Legge elettorale Italicum
Legge elettorale
- La nuova legge elettorale ha recepito molte delle osservazioni 
pervenute da varie parti e fatte proprie dalla Corte Costituzionale; e 
dunque è ora necessaria ed utile.
 
- Non è così; la legge elettorale è stata oggetto di vari ripensamenti
 e poi costruita sul modello di un partito che vince le elezioni 
superando il 40% e ottenendo un premio di maggioranza (340 parlamentari 
in più). Così governerebbe da solo, tanto più che non sarebbe più 
disturbato dal Senato, privato di reali poteri.
 
- Il cittadino può liberamente esprimersi e non più dipendere dalle scelte dei partiti.
 
- Non è vero: restano 100 capilista che vengono praticamente nominati 
dai partiti; in più, per essi c'è la possibilità di presentarsi in più 
circoscrizioni ed esercitare solo in seguito l'opzione, col risultato 
che sarà eletto, ancora una volta, chi è stato designato dal partito di 
provenienza. Inoltre, c'è anche il premio di maggioranza, che 
praticamente distorce la volontà popolare, mutando in modo consistente 
la composizione della Camera. Le preferenze ci sono (due) ma 
rappresentano la parte minore e secondaria, restando esclusi comunque, i
 capilista.
 
- Essendo stato previsto il ballottaggio ed essendo escluse le coalizioni, vincerà comunque il migliore
 
- Non è così: al ballottaggio, non essendo previsto un quorum, vince 
chi ha più voti e prende il premio di maggioranza anche se i voti sono 
stati assai pochi (è stato ipotizzato che potrebbe “conquistare” la 
Camera, con tutte le conseguenze già dette, il partito che ha ottenuto 
solo il 25 % dei voti; davvero questo rappresenterebbe la volontà 
popolare?)
 
- La nuova legge rispetta le indicazioni della Corte costituzionale?
 
- No: quanto meno per ciò che attiene al premio di maggioranza ed ai 
capilista. Tant'è che un Tribunale ha già sollevato la questione di 
costituzionalità della nuova legge e la Corte deciderà il 3 ottobre 
prossimo.
 
- Una legge elettorale, però, è necessaria visto che il Porcellum è 
stato cancellato dalla Corte Costituzionale e quindi si sta procedendo 
in base a ciò che è sopravvissuto.
 
- Certo, una legge ci vuole, ma democratica e corrispondente alla 
volontà della Corte; il referendum viene proposto non su tutta la legge,
 ma sui due punti sopra indicati. Peraltro, si tratta di una legge 
elettorale solo per la Camera. E il Senato, come verrà eletto?
 
- La legge elettorale non è nella Costituzione e quindi non si tratta 
di una riforma costituzionale; perché dunque viene praticamente abbinata
 nella campagna referendaria alla Riforma del Senato?
 
- La ragione è semplice: è un problema di democrazia e di 
rappresentanza; se due leggi, contemporaneamente, tolgono spazi di 
rappresentanza ai cittadini, incidono sulla pienezza dell'esercizio 
della sovranità popolare, alterano il sistema di poteri e contropoteri 
deliberato dalla Costituzione, finiscono inesorabilmente per 
influenzarsi a vicenda e soprattutto per porre, unitariamente, un 
problema di democrazia, che entra sempre in gioco quando si incide sulla
 rappresentanza e sulla libera manifestazione della volontà dei 
cittadini, cui spetta, per indicazione della Costituzione, la sovranità 
popolare.
 
- Questa legge, anche se ha qualche difetto, favorisce la 
governabilità. Ha il grande vantaggio di far conoscere i risultati la 
stessa sera delle elezioni consentendo, così, subito, la formazione del 
governo.
 
- La governabilità non è e non può essere un mito; e soprattutto non 
può essere garantita da strattagemmi normativi, dipendendo dalla volontà
 degli elettori e dalla capacità dei partiti di lavorare per il bene 
comune. D'altronde, la Germania - per fare un esempio – non ha questa 
legge e in occasione delle ultime elezioni si è creata una situazione di
 stallo, risolta, peraltro, dalla responsabilità dei due maggiori 
partiti, che hanno dato luogo ad una coalizione di governo; così 
rispettando, sostanzialmente, la volontà dei cittadini e non forzandola.
 
 
 
 
          
      
 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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