sabato 17 gennaio 2009

DIRITTI COSTITUZIONALI NEGATI


Ricatti e minacce di ritorsione al tempo del berlusconismo/vaticanismo imperante


Come cittadina italiana sono detentrice di diritti civili inalienabili, in quanto sanciti dalla Costituzione. Fra questi diritti ce n'è uno che riguarda la libertà di cura ed è chiaramente affermato dall'articolo 32 che recita:


La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.


Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.


Non si parla di eutanasia, non si parla di fine vita, non si parla di suicidio o quant'altro. Si parla solo ed esclusivamente del diritto di accettare o rifiutare qualsivoglia cura medica. In definitiva si parla di LIBERTA' DI CURA, cioè di una libertà riconosciuta dalla Costituzione, legge fondamentale dello Stato Italiano, a cui tutte le altre leggi devono uniformarsi.


Chi ha dato al signor Sacconi Maurizio, Ministro della Sanità pro tempore, il potere di negare tale diritto costituzionale e tale libertà a Eluana Englaro e, di conseguenza, a chiunque venga a trovarsi nelle stesse condizioni, anche in presenza di inconfutabili disposizioni anticipate di trattamento? [ Persone in stato vegetativo, il testo dell'atto di Sacconi (Atto Ministro Sanità - 16.12.2008) ] E' evidente che si parla di un diritto soggettivo al massimo. Chi vuole essere curato, anche in stato vegetativo persistente, abbia tutte le cure possibili.


Attenzione! Può sembrare un fatto secondario, personale o estremo, ma non è così. Qui siamo nel campo dei principi di legge e della prassi legislativa. Se oggi il signor Sacconi Maurizio può negare un diritto costituzionale con un semplice atto di indirizzo contenente minacce di ritorsione, che cosa impedirebbe domani ad altri di fare la stessa cosa  relativamente ad altri diritti?


*


La Casa di Cura Città di Udine non accoglierà Eluana Englaro. Lo comunica ufficialmente la stessa casa di cura, motivando la decisione con il «groviglio» di norme e competenze sovrapposte tra Stato e regioni.
«In sostanza - spiega la casa di cura in una nota - gli approfondimenti condotti portano a ritenere probabile che, nel caso si desse attuazione all’ospitalità della signora Englaro per il protocollo previsto, il ministro potrebbe assumere provvedimenti che - per quanto di validità temporanea proprio in virtù delle specifiche pertinenze delle Istituzioni - metterebbero a repentaglio l’operatività della struttura, e quindi il posto di lavoro di più di 300 persone, oltre che di quelli delle società controllate, ed i servizi complessivamente erogati alla comunità». (La Stampa, 16 gennaio 2009)

2 commenti:

  1. La casa di cura è sotto schiaffo e, spudoratamente ricattata, non può fare altro che assumere questa posizione anche se obtorto collo.
    Ciao Harmonia, ubuntu.

    RispondiElimina
  2. “Tutti in Italia sembrano aver dimenticato che la libertà non è la mia libertà, ma è la libertà di chi non la pensa come me. Un clericale non capirà mai questo punto né in Italia né in nessun paese del mondo. Il clericale non arriverà mai a capire la distinzione tra peccato - quello che lui crede peccato - e delitto - quello che la legge secolare ha il compito di condannare come delitto. Punisce il peccato come se fosse delitto, e perdona il delitto come se fosse peccato. Non è mai uscito dall’atmosfera dei dieci comandamenti, nei quali il rubare e l’uccidere (delitto) sono messi sullo stesso livello del desiderare la donna altrui (peccato). Perciò è necessario tener lontano i clericali dai governi dei paesi civili”

    Gaetano Salvemini, 1947

    RispondiElimina