martedì 3 febbraio 2009

TESTAMENTO BIOLOGICO


DDL IN PARLAMENTO PER LA DISCUSSIONE


Disegno di legge di Ignazio Marino firmato da 101 senatori: Clicca qui per scaricare il testo integrale.

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Il DDL preparato dal Pdl non l'ho trovato, perciò mi affido al riassunto/racconto del Corriere della Sera). Il DDL della Destra mi spaventa, perché è restrittivo e addirittura limita significativamente la libertà costituzionale di cura, introducendo concetti distorti per sostenere le proprie tesi. Per esempio, l'idratazione e l'alimentazione artificiali intesi  non come terapie. Temo questa Destra che legifera, perché ha già dimostrato in parecchi casi di non tener conto del bene pubblico e del rispetto della Costituzione, dal lodo Alfano in poi.

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ROMA — Comincia oggi in Commissione Sanità del Senato il cammino del disegno di legge sul «testamento biologico».

 Il testo del Pdl ne riunisce altri 10 e prevede che il «testamento » dovrà essere firmato da un medico e depositato dal notaio e sarà valido per 3 anni. Avrà una gestazione lunga e già affiorano le prime divisioni. Il testamento dovrà essere firmato da un medico e depositato dal notaio. Validità di tre anni, scaduti i quali andrà riconfermato con atto ufficiale oppure modificato.

È prevista la figura di un fiduciario che però non è vincolato a rispettare le indicazioni contenute nel documento.

Alimentazione e idratazione artificiali vengono definite «forme di sostegno vitale», e in quanto tali eticamente e deontologicamente dovute. Dunque sono escluse dalle terapie di cui il cittadino potrà richiedere la sospensione in previsione della eventuale perdita delle capacità di intendere e di volere.

Comincia oggi in Commissione Sanità del Senato il cammino del disegno di legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento. Il relatore Raffaele Calabrò, Pdl, ha lavorato fino a ieri sera con i capigruppo di maggioranza in parlamento per le ultimissime limature di un testo che costituisce la riunificazione dei 10 depositati a Palazzo Madama. Il provvedimento raccoglie un ampio consenso nell'ambito del centrodestra, a parte qualche voce dissonante. Il punto cruciale riguarda proprio la somministrazione di cibo e acqua col sondino, irrinunciabili per i cattolici, assimilabili a vere e proprie terapie e dunque soggette a sospensione secondo i laici. Su questo si sono spaccati anche i Pd, dove è stata raggiunta una posizione «prevalente».

Il Ddl ai blocchi di partenza secondo le previsioni del presidente della Commissione Antonio Tomassini potrebbe essere consegnato all'aula entro maggio: «Daremo la parola a tutti, se necessario siamo pronti a sedute straordinarie. Ma su temi del genere non si deve correre».


Il testo richiama i principi fondamentali del nostro ordinamento che garantisce il diritto alla vita «inviolabile e indisponibile» anche nella fase terminale dell'esistenza e nell'ipotesi che il titolare non sia più in grado di intendere e di volere.


Viene sottolineato il principio dell'alleanza terapeutica tra medico e paziente e l'impegno del medico ad astenersi da accanimento terapeutico «senza però porre in essere pratiche dirette o indirette di eutanasia o abbandono terapeutico».


È possibile accettare dichiarandolo nel testamento biologico cure sperimentali, invasive o ad alto rischio.


No, invece, ad indicazioni finalizzate a eutanasia attiva o omissiva o che possano configurarsi come suicidio assistito. Il fiduciario deve essere maggiorenne e in collaborazione col medico si impegna a far sì che le disposizioni di fine vita vengano «attualizzate». Esempio: il paziente ha chiesto lo stop alle terapie ma nel frattempo si è resa disponibile una nuova tecnica per intervenire. In questo caso medico e fiduciario possono decidere di provare


La volontà espressa nel testamento non è vincolante ma è «attentamente presa in considerazione dal medico» che annota nella cartella clinica le ragioni per cui ritiene o meno di eseguirla.


E in vista della discussione il presidente della commissione, il pd Ignazio Marino lancia un appello. «Mi auguro che si iscrivano a parlare molti senatori del Pd, non per puro ostruzionismo nei confronti dell'annunciato testo base Calabrò, ma per avviare una discussione che tenga conto delle posizioni di tutti.


L'urgenza di una legge sul testamento biologico non discende solo da drammatiche vicende quali quelle di Eluana Englaro o Piergiorgio Welby.


Qui è il Paese che chiede con forza una legge che tuteli il diritto alla cura, ma non il dovere alle terapie, nel solco dell'articolo 32 della nostra Costituzione».


Margherita De Bac, Corriere della Sera, 27 gennaio 2009


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Il diritto di decidere da soli


di IGNAZIO MARINO*




I riflettori si spengono, le grida si smorzano, le parole si placano e lasciano spazio al silenzio. Sarebbe questo il clima ideale per rispettare Eluana, giunta alla fine della sua sfortunata esistenza. Sarebbe l'atteggiamento corretto di un paese che rispetta il dramma di una famiglia e, soprattutto, rispetta le sentenze della magistratura.

Purtroppo, fa male ammetterlo, il rispetto delle regole come il rispetto delle persone, non è un valore che appartiene alla nostra società e alla nostra epoca. I riflettori si accenderanno fuori dalla clinica di Udine che ha accolto Eluana e le grida si faranno assordanti, coprendo rumorosamente le riflessioni pacate e intime che questa drammatica vicenda dovrebbe indurre in ognuno di noi.

I riflettori si accenderanno anche in Senato, dove da una settimana si discute della legge sul testamento biologico, una legge che sarebbe stata utile ad Eluana se, prima del suo incidente d'auto che l'ha ridotta in stato vegetativo, avesse avuto la possibilità di scrivere le sue volontà. Quella legge non c'era ed Eluana è entrata in un limbo da cui solo la magistratura, con giudizi ponderati e univoci, ha creato le condizioni per farla uscire.

Il dramma umano di Eluana può essere però di aiuto anche al Parlamento. Se, infatti, sarà approvata la legge proposta dal centrodestra, se una ragazza di vent'anni decidesse di lasciare un testamento biologico, potrebbe incorrere esattamente nella stessa situazione in cui è stata Eluana Englaro per oltre diciassette anni: nessuno potrebbe interrompere idratazione e nutrizione artificiali nemmeno se quella ragazza avesse scritto chiaramente, davanti a testimoni, di non volere tali terapie.

La volontà potrebbe non essere rispettata ed è facile immaginare fin d'ora che vi sarà un nuovo Beppino che si appellerà alla magistratura affinché sia rispettato il diritto alla libertà di cura, diritto sancito dalla Costituzione italiana, dalle convenzioni internazionali, dal codice di deontologia medica, dal catechismo della chiesa cattolica e, non ultimo dal buon senso e dalla carità cristiana.




Nessuno può essere sottoposto a una terapia contro la sua volontà: è questo il principio che dovrebbe guidare tutti noi, parlamentari compresi, indipendentemente dallo schieramento di appartenenza, nel chiederci che cosa vorremmo per noi stessi o per un nostro familiare se un giorno ci trovassimo nella situazione di Eluana. E' questa l'unica riflessione che dovremmo fare oggi.

La maggior parte degli italiani su questo punto ha le idee molto chiare, pensa che sulle scelte che riguardano la fine della loro vita vogliono decidere da soli, basta scorrere i messaggi delle settantamila persone che hanno già sottoscritto l'appello per la libertà di cura sul sito appello
appellotestamentobiologico. Mi auguro che in tanto frastuono inutile, queste voci in difesa del diritto e della libertà riescano a farsi sentire.

* senatore del Pd .
La Repubblica, 3 febbraio 2009

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