sabato 2 ottobre 2004




La principale forma di terrorismo è la nostra





di John Pilger da The New Statesman


Il mondo si divide in due parti, contrapposte, l'Islam e "noi". Questo è il messaggio, sbagliato, che proviene dai governi, dalla stampa, dalla radio e dalla televisione occidentali. Con Islam, si "legge" terroristi. Oggigiorno, come durante la guerra fredda, lo specchio della morale a senso unico è rivolto verso di noi come se fosse il veritiero riflesso degli eventi. Ma tutto questo è falso.






Il mondo si divide in due parti, contrapposte, l'Islam e "noi". Questo è il messaggio, sbagliato, che proviene dai governi, dalla stampa, dalla radio e dalla televisione occidentale. Con Islam, si "legge" terroristi. E' una reminiscenza della guerra fredda, quando il mondo era diviso tra "Rossi" e noi, e persino una strategia di annichilimento era giustificata in nome della nostra difesa. Ora sappiamo, o dovremmo sapere, che gran parte di tutto ciò era una farsa; informazioni ufficiali declassificate chiariscono che la minaccia sovietica veniva sfruttata solo per l'opinione pubblica.

Oggigiorno, come durante la guerra fredda, lo specchio della morale a senso unico è rivolto verso di noi come se fosse il veritiero riflesso degli eventi.
Alla nuova minaccia viene dato più risalto a ogni attentato terroristico, che sia a Beslan o a Jakarta. Visti in questo specchio morale a senso unico, i nostri leader commettono gravi errori, ma le loro buone intenzioni non vengono mai messe in dubbio. L'"idealismo" e la "decenza" di Tony Blair sono promosse dai suoi critici, inglobati nel sistema, mentre il suo tracollo politico, che sta iniziando sulla scena mediatica, si presenta come una tragedia greca ordita alle sue spalle. Nonostante la complicità nell'uccisione di 37.000 civili iracheni, sono state le distrazioni di Blair, e non le sue vittime, a fare notizia: dalla sua misteriosa rivalità con il tesoriere Gordon Brown, il suo Tweedledee, alla sua conversione sulla via di Damasco ai pericoli del surriscaldamento globale. Riguardo alle atrocità di Beslan, Blair è legittimato a dire, senza ironia nè sfida, che "questo terrorismo internazionale non prevarrà". Queste sono le stesse parole pronunciate da Mussolini poco prima di bombardare civili in Abissinia.

Sono pochi gli eretici che riescono a vedere, dietro lo specchio della morale a senso unico, la totale disonestà di tutto questo, che riconoscono Blair e i suoi collaboratori come criminali di guerra nel senso letterale e legale del termine e forniscono prove del suo cinismo e della sua immoralità. Ma costoro godono di ampio consenso tra il pubblico, la cui consapevolezza, a mio avviso, non è mai stata più grande. E' la profonda indifferenza dell'opinione pubblica britannica, anzi il suo disprezzo nei confronti dei giochi politici di Blair/Brown e delle loro corti, che sta accelerando l'interesse per sapere come stanno davvero le cose. Questo snerva i potenti.


Osservate un paio di esempi del modo in cui il mondo viene presentato e di come è realmente.


1. L'occupazione dell'Iraq è presentata come "disordinata": un goffo movimento, un esercito americano incompetente contro i fanatici islamici. In verità, l'occupazione è un sistematico, omicida assalto alla popolazione civile compiuto da una classe corrotta di funzionari americani, permessa dai loro superiori a Washington.


2. Lo scorso maggio, i marines americani hanno usato carrarmati ed elicotteri bombardieri per attaccare le baracche di Falluja. Hanno ammesso di aver ucciso 600 persone, un numero comunque lontano dal numero totale di civili uccisi dagli "insorti" lo scorso anno. I generali sono stati sinceri; questo divertimento inutile è stato un atto di vendetta per l'uccisione dei tre mercenari americani. Sessant'anni prima, la divisione SS Das Reich uccise 600 civili francesi a Oradour-sur-Glane per vendetta in seguito al sequestro, da parte della resistenza, di un ufficiale tedesco.C'è differenza?


In questi giorni, gli americani sparano quotidianamente missili su Falluja e su altre aree urbane molto popolate, uccidendo intere famiglie. Se la parola terrorismo può essere applicata all'attualità, tale applicazione è nel massiccio terrorismo di stato. Gli inglesi hanno uno stile differente. Ci sono più di 40 casi conosciuti di iracheni che sono morti per mano di soldati britannici, solo uno di questi soldati è stato radiato. Nel magazine The Journalist, Lee Gordon, un reporter freelance, ha scritto: "per un inglese lavorare in Iraq è pericoloso, soprattutto nel sud dove le nostre truppe hanno una reputazione (non riportata sugli schermi) di brutalità". Nemmeno della crescente disaffezione tra le truppe viene dato conto. Questo sta preoccupando il ministro della difesa a tal punto che si è mosso per placare la famiglia del soldato diciassettenne David McBride quando l'ha depennato dalla AWL (Alliance of Workers Liberty), dopo che si rifiutò di combattere in Iraq. Quasi tutte le famiglie dei soldati uccisi in Iraq hanno denunciato l'occupazione e Blair. Tutto questo è senza precedenti.


Solo riconoscendo il terrorismo degli stati è possibile capire, e persino trattare, atti di terrorismo collettivi e individuali che, per quanto terribili, sono, in confronto, di entità minore. Per di più, la risorsa degli stati è inevitabilmente il terrorismo ufficiale, non coperto dai media. E così, lo stato di Israele è riuscito a convincerci che è meramente una vittima del terrorismo quando, invece, il suo inarrestabile, pianificato terrorismo è la causa nell'infame rappresesaglia dei kamikaze palestinesi. A causa della perversa rabbia israeliana nei confronti della BBC - un'efficace forma di terrorismo - i reporter della BBC non hanno mai menzionato gli israeliani come terroristi: questo termine è usato esclusivamente in riferimento ai palestinesi, prigioneri nella loro stessa terra. Non ci sorprende, come ha constatato il recente studio della Glasgow University, che molti telespettatori britannici credano che i palestinesi siano gli invasori.


Il 7 settembre, un kamikaze palestinese ha ucciso 16 israeliani nella città di Beersheba. Ogni telegiornale ha permesso che il portavoce del governo israeliano usasse questa tragedia per giustificare la costruzione di un muro d'apartheid, che è una delle principali cause della violenza palestinese. Quasi ogni telegiornale ha sottolineato la fine del periodo di "relativa pace e calma" durato cinque mesi e di "una stasi della violenza". Durante questi cinque mesi di relativa calma e pace, quasi 400 palestinesi sono stati uccisi, 71 dei quali assassinati. Durante la stasi della violenza, più di 73 bambini palestinesi sono stati uccisi. Un tredicenne è stato assassinato con un proiettile nel cuore, a una bambina di cinque anni hanno sparato in viso mentre camminava a braccetto con la sua sorellina di due anni. Il corpo di Mazen Majid, 14 anni, è stato trapassato da 18 proiettili israeliani mentre, con la sua famiglia, stava scappando dalla sua casa rasa al suolo.


Niente di tutto questo è stato riportato in Gran Bretagna col nome di " terrorismo". La maggior parte di questi avvenimenti non è stata menzionata. Dopo tutto, questo era un periodo di pace e calma, una stasi della violenza. Il 19 maggio, i carrarmati israeliani e gli elicotteri hanno sparato sui dimostranti pacifisti, uccidendo 8 persone. Queste atrocità hanno avuto un indubbio significato; la manifestazione era parte di un crescente movimento palestinese non violento che ha visto raduni pacifici di protesta, spesso con momenti di preghiera, lungo il muro dell'apartheid. La crescita del movimento che si ispira a Gandhi viene a mala pena menzionata.


La verità riguardo alla Cecenia è celata in maniera analoga. Il 4 febbraio 2000, alcuni aerei russi hanno attaccato il villaggio ceceno di Katyr Yurt. Hanno usato "bombe a pressione" (proibite dalla convenzione di Ginevra), che rilasciano gas e saturano i polmoni. I russi hanno bombardato un convoglio di sopravvissuti sotto una bandiera bianca. Hanno ucciso 363 persone tra uomini, donne e bambini.. E' stato uno degli innumerevoli, sconosciuti, atti di terrorismo in Cecenia compiuti dallo stato russo, il cui leader, Vladimir Putin, ha la "piena solidarietà" di Tony Blair.


"Alcuni di noi", ha scritto il commediografo Arthur Miller, "possono facilmente abbandonare la nostra convinzione che la società debba in qualche modo fornire significati. L'idea che lo stato sia impazzito e che stia punendo tanti innocenti è intollerabile. E per questa ragione le prove devono essere negate dall'interno".


E' giunta l'ora di smettere di negare.


John Pilger, nato in Australia nel 1939, ha seguito i conflitti in Vietnam, Cambogia, Egitto, India, Bangladesh e Biafra. John Pilger è un giornalista militante, vincitore di numerosi riconoscimenti, che gira anche documentari per la televisione. I suoi articoli vengono pubblicati in molti giornali e riviste come il Daily Mirror, The Guardian, The Independent, New Statesman, The New York Times, The Los Angeles Times, The Nation: New York, The Age: Melbourne, The Sydney Morning Herald, The Bulletin: Sydney, oltre a giornali e periodici francesi, italiani, scandinavi, canadesi e giapponesi. Il suo libro più recente è "Hidden Agendas" (1998).

Fonte: http://pilger.carlton.com/print
Prima pubblicazione su The New Statesman - www.newstatesman.co.uk
Tradotto da Daniela Flori per Nuovi Mondi Media









28 commenti:

  1. Intanto, un saluto al mio ritorno. E la solita empatia per le foto del Dalai Lama e Menchu. La speranza a volte assume i contorni del sorriso.
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  16. Harmonia, l'ho letto di fretta ed è interessantissimo. me lo salvo e lo conservo. Un bacio della buona notte. Alain

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  17. si, ma anche gli assalitori avranno le loro ragioni, no? io non credo che il mondo si migliori solo con i sit in: il terrorismo islamico ha preso in questi anni una piega bruttissima ( uccidire bambini iracheni, a parte Breslan). Bisogna mettere dei paletti agli arabi; ogni qual volta che c'è stato un leader che ragionava è stato ammazzato ( penso soprattutto a Sadat). Non dico che il piano di Barak fosse una meraviglia, ma gli arabi hanno sbagliato.
    Il guaio è che nel mondo islamico tutto si peggiora con tutto: nel caso europeo l'IRA è una questione che non ce ne frega niente: mica finanziamo scuole cattoliche che insegnano a sparare ai bimbi irlandesi! Noi ce freghiamo o comunque cerchiamo di ammorbidire i conflitti; nell'islam in questo momento c'è il contrario: i conflitti locali si alimentano anche dall'esterno e vengono peggiorati.

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  22. trovo più errori e voglia di imperialismo e razzismo nel passato degli USA piuttosto che oggi.

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  23. ieri sul guardian c'era un articolo di Pilger molto bello
    "Paradise cleansed"

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