giovedì 15 dicembre 2005

Una buona notizia per gli USA



Caro diario, è solo una delle tappe per riportare i diritti umani negli USA, ma può essere anche l'inizio di una ripresa democratica e di un ritorno alla legalità, l'inizio della fine di un'amministrazione, quella del secondo Bush (non dimentichiamo che ce n'è un terzo), costruita sui peggiori disvalori conosciuti.



15.12.2005
Nuovo schiaffo del Congresso a Bush: «Vietato torturare»
di red.


 La Camera dei rappresentanti statunitense boccia la politica della tortura di George W. Bush. Con 208 voti a favore e 122 contrari, i congressisti hanno infatti approvato una risoluzione che vieta trattamenti crudeli, inumani o degradanti nei confronti dei prigionieri catturati dalle forze armate americane.

 


 




mercoledì, giugno 23, 2004 -Washington Post (e molti altri) contro la legalizzazione della tortura (2)

 


mercoledì, giugno 16, 2004 - Intorno alla legalizzazione della tortura (1)



04.05.2004 - Chi dice sì alla tortura? - di Ariel Dorfman



La risoluzione apre la strada per una definitiva approvazione da parte delle due camere di Washington dell’emendamento al bilancio della difesa proposto dal senatore repubblicano John McCain, un veterano del Vietnam, che vieta la tortura. All’emendamento si era fortemente opposta la Casa Bianca, in nome della battaglia al terrorismo, ma la posizione del presidente Bush è stata bocciata anche dalla sua maggioranza Repubblicana: sono stati ben 107, infatti, i congressisti Repubblicani che hanno votato a favore della mozione anti-torture.


«La tortura segna non solo chi la subisce ma anche chi la pratica e chi ne è testimone» ha detto il Democratico John Murtha, firmatario della mozione approvata.


Spiega il senatore McCain che nell’ordinamento statunitense esistono già molte norme che proibiscono la tortura: dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, del 1948, fino alla Convenzione contro la tortura, sottoscritta dall’amministrazione Reagan. Ma recentemente «una strana decisione legale ha statuito che il divieto contenuto nella Convenzione contro la tortura non si applica agli stranieri detenuti fuori del territorio americano. Questi possono, apparentemente, essere trattato in maniera inumana» dice McCain nelle motivazioni con cui ha presentato il proprio emendamento.


Pochi giorni fa, una trentina di ex funzionari della Cia ed esperti di antiterrorismo, tra cui l’ex direttore dell’agenzia di spionaggio americana, Stansfield Turner, e l’ex capo del Centro antiterrorismo della stessa agenzia, Vincent Cannistraro, hanno pubblicato una lettera aperta nella quale esprimono il proprio appoggio alla mozione McCain nella quale si chiede di restituire "l'onore" a chi combatte il terrorismo.


Gli argomenti della Casa Bianca contro l’emendamento sono molto deboli, stante il fatto che la politica ufficiale dell’amministrazione è il divieto dell’uso della tortura. Buona ultima è stata il segretario di Stato Condoleeza Rice durante il suo ultimo viaggio in Europa a ribadire la line dell’amministrazione Bush.


Secondo il presidente, però, introdurre una norma del genere in una legge ridurrebbe la capacità di chi conduce gli interrogatori dei prigionieri di ottenere da loro informazioni. Per la Casa Bianca, infatti, una tale norma farebbe sentire "meno impauriti" i prigionieri.


Non riuscendo a convincere il Congresso a cancellare l’emendamento o, in subordine, a esentare la Cia dalla sua applicazione, la presidenza americana ha tentato almeno di ottenere l’immunità per chi fosse accusato di praticarla. Una richiesta respinta dal senatore McCain perché svuoterebbe l’efficacia della norma: «Non garantiremo nessuna immunità. Non ci sarà immunità per nessuno». L’emendamento McCain è stato approvato dal Senato con una schiacciante maggioranza di 90 a 9.


(L'Unità - http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=46275)


Caro diario, so che è strano rallegrarsi per una notizia del genere, per qualcosa che ormai si dava per scontato nei Paesi "democratici. Purtroppo non era più scontato, nemmeno legalmente, dopo la caduta nel buco nero dei neocon americani e dei loro complici. Auguro agli USA di riprendersi il loro onore e continuo a sperare che qualcuno riesca a proporre l'empeachment.


"Nel 1631, in una Germania dilaniata dalla guerra, il gesuita Friedrich von Spee pubblica, in forma anonima, un libro (Cautio criminalis, trad. it. I processi alle streghe, Editrice Salerno, II ed, 2004). Von Spee è un confessore di streghe condannate a morte, quasi sempre a seguito di processi basati su confessioni estorte con la tortura. Partendo da questa esperienza parla ai principi tedeschi, e conclude che nemmeno per un reato certamente eccezionale come la stregoneria si possono accettare processi che siano in contrasto con la ragione o la morale. Sottolinea che la prima preoccupazione dei principi nel promuovere questo tipo di processi dovrebbe essere che non vi si commettano errori, perché poi è difficile correggerli. Condanna il principe che si disinteressa, e lascia agire ad arbitrio i funzionari che ha preposto. Afferma che per quanti siano i roghi innalzati dai principi, non saranno mai abbastanza, a meno di non ardere ogni cosa."


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14 commenti:

  1. ottima cosa Harmonia, uno schiaffone (purtroppo solo virtuale) per quello screanzato di Bush. Bacionotte. Alain

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  2. Mia cara Harmonia, per stasera accontentati di un fiore..:-)

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  3. Mia cara Harmonia, per stasera accontentati di un fiore..:-)

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  5. Non credo che ci sarà impeachment per il poco onorevole Bush, ma questo soprassalto di dignità degli USA rallegra il cuore. Speriamo davvero che sia l'inizio di una stagione nuova; ne abbiamo bisogno.

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  6. bello questo tuo blog, molto politicizzato (in senso alto del termine).
    ti linko subito e ti leggo poco a poco.
    francesco

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    francesco

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  9. Qualcosa si muove. Speriamo!
    Un saluto ! :-)

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    Un saluto ! :-)

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  11. Qualcosa si muove. Speriamo!
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  12. Ed intanto il Senato USA, con voto bièartisan, blocca il Patriot Act...

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