giovedì 31 marzo 2011


“Uccidere il tiranno” 
(3)
 



 Nessuno che non sia assolutamente ignorante può essere così stupido da negare che tutti gli uomoni sono per natura nati liberi, essendo immagine e somiglianza di Dio stesso ...

  
Essendo perciò manifesto che il potere di re e magistrati non è se non derivato, trasferito e loro affidato per il bene comune di tutti dal popolo, nel quale tuttavia fondamentalmente rimane, e cui non può essere tolto senza violazione del suo diritto naturale e nativo, e constatando noi che per questo Aristotele e i migliori scrittori politici hanno definito re colui che governa per il bene e il profitto del suo popolo e non per fini suoi, ne segue di necessità che i titoli di signore sovrano, signore naturale e simili sono frutto o di arroganza o di adulazione, ...  
 

... lavori in corso
 

 



John Milton, Uccidere il tiranno, Raffaello Cortina Editore, 2011, pagg. 15 e 19

mercoledì 30 marzo 2011


“Uccidere il tiranno” 
(2)

John Milton_Ritratto giovanile-da Wikipedia 

 



Chi si può definire "tiranno"?

“Ma in un discorso generale non si può determinare chi sia in particolare un tiranno, se non per via d'ipotesi; devono essere l'accusa specifica e la prova adeguata a determinare la cosa, ... Ma questo oso professare come parte della mia fede: che se c'è uno per cui incarico sono stati commessi interi massacri dei suoi fedeli sudditi ... la Spada della giustizia è su di lui ...  

 Partendo da qui possiamo determinare con più facilità e forza di argomento che cosa sia un tiranno e che possa fare il popolo contro di lui. E' tiranno, che sia giunto alla corona con torto o con diritto, colui che senza considerare né la legge né il bene comune regna solo per sé e per la sua fazione. 
 
 



John Milton, Uccidere il tiranno, Raffaello Cortina Editore, 2011, p. 13-14; p. 30 



 

martedì 29 marzo 2011


“Uccidere il tiranno”
 
(1)

 



John Milton_The Tenure of Kings and Magistrates_ London 1649_frontespizio 



 Se gli uomini dentro di sé fossero governati dalla ragione, e non consegnassero in generale il proprio intelletto a una doppia tirannia, l’una della tradizione all’esterno e l’altra delle passioni cieche all’interno, capirebbero meglio che cosa significhi favorire e sostenere il tiranno di una nazione. Ma, schiavi dentro di sé, non stupisce che si sforzino tanto di far sì che lo Stato sia governato in conformità a quella perversa norma interiore con cui governano se stessi. Poiché nessuno, in verità, può amare la libertà in cuor suo, se non gli uomini dabbene; gli altri amano non la libertà ma la licenza, la quale non ha mai più campo o più indulgenza che sotto i tiranni.

Un drastico titolo italiano per The Tenure of King and Magistrates, I GIUSTI POTERI DEI RE E DEI MAGISTRATI, di John Milton. Il 30 gennaio 1649 fu giustiziato Carlo I Stuart, nel febbraio dello stesso anno fu pubblicato il pamphlet di Milton, da qualche giorno è in libreria la traduzione italiana edita da Raffaello Cortina. L'anno di grazia 2011 sarà ricordato per la sollevazione delle popolazioni arabe contro i loro tiranni.

I tiranni. Oggi come allora, chi sono i tiranni? Chi è il tiranno per Milton e per noi?



John Milton, Uccidere il tiranno, Raffaello Cortina Editore, 2011, p. 5;   
  Il Il

domenica 27 marzo 2011


Leghismo elettorale

BOLOGNA 2011

 Bologna_Amministrative 2011


 



Questo manifesto, a mio parere, sottende un'ideologia razzista o xenofoba. Sicuramente i leghisti diranno che intendevano solo proporre ai bolognesi un diritto di precedenza ai servizi sociali in base alla residenza. Non sarebbe stato possibile allora concepire un manifesto diverso da questo che esplicita, invece, intenti razzisti o xenofobi con la forza dell'immagini e dello slogan? Gli osservatori, bolognesi e no, i "democratici" soprattutto, si accontenteranno ancora una volta delle spiegazioni di rito? Le conosciamo benissimo: folklore, necessità di arrivare alla "gente", anzi alla pancia di gente che pensano sia sprovvista di encefalo, stile peculiare di un partito "popolare" (non populistico, siete matti?). Ecco, questo è l'approccio con l'elettorato di una città dalle grandi tradizioni civili. Mi dispiace, Bologna, cara, amata Bologna.
 



 


  28 marzo 2011




"Italia razzista", la denuncia
di Human Rights Watch


 

  


lunedì 21 marzo 2011


"Così va la vita"

Kurt Vonnegut_Mattatoio N. 5_Feltrinelli_pag. 191

 



     "Harrison Starr ... mi chiese:
     «  E' un libro contro la guerra?» .
     « Sì,»  dissi, « credo» .
     « Sa cosa rispondo quando uno mi dice che sta scrivendo un libro contro la guerra?» 
     « No. Cosa dice, Harrison Starr?» 
     « Dico: perché non scrive un libro contro i ghiacciai, allora?» 
     Quello che voleva dire, naturalmente, era che ci saranno sempre guerre, che impedire una guerra è facile come fermare un ghiacciaio. E lo credo anch'io."

da MATTATOIO N. 5 di Kurt Vonnegut, Feltrinelli, pag. 13

So che non posso cambiare l'uso della guerra, ma non posso accettarlo con serenità. Non credo che il coraggio abbia il potere di cambiare questa tragica forma di coazione a ripetere. So che ci vuole una invenzione del tutto nuova e spero che molti validi cervelli siano al lavoro: come si farà a cancellare la guerra dal nostro mondo, senza fare la guerra?

mercoledì 16 marzo 2011


 la
 la mia coccarda per la festa dell'
Unità d'Italia


 

ITALIA

Sono un poeta
un grido unanime
sono un grumo di sogni

Sono un frutto
d'innumerevoli contrasti d'innesti
maturato in una serra

Ma il tuo popolo è portato
dalla stessa terra
che mi porta
Italia

E in questa uniforme
di tuo soldato
mi riposo
come fosse la culla
di mio padre

Giuseppe Ungaretti
 


 


 

150° anniversario dell'Unità d'Italia
Venezia

Venezia 



L'Unità d'Italia
Simboli nazionali e valori



Non sono retorica i simboli nazionali. Non lo sono specialmente quando le circostanze storiche impongono una più forte affermazione del senso di appartenenza e di unità di cittadine e cittadini. La bandiera e l'inno sono segni in cui possiamo riconoscerci come un gruppo umano legato da lingua, tradizioni, costumi, storia. 'Nazione' e 'patria' sono concetti forti per gli italiani forse soltanto quando le difficoltà sembrano insormontabili.
'Simbolo' è il latino 'symbolu(m)'  > 'segno, contrassegno', che è il greco ' symbolon' > 'segno di riconoscimento, tessera' da riconnettere a 'symballein' > 'mettere insieme, unire' composto di 'syn' e 'ballein' > 'mettere, gettare' (d'origine indoeuropea).

lunedì 14 marzo 2011


 Le Unità degli Italiani - Fscire
 



 



 




FRATELLI D'ITALIA E VA' PENSIERO
 



«Alla fine del Va' pensiero ho sentito gridare Viva l'Italia, d'istinto dal podio mi sono girato verso la platea e ho visto gruppi di persone alzarsi in ordine sparso. Finché erano tutti in piedi, anche il coro, a cantare il bis seguendo la mia richiesta. È stata un'onda crescente, per partecipazione e intensità. Un uomo di grande corporatura al centro della sala che è stato tra i primi ad alzarsi in piedi: era Gérard Depardieu. Nel nome di Verdi si è invocata la patria unita. Era come se stessi sognando, un'emozione mai provata in vita mia».  Riccardo Muti

e con il cuore in Giappone e Libia...

 



 

venerdì 11 marzo 2011





Pena di morte. Nessuno Tocchi Caino: abolizione in Illinois segna una svolta in tutti gli Stati Uniti



“L’abolizione della pena di morte in Illinois segna una svolta in tutti gli Stati Uniti, perché dimostra che la via della moratoria, in atto nello Stato americano dal 2000, è la strategia vincente per porre fine all’aberrante anacronismo dello Stato che per fare giustizia impone la morte”, ha dichiarato il Segretario di Nessuno tocchi Caino, Sergio D’Elia.

“L’abolizione in Illinois supera anche il luogo comune che per vincere le elezioni in America devi essere a favore della pena capitale”, ha aggiunto D’Elia, riferito al fatto che il Governatore Pat Quinn, che ha firmato la legge, aveva battuto il suo rivale repubblicano che in campagna elettorale aveva promesso di porre fine alla moratoria e mettere il veto sulla legge abolizionista.

Dopo quattro abolizioni in tre anni e mezzo (oltre all’
Illinois , hanno rinunciato alla pena di morte New Mexico nel 2009 e New Jersey e New York nel 2007), secondo D’Elia “occorre dare atto agli Stati Uniti di aver trovato ragioni molto pratiche che li portano all’abolizione: non per motivi ideologici, etici o religiosi, ma perché hanno preso atto che la pena di morte rischia di uccidere persone innocenti e anche perché hanno scoperto che costa molto di più dell’ergastolo”.

Radicali.it


mercoledì 9 marzo 2011


 
 



berlusconismo e leghismo



 



Si sostengono i due capi, B. & B., legati da un'ideologia comune e, soprattutto, da un "patto d'acciaio" che prevede il raggiungimento dei vicendevoli interessi. E' un patto esiziale, a mio parere, per gli interessi dell'Italia: l'unità e la concordia, la giusta gestione della ricchezza, il livello di civiltà e civilizzazione.
Certo i nostri problemi nazionali non sono nati con questi ultimi due capi, che possono ben dire che hanno ereditato una situazione difficile di cui non si ritengono responsabili e che si sono alternati al "potere" con la sinistra o centro sinistra che dir si voglia. Ma non intendo parlare di queste cose già ampiamente trattate da innumerevoli esperti.
Il primo B. (in ordine alfabetico) si dedica a imprese tali da evitare che l'attenzione venga puntata sulle imprese non meno gravi del secondo B. 
I fondamenti dell'ideologia leghista
, infatti, apertamente dichiarati fin dall'inizio e in parte realizzati, hanno inaccettabili aspetti xenofobi, razzisti, eversivi, autoritari, violenti e anche sessisti, condivisi peraltro dal primo B.  I documenti scritti, audio e video sono abbondanti, basta non dimenticarli.
Ma l'affermazione di quell'ideologia è continua e sempre più temeraria.

 




  1. E' di questi giorni la presentazione a Treviso della lista civica denominata "razza Piave" (un brivido di orrore è inevitabile): E A TREVISO NASCE LA LISTA RAZZA PIAVE  .


  2. "FUORI I TERRONI DAGLI ALPINI" 


  3. Gheddafi: "La Lega mi chiese soldi per la secessione". Bossi: "Assurdo" G. C. : "Gheddafi che la butta lì, nell’intervista alla tv francese: «La Lega mi ha chiesto aiuto». E Umberto Bossi che replica dal Transatlantico di Montecitorio: «Ma vi pare... Abbiamo tantissimi uomini e le armi si fanno in Lombardia. Gheddafi è un gatto che sta affogando e si arrampica. La storia insegna che chi spara sulla sua gente finisce male. Ricordate Umberto I, fu ucciso». Risposta secca, che dovrebbe chiudere la partita con Bossi vincitore. E invece potrebbe essere un pareggio. Vero che Bossi non ha mai chiesto armi. Però ha le sue ragioni anche il Colonnello. Almeno una richiesta ci fu. Soldi. «Anni Novanta», è la data fissata da Roberto Bernardelli, allora parlamentare leghista e consigliere comunale a Milano."



Come definire la contraddizione tra il riferimento, non nuovo, a uomini e armi, e la provvida correzione del "non si spara sulla propria gente"? Già, ma di quale gente parla il grande capo B.2? Della gente "padana", forse?

Tanto per fare degli esempi. La lista, però, è molto lunga. E io non voglio più stare zitta, anche se serve a poco, qui, in un modesto, modestissimo blog, vero e proprio diario messo in piazza.

Aggiornamento.



Ma la maggioranza è battuta alla Camera
 




un link inquietante:
 



Il capo indiscussChi pensasse a uno scherzo, sappia che la proposta è materia di discussione in parlamento. La legge ha già superato tutte le commissioni e arriverà al voto alla Camera nelle prossime ore. Un traguardo quasi raggiunto. Dicono. Sperano, visto che l’esito non è per niente scontato con l’aria che tira a Montecitorio negli ultimi mesi. E comunque non è un pesce d’aprile anticipatohttp://www.youtube.com/watch?v=wrmDegNqbMA

martedì 8 marzo 2011


 
 



Giornata Internazionale della Donna

100 100 Anni
per la libertà e l'uguagianza

    Klimt_L'albero della Vita



 "C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d'antico", c'è qualcosa di nuovo oggi  nella festa delle donne, anzi d'antico. In Italia. Tra storia e presente e sogno. Con rinnovata consapevole mirata energia.
 

domenica 6 marzo 2011


 



 Le Unità degli Italiani - Fscire
 

 



MAMELI E VERDI
«Va’ pensiero», Legnano, Pontida. Quei simboli dell’Italia irredentista. Un documentario curato da Alberto Melloni rievoca i passaggi cruciali della costruzione dell’identità nazionale. Gian Antonio Stella  ...  ..  


So che sto ripetendo le stesse cose, so che continuerò a ripeterle. Magari sto diventando un caso umano. Pazienza, sono un caso umano, per ora, non so fino a quando. Mi sostiene la certezza di non essere sola.




  

sabato 5 marzo 2011


  Le Unità degli Italiani - Fscire
 
 

 



MAMELI E VERDI



«Va’ pensiero», Legnano, Pontida
Quei simboli dell’Italia irredentista



Un documentario curato da Alberto Melloni rievoca i passaggi cruciali della costruzione dell’identità nazionale  



Riprendiamoci il «Va’ pensiero». È il messaggio che per primo esce dal trailer de «Le unità degli italiani», un documentario del Comitato dei garanti per i 150 anni che dovrebbe essere proiettato la notte fra il 16 e il 17 marzo in tutte le piazze d’Italia. Una sfida alla Lega Nord che si è presa lo struggente coro del «Nabucco» cantato dagli ebrei prigionieri a Babilonia facendone l’inno padano intonato con la mano sul cuore e che si sta mettendo di traverso alle celebrazioni? 


Quando lo storico Alberto Melloni, membro del Comitato dei garanti per i 150 anni dell’Unità d’Italia, si è trovato a scegliere la colonna sonora dell’anteprima montata per spiegare ai sindaci il progetto di questa storia per immagini del nostro Paese, però, non ha avuto dubbi. La musica giusta, senza nulla togliere all’Inno di Mameli utilizzato da altre parti (anche in versione «metal»), era il «Va’ pensiero». Rappresentato la prima volta nel marzo del 1842, quando la spinta risorgimentale iniziava a farsi pressante.



Solo chi ignora la lirica, chi è all’oscuro del patriottismo del grande compositore, chi non sa neppure che i patrioti scrivevano sui muri «Viva Verdi » per scrivere «Viva Vittorio Emanuele Re d’Italia» potrà storcere il naso. La realtà dei sentimenti verdiani è tutta nell’opera «La battaglia di Legnano », il cui libretto è firmato dal grande Salvadore Cammarano, autore anche dei testi della «Lucia di Lammermoor » di Donizetti o «Il trovatore» verdiano, nato, vissuto e morto a Napoli ma appassionato cultore, come tutti gli irredentisti italiani, del giuramento di Pontida, della battaglia della lega dei comuni lombardi contro Federico Barbarossa, del mito del carroccio.



«Viva Italia! un sacro patto / Tutti stringe i figli suoi: / Esso alfin di tanti ha fatto / Un sol popolo d’Eroi!» Così comincia «La battaglia di Legnano». E finisce con Arrigo che, prima di morire, volge lo sguardo al vessillo sul Carroccio e bacia la bandiera dicendo con le ultime forze: «E salva Italia!». ... continua



Gian Antonio Stella - Corriere della Sera - 04 marzo 2011

venerdì 4 marzo 2011


VIVA VERDI [Vittorio Emanuele Re d'Italia]

 

Va, pensiero, sull'ali dorate
;
Va, ti posa sui clivi, sui colli,
Ove olezzano tepide e molli
L'aure dolci del suolo natal!

Del Giordano le rive saluta,
Di Sionne le torri atterrate...
Oh mia patria si bella e perduta!
O membranza sì cara e fatal!

Arpa d'or dei fatidici vati,
Perché muta dal salice pendi?
Le memorie nel petto raccendi,
Ci favella del tempo che fu!

O simile di Solima ai fati
Traggi un suono di crudo lamento,
O t'ispiri il Signore un concento
Che ne infonda al patire virtù! 




Difendiamo il "Va, pensiero" dai falsi e furti storici. 
 



La "Padania" è stata chiamata così dai geografi per indicare le terre del bacino del fiume Po. Verdi era un patriota italiano e certo non pensava ai leghisti quando compose l'inno del Nabucco. Anzi. L'Italia era nei suoi pensieri e nei suoi ideali. E se dicessimo "basta", finalmente, basta ai soprusi dei leghisti?
 



   Prezioso il sito dedicato alle "Unità d'Italia"
 

Le Unità degli Italiani - Fscire

 



 Da leggere:

IL 17 MARZO RICORDIAMOCI "VA' PENSIERO" E' ITALIANO  (STELLA GIAN ANTONIO) - a pag.1 

giovedì 3 marzo 2011


  ROMA - 12 MARZO

A DIFESA DELLA COSTITUZIONE

 

VIVA L'ITALIA

 
VIVA LA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

 



E' triste dover scendere nelle piazze e nelle strade per "difendere la Costituzione". Che amarezza dover subire attacchi e soprusi e sberleffi da un anziano capo smarrito nel suo finale di partita! Non ci vuole coraggio per contrastarlo, eppure è difficile, anche se le piazze si riempiono sempre più spesso. E' la democrazia? No, non con la legge elettorale che abbiamo, non con il potere indebitamente accumulato nelle mani di uno solo, non con un governo della cosa pubblica che non rispetta, anzi, aborre le regole della democrazia.

martedì 1 marzo 2011


RIVOLUZIONI E CORAGGIO
pensando alle lotte per la libertà e la giustizia in Tunisia Egitto Libia
 



Quanto coraggio ci vuole per affrontare il terrore dei tiranni? Lo avrei io quel coraggio? Detto così, nel calore tranquillo della mia casa di oggi, direi di no. Vergognandomi. Penso ai morti e ai feriti delle ultime rivolte (cronologicamente), penso a chi viene imprigionto e torturato.