Vita e Morte
Il mondo di chi è felice è altro
da quello di chi è infelice.
Come pure alla morte il mondo non si àltera,
ma cessa.
L. Wittgenstein, Tractatus logico-philosophicus
MARIO MONICELLI
Una vita lunga, intensa, fantastica per opere e giorni. Una "morte libera", drammaticamente raggiunta. La fatica dell'ultimo salto, il coraggioso battito d'ali verso lo schianto liberatorio, l'infinito lieve pesante movimento del corpo immobile.
C'è grande tristezza per lo stato di costrizione che ha imposto la messa in atto tragica che ben più dolce poteva essere. Immagino una decisione razionale, consapevole, e indifferibile considerata la condizione di incurabilità finale.
L'uomo Monicelli, l'uomo che conoscevamo attraverso la sua opera e i suoi discorsi, deve aver ponderato la scelta della "mors voluntaria", come avrebbe fatto, come farebbe uno stoico. Ma di lui ricorderemo l'intensità della sua vita, l'amore e l'impegno, la coscienza del valore prezioso di ogni attimo. Fino all'ultimo.
* Bisognerebbe ragionare intorno alla parola 'suicidio' ("neologismo" del 1771), che comporta un inevitabile parallelismo con la parola 'omicidio'.
Che non sia mai considerato peccato, a mire obbligate, spiccare il grande volo.
RispondiEliminaIl maestro ha lasciato la sua ultima lezione, piaccia o meno, facendo risaltare come un lecito diritto sia figlio naturale del libero pensiero, quello che di certo non gli era mai mancato.
Che non sia mai considerato peccato, a mire obbligate, spiccare il grande volo.
RispondiEliminaIl maestro ha lasciato la sua ultima lezione, piaccia o meno, facendo risaltare come un lecito diritto sia figlio naturale del libero pensiero, quello che di certo non gli era mai mancato.
@ Raymond
RispondiEliminaSono riflessioni necessarie per capire innanzitutto noi stessi e per essere in grado di capire o almeno intuire i nostri compagni di viaggio attraverso la vita, che spesso ci presenta misteri ed enigmi. L'umiltà e la consapevolezza del limite possono aiutarci.
@ Raymond
RispondiEliminaSono riflessioni necessarie per capire innanzitutto noi stessi e per essere in grado di capire o almeno intuire i nostri compagni di viaggio attraverso la vita, che spesso ci presenta misteri ed enigmi. L'umiltà e la consapevolezza del limite possono aiutarci.
@ Raymond
RispondiEliminaSono riflessioni necessarie per capire innanzitutto noi stessi e per essere in grado di capire o almeno intuire i nostri compagni di viaggio attraverso la vita, che spesso ci presenta misteri ed enigmi. L'umiltà e la consapevolezza del limite possono aiutarci.
@ Raymond
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Wittgenstein dice sciocchezze: nessuno è sempre felice o sempre infelice: si entra e si esce.
RispondiEliminaE il mondo con la morte non cessa manco per niente: proseguono imperterrite le conseguenze di ogni nostra minima azione, che , per quanto minima, ha cambiato per sempre l'Universo.
Il suicida prende sempre un abbaglio, o si cancella per insopportabile fastidio della vita, insomma per codardia. Non è un atto di coraggio, ma di viltà.
Wittgenstein dice sciocchezze: nessuno è sempre felice o sempre infelice: si entra e si esce.
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Il suicida prende sempre un abbaglio, o si cancella per insopportabile fastidio della vita, insomma per codardia. Non è un atto di coraggio, ma di viltà.
Wittgenstein dice sciocchezze: nessuno è sempre felice o sempre infelice: si entra e si esce.
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Il suicida prende sempre un abbaglio, o si cancella per insopportabile fastidio della vita, insomma per codardia. Non è un atto di coraggio, ma di viltà.
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Il suicida prende sempre un abbaglio, o si cancella per insopportabile fastidio della vita, insomma per codardia. Non è un atto di coraggio, ma di viltà.
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Che Wittgenstein dica sciocchezz e è gratuito e opinabile.
RispondiEliminaRimango sbalordita che una persona come te ( ti ho semre creduto saggio ed equilibrato), caro Vecchiodellamontagna, scriva giudizi così severi.
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