da LA REPUBBLICA martedì 17 Giugno 2003
Teheran, da 6 giorni, i giovani iraniani lottano per la libertà e chiedono conto al presidente Khatami delle promesse mancate Iran, la rivolta degli studenti "Ci batteremo fino alla morte" Contro i ragazzi si scatenano le bande del "partito di Dio" Il regime accusa gli Stati Uniti di fomentare le agitazioni di DELPHINE MINOUI
TEHERAN - Con gli occhi rossi per i gas lacrimogeni e per la mancanza di sonno, Ali Reza vive la sua sesta notte di protesta. "Mi batterò fino alla fine nel nome della libertà", esclama il giovane iraniano.[...]
Nate dalle proteste contro la privatizzazione del sistema universitario, le rivolte di questi ultimi giorni si sono andate trasformando in manifestazioni politiche. [...]
[...] Nell'arco di questi ultimi pochi anni, circa 90 giornali hanno dovuto chiudere e sono svariate decine gli intellettuali e gli studenti arrestati".
Le manifestazioni sparse dei giorni scorsi hanno evidenziato una totale mancanza di spirito di organizzazione nella popolazione iraniana. "La nostra speranza è di veder emergere un fronte per la democrazia interno al paese, affinché tutte queste proteste sparse confluiscono in un'unica forma di protesta", spiega Keyvan Ansari, membro del consiglio di direzione di Daftar Tahkim Vahdat.
All'università questo equivarrà a fermare temporaneamente l'attività di tutte le facoltà", dice Keyvan Ansari. "La maggioranza degli studenti non è favorevole ad un cambio di regime attuato con la rivoluzione. Tutto ciò che vogliamo è passare da una definizione dittatoriale di Repubblica Islamica ad una definizione democratica. Chiediamo una riforma della Costituzione e un referendum" aggiunge. "Spero che non ci costringano ad arrivare alla soluzione estrema, quella in cui gli iraniani per ottenere un cambiamento dovranno rimettersi agli stranieri", conclude Ali Reza.
(Copyright Le Figaro-Agenzia Volpe. Traduzione di Anna Bissanti)
(17 giugno 2003)
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Grande Harmonia! Le lotte dei ragazzi iraniani sono una straordinaria speranza.
RispondiEliminaQuesti ragazzi, saggio vecchio, sono i figli dei rivoluzionari che si illusero al tempo della rivoluzione khomeinista. Ora tocca a loro che a quel tempo erano appena nati o non ancora venuti al mondo. Bisogna aiutarli, ma le condizioni geopolitiche dell'Iran sono di una tale complessità che tremo per quei ragazzi. E' un boccone troppo ghiotto l'Iran, un boccone troppo grande, troppo tutto...ogni volta che Bush lo nomina, mi si stringe il cuore. Grazie, comunque! harmonia
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