mercoledì 27 ottobre 2004

Parola di Cane contro Parola di Presidente U. S.


[IMAGE] versus


Il New York Times di oggi, October 27, 2004, ha pubblicato l'editoriale che ho tradotto (pietà per la traduzione!). Per qualche verso leggerlo è stato divertente, ma nella sostanza l'ho trovato di un'estrema tragicità. Mi è sembrato, più che un editoriale, un apologo, utile in particolare per noi Italiane e Italiani assuefatti a sopportare menzogne su menzogne. Chi avrebbe scritto un editoriale su questo argomento, sia pure per arrivare al problema "follemente tragico" della guerra in Iraq mossa da cotanto Presidente narratore?


Sto leggendo, con tre anni e più di ritardo, 'L'odore dei soldi' di Veltri e Travaglio, nonché il freschissimo 'Regime', sempre di Travaglio. Il confronto tra ciò che da noi si accetta più o meno seraficamente e le pulci che Cristof fa a Mr. Bush sostiene le mie simpatie Americane e le mie antipatie Italiane.


Pants on Fire?


By NICHOLAS D. KRISTOF



Se dico che il Presidente Bush non è un bugiardo, i Democratici scagliano fulmini contro di me. E quando dico che Mr. Bush non è veritiero, i Repubblicani eruttano come il Monte St. Helens.



Che cosa voglio dire?


Lasciatemi fare un esempio – non dall’Iraq ma dalla biografia di Mr. Bush. In essa, egli racconta una piccola deliziosa storia che coinvolge le sue figliole nel 1988, al tempo del dibattito presidenziale tra suo padre e Michael Dukakis:


“Una notte, Laura e io eravamo fuori città impegnati in una campagna, e Barbara e Jenna passarono la notte nella casa vice presidenziale. Papà aveva dedicato la giornata a preparare il dibattito con Michael Dukakis. Sfortunatamente, Barbara aveva perduto il suo compagno di sonno, Spikey, il suo cane imbottito preferito. Lei protestava fortemente dicendo che non avrebbe potuto dormire senza Speikey, così ‘Gampy’, meglio conosciuto come Vice Presidente Bush, spese buona parte della notte prima del dibattito cercando in casa e nei campi della residenza vice presidenziale, con una torcia elettrica in mano, in una missione alla ricerca di Spikey. Infine, lo ritrovò e Barbara si addormentò profondamente. Non so se papà riuscì a dormire quella notte.”


E’ una commovente storia di valori famigliari. E, sebbene non sia ingannevole fino a considerarla come una menzogna, è inttrecciata a falsità.


Noi lo sappiamo perché la madre di Mr. Bush ha scritto sullo stesso incidente molto prima, nel 1990, nel “Millie’s Book“, nominalmente scritto dal suo cane. Per cominciare, l’episodio occorse quando le bambine avevano cinque anni e mezzo, nel 1987, un anno prima del dibattito presidenziale.


In più, il “Millie’s Book” dice che Spikey era un gatto, non un cane. E invece di cercare per tutta la notte e di trovare Spikey, il Vice Presidente Bush rinuncò, borbottando: “Io ho da lavorare. Che cosa sto facendo alla ricerca di un animale di pezza, fuori di casa nel buio?” Tuttavia, la piccola Barbara si addormentò con un altro animale di pezza. Spikey venne fuori dalle tende il giorno dopo.


(Posso sentire alcuni di voi che protestano: “Tu hai preso la parola di un cane contro quella del nostro presidente?" Bene, francamente, nessuno ha mai impugnato la parola di Millie. E Millie ha dei testimoni. Il primo Presidente Bush e sua moglie, Barbara, più tardi mi hanno confermato attraverso un portavoce che loro non credevano che Spikey si sia smarrito al tempo del dibattito presidenziale.)


La versione dell'incidente montata dall'attuale presidente riflette il suo rapporto "casual" con la verità. Come il Presidente Ronald Reagan, la realtà per lui non è nei fatti, ma intorno a pià alte meta-verità: Mamma e Papà sono amorevoli nonni, Saddam Hussein è un uomo malvagio, e così via. Per chiarire queste realtà sovrastanti, Mr. Bush barda i "fatti", sia veri che falsi.


Tutti noi facciamo questo in una certa misura, senza dubbio, facendo la tara a dati che non calzano con i nostri preconcetti. Il mio collega del Times John Tierney ha scritto pochi giorni fa a proposito di un nuovo rapportosuggestivo, basato sui punteggi nei test di military intelligence fatti nel 1960, che Mr. Bush aveva un I.Q. nel in the 95th percentile of the population and that John Kerry's was in the 91st percentile. (?) Ancora most liberal non hanno rivisto la loro opinione secondo cui Mr. Bush è un imbecille (nitwit).


A dire il vero, io sono convinto che Mr. Bush non è soltanto più intelligente, ma anche un uomo migliore di quanto non credano i suoi critici. E più importante, non è un ruffiano. Mentre Mr. Kerry zigs and zags sull'occupazione e la politica in Medio Oriente, Mr. Bush ha un nucleo di valori e fornisce una genuina leadership (rappresentativamente, credo, tentando di riformare l'America e il mondo in accordo con una far-right (?) agenda).


Un esempio è la determinazione di Mr. Bush dall' 11 Settembre di aumentare la Riserva Strategica U. S. di Petrolio, nonostante questo rialzo dei prezzi della benzina. L'approccio di Mr. Bush è folle dal punto di vista economico, ed è pazzesco politicamente. Pure questa feroce (grim) propensione all'aumento del prezzo della benzina durante la sua campagna per la ri-elezione sottolinea una solidità di carattere e di convinzioni.


Ma c'è anche il problema con la sua amministrazione: le sue convinzioni sono così solide da essere inflessibili e del tutto impenetrabili per la realtà. Quando Mr. Bush ha gonfiato l'intelligence su Iraqi W.M.D., le sue esagerazioni riflettevano una verità di primaria importanza, come si è visto, - che Saddam Hussein era una minaccia. Io penso che Mr. Bush si ritenesse veritiero, perfino quando non era realistico.


Se Mr. Bush fosse un privato cittadino, ammirerei la sua tenacia, esattamente come rispetto Barry Goldwater, i fans di Red Sox e Flat-Earthers. Ma per un presidente, mi auguro che noi abbiamo un pensatore acuto che capisca la differenza tra Osama bin Laden e Saddam Hussein, o tra un cane e un gatto di pezza.


Fonte: http://www.nytimes.com/2004/10/27/opinion/27kristof.html?hp



Ecco Nicholas D. Cristof,


un giornalista che mi piace molto.


Oggi ha superato se stesso, a mio parere.


Allora penso ai molti giornalisti di casa nostra, non tutti fortunatamente, penso alla loro incredibile capacità di accogliere e trasmettere qualsiasi cosa il potente di turno dica, anche la più inverosimile o la più indegna, così, senza una critica o addirittura trasformandola o censurandola, quando è necessario.


15 commenti:

  1. E dai, noi abbiamo i grandi giornalisti che ci raccontano con entusiasmo quanto i Capi di Stato (cosi è stato chiamato nel corso della serata Mussolini, mai dittatore, una compagna di Rifondazione l'ha registrata e ne ha fatto un'analisi spietata) siano dolci e delicati in famiglia...
    Presenza, la mia, saltuaria in questi giorni, il che mi impedisce di commentare: mi impegno a recuperare. Intanto, tpno, come sempre.
    M.

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  2. caro Masso, avete indebolito il governo Barroso alle soglie della storica firma... ma che volete di più?

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  3. Masso. Grazie della tua presenza, in ogni caso.
    Creonte. Nessuna preoccupazione per la storica firma, anzi. Il Parlamento Europeo ha dimostrato di non stare lì a mettere timbri su decisioni altrui, senza se e senza ma, come un semplice notaio. E' un vero parlamento e spero che continui così. Quale migliore auspicio per la firma della Costituzione domani?!
    Con affetto. harmonia

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  4. Ancora per Creonte. Barroso si è affossato da solo per mancanza di acume politico, senso della situazione e lungimiranza, e forse anche per un eccesso di arroganza. h

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  5. Cara harmonia, non è che sei tu che hai superato te stessa stavolta? Davvero simpatico il quadretto.

    Cambiando discorso, oggi ho segnalato il blog di un'iraniana che vive in Italia. So che a te l'argomento Iran suscita ricordi ed emozioni, per questo lo segnalo anche a te (anche se forse la prospettiva non è quella che ti è più congeniale). Ciao.

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  6. ciao!
    sono ripassato a leggere come sempre le tue notizie qui sul blog..
    ti sai sempre superare davvero...
    un salutone da claudio

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  7. Purtroppo in Italia i giornalisti tendono a cercare le simpatie dei politici per ottenere fama o qualche posto in RAI o Mediaset.

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  8. Passo da qui e vedo che l'amico Creonte ha grossi problemi digestivi..(diciamo 7?)
    Se all'aspirante governo Barroso fosse stato mandato dall' Italy, che so, un Alemanno, anzichè l'Imam Buttiglione, scommetti che le cose avrebbero preso pieghe diverse?
    E vedi cosa significa avere un Parlamento che affronta SUL SERIO un conflitto di intertessi (lasciando noi italici a rimestare nella nostra melma)?

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  9. Sono sempre preziosi i tuoi post.Grazie ed un abbraccio per una buona serata

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  10. La colpa di avere affossato Barroso non la si può certo dare alla sinistra. La responsabilità ricade interamente su chi (leggi: il governo Berlusconi) fa da sempre di tutto per boicottare l'Unione Europea, tanto da usare la Commissione solo come poltrona dove piazzare uno qualsiasi tanto per dare un contentino all'Udc perché non rompa troppo le scatole.
    È l'ennesima indecorosa figura di m. che Berlusconi ha fatto fare all'Italia, al di là dei falsi discorsi sul nostro grande prestigio internazionale.

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  11. Brvo, ordinato, conciso, essenziale.
    Linkato!

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  12. delizioso e tragico, grazie, harmonia

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  13. molto efficace questo post..se puoi/vuoi mettilo anche su bloggerscontroguerra..

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  14. io preferisco l'editoriale "the choice" pubblicato dal New Yorker in cui si dichiara la preferenza per Kerry...

    (trovi il link sul mio blog)
    ciao

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