Dichiarazione di Sua Santità il Dalai Lama 10 marzo 2003
In occasione del 44° anniversario del giorno dell'insurrezione nazionale tibetana.
Voglio esprimere i miei più sinceri ringraziamenti ai miei compatrioti in Tibet e in esilio e a tutti i nostri amici nel mondo in occasione del quarantaquattresimo anniversario dell'insurrezzione del popolo tibetano del 1959. Mentre ci sono positivi sviluppi riguardo alla situazione del problema tibetano, continuiamo ad essere preoccupati per la continua marginalizzazione dei tibetani nel loro stesso Paese e dalle azioni cinesi per quanto riguarda i diritti umani e la libertà religiosa del popolo tibetano. [...]
E' necessario riconoscere che la battaglia per la libertà tibetana non riguarda la mia posizione personale e la mia condizione.
All'inizio del 1969 dissi chiaramente che deve essere il popolo tibetano a decidere se la centenaria istituzione del Dalai Lama debba continuare o no. Nel 1992, in una dichiarazione ufficiale, affermai chiaramente che se potremo tornare in Tibet con un certo grado di libertà io non svolgerò alcun ruolo in un futuro governo tibetano e non ricoprirò alcuna carica politca. Comunque, come ho affermato più volte, fino al termine dei miei giorni, rimarrò fedele alla promozione dei valori umani e dell'armonia religiosa. Ho anche detto che l'amministrazione tibetana in esilio sarà sciolta e che i tibetani in Tibet dovranno avere le maggiori responsabilità nel governo tibetano. Da sempre credo che il Tibet del futuro dovrà avere una forma di governo laica e democratica. Quindi non c'è alcun motivo per affermare che siamo animati dalla volontà di restaurare l'antico sistema sociale tibetano. Nessun tibetano, in esilio o in Tibet, vuole restaurare l'obsoleto sistema sociale del vecchio Tibet. Al contrario, abbiamo iniziato il processo di democratizzazione della nostra comunità tibetana non appena giunti in esilio. Processo che è culminato nel 2001 con la diretta elezione della nostra leadership politica. Siamo decisi a intraprendere con forza tutte le azioni necessarie per promuovere ulteriormente i valori democratici presso il popolo tibetano.
All'inizio degli anni settanta, dopo essermi consultato con alcuni miei esperiti funzionari, presi la decisione di risolvere il problema tibetano attraverso la "Via di Mezzo", via che non prevede l'indipendenza e la separazione del Tibet ma nello stesso tempo chiede l'effettiva autonomia per i sei milioni di donne e uomini che si considerano tibetani e la possibilità di preservare la loro distinta identità, di promuovere la loro tradizione religiosa e culturale basata su di una filosfia che, nonostante sia antica di secoli, può essere di grande beneficio ancora oggi, e di proteggere il delicato ecosistema dell'altopiano del Tibet. Questo approccio potrà contribuire alla stessa unità della Repubblica Popolare Cinese. Io rimango fedele a questo approccio realistico e pragmatico e continuerò a fare ogni possibile sforzo per raggiungere una soluzione accettabile per entrambe le parti.Oggi siamo tutti interdipendenti e dobbiamo coesistere su questo piccolo pianeta. Dunque l'unico modo sensibile e intelligente per risolvere le controversie, tra individui, popoli o nazioni, è attraverso una cultura del dialogo e della non violenza. Poiché la nostra lotta si basa sulla verità, la giustizia, la non violenza, e non è diretta contro la Cina, abbiamo potuto ricevere la crescente simpatia e l'aiuto della comunità internazionale compreso quello di alcuni cittadini cinesi. Voglio esprimere il mio apprezzamento e la mia gratitudine per questa importante solidarietà. Voglio anche esprimere ancora una volta, a nome di tutti i tibetani, il nostro apprezzamento e la nostra immensa gratitudine al popolo e al governo dell'India per la loro continua e costante generosità e per il loro appoggio.
Rendo infine omaggio a tutti quei coraggiosi tibetani, uomini e donne, che sono morti per la causa della nostra libertà e prego per una rapida fine delle sofferenze del nostro popolo.
Un abbraccio, Harmonia, e un bacio.Sei fonte di continui stimoli. Percival
RispondiEliminaBuona notte harmonia; il Dalai Lama è proprio un nobilissimo uomo.
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