mercoledì 7 agosto 2013

Il caso Presidente Esposito - Il Mattino
 
 
Lasciamo in un angolo le polemiche. Può esistere, chiamiamolo così, un principio giuridico secondo il quale si può essere condannati in base al presupposto che l’imputato «non poteva non sapere»?
«Assolutamente no, perché la condanna o l’assoluzione di un imputato avviene strettamente sulla valutazione del fatto-reato, oltre che dall’esame della posizione che l’imputato occupa al momento della commissione del reato o al contributo che offre a determinare il reato. Non poteva non sapere? Potrebbe essere una argomentazione logica, ma non può mai diventare principio alla base di una sentenza».
Non è questo il motivo per cui si è giunti alla condanna? E qual è allora?
«Noi potremmo dire: tu venivi portato a conoscenza di quel che succedeva. Non è che tu non potevi non sapere perché eri il capo. Teoricamente, il capo potrebbe non sapere. No, tu venivi portato a conoscenza di quello che succedeva. Tu non potevi non sapere, perché Tizio, Caio o Sempronio hanno detto che te lo hanno riferito. È un po’ diverso dal non poteva non sapere».
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Questa è la parte dell'intervista contestata dal Presidente della Cassazione Esposito. E' evidente nelle domande e nelle risposte che sia l'intervistatore sia il Presidente trattano l'argomento in termini generali, anche se l'interesse è riferibile alla conclusione del processo Mediaset.
Il direttore de Il Mattino, Alessandro Barbano, assicura:


"L’intervista di Antonio Manzo al presidente della Cassazione feriale Antonio Esposito pubblicata ieri dal Mattino trascrive in modo integrale il contenuto delle sue dichiarazioni, nella forma letterale e logico-sintattica con cui sono state pronunciate. Senza alcuna aggiunta interpretativa. Per uno spirito di sobrietà abbiamo atteso prima di pubblicarne sul sito l’audio, contenente la domanda e la risposta che il magistrato ha disconosciuto sostenendo che era stata inventata. Ci siamo limitati a confermare la fedeltà dell’intervista."
Le domande ci sono nell'audio e anche le risposte, eppure la trascrizione non è integrale e non è fedele. Mancano, infatti, alcuni particolari che danno una luce molto diversa alle parole del magistrato, tra cui qualche frase in dialetto di particolare importanza.
Le diverse anime nobili che si sono "esterrefattate" hanno potuto confrontare i due testi? quello orale e la sua trascrizione? a me sembra di no.
Parlare di manipolazione significa osservare tutta una serie di elementi per cui la trascrizione di un testo orale, in apparenza corretta e fedele, tale non è, nel senso che il taglio di una frase o anche di una sola parola può portare chi legge a una interpretazione errata dei contenuti e delle intenzioni di chi parlava.
C'è un solo modo per venirne fuori: ascoltare l'audio e legere la trascrizione che è stata definita "integrale" dal direttore Barbano.
PS. Il Presidente Esposito, a mio parere, ha commesso un'imprudenza che spero non debba costare cara a lui come a noi popolo italiano. Tuttavia l'intervista nulla toglie alla correttezza del magistrato che, forse troppo ingenuamente, ha pensato di stare facendo dell'accademia a margine di un caso, ahimè, scabroso e difficile.
 

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