Andrea Zanzotto
A che valse l'attesa del gioco?
A che valse l'attesa del gioco?
I compagni mancavano
o distratti seguivano dall'alto
il volo oscuro dei pianeti.
La notte circola ormai
consuma il settentrione
ma non la tua presenza
vasta come il candore
di stanze senza tramonto.
Questo fuoco non sa più
riscaldare
è divenuto un monile
sottile e falso
la muffa e il musco dei tuoi piedi
ha fatto le corti basse
dove mi sciolgo e mi ascolto
la neve è qui nella sua bara.
Le ceneri sono le forme
del tuo sorriso dipinto
in ogni sembianza sviene e si suggella
i cui lumi già fievoli si negano in tristi orizzonti.
Il fiume della notte
s'ingolfa neller grate e nelle botole.
da A che valse?
Ottima scelta!
RispondiEliminaI Poeti - e la poesia - salveranno il mondo?
Ciao
Cristina :-)
hai fatto bene a ricordare Zanzotto. E' stato uno dei tanti grandi uomini dimenticati da questo sventurato paese che sa incantarsi solo di fronte ai venditori di fumo.
RispondiEliminaCiao
l'ho apprezzata moltissimo!
RispondiEliminaciao!!! claudio
Lo conosco pochissimo, e credo che questa che pubblichi sia la prima sua poesia che leggo. Bella. Me lo ricordo di più per certe feroci polemiche ambientaliste.
RispondiEliminaMagari la poesia non salverà il mondo ma molti di noi sì, dallo sconforto. dall'apatia e dallo scoraggiamento. E' come portarsi un'aurora in tasca, un mare azzurro che puoi tirare fuori quando ti serve...