domenica 10 febbraio 2008


LAICITA'  [4]



Ancora un articolo che per me ha lo scopo di presentare fatti e problemi su cui occorre fare il massimo di chiarezza per "metterci in cammino insieme verso il territorio del rispetto laico, dove credere non vuol dire prevalere, dove non essere credenti o cattolici non diminuisce i diritti di nessuno, mai."


Il giorno delle svastiche


di Furio Colombo


Nel giorno in cui ci avvertono che i nomi di docenti ebrei o ritenuti ebrei vengono indicati in un elenco su un misterioso sito antisemita, presumibilmente a cura del vasto rigurgito di destra che è rimasto tra le rovine del passato e i tentativi - sempre incompleti, a volte disastrati - di costruire una vera civiltà democratica, in un giorno così minaccioso abbiamo il dovere di allargare la brutta scena che stiamo osservando. Cercare tra i fascisti è un esercizio ovvio e però marginale, se si considera che solo pochi giorni fa abbiamo dovuto difendere gli scrittori israeliani che saranno onorati a maggio al Salone del Libro di Torino, dalla minaccia di boicottaggio (ovvero di un atto di disprezzo verso lo Stato di Israele, che di tutto ciò è simbolo, imperfetto ma pieno), e se si tiene conto che quelle minacce venivano da alcuni che sono o ritengono davvero di essere di sinistra, cioè dalla parte che ha combattuto e pagato con la vita per ridare la libertà e la dignità all’Europa senza il fascismo.

Non c’è bisogno di conferme: l’antisemitismo è vivo, sa come nascondersi, spostarsi e rinascere. E questo spiega perché alcuni di noi si sono battuti perché ci fosse un “Giorno della Memoria”; per ripensare a uno dei momenti più spaventosi di quel male, che è stato sul punto di riuscire nel progetto di sterminio di un popolo e di una cultura. Propongo che sia necessario notare un fatto che aiuta non tanto le grida di scandalo quanto la riflessione. Fatti del genere accadono in coincidenza con un espandersi, niente affatto mistico, ma esclusivamente terreno, della Chiesa cattolica come potere politico, capace di dare regole, di dettare leggi, di impartire ordini, di punire e premiare, per esempio con il voto. Qui importa notare l’intreccio fra l’allargarsi - nei fatti - di un potere temporale della Chiesa, che torna a parlare con una volontà di controllo su tutto, pensieri inclusi. E il ritorno di un atteggiamento di potenza, di intervento, di arbitrio, di coloro che colgono - nel loro modo distorto però già noto nella storia - il messaggio: si può dare la caccia, cominciando con il disprezzo, a chi non è nella Chiesa.

Dopotutto veniamo a sapere che chi non è nella Chiesa è portatore di una cultura di morte. Ripeto: si intende che il messaggio è distorto e non è la prosecuzione, ma la deformazione di un clima. Però quel clima di dominio del religioso (un unico “religioso”, il cattolico, il resto è “relativismo”) esiste davvero. E davvero sfiora i confini dell’area oscura che stiamo descrivendo quando avverte, in una nuova preghiera, che gli ebrei è bene che siano convertiti. È una preghiera terribile, perché stabilisce un’unica classe di esseri umani accettabili, i battezzati. Per gli altri c’è chi avrà pazienza come la Chiesa (che - nei secoli - non eseguiva la condanna a morte di un condannato ebreo prima di averlo convertito) e c’è chi, tra i battezzati, coglierà il senso del privilegio di essere dalla parte giusta, dunque la superiorità, dunque il diritto di purificare gli ambienti (università o saloni del libro) da presenze nemiche e pericolose.

* * *

Io credo che gli amici credenti, che forse sentiranno queste parole come una offesa (invece è, io credo, una descrizione dei fatti), coglieranno il punto politico che riguarda questa campagna elettorale e che è la difesa piena e totale dello Stato laico, per ricostruire una comunità che si fondi su quella naturale amicizia, volontà di comprensione e di collaborazione reciproca che è tipica di chi, con onestà e buona fede, crede davvero e di chi chiede solo che sia rispettata la sua rispettabile dichiarazione di non credente.

Ecco perché mi dispiace che i Radicali italiani, che hanno dato nei decenni della rinata e imperfetta democrazia italiana un contributo molto grande alla costruzione del rispetto (opponendosi, per esempio, alle continue messe in scena dei finti credenti, che ricostruiscono in politica le più colorite processioni del Sud italiano) non siano parte del dibattito nella politica italiana che ha come programma di ridare un futuro all’Italia. Non mi sognerei mai di immaginare che la presenza di tanti credenti dichiarati e, come dire, professionali, nel Partito democratico siano una sorta di freno a mano tirato. Ci sono e ne hanno diritto. Ed è naturale che almeno i più “professionali” fra i credenti di cui stiamo parlando (quelli, cioè che non escono mai senza divisa) siano irritati da Bonino e Pannella, quando propongono di tracciare chiare linee di reciproco rispetto fra ambiti e responsabilità diverse. Ma non credo che quella irritazione ci debba riguardare tutti al punto da rifiutare un rapporto attivo di lavoro politico con i Radicali nel timore di offendere qualcuno.

Sono sicuro che possiamo porre fine al carnevale dei finti credenti (che, un giorno si ammetterà, sta facendo non poco danno alla religiosità, al sentimento di fede) e al carnevale degli atei devoti (rispetto al quale una giornata di Gay Pride non è che un pacato corteo). Soltanto unendo le forze di persone che si rispettano e rispettano il diritto di credere e non credere, e di ottenere certi servizi indipendentemente dalle prescrizioni religiose, si possono ottenere certi servizi indipendentemente dalle prescrizioni religiose da parte delle istituzioni a favore dei cittadini. Sono sicuro anche che soltanto insieme credenti e non credenti potranno fare muro - come nella Resistenza - per impedire l’espandersi di gruppi che credono di trovare conforto nel nuovo piglio autoritario della Chiesa e provano di nuovo a tracciare i confini fra terra benedetta e terra sconsacrata. Nella terra sconsacrata sono ammesse, più o meno in nome di Dio, le scorrerie punitive, le umiliazioni, le prove di caccia, i tentativi di negazione.

* * *

Sto parlando al Partito democratico, che ha deciso di giocare con coraggio le due carte più rischiose e più importanti nella vita e nel futuro di questa Repubblica: la carta del «correre da soli», un ricominciare da capo con tutte le persone di buona volontà, affinché si diradi almeno un poco l’aria velenosa che tanti in Italia sono costretti a respirare. E infatti questa decisione ha creato un bel tumulto nella ex Casa delle Libertà. E la reale possibilità di governare bene un Paese nel quale ci si è abituati a promettere tutto e a non rendere conto di nulla. È ciò che è stato in questi mesi il tentativo di Romano Prodi. Intorno a quel tentativo si è stretta, durante due anni, senza alcuna pausa o interruzione e senza alcun riguardo per gli interessi del Paese, la garrota di un pesante ostruzionismo che ha preso il posto della normale opposizione democratica. Sappiamo anche che in quei mesi la continuità di buon lavoro dei Radicali dentro quel governo ha evitato teatro, dispute ed esibizioni, e portato risultati.

Il più importante è una ragione di orgoglio per tutto il Paese: la “moratoria contro la pena di morte”, accettata come appello a tutto il mondo dalle Nazioni Unite. Come si ricorderà, la “moratoria” radicale è stata copiata, in modo un po’ penoso, usando la stessa parola in senso rovesciato, non come liberazione ma come divieto assoluto di decidere per le donne.

È interessante che questa copiatura a destra di un’idea originale che appartiene al mondo che non concepisce divieti religiosi, corrisponda alla copiatura della sfida di «correre da soli» lanciata da Veltroni per il Partito democratico e subito adottata (ma di nuovo male e rovesciandone il senso: correre da soli non per chiarezza ma per sottomettere almeno uno dei riottosi alleati) da quella nuova cosa detta orwellianamente “Popolo della libertà”. La coincidenza dovrebbe richiamare una naturale affinità di questa nuova avventura con chi ci aiuterebbe a tenere ben vivo il senso laico della politica e dello Stato, senza porre alcun problema di rispetto, attenzione e lavoro insieme con le persone che sono credenti in politica, e non politici del credere.

Tutto ciò è giusto e utile ripeterlo nel “giorno delle svastiche” e degli elenchi di docenti ebrei. Diciamo che c’è qualcuno che più o meno deliberatamente capisce male il messaggio di egemonia della Chiesa. Ma quella pretesa di egemonia c’è, dunque il pericolo. Dirlo significa rispettare la Chiesa quanto lo Stato. Chi ha fiducia in quello che sarà e riuscirà a fare, anche in queste elezioni, il Partito democratico di Veltroni vorrebbe porre qui, adesso, le basi quella ariosa civiltà laica in cui vivono i nostri concittadini dell’Unione Europea e quelli americani a cui abbiamo chiesto di prestarci le parole «si può».

Sì, è vero, «si può». Cominciando con il metterci in cammino insieme verso il territorio del rispetto laico, dove credere non vuol dire prevalere, dove non essere credenti o cattolici non diminuisce i diritti di nessuno, mai.

furiocolombo@unita.it
Pubblicato il: 10.02.08-Modificato il: 10.02.08 alle ore 8.02


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Documenti nel blog Papa Ratzinger blog :


1. Il Papa modifica la Preghiera per gli Ebrei, della Liturgia del Venerdì Santo, contenuta nel Missale Romanum del 1962 (Radio Vaticana) - 2. SPECIALE: IL MOTU PROPRIO "SUMMORUM PONTIFICUM" -

15 commenti:

  1. mi sembra un articolo molto lucido, soprattutto nell'analisi delle scelte strategiche della chiesa, di ridurre tutto ad uno

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  2. Ci sono due o tre punti fondamentali: la rincorsa delle gerarchie vaticane al "potere temporale" con attacchi violenti alla moralità altrui; l'uso sistematico del fattore religioso da parte di politicanti e mestatori vari; la presenza dei Radicali nel PD. E' evidente che sono tempi di convulsioni e contorsioni, in cui fare chiarezza è una necessità più che mai cogente.

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  3. Solo una analfabeta politica (e carente assai di educazione) poteva bollare con un "Colombo, sei veèecchio!" un uomo la cui lucidità è sempre più vivida negli scritti e nelle parole. Ancora una volta ha saputo incarnare un sentire comune a molti di noi che in questo periodo si sentono confusi e coonvulsi, ma aperti alla speranza.
    Buon lunedi, carissima amica: tpnO.

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  4. Solo una analfabeta politica (e carente assai di educazione) poteva bollare con un "Colombo, sei veèecchio!" un uomo la cui lucidità è sempre più vivida negli scritti e nelle parole. Ancora una volta ha saputo incarnare un sentire comune a molti di noi che in questo periodo si sentono confusi e coonvulsi, ma aperti alla speranza.
    Buon lunedi, carissima amica: tpnO.

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  5. Solo una analfabeta politica (e carente assai di educazione) poteva bollare con un "Colombo, sei veèecchio!" un uomo la cui lucidità è sempre più vivida negli scritti e nelle parole. Ancora una volta ha saputo incarnare un sentire comune a molti di noi che in questo periodo si sentono confusi e coonvulsi, ma aperti alla speranza.
    Buon lunedi, carissima amica: tpnO.

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  6. io non sono nulla, nè di destra nè di sinistra, non sono ebrea e neanche credente, o forse è meglio dire che ho un mio credo particolare, che nulla ha a che vedere con la chiesa, ma odio le generalizzazioni. Non sopporto che si dica che quelli di destra sono tutti antisemiti, ne conosco che antisemiti non sono, così come conosco cristiani che hanno la mentalità aperta verso tutti e compiono opere di grande carità. Conosco pure preti corrotti ed ebrei che sono esseri da biasimare. Si trovano brave persone ovunque senza distinzione di sesso, religione, o credo politico, Così come si trovano gli intolleranti. ma guardare agli altri con tolleranza non sarà mai una cosa semplice da realizzare e la storia ce lo insegna sin dagli albori dell'uomo.

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  7. PS collegare il sito antisemita e il boicottaggio alla fiera del libro alla Chiesa cattolica, poi, è

    DELIRANTE.

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  8. PS collegare il sito antisemita e il boicottaggio alla fiera del libro alla Chiesa cattolica, poi, è

    DELIRANTE.

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  9. PS collegare il sito antisemita e il boicottaggio alla fiera del libro alla Chiesa cattolica, poi, è

    DELIRANTE.

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  10. pps

    HARMONIA, spero davvero tu voglia fare chiarezza, su questo articolo di Colombo, che secondo me non c'entra un beneamato con la laicità ma solo con la

    PROPAGANDA FILOISRAELIANA

    E CONTRO LA CHIESA CATTOLICA,

    che una volta tanto non c'entra nulla!

    Lorenz

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  11. pps

    HARMONIA, spero davvero tu voglia fare chiarezza, su questo articolo di Colombo, che secondo me non c'entra un beneamato con la laicità ma solo con la

    PROPAGANDA FILOISRAELIANA

    E CONTRO LA CHIESA CATTOLICA,

    che una volta tanto non c'entra nulla!

    Lorenz

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  12. pps

    HARMONIA, spero davvero tu voglia fare chiarezza, su questo articolo di Colombo, che secondo me non c'entra un beneamato con la laicità ma solo con la

    PROPAGANDA FILOISRAELIANA

    E CONTRO LA CHIESA CATTOLICA,

    che una volta tanto non c'entra nulla!

    Lorenz

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  13. @ Masso57
    Come potrai leggere qualche commento dopo, non tutti sono d'accordo con te. Io, invece, sì.

    @ Senzapiutempo
    Tutte le generalizzazioni hanno uno o più errori di fondo, quindi è doveroso evitarle. Possiamo dire che l'intolleranza è un male tanto antico quanto pernicioso per la convivenza pacifica, e l'intolleranza bisogna evitarla a prescindere.

    @ ilvecchiodellamontagna
    Concordo su ogni punto del tuo commento, soprattutto sul richiamo all'ascolto (attivo e fecondo) e all'interesse della collettività.

    RispondiElimina
  14. @ Masso57
    Come potrai leggere qualche commento dopo, non tutti sono d'accordo con te. Io, invece, sì.

    @ Senzapiutempo
    Tutte le generalizzazioni hanno uno o più errori di fondo, quindi è doveroso evitarle. Possiamo dire che l'intolleranza è un male tanto antico quanto pernicioso per la convivenza pacifica, e l'intolleranza bisogna evitarla a prescindere.

    @ ilvecchiodellamontagna
    Concordo su ogni punto del tuo commento, soprattutto sul richiamo all'ascolto (attivo e fecondo) e all'interesse della collettività.

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  15. @ Masso57
    Come potrai leggere qualche commento dopo, non tutti sono d'accordo con te. Io, invece, sì.

    @ Senzapiutempo
    Tutte le generalizzazioni hanno uno o più errori di fondo, quindi è doveroso evitarle. Possiamo dire che l'intolleranza è un male tanto antico quanto pernicioso per la convivenza pacifica, e l'intolleranza bisogna evitarla a prescindere.

    @ ilvecchiodellamontagna
    Concordo su ogni punto del tuo commento, soprattutto sul richiamo all'ascolto (attivo e fecondo) e all'interesse della collettività.

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