venerdì 20 aprile 2007

La Musica del Sole


(Getty Images) 



L'atmosfera del Sole canta



Gli astronomi hanno registrato una musica dal Cielo emessa fortemente dall'atmosfera del Sole.



 





Questa sinfonia solare, pero', non possiamo ascoltarla, perche' la frequenza delle onde sonore e' sotto la soglia dell'udito umano. Mentre gli umani possono percepire i suoni tra 20 e 20,000 hertz, le onde sonore solari sono nell'ordine di milli-hertz--a thousandth of a hertz.



 



Lo studio, presentato questa settimana al Royal Astronomical Society's National Astronomy Meeting in Lancashire, England, rivela che i looping magnetic fields lungo le regioni esterne del Sole, chiamate 'corona', portano magnetic sound waves in un modo simile a strumenti musicali come chitarre o organi a canna. ... continua qui: Sun's atmosphere sings 


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'Un organo a canne' suona sul Sole

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Coronal loop  Image: Nasa/GSFC











 

Coronal loops are generated by the Sun's magnetic field









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Immense spire di calore rovente, gas elettrificato nell'atmosfera del Sole si comporta come uno strumento musicale, dicono gli scienziati.


Questi "coronal loops" emettono onde acustiche molto simili al suono che e' emesso da un organo a canne.


Le esplosioni solari dette micro-eruzioni generano sound booms che vengono poi trasemessi ai coronal loops. ... continua qui: Solar explosions produce cosmic "organ music"


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Immagini dal sito: Astronomy Picture of the Day

mercoledì 18 aprile 2007

Levare la mano per uccidere


C'e' un senso di stordimento fra gli americani con cui parlo dopo la strage del Virginia Tech. Alcuni deprecano l'incontrollata circolazione delle armi, ma il diritto individuale di possedere delle armi e' ben lontano dall'essere messo in discussione. Sono in pieno corso nei dibattiti e nelle dichiarazioni i tentativi di dare un senso a questo orribile massacro, con la consueta teoria di analisi psicologiche, di interviste ad autorita' e sopravvissuti, di richiami alla necessita' di servizi per la salute mentale, non molto diversamente da cio' che avviene nei media italiani. Il silenzio non e' previsto, non e' nemmeno immaginabile. D'altra parte anch'io ho bisogno di parlare, ma so che non potrei che dire cose sentite ma vane. Non ha parlato banalmente, invece, Furio Colombo oggi su L'Unita'.


Usa, moratoria per le stragi


Da molti anni, ormai, dagli anni di Reagan, la vita interna americana è stretta in una morsa che blocca l’immagine democratica di quel Paese e ne limita il valore di modello nel mondo. Sto descrivendo il corrispondersi, simmetrico e tragico, della pena di morte, ovvero della morte data «per ragioni giuste» dallo Stato, e della libera e impetuosa circolazione della armi.

Armi (personali, semiautomatiche e automatiche) che rendono possibile a singoli individui - non importa per quali ragioni - di eseguire, anche in dimensioni impressionanti, una propria “giusta” sentenza, legittimata dall’orgoglioso possesso dell’arma e dal sentirsi parte di uno Stato che ha l’autorità di uccidere. Occorre cominciare di qui, dalla pena di morte e dalla morte di Stato, che purtroppo segna ancora la vita americana, per provare a riflettere sulla spaventosa carneficina nel Campus del Virginia Technological Institute, uno dei più avanzati centri di formazione tecnico-scientifica negli Stati Uniti e forse nel mondo.

Come si vede il livello altissimo della migliore cultura scientifica sfiora, senza vederlo, il problema del pericolo che incombe sempre sulla protezione della vita. L’esempio allarmante è in quella fotografia mostrata la sera del 16 aprile nel programma «Controcorrente» di Corrado Formigli. Si vede il preside di una facoltà del Technological Institute della Virginia che riceve un vistoso premio in danaro per la sua scuola dalla National Rifle Association, la potente lobby americana delle armi. Che cosa ha fatto il preside per meritare quel premio? Ha creato o aiutato a creare nel suo Stato (ed evidentemente impiegando risorse e personale della Università colpita dalla strage) una serie di club o centri per i ragazzi e adolescenti. Hanno il macabro nome di «Shooting Educational Centers» luoghi in cui - tra i dodici e i quattordici anni - ragazzi e bambine imparano a usare “correttamente” le armi da fuoco. “Correttamente” - ti dicono - vuol dire imparare a non usare le armi a sproposito. Ma il senso vero, specialmente se impersonato da un educatore-tiratore traspare facilmente: “corretto” è il tiro che centra il bersaglio. Lo sparatore del Virginia Tech ne ha centrati trentatré, senza contare i feriti.

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Spostiamoci ora sull’altro lato della tenaglia, la pena di morte che continua ad essere eseguita in trentasei Stati americani, nonostante vistose prove e documentazioni di errori giudiziari, di condannati innocenti e di esecuzioni lunghe e terribili dovute a macabri errori.

Viene dall’Italia il messaggio che potrebbe interrompere la sequenza senza sfidare l’orgoglio e la legittima rivendicazione del diritto di decidere degli Stati che - come l’America - continuano a credere nella pena capitale. Il messaggio - è necessario ricordarlo - è di Marco Pannella. Da 25 giorni digiuna per dire: «fermatevi. Non occorre rivedere alcuna legge, aprire alcuna disputa, discutere principi che alcuni ripugnano e ad altri appaiono sacri. Fermarsi vuol dire solo smettere di eseguire le condanne. Il termine è “moratoria”». Moratoria universale per la pena di morte nel mondo.

Il senso è «Io non pretendo di essere più giusto di te. Ti chiedo solo di fermarti e dare spazio e tempo al confronto di idee». A chi lo sta dicendo Pannella con la sua testarda manifestazione che sembra locale e riguarda il mondo e stranamente provoca meno attenzione del premio di maggioranza alla tedesca? Lo sta dicendo al governo italiano affinché presenti - insieme a molti altri governi che condividono la civiltà della proposta - una risoluzione che la Assemblea generale delle Nazioni Unite potrebbe votare (ci si è quasi riusciti in passato) in questa sessione. Cioè subito. È ovvio che non stiamo parlando di un simbolo. La moratoria che dice “Basta morte di Stato” è un messaggio che si estende all’impegno di far prevalere la politica sulla guerra, la trattativa sull’ultimatum, la forza del diritto sulla forza delle armi. E qui, all’altro capo della grande questione troviamo l’enorme fenomeno della libera circolazione delle armi. E noi, che in Italia ne fabbrichiamo di ottime e ci vantiamo che vadano forte sui mercati di Stato di Usa e Cina, non possiamo chiuderci in un comodo giudizio di condanna della “solita violenza americana”.

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Un argomento è che la moratoria o riguarda il mondo o non riguarda nessuno e dunque ci collega in modo attivo e intelligentemente interventista all’orrore delle stragi, che sono esecuzioni informali.

Un altro argomento - e qui so di forzare le motivazioni assai più ecumeniche e rispettose della moratoria sulle esecuzioni delle condanne a morte invocata da Pannella - è che è urgente spezzare una cultura della destra che salda l’uomo “giusto” che distribuisce pene eque (la vita si paga con la vita) con l’uomo “giusto” che viene avanti dalla prateria dotato di armi adeguate, fiero del diritto di portare quelle armi, implicitamente consapevole del diritto a usarle.

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Cominciano insieme, nella recente storia politica americana, il ritorno (dopo un lungo intervallo senza esecuzioni) della pena di morte, principio e pratica, e il riaffermare intenso, continuo, fanatico del diritto di portare le armi, che risponde alle esigenze di una vasta e moderna produzione di pistole e fucili molto più che al principio costituzionale vecchio di secoli e tutt’altro che invocato da gran parte degli americani. Il debutto avviene nel 1988 quando, nel corso della campagna elettorale del democratico Dukakis, allora governatore del Massachusetts contro George Bush padre, un detenuto nero condannato per stupro ha stuprato e ucciso mentre era in permesso fuori dal carcere. L’evento ha stroncato Dukakis, riaperto la strada alla pena di morte e - nel corso della stessa campagna elettorale - rilanciato il diritto dei cittadini liberi e “giusti” di portare armi. Si tratta di armi leggere dell’ultima generazione. Ma tutto è avvenuto lungo un percorso promozionale in quattro tappe: prima la pistola per difesa, poi il fucile per la caccia, quindi il semiautomatico che, con lievi modifiche artigianali diventa arma automatica da guerra. Infine il diritto di portare “concealed weapons”, armi nascoste sulla propria persona. Ovvero il diritto di girare armati. Anche questo ritorno di fiamma della libera circolazione delle armi ha il suo momento di triste celebrazione: il capo di una setta cristiana detta “davidica” , David Koresh, che era ricercato dallo Fbi perché aveva fatto apertamente incetta di armi automatiche nella sua chiesa-fortino di Waco, Texas, è sfuggito all’assedio della polizia facendosi saltare in aria con più di 80 fedeli fra cui 19 bambini. Era il 19 aprile 1993. L’evento è stato visto e denunciato come un tentativo del governo federale di impedire agli “uomini giusti” di armarsi. Ed è stato brutalmente vendicato.


Lo stesso giorno, nel 1995, il soldato McVeigh (non si sa con quali complicità) ha fatto saltare in aria l’edificio federale di Oklahoma City: centosessantotto morti fra cui 19 bambini, lo stesso numero delle piccole vittime di Waco. Contro le richieste dell’intero mondo giuridico americano, McVeigh è stato condannato a morte. Neppure l’esecuzione della condanna ha chiuso il caso. La memoria di Oklahoma a destra è cancellata, ma non l’episodio di Waco che è ancora citato come esempio del delitto di perseguitare chi “legittimamente” vive armato. Come si è detto, la parte sanguinosa di questa storia è coperta dalla parte promozionale, “Educational Shooting”, avviare i ragazzi a sparare. I parlamentari americani per ora non si oppongono perché la lobby delle armi non scherza nel diffamare chi vuole porre un freno al loro mercato, come è accaduto nelle ultime elezioni al candidato democratico ed eroe di guerra John Kerry, come è accaduto negli otto anni della sua presidenza a Bill Clinton, ostinato avversario della libera circolazione delle armi. La strage di Virginia Tech provocherà una rivolta dell’America che si oppone? Lo abbiamo detto: molto, forse tutto, dipende dalla moratoria universale sulla pena di morte, il congelamento del simbolo, della bandiera, della cultura delle armi. Sarebbe immensamente importante per tutta la cultura democratica nel mondo. E molto più efficace della ricorrente esecrazione, dopo ogni vittima della morte di Stato e della morte di mercato. Sarebbe il segnale di una vera campagna popolare contro la circolazione delle armi e il presunto e folle diritto di uccidere.
furiocolombo@unita.it


L'Unita', Pubblicato il: 18.04.07 - Modificato il: 18.04.07 alle ore 9.17 - >>>QUI<<<

lunedì 16 aprile 2007


Teocrazie


(come farsene una)


Mi serve l’asettica definizione di un dizionario, perche’ di asettico c’e’ ben poco nelle teocrazie e nei loro fondatori e sostenitori, in quanto si tratta di sistemi in cui la forza di una religione supporta il potere politico rendendolo quasi inattaccabile. Se si accetta che il potere discende dalla divinita’, infatti, chi sara’ il reprobo che si levera’ contro di esso?Il potere teocratico e’ meraviglioso per chi lo detiene in quanto indiscutibile.


Vediamo che cosa sta accadendo negli Stati Uniti d’America da un po’ di anni e lasciamolo dire a Paul Krugman, editorialista del New York Times.


FOR GOD'S SAKE   [In nome di Dio]


Nel 1981, Gary North, un leader del movimento Christian Reconstructionist - l’ala apertamente teocratica della destra Cristiana - ha sostenuto che il movimento avrebbe potuto conseguire potere di soppiatto. "I Cristiani devono cominciare a organizzarsi politicamente nell’attuale struttura di partito," ha scritto, "e devono infiltrarsi nell’ordine istituzionale esistente."


Oggi, la Regent University, fondata dal tele-evangelista Pat Robertson per fornire "una leadership Cristiana per cambiare il mondo," si vanta di avere 150 laureati che lavorano nell’amministrazione Bush. 


Sfortunatamente per l'immagine della scuola, dove Mr. Robertson e’ rettore e presidente, la piu’ famosa di quei laureati e’ Monica Goddling, un prodotto della facolta’ di Giurisprudenza dell’universita’. Lei e’ l’ex aiutante capo (?) di Alberto Gonzales che appare centrale nello scandalo dei procuratori U.S. licenziati e ha dichiarato che si avvarra’ del Quinto emendamento piuttosto che testimoniare sull’argomento.   L’infiltrazione nel governo federale da parte di un largo numero di persone che cercano di imporre un’agenda religiosa - che e’ molto differente dall’essere semplicemente gente di fede - e’ una delle storie piu’ importanti degli ultimi sei anni. E’ anche una storia che tende a essere non riportata, forse perche’ i giornalisti hanno paura di apparire come teorici di cospirazioni.


Ma questa cospirazione non e’ una teoria. E’ la piattaforma ufficiale degli impegni del Partito Repubblicano del Texas per " dissipare il mito della separazione fra chiesa e stato." E I Repubblicani del Texas che ora si candidano (?) nel paese stanno facendo del loro meglio per mantenere questo impegno.


Kay Cole James, che aveva estese connessioni con la destra religiosa ed era decano dell’amministrazione della scuola del Regent, e’ stato il funzionario capo del personale del governo federale dal 2001 al 2005. (Fatto curioso: lei allora lavorava con Mitchell Wade, l’uomo d’affari che corruppe il deputato Randy "Duke" Cunninghsam.) Ed e’ chiaro che gente non qualificata veniva assunta dall’amministrazione grazie alle sue connessioni religiose.


Per esempio, The Boston Globe riporta che un laureato in Giurisprudenza della Regent era stato intervistato dal Dipartimento di Giustizia dei diritti civili e, interrogato su quale decisione degli ultimi 20 anni della Corte Suprema dissentisse maggiormente, egli nomino’ la decisione di eliminare una legge del Texas anti-sodomia. 


O consideriamo George Deutsch, incaricato presidenziale alla NASA, che ha detto a un designer di Web siti di aggiungere la parola "teoria" dopo ogni menzione del Big Bang, per lasciare aperta la possibilita’ di "un disegno intelligente del creatore.." Egli turned out not to have (?), come ha dichiarato un grado da Texas A&M. (?)


Una misura di come appunto molti Bushies siano stati nominati per promuovere un’agenda religiosa e’ quanto spesso emerga una connessione con la destra religiosa quando veniamo a sapere di uno scandalo nell’amministrazione Bush.


C’e’ Ms Goodling, senza dubbio. Ma avete saputo che Rachel Paulose, il procuratore federale U.S. in Minnesota - tre deputati del quale si sono dimessi recentemente per protesta contro il suo stile di management - secondo una notizia locale, ha l’abitudine di citare versetti della Bibbia in ufficio? Oppure c’e’ il caso di Claude Allen, … (un altro esempio)


E c’e’ un’altra cosa most reporting fails (?)da comunicare : l’estremismo vero e proprio di queste persone.


Vedete, La Regent non e’ una universita’ religiosa come (?) sono universita’ religiose Loyola o Yeshiva. It’ run…………………….. ?


Due giorni dopogli attacchi terroristi, Mr. Robertson tenne una conversazione con Jerry Falwell nello show TV di MR. Robertson "The 700 Club." Mr. Falwell diede la colpa dell’attacco at the feet "dei pagani, e degli abortisti, e delle femministe, e dei gay e delle lesbiche," …… "Bene", io sono completamente d’accordo," disse Mr. Robertson.


L’implosione dell’amministrazione Bush rappresenta chiaramente una battuta d’arresto per la strategia d’infiltrazione della destra Cristiana. Ma sarebbe prematuro dichiarare che il pericolo e’ passato. Questo e’ un movimento che ha mostrato una grande resilienza (elasticita’) nel corso degli anni. Cerchera’ sicuramente nuovi campioni.


La prossima settimana Rudy Giuliani parlera’ al Regent’s Executive Leadership Series.


Nota: la traduzione e' mia. "?" per le cose incerte; "...." piccoli salti. Le sottolineature in grassetto e rosso sono mie e indicano le mie reazioni di lettrice. L'articolo di Paul Krugman, che ho letto nell'edizione cartacea, e' stato pubblicato dal New York Times del 13 aprile 2007. - >>>QUI<<<


giovedì 12 aprile 2007

La Sacra Unione di fatto


Enzo Mazzi


«Sacra Unione di Fatto», questa è la giusta definizione del modello cristianamente perfetto di ogni famiglia, incarnato da quella che tradizionalmente viene chiamata "Sacra Famiglia". Potrebbe sembrare una battuta spiritosa e dissacrante. È invece una reale contraddizione teologica irrisolta che il cristianesimo si porta dietro da quando è divenuto religione dell´Impero. Costantino si convertì al cristianesimo ma al tempo stesso il cristianesimo si convertì a Costantino. La nuova religione dovette cioè farsi carico della stabilità dell´Impero accettando di sacralizzarne alcuni capisaldi e fra questi proprio la famiglia. Fu un compromesso fatale.

Il cristianesimo non era nato per difendere la famiglia. Anzi all´inizio fu un movimento di superamento del concetto patriarcale di famiglia. La cultura e la teologia predominanti nella esperienza da cui sono nati i Vangeli è di un "radicalismo etico", quasi una rivoluzione, che si propone di oltrepassare la cultura e la teologia tradizionali: «Vi è stato detto..., io invece vi dico... » afferma Gesù in contraddittorio con sacerdoti, scribi, farisei. «Si trattò all'inizio di un movimento di contestazione culturale e di abbandono delle strutture della società» (G. Theissen, La religione dei primi cristiani, Claudiana, 2004). Basta pensare alla reazione di Gesù, in un episodio del Vangelo di Matteo: «Ecco là fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti. Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: "E chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?". Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: "Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre"».

Un orizzonte nuovo di valori universali si apre in realtà nel Vangelo col superamento del concetto patriarcale di famiglia: da tale oltrepassamento nasce la comunità cristiana, la nuova famiglia, "senza padre" o meglio con un solo padre «quello che è nei cieli». «Nessuno sia tra voi né padre né maestro... » dice infatti Gesù. Se è vero che «la realizzazione pratica dell´etos del diritto naturale non è possibile senza la vita della grazia», come ha sostenuto di recente il teologo della Casa pontificia, Wojciech Giertych al Congresso internazionale sul diritto naturale promosso dall´Università del papa, la Lateranense, se cioè bisogna rivolgersi alle scelte della grazia di Dio per sapere che cos´è la natura, allora bisogna concludere che Dio privilegia "l´unione di fatto" e non la famiglia. Insomma per dirla con parole semplici prima viene l´amore, l´unione, la solidarietà e poi viene il patto, la legge, il codice. Questa sembra l´essenza più profonda della natura umana. Lo dice plasticamente il Vangelo: «Il sabato (cioè la norma) è fatto per l´uomo e non l´uomo per il sabato». Il compromesso con l´Impero portò alla attenuazione se non al fatale capovolgimento di un tale etos evangelico.

È questa una intrigante contraddizione per le gerarchie ecclesiastiche del "Non possumus" e della rigida Nota anti-Dico, per i preti, i cattolici e i laici del Family-day.

Una traccia vistosa e significativa di tale contraddizione si trova ancora oggi nel celibato dei preti, religiosi e religiose. Il dogma cattolico mentre considera biblicamente il matrimonio come «segno sacro dell´Alleanza nuova compiuta dal Figlio di Dio, Gesù Cristo, con la sua sposa, la Chiesa», d´altro lato ha bisogno di un segno opposto e cioè la verginità e il celibato per significare «l´assoluto primato dell´amore di Cristo» (cf. Compendio del Catechismo 340-342). Il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 338 pone la domanda: «Per quali fini Dio ha istituito il Matrimonio?». La risposta è questa: «L´unione matrimoniale dell´uomo e della donna, fondata e strutturata con leggi proprie dal Creatore, per sua natura è ordinata alla comunione e al bene dei coniugi e alla generazione ed educazione dei figli». Il fine della "generazione/procreazione" fa parte strutturale della natura del matrimonio. Se esclude il fine della procreazione il patto matrimoniale è nullo. Al n. 344 e 345 lo stesso Catechismo dice: «Che cosa è il consenso matrimoniale? Il consenso matrimoniale è la volontà, espressa da un uomo e da una donna, di donarsi mutuamente e definitivamente, allo scopo di vivere un´alleanza di amore fedele e fecondo... In ogni caso, è essenziale che i coniugi non escludano l´accettazione dei fini e delle proprietà essenziali del Matrimonio». Addirittura al n. 347, il rifiuto della fecondità viene additato come peccato gravemente contrario al Sacramento del matrimonio: «Quali sono i peccati gravemente contrari al Sacramento del Matrimonio? Essi sono: l´adulterio; la poligamia, in quanto contraddice la pari dignità tra l´uomo e la donna, l´unicità e l´esclusività dell´amore coniugale; il rifiuto della fecondità, che priva la vita coniugale del dono dei figli; e il divorzio, che contravviene all´indissolubilità».

La contraddizione si avviluppa su se stessa e si incattivisce: Maria e Giuseppe escludendo dal loro matrimonio la fecondità naturale, per amore della verginità di Maria, secondo il Catechismo cattolico compiono un grave peccato.

Il Diritto Canonico conferma il dogma in modo apodottico in vari canoni. Specialmente il canone 1101 sancisce che è nullo il matrimonio di chi nel contrarlo «esclude con un positivo atto di volontà» la procreazione. È in base a queste enunciazioni dogmatiche e normative che il Tribunale della Sacra Rota emette quasi ogni giorno dichiarazioni di nullità del matrimonio, perché anche uno solo degli sposi può provare di aver escluso per sempre la procreazione al momento del consenso matrimoniale. I cattolici che si battono per la difesa e la valorizzazione della "famiglia naturale" e si preparano addirittura a scendere in piazza per scongiurare il riconoscimento delle unioni di fatto e l´approvazione dei Dico molto probabilmente non hanno mai riflettuto su queste contraddizioni, non le conoscono o le allontanano dalla loro coscienza e dall´orizzonte della loro fede. Esse invece sono invece parte integrante della stessa fede. Vediamo meglio perché. Il Vangelo di Matteo racconta che «Giuseppe, come gli aveva ordinato l´angelo del Signore, prese in sposa Maria che era incinta ed ella, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù». Il dogma cattolico aggiunge che Maria aveva consacrato in perpetuo la sua verginità al Signore e quindi nello sposare Giuseppe aveva escluso in maniera assoluta la procreazione, essendo Giuseppe pienamente consenziente con tale esclusione. "Maria sempre vergine", nell´intenzione e nei fatti. Così dice il dogma. Chi lo nega è eretico. Ma con questa esclusione positiva ed assoluta della prole, per lo stesso dogma cattolico e per il Diritto Canonico il matrimonio di Maria con Giuseppe è invalido. Maria e Giuseppe erano una coppia di fatto che oggi il Diritto Canonico non può riconoscere come vero matrimonio. Dio nel momento in cui decide di farsi uomo sceglie di crescere e di essere educato da una coppia, Maria e Giuseppe, che per il dogma e per il Diritto cattolico era unita di fatto in un matrimonio non valido e quindi non era vera famiglia: era appunto una Sacra Unione di fatto.

Dietro una spinta così forte proveniente del Vangelo, da anni ci siamo impegnati, come tanti altri, e con forti conflitti, a immedesimarsi nelle discariche umane prodotte nella "città delle famiglie normali". E lì abbiamo trovato bambini abbandonati per l´onore del sangue, ragazze madri demonizzate e lasciate nella solitudine più nera, handicappati rifiutati, carcerati privati della parentela, gay senza speranza, coppie prive di dignità perché fuori della norma, minori violentati dai genitori, mogli stuprate dietro il paravento del "debito coniugale". La "misericordia" del Vangelo ci ha imposto di non demonizzare anzi di accogliere la ricerca di forme di convivenza meno distruttive. Per purificare lo stesso matrimonio, non certo per distruggerlo. Quei bambini abbandonati, quelle ragazze madri, quegli handicappati, quei carcerati, quei gay, quelle vittime di violenze intrafamiliari, hanno avuto bisogno di "unioni di fatto", magari cosiddette "case famiglia", che se ne facessero carico. Poi anche le famiglie si sono aperte alle adozioni e agli affidamenti. Ma la breccia è stata aperta da "unioni di fatto".

Fine della famiglia tribale e delle sue discariche? Macché. Nuove emergenze incombono. La competizione globale, questa guerra di tutti contro tutti, riporta a galla il bisogno di mura. Il mondo del privilegio non accetta la condivisione e non ne conosce le strade se non nella forma antica della elemosina che oggi è confusa impropriamente con la solidarietà; conosce molto bene però l´arte dell´arroccamento. E di questo bisogno di blindatura approfittano i crociati della famiglia. Guardando bene al fondo, in nome di che si ricacciano in mare gli extra-comunitari? Sono estranei alla nostra famiglia e alla nostra famiglia di famiglie. La difesa a oltranza della famiglia canonica oggi è fonte di esclusione verso i dannati della terra. L´opposizione al riconoscimento delle nuove forme di solidarietà è nel profondo radice di violenza verso gli esclusi. La crociata contro le famiglie di fatto oggettivamente è egoista, oltre i bei gesti e le belle parole e oltre le stesse intenzioni, al di là delle apparenze. Non basta difendere la famiglia naturale. Bisogna ancora una volta guarirla.

È necessario riscoprire il primato dell´amore e della solidarietà oltre i confini di razza, etnia, famiglia, quell´amore responsabile e quella solidarietà piena che sono sacre in radice e rendono sacro ogni rapporto in cui si incarnano.

Bisogna ritrovare le strade dell´apertura planetaria della famiglia, di una famiglia purificata e guarita, già annunciate dal Vangelo, nelle attuali esperienze delle giovani generazione e dei nuovi soggetti, con prudenza creativa, senza nascondersi limiti e pericoli, ma anche senza distruttive demonizzazioni.  [ L'UNITA' - Pubblicato il: 12.04.07 - Modificato il: 12.04.07 alle ore 14.21 - >>>QUI<<< - le sottolineature in grassetto e in rosso sono mie ]

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Non sono piu' cattolica da molto tempo, ma non ho dimenticato cio' che di buono mi ha dato la mia antica educazione religiosa. Quello delle unioni di fatto puo' sembrare un problema di scarsa importanza se confrontato con le cose terrificanti che stanno accadendo in tutto il mondo, tuttavia mi sembra importante conservare e diffondere testimonianze che possano aiutare a dipanare gli equivoci e a stemperare un conflitto senza ragioni. Vorrei che si abbandonasse lo stereotipo "noi e loro", tipico delle contrapposizioni, che in questo caso potremmo intendere come "noi laici, e loro cattolici". Almeno questo e' possibile risparmiarselo, evitando di rispondere con durezze alle durezze, con polemiche alle polemiche. Ed e' possibile essere pacificamente, serenamente propositivi, al di la' delle offese e delle provocazioni. Enzo Mazzi, sacerdote, ha scritto un pezzo straordinario che per me e' una vera e propria "lectio magistralis" sul messaggio evangelico e sul cristianesimo (quello autentico), perche' afferma principi di civilta' su cui tutti possono concordare.

sabato 7 aprile 2007

Diversita' e creativita'


“Complete openness of awareness to what exists at the moment is, I believe, an important condition of constructive creativity.”


Carl Rogers



Per Carl Rogers, uno dei maggiori esponenti della psicologia umanistica incentrata sulla persona, "una completa apertura mentale (e mancanza di pregiudizi) nella consapevolezza di cio' che esiste e' al momento una importante condizione di creativita' costruttiva".


L'accettazione e l'affermazione pubblica del valore di ogni singola persona, con le sue multiformi espressioni e orientamenti mentali e sessuali, e' una grande opportunita' per ampliare e potenziare le capacita' creative dei singoli individui e delle societa'. Chiaramente voglio fermare l'attenzione sulla crisi di questo valore nell'infuriare delle polemiche sull'accettazione "pubblica",da parte dello Stato italiano, dell'esistenza delle coppie di "conviventi" e dei loro diritti e doveri. In particolare voglio riferirmi alla "questione omosessuale", che definisco cosi' perche' tale e' diventata o sta diventando.


Qualcuno potrebbe obiettare che ci sono omosessuali di grande successo, che ci sono omosessuali dovunque nei media, che tutti gli omosessuali lo sono alla luce del sole e parlano liberamente della propria condizione. Sono d'accordo, come e' ovvio. Che cosa non si puo' fare e dire quando si hanno successo e denari? Ancora si potrebbe obiettare che ...


10 aprile 2007


... gli omosessuali e le coppie di fatto non possono comportarsi nelle loro richieste di diritti speciali come se fossero una categoria. Non sono una categoria, infatti, sono una minoranza di cittadini che chiedono un riconoscimento pubblico della loro situazione. E uno Stato democratico si occupa dei bisogni delle minoranze, quindi tutto filerebbe piu' o meno liscio se si lasciasse agire il legislatore serenamente nel rispetto delle leggi vigenti. Leggi che possono anche mutare col mutare del tessuto sociale.


L'obiezione che sembra piu' fondata, infine, e' quella che contempla la possibilita' di risolvere i problemi delle convivenze con dei patti privati. Ma le coppie di fatto, e in particolare le coppie omosessuali che non possono sposarsi, chiedono qualcosa di piu': chiedono il riconoscimento pubblico della loro esistenza. Perche' e in che cosa la famiglia fondata sull'unione di un uomo e una donna dovrebbe essere sminuita e minacciata dall'accettazione "pubblica" della scelta di queste persone che sono cittadini e cittadine come gli altri? Come possono queste famiglie, che gia' esistono e che vogliono solo essere riconosciute come tali, attentare alla vita della famiglia tradizionale? Imbastire un conflitto sproporzionato su una questione come questa che non danneggia nessuno non e' giusto e crea i presupposti per una delle tante deviazioni dallo spirito di tolleranza e di solidarieta' che dovrebbe animare la legislazione e la cittadinanza di un Paese. 


Mi fa soffrire quello che sta succedendo in Italia, considero letali le contrapposizioni pesanti quando si parla del benessere comune, mi stupiscono gli egoismi e le offese da qualunque parte vengano. Sui DICO la posizione dei cattolici e' tutt'altro che omogenea e di questo tutti dovremmo tener conto. Lasciando da parte gli eccessi, dalla senatrice col cilicio agli anticlericali per partito preso, ci sara' pure una possibilita' di incontro e di cooperazione sul piano dei diritti umani 

giovedì 5 aprile 2007

DONNE D' AFRICA E DI TUTTO IL MONDO



Bambola della fertilita'


AL BANDO LE MUTILAZIONI GENITALI IN ERITREA


A girl undergoing circumcision


Questa e' una notizia importantissima per tutte le donne e per tutti gli uomini. E' un passo forse ancora soltanto formale, ma e' un passo decisivo e irreversibile. In Africa e nel mondo. Ho conservato alcune testimonianze dei giorni di giugno 2003 in cui si tenne a Il Cairo un Convegno contro le mutilazioni  legato alla campagna StopFgm lanciata l'anno precedente a Bruxelles. Da ieri questa pratica criminale, che nessuna rivendicazione identitaria puo' giustificare e nemmeno rendere comprensibile, e' finalmente in evidenza nei giornali italiani ed esteri. Per ricordare, riporto l'articolo dell'Unita'.



L'Eritrea vieta l'infibulazione: nel mondo riguarda 140milioni di donne


 



 donna (ap)

Infibulazione al bando in Eritrea. Il governo di Asmara ha dichiarato illegale le mutilazioni genitali femminili e stabilito dure pene per chi la pratica o vi si sottopone. «La circoncisione femminile rappresenta un grave rischio per la salute delle donne e, oltre a metterne in pericolo la vita, causa loro considerevole dolore e sofferenza - si legge in un comunicato pubblicato sul sito dell'esecutivo - chiunque richieda, inciti o promuova la circoncisione femminile sarà punito con una multa o il carcere».

Il provvedimento è entrato in vigore il 31 marzo, ma è difficile dire fino a che punto sarà realmente rispettato. Le mutilazioni genitali femminili sono molto diffuse nel Corno d'Africa e, secondo Secondo l'Unione nazionale delle donne eritree, circa il 90% delle connazionali nel 2002 risultava mutilata, avendo subito una clitoridectomia, escissione o infibulazione.

Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, in tutto nel mondo sono tra i 100 e i 140 milioni le donne che hanno subito l'amputazione della clitoride o delle grandi labbra. E ogni anno sono a rischio circa 2 milioni di bambine. Le conseguenze di queste pratiche per la salute della donna sono estremamente pesanti.

La cosiddetta “circoncisione femminile” è praticata soprattutto in Africa ma non solo. La Somalia ha il triste primato della cosiddetta "infibulazione faraonica" (la più devastante) dove si calcola che il 98% delle donne sia mutilata. Ma anche in Egitto, Sudan settentrionale, Nigeria, Mali, Kenya la pratica, sotto diverse forme, è molto diffusa. La circoncisione femminile, anche in forme più lievi, viene praticata dalle popolazioni musulmane dell´Indonesia, India, Malesia, in alcune zone del Pakistan, nonché in Oman, Yemen e negli Emirati Arabi.


Anche in Italia molte donne migranti sono a rischio mutilazione. Con una legge del gennaio 2006 il Parlamento ha modificato il codice penale per tutelare le donna da queste pratiche: l'articolo 583 bis punisce con la reclusione «da quattro a dodici anni chi, senza esigenze terapeutiche, cagiona una mutilazione degli organi genitali femminili».  


L'Unita' - Pubblicato il: 05.04.07 - Modificato il: 05.04.07 alle ore 14.40 - >>>QUI<<<



martedì 3 aprile 2007

DI APPELLO IN APPELLO



Il fatto. ROMA - Il gip di Roma, La Viola, ha rigettato la richiesta di archiviazione per Mario Riccio, l' anestesista che ha interrotto la ventilazione meccanica a Piergiorgio Welby. Lo fa sapere il legale del medico, Giuseppe Rossodivita.  Oggi, spiega l' avvocato dell' anestesista, i carabinieri di Cremona hanno notificato a Riccio l' invito ad eleggere domicilio e nominare un difensore di fiducia in relazione al procedimento relativo alla morte di Piergiorgio Welby, per il quale la Procura di Roma, in ottemperanza a quanto disposto dal gip La Viola, ha proceduto all' iscrizione del medico nel registro delle notizie di reato con l' ipotesi di 'omicidio del consenziente' (art. 579 c.p.). ... ANSA


Non passa giorno senza che ci sia da firmare nuovi appelli, non per ottenere cose eccezionali o stravaganti, ma per richiamare l'attenzione su doveri disattesi o problemi inattesi. Oggi e' la volta del dottor Riccio, il medico che permise a Piergiorgio Welby di vedere riconosciuti i suoi diritti di cittadino libero di scegliere come curarsi e secontinuare a curarsi. Ho letto la notizia della richiesta di un suo rinvio a giudizio per "omicidio del consenziente", un'accusa gravissima per chiunque ma terribile per un medico. La vicenda di Welby la conosciamo benissimo e certo la ricordiamo tutti. Pensavano che si fosse conclusa e che avrebbe trovato una degna continuazione in Parlamento. Invece pare che debba continuare in tribunale. E allora il dottor Riccio dovra' difendersi e farsi difendere, con costi che non so immaginare, sul piano sia umano che economico. Lo ricorda a tutti noi, oggi, Furio Colombo in un editoriale a cui mi associo e aderisco in tutti i sensi e a tutti i livelli. Nel caso fosse sfuggito a qualcuno, lo riporto qui di seguito. Se si dovesse arrivare a simile necessita', seguirei immediatamente il suggerimento di Furio Colombo. E sarebbe anche una questione di "sano" egoismo, perche' nel futuro potrei essere io a trovarmi nelle condizioni di Piergiorgio Welby, come chiunque altro.


Welby, salviamo il dottor Riccio


Furio Colombo


Ci sono molte ragioni - umane e civili - per non dimenticare il caso di Piergiorgio Welby, la sua sofferenza, la sua residua ma forte voce che non ha smesso richiedere agli esseri umani che gli stavano intorno di intervenire e di porre fine, per dovere morale e secondo la legge, al suo disumano dolore.

Qualcuno lo ha fatto. Lo ha fatto l’appello ostinato dei radicali, di Marco Cappato, a cui in molti ci siamo uniti, medici, giuristi, politici, cittadini di tutta Italia.

Uno di loro, uno di noi, il medico anestesista Mario Riccio, lo ha fatto.

Seguendo scrupolosamente il poco che le norme italiane indicano e consentono per rispettare la dignità e la volontà di una persona che non può più soffrire, il Dottor Riccio ha fermato la macchina-tortura che stava comunque portando Welby alla morte, però più lenta, più indecorosa, capace solo di alimentare un dolore sempre più grande.

Ora - nonostante la richiesta di archiviazione del Procuratore della Repubblica e del Procuratore Generale di Roma, il Tribunale della stessa città annuncia di voler processare il medico e lo accusa di omicidio di persona consenziente, cioè di reato gravissimo. Non diremo che la decisione annunciata - se presa - avrà un fondamento teologico e non giuridico, per il rispetto sempre dovuto alla Magistratura.

Diremo che è tempo per tutte le persone guidate da un senso di umanità e solidarietà di essere presenti, attive e impegnate a sostenere due cause: la dignità del malato Welby, che aveva chiesto a lungo e invano - come in un film dell’orrore - che si ponesse fine alla sua sofferenza.

E l’atto di umanità da medico e da cittadino, compiuto a nome di tutti noi, dal medico Riccio, in base alla sua conoscenza, competenza e coscienza.

Chi di noi ha provato gratitudine - e anche riscatto per la propria incapacità di accorrere in aiuto - quando il Dottor Riccio è intervenuto, adesso ha l’impegno di essergli accanto e sostenerlo.

È giusto scrivere queste cose sul giornale di quella sinistra che della solidarietà, del soccorso, della dignità, del rispetto della persona e dei suoi diritti fondamentali ha sempre fatto la sua bandiera.

Propongo al nostro giornale di aprire una sottoscrizione: un fondo di difesa per sostenere al livello più alto le ragioni umane morali e civili che hanno guidato il Dottor Riccio nella sua decisione e nel suo intervento che ha posto fine al dolore.

In un mondo impegnato - anche con le sue migliori risorse tecnologiche - a creare dolore, occorre difendere Riccio ma anche il simbolo alto di ciò che ha fatto. Contribuisco a questo appello con 1000 euro. Ma anche un solo euro sarà contributo di testimonianza dovuta. È una buona, nobile, umanissima causa in cui nessuno deve tacere.


L'UNITA' - Pubblicato il: 03.04.07 - Modificato il: 03.04.07 alle ore 10.27 - >>>QUI<<<


Aggiornamento della notte


Pistorius, che si autodefinisce un "cristiano incoerente", ha fatto un'analisi puntuale e interessante della NOTA della CEI, basandosi sulla lettura del Vangelo e, suppongo, sul buon senso comune. Mi sembra giusto farlo sapere. Il post e' >>>QUI<<<.

domenica 1 aprile 2007

LA CONFERENZA



Quelli che seguono sono pezzi degli ultimi due post di Rosalba Sgroia. Penso che gli argomenti trattati debbano essere diffusi quanto piu' possibile, anche tenendo conto della limitatezza dell'informazione ufficiale. Lascio stare le ultime uscite del vescovo Bagnasco, poi ridimensionate ma non semntite, perche' sono stanca del personaggio e dei suoi sodali, ma soprattutto perche' la polemica a un certo punto diventa sterile. Meglio lasciare la parola a chi ha qualcosa da dire e da proporre.



Il Circolo UAAR di Roma “Gianni Grana” presenta


Margherita Hack & Piergiorgio Donatelli


LAICITA’ : GARANZIA DI DEMOCRAZIA E DI LIBERTA’ NELLA RICERCA SCIENTIFICA


Venerdì 30 marzo 2007 - ore 16,00 - SALA GONZAGA - Via della Consolazione, 4 - ROMA


dal blog di Rosalba Sgroia >NERO ASSENSO<


venerdì, 30 marzo 2007, 22:25


CONFERENZA CON LA HACK: FOTO E VIDEO

Si è svolta oggi la conferenza  con la grande scienziata Margherita Hack ( Presidente onorario UAAR) e con l'apprezzatissimo filosofo Piergiorgio Donatelli ( prof. Storia Filosofia Morale Univ. La Sapienza). ... grande soddisfazione tra i presenti, ma enorme dispiacere per come sia stato  ignorato l'evento dalla stampa e dai telegiornali. Link: QUI


Fortunatamente l 'incontro è stato registrato da TELEAMBIENTE e dall'immancabile RADIO RADICALE.


vedi il video degli interventi


Aggiornamento del 2 aprile 2007.


Masso57 nel suo blog Blue River ha postato un pezzo di Galeano che si inserisce con grande nitidezza nei furori delle gerarchie vaticane contro le unioni omosessuali. Da conservare e da diffondere.



Il sesso degli angeli uguali


di

EDUARDO GALEANO




Per Richard Nixon, uno storico prestigioso, era tutto molto chiaro. Nel 1972, quando era presidente degli Stati uniti, dettò ai suoi collaboratori più stretti un corso lampo sulla decadenza della Grecia e di Roma. - Sapete che è successo ai greci? L'omosessualità li ha distrutti. Aristotele era omo, lo sappiamo tutti. E anche Socrate. E sapete che è successo ai romani? Gli ultimi sei imperatori erano froci...



...continua QUI