sabato 15 ottobre 2005


Caro diario, ho già vissuto personalmente l'esperienza della teocrazia ai tempi dell'ayatollah Khomeini in Iran. Ricordo il senso di soffocamento e la paura. Non pensavo nemmeno lontanamente a difendere le mie idee: troppo inutile e pericoloso. E poi mi manca l'arroganza di certi martiri. No, non ho la sindrome da rivoluzione clericale, ma forse una più dolorante sensibilità al problema.


Ora questo Ratzinger ha tutto il diritto di parlare. Non fanno parte di me né l'anticlericalismo né l'ateismo professato come religione al contrario. Ratzinger può dire quello che vuole, certamente, ma molte e molti come me non hanno voce, visto che ormai quasi tutti i politici sembrano considerare indiscutibili le parole di questo capo religioso. 


Allora, io, laica e onesta, portatrice di un'etica che l'uomo in abiti faraonici nemmeno si sogna che possa esistere, se non altro perché è gratuita e si esprime solo per amore della giustizia e non per paura di punizioni o speranza di premi, come posso rispondergli io? Accetterebbe il sant'uomo che una laica come me parafrasi la sua affermazione (quella segnata in blu) con la mia (quella segnata in fucsia), non per il gusto di contraddirlo, ma per una giusta reciprocità?



"I diritti fondamentali
vengono da Dio, non dallo Stato"






NORCIA (Perugia) - Parole forti, con la firma di Benedetto XVI: "I diritti fondamentali non vengono creati dal legislatore, ma sono iscritti nella natura stessa della persona umana, e sono pertanto rinviabili ultimamente al creatore".


Il passaggio è contenuto in una lettera che il papa ha inviato alla fondazione Magna Charta che tiene un convegno a Norcia sul tema "Libertà e laicità". E a cui partecipano, tra gli altri, Marcello Pera e di Roberto Formigoni.

Nella missiva, il Papa sostiene che uno Stato "sanamente laico" deve riconoscere nella sua legislazione quel "senso religioso in cui si esprime l'apertura dell'essere umano alla trascendenza". Solo questa, secondo Benedetto XVI, è una forma di "laicità positiva", che garantisce "a ogni cittadino il diritto di vivere la propria fede religiosa con autentica libertà, anche in ambito pubblico".

E dunque, secondo il papa, "per un rinnovamento culturale e spirituale dell'Italia e del continente europeo occorrerà lavorare affinchè la laicità non venga interpretata come ostilità alla religione, ma al contrario come impegno a garantire a tutti, singoli e gruppi, nel rispetto dell'esigenze del bene comune, la possibilità di vivere e manifestare le proprie convinzioni religiose".


"per un rinnovamento culturale e spirituale dell'Italia e del continente europeo occorrerà lavorare affinchè la laicità non venga aggredita con ostilità dalla religione, ma al contrario le religioni si impegnino a garantire a tutti, singoli e gruppi, nel rispetto dell'esigenze del bene comune, la possibilità di vivere e manifestare le proprie convinzioni sia quelle religiose che quelle non religiose ma non per questo meno nobili e morali".


da Repubblica - http://www.repubblica.it/interstitial/interstitial403783.html


Proprio oggi è apparso su Repubblica questo articolo di Mario Pirani


I nuovi "illuministi" tra Ragione e Religione

VORREI riflettere, senza ipocriti scandalismi ma anche senza diplomatiche elusioni, delle recenti affermazioni di Piero Fassino, Fausto Bertinotti e Giuliano Amato sul tema della religione. Il primo si è dichiarato apertamente credente e animato da una fede rafforzata dai nove anni passati come allievo dei gesuiti; il secondo ha proclamato l´abbandono dell´antico ateismo e l´approdo, «non senza coinvolgimento emotivo», ad un percorso di ricerca di Dio; il terzo, con una serie di interventi molto articolati, è giunto alla conclusione che nella società attuale «la vecchia premessa del laicismo non regge più», soprattutto quella che confina il fattore religioso nella sfera privata, dato che ormai la religione fa parte della sfera pubblica ed anzi i principi fondanti della democrazia, la libertà di coscienza, l´eguaglianza, il rispetto dei diritti di tutti andrebbero salvaguardati in una dialettica «dialogica» con la Chiesa.


Una dialettica, peraltro, squilibrata se il suo propugnatore, da sempre considerato come la mente più razionale della sinistra, proclama, alla stregua di un peccatore in ginocchio davanti al proprio vescovo: «So bene che sbaglierei se non avessi l´umiltà che devo avere davanti a chi esercita e ne ha la responsabilità, il magistero della Chiesa... e non posso non ribadire la mia convinzione che la società in cui oggi viviamo ha un gran bisogno dei valori religiosi come componenti essenziali di un tessuto connettivo che rischia altrimenti di sfrangiarsi e di lasciarci in preda a conflitti insanabili». E, ad evitare che la definizione di «valori religiosi» possa ingenerare equivoci, aggiunge: «Fra di essi i valori cristiani hanno una forza coesiva e una capacità di aprirsi alle diversità che pochi altri posseggono».



In questa panoramica di posizioni tralascio quelle assunte da leader del centro sinistra da sempre credenti, come Romano Prodi (peraltro più laico di molti altri) o di conversione già scontata da qualche tempo, come Francesco Rutelli. Resta, comunque, acclarato che ai vertici dell´opposizione la presenza cattolica dichiarata è preponderante in misura assoluta.


I nuovi "illuministi"


UN fenomeno altamente significativo che non può, quindi, venire considerato come un assieme casuale di privati eventi, tanto più in una stagione in cui la Cei e il cardinale Ruini, sotto la guida di Benedetto XVI, impongono la loro crescente precetticistica giuridica, scientifica, famigliare, sessuale, scolastica alla totalità dei cittadini italiani, siano o no osservanti.


Credo, peraltro, sia insufficiente - anche se ha il suo peso - ricondurre la penetrazione religiosa ai vertici del centrosinistra ad un riflesso politico determinato dalla scomparsa della Dc e dal subentrare, nei due opposti schieramenti. di forze, esplicitamente o no di ispirazione cristiana, tutte, comunque, alla ricerca di legittimazione ecclesiastica. Questo è solo l´epifenomeno che maschera lo sfaldarsi di una capacità culturale in grado di rispondere ad una sfida basata sul mortificante assioma secondo cui, venuta rovinosamente meno l´ideologia comunista, il surrogato laico sarebbe troppo fragile, arido, inadeguato per vivificare valori forti, coinvolgenti, adatti ad ispirare convincimenti e comportamenti condivisi sulle grandi questioni che l´umanità ha di fronte: il progresso della scienza e della tecnica, gli sconvolgimenti della globalizzazione, gli squilibri dell´economia, l´irrompere sulla scena dei fondamentalismi armati, la guerra e la pace.


Certo, se la risposta della sinistra si limita allo scontato balbettio «politichese» o alla sloganistica no global, il Verbo evangelico di pace, solidarietà, «visione integrale di vita buona» (come dice il cardinale Angelo Scola) appare assai più seduttivo per la grande maggioranza della gente e se lo scotto da pagare comporterà limitazioni alla ricerca scientifica, alla libertà degli individui sul piano sessuale, alla pienezza della giurisdizione civile (Pacs, ecc.), ai diritti delle donne e, persino, alla eguaglianza fiscale dei cittadini (vedi esenzione dell´Ici per alberghi e cliniche di proprietà ecclesiastica), ebbene il «buon laico» non «laicista», come oggi si viene distinguendo, dovrà con rispettosa «umiltà» perseguire pazientemente qualche compromesso residuale, sempre nell´ambito dei principi etici segnati da Santa Romana Chiesa.


Se così vanno le cose non basterà, purtroppo, richiamarsi al Concordato o al «libera Chiesa in libero Stato» di cavourriana memoria per ricondurre la Repubblica e il Vaticano entro i vecchi confini ormai travalicati. Occorre, di contro, se se ne ha il coraggio e la forza, riaprire da sinistra un confronto delle idee non impacciato da timidezze, tatticismi, mediocri calcoli di opportunità. Se ci si pone nell´ottica di un intellettuale di sinistra (tanto più se ci si candida a posizioni di pubblica responsabilità) bisognerebbe distinguere tra la politica verso il mondo cattolico e la propria fede personale. Ora, nella storia d´Italia comunisti e socialisti (più i primi dei secondi) hanno sempre avuto presente l´imperativo di un dialogo aperto e continuo col mondo cattolico, sia all´esterno che all´interno del partito. Il Pci, infatti, non solo propiziò l´inserimento dei Patti Lateranensi nella Costituzione (art.7) ma al primo congresso dopo la Liberazione sancì nel proprio statuto la possibilità di iscrizione al partito anche per chi non accettava l´ideologia marxista-leninista, e cioè per i cattolici.


Così che molti militanti del disciolto «Movimento dei cattolici comunisti» vi aderirono, anche in posizione di responsabilità, da Antonio Tatò a Luciano Barca, da Luca Pavolini a Marisa Rodano. Questa linea non venne mai meno fino al compromesso storico ed oltre. Essa, però, non comportò una ibridazione culturale fra l´una e l´altra matrice e i capi del Pci prima e dei Ds poi, fino ai giorni scorsi, evolvendo via via dallo stalinismo d´origine al riformismo democratico, rimasero, pur sempre, nell´alveo della cultura socialista.


Una cultura che, anche in presenza della catastrofe comunista e del disgregarsi di una ideologia finalistica totalitaria, non poteva e non può rinunciare in toto, pena il suo annullamento, a una concezione materialistica della Storia, pur depurata da determinismi economicistici assoluti ad opera delle salutari filosofie revisionistiche posteriori, da Max Weber a Karl Popper. Una cultura incline, inoltre, a cercare nella Ragione illuministica, una bussola orientativa, ancor più indispensabile col periclitare relativo di quella marxista (del resto non è senza significato che Togliatti abbia ritradotto e pubblicato il «Trattato sulla tolleranza» di Voltaire o che Craxi, all´inizio della stagione autonomistica del Psi, abbia sortito il saggio su Proudhon). Ma nel vacuo convincimento che l´abbandono delle ideologie volesse anche dire liberarsi da ogni radice culturale e così procedere leggeri e senza pesi onerosi, mandando al macero non solo il filosofo di Treviri ma anche quelli dei Lumi, gli odierni leader della sinistra sembrano attraccare, nel migliore dei casi, alle sponde dello spiritualismo cristiano.


Può essere, quindi, non del tutto superfluo ricordare quale fosse il concetto di religione nel pensiero socialista più serio e consapevole che, pur respingendo sia l´anticlericalismo blasfemo e irridente come anche le derive dell´ateismo militante, sfociate nelle persecuzioni antireligiose del totalitarismo stalinista e nazista, pur tuttavia non abdicava da un giudizio storicistico. Per prima cosa le religioni erano concepite, sia nell´assieme che nelle analisi comparate, come uno dei più importanti, forse il più importante, fenomeno della storia umana.


Anche per chi le definì «l´oppio dei popoli». Questo voleva dire analizzare i singoli culti in un quadro fondamentalmente analogo. Cattolicesimo o buddismo, islamismo o giudaismo, protestantesimo e persino paganesimo e animismo non possono, in questa luce, esser distinti nel senso che il primo avrebbe il crisma della Verità e gli altri, ingannevoli tramiti di perdizione, subire l´anatema.


È evidente che chi si proclama fedele cattolico, anche se oggi non ricorrerebbe come strumento di evangelizzazione alle Crociate o ai roghi dell´Inquisizione, pur tuttavia reputa essere la «vera» Fede solo la propria.


In quest´ottica la Rivelazione subentra alla Ragione.


Un illuminista odierno, anche se orgoglioso dei propri valori, li sottopone comunque al vaglio permanente del dubbio, della verifica, dell´analisi storicistica che li spoglia del crisma dell´assoluto. La religione - anzi le religioni di ogni tempo e luogo - le interpreta come la più straordinaria e duratura invenzione dell´Uomo per esorcizzare l´idea insopportabile di una morte eterna e senza speranza e per darsi una risposta al mistero che lo circonda, ai mille perché cui la scienza non è ancora arrivata e in gran parte forse non arriverà mai a dare soluzione. Di qui l´anelito a una sentenza trascendente, a una Rivelazione che scenda sulla terra da una sfera metafisica, il più delle volte tramite un Libro sacro, trasmesso da un Profeta e interpretato da una casta sacerdotale che se ne fa custode. Le infinite falangi di credenti possono così placare l´ansia dell´esistenza, immaginare protezione e consolazione da mali, disgrazie e catastrofi, esternare riconoscenza e devozione. O anche, soltanto cercare «candidamente Dio», come scriveva Gustav Mahler per spiegare una sua sinfonia.


E con lui le innumerevoli legioni di artisti che alla religione hanno ispirato l´opera loro. Tutto ciò spiega perché la religione definisca la vita e la natura come una «creazione» e tenda a respingere le teorie evoluzionistiche o anche materialistiche e storicistiche. Di qui l´impervio rapporto con la scienza quando perviene a modificare l´esistente e, dunque, a incidere sulla Creazione. Da questo punto di vista non c´è una differenza qualitativa tra la condanna di Galileo e quella odierna sulla manipolazione degli embrioni. Del resto è stato proprio il cardinale Ratzinger a dire in un discorso del 1990 che «il processo di Galileo fu ragionevole e giusto». Il retroterra ideale e culturale dell´ansia prescrittiva della Chiesa è naturalmente assai più vasto e complesso ma il fulcro primo risiede lì: nell´incrocio tra Rivelazione e Creazione. Poi, «per li rami», infinite cose ne discendono, fino alla genuflessione politica implicita o esplicita ai dettami della Gerarchia.


L´illuminista, per contro, «sta solo sul cuore della terra», cerca ed offre solidarietà ai suoi simili per affrontare la Natura e la Storia, spinge la ricerca fin dove può per diradare il mistero e migliorare le condizioni della vita. Non obbedisce a chiese ma si fa guidare da una morale che non è immutabile nei millenni ma subisce l´influsso dei tempi, una «morale provvisoria» diceva Pascal. Non è credente ma difende strenuamente la libertà di religione come la libertà di pensiero. Rispetta e può, persino, nutrire invidia per la fede del credente ma seguita ad affidarsi ai propri valori etici, che talvolta coincidono e altre no, con quelli religiosi. Il lume della Ragione dovrebbe guidare i suoi atti, anche se non ne trae sempre consolazione. L´Inconscio, l´Errore, l´Eterogenesi dei fini ne rendono impervio e ignoto il procedere.


da Repubblica di MARIO PIRANI - http://www.articolo21.info/rassegna.php?id=2593


40 commenti:

  1. Non vorrei apparire maligno, ma dietro a questo approdo della sinistra allo spiritualismo cristiano ci vedo un po' di disorientamento e un po' di opportunismo politico. O forse tutte e due le cose. Io sto, stolidamente laico, con coloro che sono "soli nel cuore della terra", cercando di offrire un po' di razionale conforto.
    8-)

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  2. Non vorrei apparire maligno, ma dietro a questo approdo della sinistra allo spiritualismo cristiano ci vedo un po' di disorientamento e un po' di opportunismo politico. O forse tutte e due le cose. Io sto, stolidamente laico, con coloro che sono "soli nel cuore della terra", cercando di offrire un po' di razionale conforto.
    8-)

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  3. Quello che il bravissimo Pirani non pare aver capito è che l'etica laica non origina dalla Ragione. La ragione,la razionalità, produce conoscenza delle cose, le smonta e le misura e origina tecnologia, cioè oggetti. Tutto il resto, la solidarietà, il valore e la difesa della libertà, la ricerca della giustizia e del bene comune nascono dal "cuore", nel senso in cui lo intendono Citati e Guenon. Sono nutrite da un irrazionale sentimento di amore, che è il nucleo primigenio di tutte le vere religioni. E sopratutto del Cristianesimo, che si fonda o dovrebbe fondarsi sull'unico comandamento di Gesù " amatevi come Io vi ho amato". Liberi gli uomini di tradirlo...

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  4. Cara Harmonia, condivido quanto scritto in fucsia. Non credo che un laico sia meno religioso di un professante anche se puo' apparire una contraddizione. E non me la sento neppure di biasimare chi, nel suo personale processo di crescita, possa avere dei ripensamenti per l'una o l'altra parte della questione. D'altro canto i concetti primari e principali di ogni religione sono celati in ogni cuore e basta dargli corpo e farli uscire.
    forse sono solo un ingenuo o un illuso
    ma in ognuno di noi c'e' la presenza di un dio vuoi Budda, Gesu', manitou o amore o chicchessia anche e, soprattutto, in chi si professa laico.
    Ciao H. al prossimo post.
    Enzo

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  5. Cara Harmonia, condivido quanto scritto in fucsia. Non credo che un laico sia meno religioso di un professante anche se puo' apparire una contraddizione. E non me la sento neppure di biasimare chi, nel suo personale processo di crescita, possa avere dei ripensamenti per l'una o l'altra parte della questione. D'altro canto i concetti primari e principali di ogni religione sono celati in ogni cuore e basta dargli corpo e farli uscire.
    forse sono solo un ingenuo o un illuso
    ma in ognuno di noi c'e' la presenza di un dio vuoi Budda, Gesu', manitou o amore o chicchessia anche e, soprattutto, in chi si professa laico.
    Ciao H. al prossimo post.
    Enzo

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  6. Intanto ti abbraccio e ti auguro una domenica serena....poi ti leggo con calma. Alain

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  7. Intelligenza emotiva è la risposta. Pensare con tutti i nostri sensi, ragionare/decidere con la religione dell'insieme dei nostri sensi, della nostra cultura, della nostra emotività/sensibilità, giudicare senza pregiudizi confessionali, ideologici o chiesastici che siano.
    Che il papa faccia il papa a me non disturba, disturba, invece, chi, politico o comune cittadino che sia, giudica ed agisce secondo i suoi dettami.
    Pensieri forti e creativi possono nascere solo dal binomio ragione/sentimento e ragione/emozione.
    Riguardo al "dubbio" il mio blog si chiama, non a caso "chissà".
    Un piacere della mente e dell'anima leggere questo post, che ivisiterò con più calma.

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  8. Intelligenza emotiva è la risposta. Pensare con tutti i nostri sensi, ragionare/decidere con la religione dell'insieme dei nostri sensi, della nostra cultura, della nostra emotività/sensibilità, giudicare senza pregiudizi confessionali, ideologici o chiesastici che siano.
    Che il papa faccia il papa a me non disturba, disturba, invece, chi, politico o comune cittadino che sia, giudica ed agisce secondo i suoi dettami.
    Pensieri forti e creativi possono nascere solo dal binomio ragione/sentimento e ragione/emozione.
    Riguardo al "dubbio" il mio blog si chiama, non a caso "chissà".
    Un piacere della mente e dell'anima leggere questo post, che ivisiterò con più calma.

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  9. cara harmonia, non voglio e non so discutere di etica religiosa ed etica laica, sottoscriverei le parole di pirani se egli, per il giusto rispetto delle opinioni di ciascuno e per il fatto di averne scritto su un quotidiano, non avesse evitato di dare un nome a questo nuovo episodio di trasformismo, per me è opportunismo politico (ma c'è chi pensa che si potrebbe trattare di opportunismo senile);
    le parole del pontefice su dio come fonte del diritto non mi meravigliano nè mi scandalizzano: per i romani la fonte del ius gentium-comune a tutti i popoli- stava nella naturalis ratio, che definirei come una sorta di istinto di specie (cui, purtroppo, mi pare siamo in maggioranza sordi)

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  10. cara harmonia, non voglio e non so discutere di etica religiosa ed etica laica, sottoscriverei le parole di pirani se egli, per il giusto rispetto delle opinioni di ciascuno e per il fatto di averne scritto su un quotidiano, non avesse evitato di dare un nome a questo nuovo episodio di trasformismo, per me è opportunismo politico (ma c'è chi pensa che si potrebbe trattare di opportunismo senile);
    le parole del pontefice su dio come fonte del diritto non mi meravigliano nè mi scandalizzano: per i romani la fonte del ius gentium-comune a tutti i popoli- stava nella naturalis ratio, che definirei come una sorta di istinto di specie (cui, purtroppo, mi pare siamo in maggioranza sordi)

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  11. Ciao! Passo solo per lasciarti il mio abbraccio.Pormetto di tornare con calma: il lunedì..è tra i " dies terribilis" !!

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  12. Arrivo tardissimo, rispetto a tutto e tutti: non mi resta che dirti quello che avrei detto se fossi stato il primo, che la tua affermazione in fucsia comprende ed esprime quello che è anche il mio pensiero.

    TpnO

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  13. Arrivo tardissimo, rispetto a tutto e tutti: non mi resta che dirti quello che avrei detto se fossi stato il primo, che la tua affermazione in fucsia comprende ed esprime quello che è anche il mio pensiero.

    TpnO

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  14. Condivido in pieno quello che tu scrivi in fucsia...

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  15. Ho capito solo ieri leggendo Politi su La Repubblica la portata politica della lettera autografa del Papa al convegni di Magna Cartha. Cambiando di segno sarebbe come se il Papa avesse scritto a Micromega sollecitando 'impegno di tutti a favore della teologia della liberazione in America Latina. Che guaio. Perchè il Papa può sostenere le proprie visioni parlando in Piazza San Pietro, ma se scrive lettere autografe ad una definitissima parte politica di questo Paese- la destra neocon tutta al servizio di Berlusconi- si schiera nella mediocre politica italiana e perde rovinosamente autorità morale. Dunque harmonia "fucsia" ha ogni ragione di protestare vigorosamente. Su "cuore" e ragione sarà bello discutere-tema bellissimo! Ho salvato per meditarlo il pezzo di Pirani.

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  16. Post tuoi a parte, che già di per se stessi sono un validissimo motivo per glorificare il web, desidero lasciarti un segno qui ed ora della mia stima.Alla vegliarda dalla saggezza indomabile, mirabile, come un cielo punteggiato d'astri,un omaggio semplice ma intenso dalla sua amica terrona..:-)

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  17. Post tuoi a parte, che già di per se stessi sono un validissimo motivo per glorificare il web, desidero lasciarti un segno qui ed ora della mia stima.Alla vegliarda dalla saggezza indomabile, mirabile, come un cielo punteggiato d'astri,un omaggio semplice ma intenso dalla sua amica terrona..:-)

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  18. Papa Ratzinger, se da un lato annulla la storia- intesa illuministicamente come somma mai raggiunta e compiuta di acquisizione di forme di diritti e di rappresentanza, creatisi attraverso percorsi dialettici, di scontri diretti, di violenza e di rivoluzioni così come di trasformazioni lente e graduali, ma pur sempre registrate e registrabili- dall'altro, e solo apparentemente in modo paradossale, applica una visione storicistica nell'azzeramento di questa memoria, che diviene uno dei tratti caratteristici della nostra epoca.
    Lì, in quella sorta di buco nero della nostra identità collettiva, che non può essere recuperata tramite l'ampliamento di mercati o poteri d'acquisto dell'euro, ma solo attraverso passaggi di identificazioni riconosciute e riconoscibili, di valori fondanti, troppo spesso vituperati da partiti e da istituzioni di questo Stato, che si situa la drammatica situazione di questo paese, aggravata dalla sua sostanziale arretratezza culturale.
    In questa invisibile terra di nessuno può essere relativamente facile rivendicare posizioni di primogenitura e lanciare proclami, specie se a farlo è una istituzione, o meglio un complesso di istituzioni e organi che si riconoscono in una determinata gerarchia, che sta recuperando crediti politici e spesso presenta all'incasso l'assegno in bianco delle contraddizioni e delle difficoltà nello sviluppo realmente democratico e autenticamente laico del nostro paese, nelle quali essa stessa ha avuto ed ha pesanti e concrete responsabilità.

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  19. Papa Ratzinger, se da un lato annulla la storia- intesa illuministicamente come somma mai raggiunta e compiuta di acquisizione di forme di diritti e di rappresentanza, creatisi attraverso percorsi dialettici, di scontri diretti, di violenza e di rivoluzioni così come di trasformazioni lente e graduali, ma pur sempre registrate e registrabili- dall'altro, e solo apparentemente in modo paradossale, applica una visione storicistica nell'azzeramento di questa memoria, che diviene uno dei tratti caratteristici della nostra epoca.
    Lì, in quella sorta di buco nero della nostra identità collettiva, che non può essere recuperata tramite l'ampliamento di mercati o poteri d'acquisto dell'euro, ma solo attraverso passaggi di identificazioni riconosciute e riconoscibili, di valori fondanti, troppo spesso vituperati da partiti e da istituzioni di questo Stato, che si situa la drammatica situazione di questo paese, aggravata dalla sua sostanziale arretratezza culturale.
    In questa invisibile terra di nessuno può essere relativamente facile rivendicare posizioni di primogenitura e lanciare proclami, specie se a farlo è una istituzione, o meglio un complesso di istituzioni e organi che si riconoscono in una determinata gerarchia, che sta recuperando crediti politici e spesso presenta all'incasso l'assegno in bianco delle contraddizioni e delle difficoltà nello sviluppo realmente democratico e autenticamente laico del nostro paese, nelle quali essa stessa ha avuto ed ha pesanti e concrete responsabilità.

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  20. Appena ho sentito, in rassegna stampa, quella stessa rase, pronunciata dal Papa,
    la mia reazione è stata esattamente quella da riportata in sottolineato.

    Che stress......!

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  21. Appena ho sentito, in rassegna stampa, quella stessa rase, pronunciata dal Papa,
    la mia reazione è stata esattamente quella da riportata in sottolineato.

    Che stress......!

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  22. una piccola 'precisazione':
    'Laico' non è uguale ad ATEO...
    'Religioso' non è lo stesso che ETICO...
    'Essere un fedele' -in quanto avente una fede- non giustifica l'aborto della ragione...

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  23. una piccola 'precisazione':
    'Laico' non è uguale ad ATEO...
    'Religioso' non è lo stesso che ETICO...
    'Essere un fedele' -in quanto avente una fede- non giustifica l'aborto della ragione...

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  24. luckiluc ha anticipato sinteticamente alcuni dei temi che tratterò estesamente nelle prossime puntate di "Logoi e ouroboroi"! ;)

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  25. (chiedo scusa a luckyluc di aver "battuto" il suo nome con una 'i' al posto di una 'y')

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  26. @Mauri53
    Non voglio mettere la testa sotto la sabbia, anzi. Quello che succede in Iran è atroce, ma lo è ancora di più per il fatto che viene commesso, con la massima ipocrita blasfemia e disonestà, in nome di Dio.
    E' questo che voglio sottolineare.
    Ricordiamoci anche che il presidente degli Stati Uniti asserisce di parlare con Dio ogni mattina e che opera in suo nome. Anche gli statunitensi sono un popolo che amo e almeno una metà è nella disperazione come gli iraniani, con la differenza che in una grande democrazia per fortuna non sono ancora arrivati a quegli eccessi, ma fosse per Bush ci arriverebbero di corsa. Sempre in nome di Dio, of course.
    E' questo che voglio sottolineare.
    Per questo mi spaventa quello che sta succedendo da noi, qui, in Italia, col governo che abbiamo e i politici che abbiamo...democraticamente eletto.
    Ti ringrazio molto della collaborazione. Con stima e simpatia. harmonia

    Ricordiamoci che anche noi in Italia abbiamo

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  27. @Mauri53
    Non voglio mettere la testa sotto la sabbia, anzi. Quello che succede in Iran è atroce, ma lo è ancora di più per il fatto che viene commesso, con la massima ipocrita blasfemia e disonestà, in nome di Dio.
    E' questo che voglio sottolineare.
    Ricordiamoci anche che il presidente degli Stati Uniti asserisce di parlare con Dio ogni mattina e che opera in suo nome. Anche gli statunitensi sono un popolo che amo e almeno una metà è nella disperazione come gli iraniani, con la differenza che in una grande democrazia per fortuna non sono ancora arrivati a quegli eccessi, ma fosse per Bush ci arriverebbero di corsa. Sempre in nome di Dio, of course.
    E' questo che voglio sottolineare.
    Per questo mi spaventa quello che sta succedendo da noi, qui, in Italia, col governo che abbiamo e i politici che abbiamo...democraticamente eletto.
    Ti ringrazio molto della collaborazione. Con stima e simpatia. harmonia

    Ricordiamoci che anche noi in Italia abbiamo

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  28. Dinnanzi a tanti commenti precisi e dettagliati non mi pare sia necessario aggiungere molto..se non il m io personale punto di vista, carissima Harmonia. Questa con la Chiesa ( cattolica o di altra matrice) mi sembra un "deja vous" che , per inciso, mi riporta al mio vissuto di persona e dolorosamente.Vengo da una famiglia che non esito a definire bigotta. A casa mia si leggeva Famiglia Cristiana, e per questo eravamo irrisi nel condominio.Un pò di serenità l'ho vissuta solo quando ho "scoperto" la nascente Teologia della Liberazione di L. Boff, vista con preoccupazione ed ostilità dalla gerarchia.Una chiesa non piramidale ma circolare. E questa realtà, di cui si parla poco ,mi solleva dai discorsi che tu riporti e giustamente del papa tedesco che quando parla mi dà i brividi. Ti lascio questa testimonianza in piena libertà, consapevole di affidarti pubblicamente un pezzo importante del mio vissuto.

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  29. Ciao
    Certo che puoi sgnalare...tutto quello che vuoi, nessun problema, ti ringrazio per la delicatezza.
    Pubblicherò su splinder anche un post sulla Cina.
    Cmq curo anche un blog su msn, certe cose sono le stesse, come per esaltare il dono dell'ubiquità , ma altre sono diverse.ti lascio il link
    http://spaces.msn.com/members/Mauri53/
    complimenti , sei una persona veramente "speciale" mi onora averti conosciuto , anche se tramite questo mezzo.
    Ciao
    Maurizio

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  30. Ciao
    Certo che puoi sgnalare...tutto quello che vuoi, nessun problema, ti ringrazio per la delicatezza.
    Pubblicherò su splinder anche un post sulla Cina.
    Cmq curo anche un blog su msn, certe cose sono le stesse, come per esaltare il dono dell'ubiquità , ma altre sono diverse.ti lascio il link
    http://spaces.msn.com/members/Mauri53/
    complimenti , sei una persona veramente "speciale" mi onora averti conosciuto , anche se tramite questo mezzo.
    Ciao
    Maurizio

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  31. curiosando... ilaria mn

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  32. ritorno nel mondo blog,...e ritrovo sempre la freschezza delle tue informazioni!
    ..ciao da claudio!!!

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  33. ritorno nel mondo blog,...e ritrovo sempre la freschezza delle tue informazioni!
    ..ciao da claudio!!!

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  34. un saluto affettuoso e sanamente LAICO!

    Non ne posso più di sentirmi dire cosa posso o non posso fare e pensare dalla gerarchia cattolica.

    Non se ne può più di queste invasioni di campo komeiniste!
    E' ora di girare pagina e superare il concordato.
    Ma questa sinistra, ha la forza di farlo? io dubito.
    buonanotte carissima!

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  35. un saluto affettuoso e sanamente LAICO!

    Non ne posso più di sentirmi dire cosa posso o non posso fare e pensare dalla gerarchia cattolica.

    Non se ne può più di queste invasioni di campo komeiniste!
    E' ora di girare pagina e superare il concordato.
    Ma questa sinistra, ha la forza di farlo? io dubito.
    buonanotte carissima!

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