lunedì 2 gennaio 2012

La speranza nello Zibaldone di Leopardi







"Ella è cosa forse o poco o nulla o non abbastanza osservata che la speranza è una passione, un modo di essere, così inerente e inseparabile dal sentimento della vita, cioè dalla vita propriamente detta, come il pensiero, e come l'amor di se stesso, e il desiderio del proprio bene.

Io vivo, dunque io spero, è un sillogismo giustissimo, eccetto quando la vita non si sente, come nel sonno ec. Disperazione, rigorosamente parlando, non si dà, ed è così impossibile a ogni [4146] vivente, come l'odio vero di se medesimo. Chi si uccide da sé, non è veramente senza speranza, non più che egli odii veramente se stesso, o che egli sia senz'amor di se stesso.

Noi speriamo sempre e in ciascun momento è in un certo modo un atto di desiderio, e altresì un atto di speranza, atto che benché si possa sempre distinguere logicamente, nondimeno in pratica è ordinariamente un tuttuno, quasi, coll'atto di desiderio, e la speranza una quasi stessa, o certo inseparabil, cosa col desiderio."  (Bologna, 18 Ottobre 1825).


 Giacomo Leopardi, Zibaldone di pensieri, Mondadori, vol. II, pag. 1090, [4145]

SPERANZA-FEDE. Federico Flanking_Allegoria di Fede e Speranza_Italia_1595
dal sito: <a href="http://www.getty.edu/art/" rel="nofollow">www.getty.edu/art/</a>

8 commenti:

  1. ...e speriamo che la Speranza abiti sempre le nostre anime.

    buon anno Cara...ti abbraccio

    RispondiElimina
  2. Negli ultimi anni ho perso un poco di speranza, inutile negarlo... Soprattutto nei confronti degli uomini pubblici, della politica, della res pubblicae. Sono portato con Leopardi a sentire che questa speranza è inscindibile con il desiderio e in tempi cupi come questi anche con la "volontà"
    In tante occasioni occorre imporsela la speranza. Contro tutto e tutti.Ma non è cosa semplice nè priva di una certa dose di "follia".
    Non trovi? Io credo che nella "speranza" occorre essere santi e folli.

    RispondiElimina
  3. speravo di ritrovarti... :-)

    RispondiElimina
  4. « Fede è sustanza di cose sperate
    e argomento de le non parventi,
    e questa pare a me sua quiditate »

    RispondiElimina
  5. La misteriosa citazione del signore con gli occhiali qui sopra ( dal Paradiso della Divina Commedia ) dice quanto il Marchesino Leopardi ci abbia capito poco sulla Speranza. Lettera maiuscola, essendo una Virtù. Leopardi crede che sia una "passione desiderosa" , tipo la speranza di suonarsi Silvia. Errore! La "sustanza" della Speranza è la Fede; bisogna crederci in quel che si spera. Dunque, occorre essere ottimisti. Essendo il Leopardi un pessimisma cosmico, Silvia, ahimè, non se la suonò mai.

    RispondiElimina
  6. Se posso, e senza offesa per nessuno... ma
    mi pare riduttiva e fin troppo banalizzante (un po' alla Zelig -per intenderci-)la lettura del Leopardi proposta da Paolo.
    Concordo invece sulla Speranza come dovere, come ottimismo della volontà, come capacità di imporsi una prospettiva costruttiva.

    RispondiElimina
  7. Caro Carlo, sono appena arrivata dal blog di Blue. Mi sono permessa di riscrivere il tuo commento con una piccola aggiunta.
    Sono d'accordo con te sul commento di Paolo, antico vecchio della montagna, tanto che appena ne avrò il tempo gli darò una bella tiratina d'orecchie. Bravo, Carlo!

    RispondiElimina
  8. Caro cKlimt, grazie del simpatico e benevolo commento. L'effetto zeling mi viene spontaneo parlando di Leopardi, devono essere riminiscenze ginnasiali. Però io di Leopardi non ho letto solo frammenti delle sue opere filosofiche e anche non mi piace molto nemmeno come poeta.
    Mi destituisco pertanto di ogni fondamento.
    Invece il tema della Speranza e della Fede è interessantissimo. Quella bribona di Harmonia tutte le inventa...

    RispondiElimina