Appello degli intellettuali francesi:
gli animali sono esseri sensibili, non cose
«Non si può più opporre l’uomo
alle bestie. Il benessere degli animali
è un segno di progresso sociale».
alle bestie. Il benessere degli animali
è un segno di progresso sociale».
Gli animali devono essere riconosciuti dalla legge come «esseri viventi e sensibili»: è l’appello di 24 intellettuali francesi, tra cui i filosofi Michel Onfray e Alain Finkielkraut, l’astrofisico Hubert Reeves, e l’ex ministro dell’Educazione Luc Ferry, che hanno pubblicato un manifesto affinché gli animali non siano più considerati nel Codice civile transalpino come cose. «Non si può più opporre l’uomo alle bestie - sostengono gli intellettuali -. Il benessere degli animali è un segno di progresso sociale».
C’è anche una petizione con una proposta di legge lanciata dalla Fondazione ’30 millions d’amis’ che ha già raccolto circa 250.000 firme ed è stata presentata alla ministra della Giustizia. «Vogliamo dare una personalità giuridica all’animale, creando una terza categoria oltre alle persone e ai beni - spiega la presidente della Fondazione, Reha Mutin -. Proponiamo che il titolo del Libro II del Codice civile sia modificato come segue: `Degli animali, dei beni e delle differenti modificazioni della proprietà´. Deve inoltre essere specificato che l’animale è un essere vivente e sensibile».
Attualmente il Codice civile, all’articolo 528, non menziona gli animali come esseri viventi ma come «beni mobili». Questa definizione fu stabilita sotto Napoleone nel 1804 ed è il retaggio di una società rurale dove l’animale era ritenuto una forza agricola.
«Oggi questo articolo del Codice civile è assurdo - afferma Luc Ferry -. Bisogna fare evolvere la legislazione in vigore in vista di un’evoluzione dello statuto giuridico dell’animale».
«Gli animali sono per la legge merce di scambio - ammette anche Hubert Reeves -. Ritenerli esseri sensibili vuol dire riconoscere che possono soffrire e offrire loro una maggiore protezione giuridica contro i maltrattamenti, sia nell’ambito domestico, che per in quello agricolo o nei laboratori di ricerca».
Il primo testo per la protezione degli animali domestici fu adottato in Francia nel 1850 su proposta dell’ufficiale di cavalleria Delmas de Grammont. Nel 1976 il Codice agricolo d’Oltralpe riconosce per la prima volta l’animale come un essere sensibile. Poi nel 1999 il Codice penale punisce i maltrattamenti e le sevizie gravi contro gli animali”.
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