E' questo che ci aspetta? 
    
BOSCHI ANTIFASCISTA PER UN COMIZIO
di Mauro VOLPI
Il Manifesto, 8 Maggio 2016
La ministra per le riforme Maria Elena Boschi è venuta a Perugia 
venerdì scorso per lanciare la campagna per il sì al referendum 
costituzionale. Vi sono state varie contestazioni, tenute a debita 
distanza, da parte della Lega Nord e di Casa Pound. Una ventina di 
aderenti a Comitato per il no ha distribuito un volantino di critica 
alle riforme in modo civile e senza minimamente mescolarsi con le 
contestazioni leghiste e fasciste. Ebbene, la ministra durante il suo 
intervento ha affermato: «Fa un po’ strano che nel fronte contrario alle
 riforme costituzionali ci siano anche pezzi della sinistra che 
incarnano certi valori a difesa della Carta e votano insieme a Casa 
Pound al referendum». L’affermazione potrebbe commentarsi da sola per la
 sua vergognosa grossolanità e dà un’idea del tono con il quale i 
vertici del governo e del Pd intendono condurre la campagna 
referendaria.
Tutti sanno che in un referendum è inevitabile che il voto a favore o
 contrario sia trasversale. La ministra dovrebbe saperlo bene, visto che
 a sostegno del sì si trova in compagnia di Alfano, Formigoni e del 
plurinquisito e già condannato in primo grado Verdini, con il cui gruppo
 parlamentare i vertici del suo partito hanno stabilito un patto di 
consultazione. E finge di dimenticare che le cosiddette riforme sono 
nate dal patto del Nazareno e dai successivi incontri con Berlusconi e 
Verdini e che nel voto finale al senato la legge costituzionale ha 
potuto raggiungere la maggioranza assoluta grazie all’apporto decisivo 
dei verdiniani, degli ex leghisti e di due senatori di Forza Italia. 
Evidentemente tutto va bene pur di delegittimare gli oppositori, che, 
come ha dichiarato recentemente Renzi, «saranno spazzati via» dal 
referendum, linguaggio che si addice più ai neofascisti di Casa Pound 
che al leader di un partito che si definisce democratico. Alla ministra 
smemorata ricordiamo che fra le numerose associazioni che partecipano 
alla campagna per il no alla controriforma costituzionale c’è anche 
l’Associazione nazionale partigiani d’Italia, il cui comitato nazionale 
il 22 gennaio ha qualificato «la Riforma del senato e la legge 
elettorale, così come approvate dal parlamento, un vulnus al sistema 
democratico di rappresentanza e ai diritti dei cittadini, in sostanza 
una riduzione degli spazi di democrazia». La posizione del comitato è 
stata recepita nelle tesi approvate dal recente congresso nazionale 
dell’Anpi.
Anche per questo le parole della Boschi risultano per quello che sono: indegne non dico di una persona di sinistra – la ministra non lo è mai stata e non ne fa mistero – ma neppure di un liberal-democratico che abbia un minimo di coerenza e di dignità. Altrettanto grave è che, a quanto riferiscono le cronache, le sue vergognose parole siano state applaudite. Chi si oppone alle controriforme non intende cadere nel tentativo di trasformare il referendum in un plebiscito pro o contro Renzi e il suo governo. Ma a nessuno può essere consentito di offendere, come ha fatto la ministra, milioni di cittadini che in nome della difesa della Costituzione nata dall’antifascismo e dalla Resistenza respingono le pulsioni plebiscitarie per l’uomo solo al comando, che sono quelle da sempre coltivate dai gruppuscoli fascisti. E gli antifascisti che vogliono impedire lo stravolgimento della Costituzione se ne ricorderanno al momento del voto.
Anche per questo le parole della Boschi risultano per quello che sono: indegne non dico di una persona di sinistra – la ministra non lo è mai stata e non ne fa mistero – ma neppure di un liberal-democratico che abbia un minimo di coerenza e di dignità. Altrettanto grave è che, a quanto riferiscono le cronache, le sue vergognose parole siano state applaudite. Chi si oppone alle controriforme non intende cadere nel tentativo di trasformare il referendum in un plebiscito pro o contro Renzi e il suo governo. Ma a nessuno può essere consentito di offendere, come ha fatto la ministra, milioni di cittadini che in nome della difesa della Costituzione nata dall’antifascismo e dalla Resistenza respingono le pulsioni plebiscitarie per l’uomo solo al comando, che sono quelle da sempre coltivate dai gruppuscoli fascisti. E gli antifascisti che vogliono impedire lo stravolgimento della Costituzione se ne ricorderanno al momento del voto.
L’autore, costituzionalista, è il referente per l’Umbria del Comitato per il no
   
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