Ingmar Bergman ovvero della complessità esistenziale
"La verità è che io vivo sempre nella mia infanzia, giro negli appartamenti in penombra, passeggio per le silenziose via di Uppsala, mi fermo davanti alla Sommarhuset ad ascoltare l'enorme betulla a due tronchi. Mi sposto con la velocità di secondi. In verità, abito sempre nel mio sogno e di tanto in tanto faccio una visita alla realtà". (da Lanterna magica)
Dal giorno in cui casualmente mi sono imbattuta in un suo film, ricordo che era "Il volto", Ingmar Bergman è stato il mio narratore. Non posso dire di conoscere i significati che nascondeva e svelava nelle sue opere, tanto sapeva essere enigmatico Bergman, ma certo nei suoi film ho trovato la rappresentazione di una consistente parte della mia vita interiore. I dubbi e i tormenti di un'educazione religiosa pesante (ininfluenti le differenze tra il suo luteranesimo e il mio cattolicesimo di partenza), la nostalgica tensione verso il sogno dell'innocenza, il lavorìo quasi ossessivo dell'introspezione sentimentale. Bergman è stato un artista quanto mai poliedrico, ma per me fondamentali sono gli influssi e gli effetti della religione sulla mente umana, come traspaiono dalle sue opere.
più tardi
Anche Michelangelo Antonioni. Anche lui così importante per la formazione di tante persone, come artista e come interprete dei tempi.
Bergman: grande artista, grande uomo. C'è poco da aggiungere, semplicemente leggerlo.
RispondiEliminaFelicità
Rino, salutando
@babilonia61
RispondiEliminaLa stranezza e la meraviglia per me stanno nell'affinità delle esperienze e delle speculazioni pur nell'abissale diversità delle biografie.
Ed oggi se ne è andato anche Michelangelo Antonioni: due persone che mi hanno scavato nell'anima riempiendomi delle mie incrollabili incertezze.
RispondiEliminaIl mio Bergman è quello de "Il posto delle fragole"; di Antonioni non riesco a limitarmi ad un solo titolo, anche se "Zabriskie Point" mi ha scavato forse un po' di più.
E le tue parole, carissima Harmonia, sono una mano amica sulle lacrime. TpnO.
Buon pomeriggio mia cara Harmonia;-) Sai sempre aggiungere alle mie parole un mare di incantevole poesia e non posso che gioire..macomecaspiterinafai?ohibo';-))))))))Bergman era davvero un grande personaggio,anche se ho avuto modo di scoprirlo poco.Con queste tue parole un pò di lui ora resterà certamente nei nostri ricordi piu' cari...e quelli non si cancellano facilmente, al contrario, possono regalarci emozioni, le stesse...;-))))Sono curiosa di leggere il tuo contributo alla Mostra "Su la Maschera"..curiosissima e felice di sapere che anche tu, tempo e lavoro permettendo, ne farai parte.;-))))))) Un abbraccio tanto tanto caro a te, profumato fiore ...^_*Angelika
RispondiEliminaPoetico e autenticamente toccante la chicca che riporti nel tuo post. Mi piacerebbe rivedere qualche suo film , ma le reti è raro che possano trasmetterli. Forse meglio acquistarli.
RispondiEliminaPossiedo due autobiografie,
RispondiEliminaentrambe doni. Di "Lanterna magica" avrò letto solo metà.
L'altra sera
notavo questo strumento onirico anche in "Fanny ed Alexander"
( e forse
in altri film).
Credo fosse il suo archetipo, il modo per esorcizzare i
tanti suoi scheletri quel rifugiarsi nel sogno. Che ne pensi?
Mi ha
lasciata sgomenta la sua morte. Dentro di me devo averlo ritenuto
immortale, uno di quei mostri sacri che incutono soggezione..
Nessuno ho ritenuto sacrale come Bergman, manco W.Wenders che pure amo.
Ti ho scritto tramite Splinder sull'altro nick.
RispondiEliminaBaci
...solo un pensiero, silenzioso e grato per ciò che ho imparato attraverso le loro immagini.
RispondiEliminaun abbraccio
Blue
...solo un pensiero, silenzioso e grato per ciò che ho imparato attraverso le loro immagini.
RispondiEliminaun abbraccio
Blue
bellissimo post
RispondiEliminastef
Bergman è riuscito a tenermi in piedi fino alle 2.30 di notte col suo "Fanny e Alexander" . Che diamine, ci sono dentro tre o quattro capolavori. Da ragazzo avevo visto Il Settimo Sigillo e La Fontana della Vergine. E' l'unico autore, con Kurosawa, che mi ha convinte che anche il cinema può essere arte. Molto,ma molto raramente. Trovo invece Antonioni noioso, strombettato eccessivamente. Un gelato di cartapesca, succhi succhi e non ne sorte niente...
RispondiEliminaGrandi registi...Grande Harmonia!
RispondiEliminaUn abbraccio carissima!
Ros
partendo dal tuo post sono arrivato a raccontare un piccolo episodio di tanti anni fa.
RispondiEliminaE con questo chiudo per ferie anche se partiro' a fine settimana.
Ciao, un saluto a tutta la famiglia.
Mi spiace per ieri, ma non so che sia successo.
RispondiEliminaTi ho risposto.
BACI
Mi spiace per ieri, ma non so che sia successo.
RispondiEliminaTi ho risposto.
BACI
condivido il pensiero di Leira su Bergman e sul trattamento che invece si è riservato al sopravvalutato Antonioni.
RispondiEliminaMa si sa.. il campanilismo e il provincialismo che prospera in Italia
non è di oggi, proviene da molto lontano.. e ho l'impressione che attraversi tutto il nostro '900 cinematografico.
un caro saluto
carlo
condivido il pensiero di Leira su Bergman e sul trattamento che invece si è riservato al sopravvalutato Antonioni.
RispondiEliminaMa si sa.. il campanilismo e il provincialismo che prospera in Italia
non è di oggi, proviene da molto lontano.. e ho l'impressione che attraversi tutto il nostro '900 cinematografico.
un caro saluto
carlo