mercoledì 22 febbraio 2006

Diritti Umani Negati


Appelli


Il caro amico Tuareg ha pubblicato un post raccapricciante su "tre ragazze iraniane che attendono l'impiccagione per "crimini" commessi quando erano minorenni."


 


L'intera storia è possibile leggerla nel suo blog Istintiva Mente, martedì 21 febbraio 2006. Ma la cosa più importante è aderire all'appello per salvare le tre giovani vite.


L’organizzazione delle donne democratiche iraniane ha lanciato un appello per chiedere alle autorità di Teheran la sospensione delle condanne a morte di tre ragazze, che al tempo del crimine per cui sono state giudicate, erano minorenni. (Fonte: Peacereporter, www.peacereporter.org)



TORINO 2006: sciopero della fame di un gruppo di tibetani



Torino, 11 febbraio 2006.
Nel corso di una conferenza stampa tenutasi questa mattina a Torino, in San Pietro in Vincoli, due tibetani hanno annunciato di voler intraprendere uno sciopero della fame ad oltranza in concomitanza con i Giochi Olimpici di Torino 2006. I due digiunatori sono Sonam Wangdue, esponente del Tibetan Youth Congress di Dharamsala e il settantacinquenne Lama Palden Gyatso, ex prigioniero politico tibetano, detenuto per ben 33 anni nelle carceri cinesi.
Il giorno 15 febbraio si è unito al gruppo dei digiunatori Tamding Choephel, vicepresidente della Comunità tibetana in Italia.


Malgrado le precarie condizioni di salute, Palden Gyatso ha dichiarato di volersi unire ai visitatori in segno di solidarietà con i giovani e coraggiosi compatrioti venuti a Torino. Un quarto tibetano si unirà al gruppo nei prossimi giorni.



  


 

La Comunità tibetana in Italia ha illustrato oggi, in una conferenza stampa tenutasi a Torino, gli obiettivi dello sciopero della fame a tempo indeterminato che un gruppo di esuli del Tibet, laici e religiosi, intraprenderà da domani, in una tenda installata in San Pietro in Vincoli (Torino, via San Pietro in Vincoli n. 28, zona Porta Palazzo).

Ha introdotto la conferenza stampa Rosanna Degiovanni (Associazione Radicale Adelaide Aglietta), che ha sottolineato come l’iniziativa sia stata voluta fortemente da Tamdin Choepel (vice presidente Comunità tibetana in Italia). L’esponente radicale ha lanciato un appello ai cittadini torinesi e degli altri luoghi olimpici affinché facciano sventolare la bandiera tibetana sia alle finestre delle case sia nei luoghi di gara.


Ha poi preso la parola Kalsang Phuntsok Godrukpa (Tibetan Youth Congress): “I Giochi Olimpici sono l’occasione giusta per pretendere l’attuazione di quei diritti umani che ogni nazione partecipante dovrebbe rispettare; nonostante tutte le sue rassicurazioni, la Cina non rispetta i diritti umani; in particolare, in Tibet continua il genocidio. È nostra intenzione digiunare a tempo indeterminato, fino a quando il mondo chiederà conto alla Cina di questo genocidio. La Cina è potente; noi abbiamo soltanto la forza della verità. Vinceremo.”.


Palden Gyatso (monaco tibetano, 75 anni, di cui 33 passati nelle carceri cinesi per reati di opinione, o meglio, per reati di “religione”): “Sono felice di essere qui; chiedo alla comunità internazionale di rivedere la decisione di tenere le prossime Olimpiadi a Pechino. Quando fu presa quella decisione, il 13 luglio 2001, si disse che l’appuntamento olimpico avrebbe contribuito a migliorare il livello dei diritti umani in Cina; non è successo, anzi le cose sono peggiorate. Nonostante le apparenze, la pratica religiosa continua ad essere vietata in Tibet. I cinesi non ci considerano, siamo così pochi! Ma nel nostro cuore abbiamo fiducia nella legge … e recentemente in Spagna la magistratura ha aperto un’inchiesta nei confronti dei dirigenti comunisti di Pechino per crimini contro l’umanità. Parteciperò  al digiuno nella speranza che cambi qualcosa …”.


Pema Yangchen (Tibetan Youth Congress): “Noi non siamo nemici del popolo cinese; la nostra lotta è a favore sia dei tibetani sia dei cinesi. Fino a quando i diritti umani non saranno rispettati, Pechino non ha il diritto di ospitare i Giochi.”.


Claudio Tecchio (Coordinatore Campagna di solidarietà con il popolo tibetano): “48 ore fa, un gruppo di monaci tibetani è stato condannato a pesanti pene detentive per essere stati trovati in possesso di un volantino che invitava al boicottaggio delle Olimpiadi di Pechino. Ieri sera, alla Stadio Olimpico, mancavano tre bandiere, quelle del Tibet, del Turkestan Orientale e della Mongolia. Noi non vogliamo guastare la festa a nessuno; siamo semplicemente consapevoli che non esiste pace senza giustizia.”


Gianni Mello (Associazione Italia-Tibet): “Torino è tappezzata di manifesti con la scritta “Passion lives here”. Ebbene, da domani inizia qui a Torino l’interpretazione tibetana della Passione … Noi siamo al fianco dei tibetani, e appoggeremo le iniziative decise da loro”.


 


A San Pietro in Vincoli, accanto alla tenda dei digiunatori, sarà allestita una mostra fotografica sul Tibet; saranno anche disponibili bandiere del Tibet.


Fonte: Associazione Italia-Tibet

21 commenti:

  1. Apprendo solo ora questa notizia, mia cara amabilissima.
    Sconcerta e amareggia non poco..
    Al rientro farò in modo da visitare il blog che indichi.
    Intanto un abbraccio
    In Ot: ti ho mandato via mail un omaggio.

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  2. Apprendo solo ora questa notizia, mia cara amabilissima.
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  5. ciao grazie del passaggio bello questo post

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  6. Cara Harmonia, queste sono le notizie cui va dato spazio al di là delle abilità "circensi" di atleti multietnici.
    Ti ringrazio per questa opera di diffusione.
    Un abbraccio commosso

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  7. Cara Harmonia, queste sono le notizie cui va dato spazio al di là delle abilità "circensi" di atleti multietnici.
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    Un abbraccio commosso

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  10. purtroppo sono di fretta... un saluto veloce, juliet

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  11. se le olimpiadi di pechino si terranno (e si terranno), forse tra qualche anno l'opinione pubblica -spero- guarderà con incredulità alla partecipazione internazionale a quei giochi, così come a noi capita di pensare alle olimpiadi di berlino del '36 o ai mondiali di calcio in argentina del '78:occasioni per i regimi dittatoriali di dimostrare la propria forza ed il sostegno popolare, alla faccia dei diritti umani.

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  12. ....passo tra i tuoi pensieri e ti lascio un'impronta di un mio saluto....

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  13. Cristo...ma cosa serve a questa dannata razza umana per migliorare?

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  14. una realtà terribile, ma la cosa ancora più terribile è l'indifferenza della nostra società...
    un abbraccio da claudio

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  15. una realtà terribile, ma la cosa ancora più terribile è l'indifferenza della nostra società...
    un abbraccio da claudio

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    un abbraccio da claudio

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  18. Mi sento offeso come persona e mi vergogno come essere: appartenere alla stessa razza di questi assassini è molto, molto difficile, quando lo spirito è dalla parte opposta.

    TpnO, amica carissima.

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  19. Mi sento offeso come persona e mi vergogno come essere: appartenere alla stessa razza di questi assassini è molto, molto difficile, quando lo spirito è dalla parte opposta.

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  20. Mi sento offeso come persona e mi vergogno come essere: appartenere alla stessa razza di questi assassini è molto, molto difficile, quando lo spirito è dalla parte opposta.

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