cosiddette libere elezioni non garantisce nessuna forma di democrazia effettiva. "Rarely has democracy been so acclaimed yet so breached, so promoted yet so disrespected, so important yet so disappointing."
Un resoconto in italiano l'ho trovato nel sito di peace reporter: Un occhio chiuso sulla democrazia.
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Il caso del fisico Maiani [3]
Caso Maiani, la logica (perdente) dei veti papisti di Nicola Tranfaglia
C’è stata una discussione tra ieri e oggi di oltre quattro ore tra la maggioranza e l’opposizione.
Quello che mi ha colpito è stato il livello della discussione che Forza Italia, Alleanza Nazionale, l’Udc e la Lega Nord hanno portato avanti per rinviare la nomina di Maiani o dare parere negativo. Ma le ragioni portate dalle quattro forze di opposizione che erano al gran completo (c’era persino l’ex ministro delle Comunicazioni Gasparri che non è riuscito a pronunciare uno dei suoi interventi caratteristici perché è arrivato tardi) hanno messo in luce un livello culturale, a dir poco discutibile.
Sul piano della personalità scientifica e culturale del candidato, era impossibile mettere in crisi la candidatura di Maiani, conosciuto in tutto il mondo per le sue pubblicazioni di Fisica e le citazioni che le riviste scientifiche hanno dedicato al suo lavoro (oltre 2600 negli ultimi anni).
Il tentativo, messo in opera da una deputata di Forza Italia di trovare nel suo curriculum gli ultimi quattordici anni come privi di pubblicazione ha ottenuto un’immediata smentita grazie al fatto che è pervenuto immediatamente l’elenco di altri ventisei titoli che si sono aggiunti alla ricchissima produzione scientifica nell’ultimo periodo.
Non è mancato neppure un altro intervento, sempre di Forza Italia, che ha eccepito sul numero limitato di apparizioni televisive che avrebbe contrassegnato la carriera di Maiani.
Un criterio davvero singolare e, nello stesso tempo, pericoloso per scegliere il presidente del più importante ente di ricerca italiano. Ma, accanto alle obiezioni procedurali di cui si è fatto promotore in primo luogo il deputato dell’Udc (di solito sereno e documentato), ma particolarmente acceso contro Maiani, a metà di ogni discorso si è fatto strada la vera ragione che ha determinato la dura opposizione del centro-destra. Maiani, professore di Fisica nell’Università La Sapienza, ha firmato l’anno scorso, con altri 66 colleghi una lettera al Rettore critica nei confronti che Guarini aveva indirizzato a Benedetto XVI invitandolo a tenere durante l’inaugurazione dell’anno accademico la lectio magistralis.
Un atto svolto con altri accademici di differenti discipline che non si pronunciava affatto contro qualsiasi intervento del pontefice ma eccepiva rispetto alla lectio magistralis che aveva un preciso valore di indirizzo di un’università pubblica. I deputati dell’opposizione hanno finto di non sapere che il ministro degli Interni Amato aveva assicurato la Santa Sede che non c’era alcun pericolo o possibile attentato alla persona se Benedetto XVI avesse deciso di andarci.
Il fatto è che il pontefice, offeso per il cambiamento dell’invito da parte del Rettore con il passaggio dalla lectio magistralis al semplice intervento tra i tanti, ha approfittato dell’incidente, per varare una campagna decisa quanto falsa invocando dalla pubblica opinione una difesa sul piano della libertà di parola. Ma, in Commissione Cultura, l’esatta ricostruzione dei fatti è stata messa da parte e invece si è insistito sull’inesistente oltraggio al Papa di cui lo stesso Maiani sarebbe complice e coprotagonista.
Sul fatto che nella Repubblica italiana non si può richiedere, neppure oggi, essere cattolici e papisti per diventare presidenti del Cnr. Ma su questo semplice giudizio, non ci si è messi d’accordo neppure alla fine della discussione e la Casa delle libertà ha votato compatta il no contro il candidato presidente. Per fortuna non ha prevalso. [ L'Unità.01.02.08. QUI ]
Proposta di nomina del professor Luciano Maiani a Presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (n. 59)
(Parere al Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, ai sensi dell'articolo 6, comma 2, del decreto legislativo 5 giugno 1998, n. 204. Esame. Parere favorevole)
Riferisce alla Commissione il relatore RANIERI (PD-Ulivo), il quale nell'illustrare i meriti scientifici del professor Maiani sulla cui candidatura si è registrato un forte consenso tra gli esperti del settore, ripercorre le tappe che hanno condotto alla procedura innovativa di nomina. Fa presente infatti che, in virtù di uno spirito collaborativo tra le forze politiche sul valore e sull'importanza della ricerca, il Parlamento (ed in particolare il Senato) ha modificato l'orientamento iniziale dell'Esecutivo secondo cui il riordino degli enti di ricerca sarebbe dovuto avvenire con atti di natura secondaria. Pertanto, proprio su impulso della Commissione, il Governo ha accettato di imboccare una strada diversa, imperniata su un disegno di legge che ha introdotto una nuova disciplina per la riforma del settore.
Rammenta al riguardo che durante l'iter del disegno di legge sono stati accolti emendamenti dell'opposizione ed in particolare quello di Alleanza Nazionale volto a far sì che le nomine fossero basate sul sistema dei search committee. In virtù di queste indicazioni, il ministro Mussi ha scelto di seguire tale metodo, seppur in attesa della elaborazione dei nuovi statuti da parte degli enti di ricerca, per le nomine dei vertici dell'Agenzia spaziale italiana (ASI) e dell'Istituto nazionale di astrofisica (INAF). Puntualizza quindi che un'analoga procedura è stata seguita per la scelta del candidato alla presidenza del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), non essendosi registrate opposizioni di alcun genere.
Durante tale processo, prosegue il relatore, si è verificata la vicenda connessa alla mancata partecipazione del Pontefice all'inaugurazione dell'anno accademico dell'università La Sapienza di Roma, che ha influito sulla proposta di nomina dal momento che il professor Maiani risultava tra i firmatari dell'appello rivolto al rettore. Pertanto, in Commissione si è ritenuto opportuno rinviare l'esame dell'atto in titolo affinché potesse ripristinarsi un clima più sereno e il candidato potesse esplicitare la propria posizione. In proposito ritiene che le spiegazioni fornite dal professor Maiani siano state esaurienti, in quanto quest'ultimo, precisando di essere estraneo alle iniziative pubbliche connesse alla mobilitazione, ha puntualizzato che il documento era un atto indirizzato solo al rettore. Del resto, la recente intervista rilasciata dal professore al quotidiano "Avvenire" testimonia la rinascita di un dialogo nuovo su cui eventualmente basare il futuro dibattito tra scienza e fede. (!!!)
Ricorda indi che a causa della crisi di Governo la Commissione non ha ancora potuto iniziare l'esame dell'atto in titolo, ma respinge l'opinione di chi ritiene che la proposta di nomina sia inopportuna analogamente ad altri incarichi in scadenza nei confronti dei quali il Governo avrebbe intenzione di procedere. Precisa infatti che la scelta del professor Maiani è stata assunta da un Esecutivo nel pieno esercizio delle sue funzioni e fa presente che durante le crisi di Governo le Commissioni possono legittimamente esprimersi su provvedimenti urgenti, come ad esempio i decreti-legge, nonché su atti del Governo, che si configurano quali atti dovuti. Non sussistono perciò ragioni formali o di opportunità politica che possano ostacolare l'esame da parte della Commissione.
Tiene poi a puntualizzare che il metodo dei comitati di selezione limita fortemente la discrezionalità politica in materia di nomine e giudica preoccupante il perdurare di un clima di incertezza negli enti di ricerca ed in particolare - nel caso di mancata espressione del parere parlamentare - nel CNR. Occorre quindi a suo avviso riaffermare il messaggio condiviso per cui la ricerca si colloca al di sopra dei contrasti politici.
Dà conto altresì dell'apprezzamento che la stampa internazionale e il mondo della ricerca hanno rivolto alla scelta di proporre il professor Maiani, atteso che essa premia il merito e testimonia una svolta di metodo, in controtendenza rispetto all'ingerenza impropria della politica più volte manifestatasi nel settore.
Avviandosi alla conclusione, auspica che l'iter del provvedimento possa concludersi con un orientamento unanime affinché il merito delle innovazioni introdotte possa essere pienamente riconosciuto a tutte le forze politiche.
La PRESIDENTE fa presente che, ai sensi del Regolamento, sul provvedimento in titolo il dibattito sarà riportato in termini sintetici.
Il senatore MARCONI (UDC), nel rivendicare il positivo contributo del suo Gruppo nell'elaborazione delle procedure innovative in tema di ricerca descritte dal relatore, dà atto al professor Maiani di aver esplicitato le sue ragioni pur precisando che non si tratta di un superamento delle posizioni espresse in precedenza bensì di un serio ripensamento.
Nel ritenere comunque preoccupante che piccole minoranze possano impedire la modernizzazione e lo sviluppo del Paese, giudica insufficienti le informazioni rese in relazione sia alle modalità di scelta all'interno della terna sia al mandato del candidato, dato che si procede in seguito alle dimissioni del precedente presidente ma in costanza di funzioni svolte dall'attuale consiglio di amministrazione, la cui scadenza è prevista nel luglio prossimo.
Dichiara poi di ritenere preferibile ed opportuno che la nomina si perfezioni all'esito della crisi di Governo, anche lasciando in piedi la candidatura del professor Maiani, di modo che la scelta possa essere accompagnata da un valido programma sulla ricerca. Reputa quindi che la seduta odierna non avrebbe dovuto aver luogo e, pertanto, annuncia che il Gruppo UDC non parteciperà al voto.
Il senatore VENTUCCI (FI) , pur apprezzando l'esposizione del relatore, avrebbe preferito che essa fosse incentrata maggiormente sulla produzione scientifica del candidato, la cui ultima pubblicazione è risalente al 1994. Associandosi alle considerazioni del senatore Marconi, reputa che il Governo non sia legittimato a procedere alla nomina, tanto più che i tempi assegnati avrebbero consentito un'ulteriore attesa. Preannuncia pertanto l'intenzione del Gruppo di Forza Italia di non partecipare alla votazione, per ragioni estranee al profilo individuale del candidato ma piuttosto connesse al metodo e alle attuali condizioni politiche.
La PRESIDENTE tiene a precisare che la scadenza per l'espressione del parere è fissata al 4 febbraio.
La senatrice CAPELLI (RC-SE) dichiara che un voto unanime da parte della Commissione avrebbe dato un segnale di cambiamento anche in considerazione del proficuo lavoro svolto con grande intesa e collaborazione sugli enti di ricerca, ai quali è stata garantita maggiore autonomia. Pur riconoscendo l'esistenza di divisioni tra gli schieramenti, ritiene infatti che tutti siano debitori nei confronti della storia della ricerca italiana, rispetto alla quale la nomina del professor Maiani rappresenta un momento di alto valore. Afferma infine la piena legittimità della Commissione ad esaminare l'atto in titolo.
La senatrice PELLEGATTA (IU-Verdi-Com) esprime soddisfazione per la scelta del candidato, che ha dimostrato di saper coniugare autorevolezza scientifica e competenza gestionale già quando aveva la responsabilità dell'Organizzazione europea per la ricerca nucleare (CERN). Benché avesse preferito un voto favorevole trasversale, che avrebbe meglio coronato il lavoro unitario finora svolto sui temi della ricerca, dichiara comunque il convinto orientamento positivo del suo Gruppo.
Il senatore VALDITARA (AN) ripercorre a sua volta le vicende che hanno condotto alla proposta di nomina in esame, a partire dal decisivo ruolo svolto dall'opposizione per contrastare l'intenzione del Governo di delegificare la disciplina degli enti di ricerca. Al riguardo, rammenta altresì di essere stato il promotore dell'emendamento che ha introdotto il principio dei comitati di selezione per la nomina dei candidati, al fine di sottrarre la ricerca alle contrapposizioni politiche ed ideologiche, in un'ottica di dialogo tra i diversi schieramenti.
Nell'augurarsi che l'unanimità realizzata in quella occasione possa proseguire anche nella prossima legislatura, riconosce l'elevato profilo professionale della terna individuata dal comitato designato dal ministro Mussi per la nomina del presidente del CNR.
Rileva altresì che la pausa di riflessione richiesta due settimane fa dalla opposizione ha consentito di acquisire i necessari chiarimenti sulla posizione del candidato alla presidenza, professor Maiani, che ha preso le distanze da chi voleva impedire al Pontefice di partecipare all'inaugurazione all'anno accademico all'università La Sapienza di Roma, stigmatizzando la strumentalizzazione compiuta delle opinioni da lui espresse in condizioni assolutamente diverse.
Sul piano sostanziale, non si frappongono quindi ostacoli alla nomina del candidato. Tuttavia, non può essere sottaciuto che è nel frattempo intervenuta la crisi di Governo, che rischia di minare l'autorevolezza della nomina. Secondo la più autorevole dottrina, il Governo dimissionario non può infatti compiere atti di natura politica, quale certamente si connota la nomina del presidente del CNR, su cui è previsto il parere del Parlamento, organo politico per eccellenza, e il cui consiglio di amministrazione può essere destituito dal Governo se non raggiunge gli obiettivi generali fissati a livello politico. Non ritiene quindi opportuno procedere ad una nomina che rischia di essere impugnata con successo in sede amministrativa.
Dichiara conclusivamente che non parteciperà alla votazione, giudicando la procedura talmente illegittima da indebolire persino il candidato.
Il senatore ASCIUTTI (FI) ricorda che due settimane fa aveva richiesto la presenza del ministro Mussi in Commissione non perché fossero venuti meno i requisiti per la nomina del candidato, bensì perché il Presidente del Consiglio ed il Ministro dell'università avevano avanzato riserve sulla sua adesione all'appello contro la presenza del Papa all'università La Sapienza di Roma.
Sulla stampa, il candidato ha tuttavia motivato le ragioni del suo comportamento, sicchè l'episodio può considerarsi concluso, benché sul piano politico i massimi esponenti del Governo non abbiano preso posizioni differenti da quelle assunte a suo tempo.
Osserva tuttavia che l'intervenuta crisi di Governo e la prospettiva che un nuovo Esecutivo sia nominato nei prossimi giorni alla guida del Paese avrebbero consigliato di attendere prima di procedere alla nomina. Né ritiene dirimente il termine del 4 febbraio entro cui esprimere il parere parlamentare, attesa la possibilità di chiedere una proroga ai sensi del Regolamento.
Pur non avendo obiezioni sulla persona del candidato, esprime pertanto disagio nei confronti di un'accelerazione che giudica gratuita e disdicevole sul piano politico.
Dopo aver dichiarato di non partecipare al voto, nella consapevolezza che un'astensione sarebbe equivalsa a voto contrario, per rispetto nei confronti della ricerca, ribadisce la propria critica al metodo seguito dal Governo, pur riconoscendo la legittimità della convocazione parlamentare.
Il senatore DAVICO (LNP) esprime rammarico per le condizioni in cui viene nominato il presidente del CNR, tali da attribuirgli un'indebita connotazione politica. Nel sottolineare l'arroganza della nomina, lamenta che il comitato di selezione non abbia redatto verbali delle sue riunioni, sicchè le proprie motivazioni per le scelte compiute non sono trasparenti.
Nell'invitare la Commissione a soprassedere alla procedura in corso per i motivi già ricordati dagli esponenti di opposizione, sollecita altresì il professor Maiani a un ripensamento, per rispetto alla carica che dovrebbe occupare.
Dichiara conclusivamente di non partecipare alla votazione.
Si procede indi alla votazione, alla quale partecipano i senatori: BORDON (Misto-UD-Consum), in sostituzione della senatrice Levi-Montalcini, CAPELLI (RC-SE), CARLONI (PD-Ulivo), FRANCO Vittoria (PD-Ulivo), GAGLIARDI (RC-SE), GIAMBRONE (Misto-IdV), MELE (SDSE) , MONTINO (PD-Ulivo), in sostituzione del senatore Fontana, NEGRI (Aut), PELLEGATTA (IU-Verdi-Com), RANIERI (PD-Ulivo), RONCHI (PD-Ulivo) , in sostituzione del senatore Zavoli, SCALERA (Misto-UL) e SOLIANI (PD-Ulivo).
La proposta di esprimere parere favorevole sulla nomina del professor Luciano Maiani è approvata, risultando 14 voti favorevoli.
La seduta termina alle ore 17,15. [ www.senato.it ]
Spindoctoring è uno studio professionale di analisi e comunicazione politica, e visti i contenuti del tuo blog ti invitiamo a visitare il nostro sito all'indirizzo www.spindoctoring.it cordialmente lo staff di Spindoctoring
RispondiEliminaVado a leggere nel sito www.spindoctoring.it e poi ripasso a commentare. Buon blog, harmonia.
RispondiElimina@ spindoctoring
RispondiEliminaRingrazio Spindoctoring, che "è uno studio di comunicazione pubblica e politica specializzato nell’ideazione e nella gestione di servizi elettorali ed extra – elettorali."
@ ozne
Ti ringrazio dell'intervento appassionato e argomentato. Per quanto riguarda la nomina del prof. Maiani, credo che il nuovo corso del metodo delle nimne dovrebbe appunto evitare le distrosioni dello spoil system. E' evidente che in questo caso è in gioco la libertà di pensiero e di espressione dei cittadini italiani, ahime, e non del sovrano dello Stato del Vaticano e dei suoi maggiorenti, doppio ahimè.