NON UCCIDERE!
GAZA - E' scaduto alle 6 ora locale (le 5 in Italia) l'ultimatum di 24 ore che i rapitori del soldato israeliano Ghilad Shalit hanno lanciato contro Israele per la liberazione di detenuti palestinesi e che lo stato ebraico ha respinto.
I gruppi che tengono prigioniero il soldato israeliano sequestrato il 25 giugno hanno affermato, alla scadenza dell'ultimatum, che non lo uccideranno.
"Certi pensano che i gruppi autori dell'operazione (l'attacco con rapimento del soldato Gilad Shalit) possano ucciderlo, ma i nostri principi islamici stabiliscono che bisogna rispettare i prigionieri, e non ucciderli", ha detto un portavoce dell'Esercito dell'Islam, Abu Muthanna.
Ma, ha aggiunto il portavoce, "abbiamo dato un ultimatum che é scaduto. Tutti gli sforzi sono stati vanificati. Il nemico porta la responsabilità intera del suo atteggiamento e del destino del soldato".
(La prima dichiarazione contiene un principio che esiste nel Corano: non si uccide il nemico inerme. La seconda è ambigua e solo i fatti potranno disambiguarla. In un senso favorevole al soldato Shalit, spero e mi auguro.)
Ghilad Shalit, il soldato israeliano catturato da un commando palestinese il 25 giugno, "é vivo". Lo ha detto oggi il portavoce del governo israeliano Avi Pzner, alla catena francese Lci.
GAZA, CARRI ARMATI AVANZANO DI UN CHILOMETRO
Nel nord della striscia di Gaza i carri armati israeliani stanno lentamente avanzando in direzione della città di Beit Hanun e si prefiggono di raggiungere una profondità di un chilometro. Il loro obiettivo è di avvicinarsi alle postazioni dei lanciatori di razzi. Ieri i carri armati erano entrati in quella zona di 200 metri, per cercare ordigni e tunnel. Nella nottata soldati israeliani hanno ucciso due miliziani palestinesi: uno a Gaza, e l'altro a Jenin. L'aviazione israeliana è tornata compiere raid, uno dei quali ha centrato la università islamica. In Cisgiordania, a Ramallah, unità israeliane di elite hanno catturato tre palestinesi: secondo la radio militare sarebbero coinvolti nella uccisione, avvenuta la scorsa settimana, del ragazzo israeliano Eliahu Asheri. I tre, ha aggiunto la emittente, sono miliziani di al-Fatah e sono stati catturati in un edificio della sicurezza palestinese dopo uno scontro a fuoco protrattosi per ore. Pazner ha aggiunto: "Sappiamo che fino ad ora Ghilad Shalit è vivo, sappiamo che è ferito e che qualche giorno fa è stato visitato da un medico palestinese". Il portavoce del governo israeliano ha ribadito di avere "informazioni sicure" sullo stato di salute del ragazzo.
Difficile, quasi impossibile districarsi tra queste vicende, tagliandone il tragico nodo come fece Alessando Magno con il nodo di Gordio. Ci vogliono conoscenze profonde del problema, e profondissimo senso di giustizia. Forse addirittura è necessario accettare anche qualche ingiustizia, piccola, nel caso che non ci sia una scelta migliore.
C'è chi fa pendere il piatto dalla parte d'Israele perché è un paese democratico e perché i suoi abitanti sono la testimonianza vivente dei crimini della shoah. Riconosco tutto, prendo atto anche del pericolo di un nuovo antisemitismo nascente.
Correrò, tuttavia, il rischio di essere accusata di antisemitismo e oserò porre una domanda cruciale: forse che un regime democratico acquisisce la licenza di invadere, imprigionare, uccidere, tormentare, punire con rappresaglie del tutto sproporzionate, in virtù dell'essere democratico? Dov' è allora la differenza con i terroristi di Hamas, che ha comunque vinto in elezioni democratiche?
Fonte informazioni: ANSA
Spero che non venga ucciso, purtroppo Israele per strategie politico-militari non farà nessun passo indietro e questa sua ottusa posizione di forza non offre nessun spiraglio di pace. Ricordo che Hamas recentemente ha offerto una tregua di 50 o 60 anni, condizionata al ritiro di Israele dai territori occupati con la guerra dei Sei giorni del 1967. E' sotto ai nostri occhi la risposta di Israele, più che ritiro, ripropone nei territori, una nuova e più grave occupazione.
RispondiEliminaBaciotto*
Spero che non venga ucciso, purtroppo Israele per strategie politico-militari non farà nessun passo indietro e questa sua ottusa posizione di forza non offre nessun spiraglio di pace. Ricordo che Hamas recentemente ha offerto una tregua di 50 o 60 anni, condizionata al ritiro di Israele dai territori occupati con la guerra dei Sei giorni del 1967. E' sotto ai nostri occhi la risposta di Israele, più che ritiro, ripropone nei territori, una nuova e più grave occupazione.
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Spero che non venga ucciso, purtroppo Israele per strategie politico-militari non farà nessun passo indietro e questa sua ottusa posizione di forza non offre nessun spiraglio di pace. Ricordo che Hamas recentemente ha offerto una tregua di 50 o 60 anni, condizionata al ritiro di Israele dai territori occupati con la guerra dei Sei giorni del 1967. E' sotto ai nostri occhi la risposta di Israele, più che ritiro, ripropone nei territori, una nuova e più grave occupazione.
RispondiEliminaBaciotto*
C'è un bel libro che si intitola "Storia della stupidità militare" e racconta le sanguinose scempiaggini dei grandi condottieri. Bisognerebbe completarlo con la stupidità di israeliani e palestinesi, o meglio, dei rispettivi condottieri, che insistono a risolvere l'irrisolvibile rebus coi carri armati, o i razzi e gli attentati. Due popoli complementari, che potrebbero creare una straordiaria federazione! Speriamo nel futuro; i torti? Di qua e di là, con in mezzo sofferenza e morte.
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