martedì 10 marzo 2009

TIBET










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TASHI DELEK


Lhasa 1959 


Lhasa, 10 marzo 1959


 


Dharamsala, March 10, 2009, 9:14 am


Statement of His Holiness the Dalai Lama on the Fiftieth Anniversary of the Tibetan National Uprising Day


Mezzo secolo di sofferenze


DALAI LAMA


Oggi è il cinquantesimo anniversario della pacifica rivolta del popolo tibetano contro la repressione della Cina comunista in Tibet. Dallo scorso marzo si sono diffuse pacifiche proteste in tutto il Tibet. La maggior parte dei partecipanti erano giovani nati e cresciuti dopo il 1959, i quali non hanno mai vissuto né visto un Tibet libero. Questi cinquanta anni hanno portato indescrivibili sofferenze e distruzioni alla Terra del popolo tibetano.

Anche oggi i tibetani in Tibet vivono con una paura costante e le autorità cinesi sospettano costantemente di loro. Oggi la religione, la cultura, la lingua e l'identità, che le successive generazioni di tibetani hanno considerato più preziose che le loro vite, sono a rischio d'estinzione; in breve, il popolo tibetano, è stato considerato come un criminale meritando soltanto di essere messo a morte.

Noi abbiamo bisogno di guardare al futuro e lavorare per i nostri benefici. Rivolgiamo il nostro sguardo verso una legittima e concreta autonomia che abiliterebbe i tibetani a vivere entro la struttura della Repubblica Popolare Cinese. Soddisfacendo le aspirazioni del popolo tibetano consentirebbe alla Cina di ottenere stabilità e unità. Per quanto ci riguarda, noi non stiamo avanzando nessuna richiesta basata sulla storia. Guardando indietro alla storia, non c'è nessun paese oggi, Cina inclusa, il cui status territoriale è rimasto immutato, né che possa essere soggetto a modifica.

Sono deluso per il fatto che le autorità cinesi non abbiano risposto in maniera appropriata ai nostri sinceri sforzi per migliorare l'autonomia regionale per tutti i tibetani, come stabilito nella Costituzione della Repubblica Popolare Cinese. A margine dell'attuale processo del dialogo sino-tibetano che non ha portato a nessun risultato concreto, c'è stata una violenta repressione sulle proteste dei tibetani che hanno scosso l'intero Tibet da marzo dello scorso anno.



Sin dall'antichità il popolo cinese e quello tibetano sono stati vicini. Anche nel futuro noi dobbiamo vivere insieme. Quindi è molto importante per noi coesistere in amicizia gli uni con gli altri. Dall'occupazione del Tibet, i Comunisti Cinesi hanno fatto una propaganda distorta sul Tibet e sulla sua gente. Di conseguenza, ci sono nella popolazione cinese poche persone che hanno una vera comprensione sui fatti del Tibet. È infatti molto difficile per loro conoscere la verità. Ci sono anche leader cinesi di estrema sinistra che dallo scorso marzo hanno fatto una diffusa propaganda con il solo scopo di creare astio tra il popolo cinese e quello tibetano. Tristemente, come risultato, si è fatta spazio nelle menti di alcuni nostri fratelli e sorelle cinesi una impressione negativa dei tibetani.

Quindi vorrei esprimere un forte desiderio affinché i nostri fratelli e sorelle cinesi non siano influenzati da questa propaganda, ma invece comprendano gli accadimenti del Tibet in modo imparziale, così che non ci siano divisioni tra di noi. I tibetani dovrebbero anche continuare a lavorare per l'amicizia con il popolo cinese.

Guardando indietro ai 50 anni dell'esilio, noi abbiamo sperimentato molti alti e bassi. Comunque sia, il fatto che la questione tibetana sia ancora aperta e che la comunità internazionale si stia interessando molto è senza dubbio un traguardo. Vista da questa prospettiva, io non ho alcun dubbio che prevarrà la giustizia per la giusta causa del Tibet, se noi continuiamo sul cammino della verità e della non violenza.

Dico sempre che dobbiamo sperare per il meglio e prepararci per il peggio. Da qualsiasi punto lo guardiamo sia dalla prospettiva globale che dal contesto degli eventi in Cina, ci sono ragioni per noi che ci fanno sperare in una veloce risoluzione della questione tibetana. Ma dobbiamo anche essere preparati nel caso in cui la lotta per il Tibet si protragga per un tempo più lungo. (La Repubblica, 10 marzo 2009)


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1. Bandiera Tibetatana. Simbologia: 1. La gloriosa e bellissima montagna bianca, situata al centro, simboleggia la grande nazione tibetana, famosa per le montagne innevate che la circondano. 2. I sei raggi di luce rossa diretti verso il cielo simboleggiano le sei tribù del Tibet: Se, Mu, Dong, Tong, Dru e Ra. 3. L’alternanza del colore rosso e del colore azzurro del cielo simboleggia la continua ricerca della retta condotta morale necessaria per mantenere e proteggere la legge spirituale e la legge temporale sancita dalle due divinità tutelari, una rossa e una nera, che hanno protetto il Tibet nel corso dei tempi. 4. I raggi emanati dal sole nascente sopra il picco della montagna innevata, simboleggiano l’eguale godimento, da parte di tutti i cittadini tibetani, della luce della libertà, della felicità spirituale e materiale e della prosperità. 5. La posizione della coppia di intrepidi leoni di montagna, il cui coraggio è suggerito dalle cinque sporgenze sulla sommità della loro testa, simboleggia il totale successo contro tutte le avversità delle azioni intraprese dal governo spirituale e secolare della nazione. 6. I tre gioielli colorati sopra ai leoni, bellissimi e radiosi di luce, simboleggiano la continua venerazione da parte del popolo Tibetano delle Tre Preziose Gemme, oggetti del rifugio. 7. Il mulinello della gioia, sorretto dai leoni, simboleggia l’osservanza della dirittura morale secondo le somme tradizioni rappresentate dai dieci precetti divini di virtù e dalle sedici regole etiche della vita laica. 8. Il bordo giallo simboleggia il fiorire e lo sviluppo degli insegnamenti del Buddha, paragonabili all’oro purissimo, attraverso spazio e tempo senza limiti.


2. Agence France-Presse — Getty Images.  A file photograph from March 10, 1959, of Tibetans gathered in front of the Potala Palace in Lhasa, the capital of Tibet, during an uprising against Chinese rule which ultimately failed. (New York Times: QUI)


3. Ashwini Bhatia/Associated Press. The Dalai Lama gave a blistering speech on Tuesday morning in Dharamsala, India. (New York Times: QUI)


15 commenti:

  1. Mentre cucinavo, ieri sera, ascoltavo Sveva Sagramola... c'era una ospite tibetana : " qui posso sventolare la mia bandiera, in Tibet si viene torturati per questo...."
    50 anni dalla rivolta e cosa è cambiato?
    Forse in peggio!....

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  2. Cara Dora, ti ringrazio di aver delucidato il significato dei simboli contenuti nella splendida bandiera tibetana.

    Devo ammettere a malincuore di nutrire gli stessi dubbi di perlsmarrita.

    Un abbraccio
    annarita

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  3. Adoro la simbologia, capace meglio e più delle parole di veicolare contenuti alti.
    Ti abbraccio

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  4. L'esempio e la parola del Dalai Lama sono un vero balsamo per il nostro spirito. La speranza del mondo è affidata alla crescita del non violenza verso ogni creatura, e la luce che viene dal Tibet, dai suoi uomini e donne, dalla sua spiritualità è un patrimonio per tutta l'umanità. Il vero senso di questa lotta disarmata è questo. Il buddhismo arrivò in Tibet dalla Cina. Padmasambava portò a quei montanari la parola di Siddharta. Come ogni grande Via, nessuno saprà o potrà cancellarla.

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  5. Si, anche la luce che viene dal Tibet è un patrimonio per tutta l'umanità.
    Ciò che rappresenta la bandiera simbolicamente in ogni suo dettaglio è già fortemente indicativo.
    Ho accolto e proposto anch'io la bandiera cara Harmonia, ti ringrazio
    Con affetto
    Sil

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  6. Interessante la spiegazione sul significato simbolico della bandiera tibetana. E nel nostro piccolo ricordiamo la situazione di questo stato oppresso nei nostri blog.
    Buona serata, harmonia.

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  7. ciao cara, sai oggi a Roma un gruppo di tibetani, che penso vivono quì, hanno cantato una preghiera, al Campidoglio, dove ci sono gli uffici del sindaco, è stato commovente e bellissimo, tante bandiere sventolavano, peccato non esserci, l'ho visto alla tv. Certo è assurdo che nessuno possa o non voglia fare niente, per questo popolo, così pacifico che vuole solo vivere in pace. Mahhhh, i tempi non sono dei migliori, per nessuno. grazie sempre delle tue preziose testimonianze.
    Come va? Spero meglio. un abbraccio penny

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  8. Grazie, carissima. Altre parole non servono, già il silenzio cui sono costretti i fratelli tibetani è il nostro grido.

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  9. Hai fatto bene a postare queste parole, dopo i fatti recentemente accaduti i "riflettori si sono spenti"

    Un bacio

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  10. ciao ho messo la bandiera nel mio blog, ci sono riuscita. spero che tutti si possano sensibilizzare ai gravi problemi di questo popolo ciao penny

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  11. Grazie per questo post, Amica carissima.

    Ti abbraccio
    in silenzio

    Blue

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  12. http://alchi[..] Dedico al Tibet questi versi che ha pubblicato la mia amica Sil. Emily Dickinson [..]

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  13. una bella iniziativa per sensibilizzare questa grave probblema
    buon fine settimana!

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