domenica 31 luglio 2005


"Regaliamoci la pace"




 



 


 













 Fotografie e citazione dal sito: http://www.tizianoterzani.com/


 


Un regalo di Sil (http://silenzioindio.splinder.com/)


"Il mio viaggio infine è terminato,
il mio sentiero s'inoltra nel Grande Vuoto,
il mio cuore ha quasi timore di battere,
il mio respiro si fa più sommesso della brezza.
D'un tratto son diventato tutto silenzio:
non odo altro suono che lo sciabordio dell'acqua
sui vasti lidi dove si perdono per l'eternità
le onde incessanti dell'Oceano della Pace che canta."
(da "la Preziosa Ghirlanda") un suggerimento del *vecchiodellamontagna*


e uno di Masso57 (http://blueriver.splinder.com/)


"È forse vero che si vive con le radici nella terra? Non per sempre nella terra: Soltanto un po’ qui, Seppure sia di giada si spezza, Seppure sia d’oro si rompe, Seppure sia di piume di quetzal si lacera. Non per sempre nella terra: soltanto un po’ qui. Desideravo che i cerchi non finissero, non finissero mai, consapevole, tuttavia, che ogni pietra è momentanea, ogni minuto fugace, ogni gioia passeggera, e che poi non rimane memoria sull’acqua."
(Manuel Scorza, La danza immobile)


martedì 26 luglio 2005

London bombs


July 26, 2005
You're to blame but we want you to stay, voters tell Blair





1. La "guerra al terrore", come è stata concepita dal duo Bush-Blair e come viene tuttora portata avanti, è un orrore, un orrore stupido inefficace controproducente.


2. Il terrorismo, con qualsiasi nome lo si voglia chiamare, "jihad" o "guerra santa" o guerra di liberazione..., è un orrore che non può essere giustificato, mai. Ma in particolare il terrorismo alla Bin Laden mescola strumenti criminali a fini non migliori. L'odio per l'Occidente, per quanto reale, è strumentale alla realizzazione di ben altri progetti, come l'imposizione del credo wahabita e la vittoria nella guerra tutta interna ai gruppi islamici, la fitna. Ci sono documenti e libri in abbondanza sull'argomento.


Come al solito, devo avvisare che questo è il risultato di molte letture, ma io per prima so che si tratta di frammenti di verità (?) e che il quadro completo forse non lo vede nessuno.


E pensare che oggi avrei voluto ricordare il DARFUR, dopo aver letto l'articolo di Nicholas Christoff sul New York Times di oggi: All Ears for Tom Cruise, All Eyes on Brad Pitt


Some of us in the news media have been hounding President Bush for his shameful passivity in the face of genocide in Darfur.


More than two years have passed since the beginning of what Mr. Bush acknowledges is the first genocide of the 21st century, yet Mr. Bush barely manages to get the word "Darfur" out of his mouth. Still, it seems hypocritical of me to rage about Mr. Bush's negligence, when my own beloved institution - the American media - has been at least as passive as Mr. Bush. [...]


[ continua qui: http://www.nytimes.com/2005/07/26/opinion/26kristof.html?hp ]


lunedì 25 luglio 2005

Se fossi una musulmana o un musulmano,


fedele all'Islam e ai precetti del Corano, difenderei la mia religione dall'uso blasfemo che ne viene fatto. Condannerei le azioni compiute dai "terroristi" non solo perché criminali, ma anche per quell'aggettivo, "islamico", che ingiustamente e immoralmente usano per imprimere un marchio di legittimità, di santità anzi, a operazioni sanguinarie di cui solo alcuni, tra l'altro, conoscono i veri scopi.


Queste musulmane e questi musulmani esistono, e sono la maggioranza. Come siamo maggioranza noi, cosiddetti occidentali e/o cristiani, offesi e atterriti da ciò che alcuni grandi capi stanno facendo in nome della nostra "civiltà" e, absit iniuria verbis, in nome del Dio dei cristiani, che ovviamente è dalla nostra parte, come più volte affermato dal Bush giovane, il quale peraltro ogni mattina prega e chiede l'ispirazione divina.


Ognuno dovrà affrontare le proprie difficoltà nel proprio campo, perciò non possiamo fare altro che darci voce a vicenda e collaborare per non rimanere schiacciati tra due integralismi che nulla hanno a che fare con noi e di noi vogliono servirsi nei modi a loro più consoni. Concordo con quanto ha scritto Massimo Fini: "In mezzo a questa immonda guerra fra la «guerra asimmetrica» o, come l'ha chiamata Edward Luttwak, «post-eroica», che è quella delle superpotenze occidentali troppo superiormente armate per poter essere affrontate lealmente sul campo, e il terrorismo globale una guerra che colpisce quasi esclusivamente civili, si trovano tutti coloro che non stanno né con Bin Laden (o chi per lui) e i suoi metodi atroci ma nemmeno con chi ha la pretesa proterva e totalitaria di omologare a sè, con le buone o con le cattive, ogni altra società, cultura, civiltà."


Come essere umano, etichettata come occidentale,


mi associo a quanto hanno pensato e proposto alcuni altri esseri umani (stessa etichetta) di cui condivido idee e aspirazioni da "sempre". Sono Alex Zanotelli, Gino Strada, Gianni Rinaldini, Luigi Ciotti… e altri amici, che ne "Il tempo è scaduto..." chiamano "a una svolta le persone e le comunità critiche in movimento."  



 


 


Massimo Fini, Ci siamo creati le forze del male, http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=1182


Il tempo è scaduto... http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=552 

giovedì 21 luglio 2005

“SE NON VI CONVERTIRETE PERIRETE TUTTI”

 di Antonio Socci - Il Giornale, 21.07.2005 (prima pagina)

Due clamorose (e inedite) dichiarazioni di Benedetto XVI (sulla Madonnina di Civitavecchia) e di Giovanni Paolo II (su Medjugorje) illuminano l’unica via di salvezza possibile di fronte a un terrorismo (e a una catastrofe) che non è possibile prevenire né con gli eserciti né con altri sistemi di difesa


Proprio in questi giorni di “allarme terrorismo” sull’Europa e l’Italia, arrivano sorprendenti novità su due misteri “apocalittici”: Medjugorje (dove la prospettiva dei “dieci segreti” è ormai vicina e disvelarsi) e Civitavecchia (con quelle lacrime di sangue della Madonnina che, secondo autorevolissimi interpreti, riguardano direttamente il futuro prossimo dell’Italia). Due casi, come si sa, molto legati: la statuetta di Civitavecchia veniva appunto dal villaggio dell’Erzegovina dove da 24 anni avvengono le apparizioni della Vergine. Al centro delle due novità di queste ore si trovano Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. E sono due casi seri al contrario di quello che i giornali hanno montato strumentalmente su Harry Potter.

Dunque il vescovo di Civitavecchia, monsignor Grillo, si trovava alla riunione della Cei di fine maggio e lì ha incontrato papa Raztinger. All’inizio il Santo Padre gli ha chiesto come va a Civitavecchia, hanno parlato affabilmente e alla fine il pontefice gli ha detto queste testuali parole: “La Madonna farà cose grandi”. Parole che certo non sono ancora un ufficiale riconoscimento del miracolo, ma che – dopo i recenti interventi televisivi di un prelato, assai liquidatori con quelle misteriose lacrime – rappresentano un autorevolissimo segno di apertura della Chiesa, tanto che il vescovo di Civitavecchia le ha fatte stampare sulla copertina del giornale del santuario (parole che fanno seguito alla clamorosa notizia, rivelata da Andrea Tornielli sul Giornale, per cui Giovanni Paolo II volle avere per qualche giorno la statuetta nel suo appartamento per pregare e ha lasciato uno scritto di suo pugno che lo attesta).

Anche su Medjugorje le novità vengono da ciò che ha lasciato il papa. Il famoso poeta e giornalista polacco Marek Skwarnicki, che collaborò con il cardinale Wojtyla a Cracovia, pubblicherà in ottobre, in Germania, il suo epistolario con Karol Wojtyla. Sono state anticipate quattro lettere del Santo Padre indirizzate al poeta e alla moglie Sofia, nelle quali risulta chiaramente che il grande pontefice polacco era personalmente convinto delle apparizioni di Medjugorje e ne sottolineava il significato decisivo e “drammatico” per l’umanità.

C’erano già molte testimonianze di vescovi o ecclesiastici che riferivano, nel corso degli anni, parole di devozione di papa Wojtyla per la Madonna di Medjugorje. Ma adesso queste lettere autografe, pur non essendo ufficiali, peseranno ancora di più.

Dunque il 30 marzo 1991 il Papa scrive un saluto ai coniugi Skwarnicki in pellegrinaggio a Medjugorje. Il 28 maggio 1992 di nuovo invia queste parole ai due coniugi: “e adesso ogni giorno torniamo a Medjugorje in preghiera”. L’8 dicembre 1992 il Pontefice traccia di suo pugno, dietro un’immagine di auguri natalizi, questa riflessione: “Ringrazio la Signora Sofia per tutto ciò che riguarda Medjugorje. Anche io con la preghiera vado là ogni giorno come pellegrino: mi unisco nell’orazione con tutti coloro che pregano là o che ricevono da là una chiamata alla preghiera. Oggi abbiamo compreso meglio questa chiamata. Gioisco perché il nostro tempo non è privo di persone di preghiera e di apostoli”.

Ma più significativa di tutte è la quarta missiva pontificia, scritta il 25 febbraio 1994: “La Signora Sofia mi scrive a proposito dei Balcani. Io penso che Medjugorje sia meglio compresa adesso. Questa ‘urgenza’ della Madre è meglio compresa oggi che vediamo con i nostri occhi l’enormità del pericolo. Allo stesso tempo la risposta su questa via di una preghiera speciale, proveniente da persone di tutto il mondo, ci riempie di speranza che anche là il bene prevarrà. La pace è possibile, questo è stato il motto della giornata di preghiera preparata da una speciale sessione in Vaticano… Forse è anche grazie a questo che l’Europa sta tornando in se stessa. Pure in Polonia la gente sta tornando in se stessa, come risulta dalla sua lettera. Probabilmente sarà più facile per loro accettare che il Papa (nel suo ultimo viaggio, ndr) non abbia predicato ‘la vittoria della democrazia’, ma abbia ricordato loro il Decalogo. Vi benedico”.

In effetti Wojtyla in Polonia, dopo il crollo del comunismo, sorprese molti indicando la nuova, vera meta: la conversione. E’ questa anche “l’urgenza della Madre” che vuole salvare l’umanità. Per il Papa infatti non bastava aver abbattuto il comunismo, ora bisognava che l’Europa ritrovasse Cristo, le sue radici cristiane, perché solo così poteva evitare nuove tragedie e nuove orrende minacce. Urgeva ed urge un cambiamento di rotta. Se oggi la spensierata regina d’Inghilterra annuncia che i britannici non cambieranno il loro modo di vita per il terrorismo, un’altra giovane Regina, che la Chiesa venera come Regina del Cielo e della terra, sta accoratamente lanciando, da anni, un appello opposto: cambiate il vostro modo di vita se volete salvare voi stessi, i vostri figli, il vostro mondo. Cambiate mentalità, convertitevi se volete evitare la catastrofe. E’ questo il senso profondo di Medjugorje (e di Civitavecchia). Un messaggio fatto suo da papa Wojtyla. E’ come l’appello del profeta Giona alla città di Ninive (“ancora 40 giorni e Ninive sarà distrutta”): la città si convertì e si salvò.

Fino a ieri poteva sembrare “astratto”. Oggi tutti possono capirne la drammatica concretezza. Oggi che l’incubo del terrorismo – che potrebbe presto disporre di armi di distruzione di massa – si è spostato sull’Europa e i governi ammettono apertamente la loro sostanziale impotenza (infatti, nonostante apparati di intelligence e sistemi di sicurezza, la catastrofe, dicono, prima o poi è certa). Oggi che anche la prospettiva dei cosiddetti “neocon” si rivela in parte illusoria (perché non c’è guerra preventiva che di per sé possa scongiurare nuovi e peggiori 11 settembre). In questa sostanziale impotenza dell’Occidente a difendersi (a volte anche la non volontà di farlo), per milioni di persone l’unica speranza è quella indicata provvidenzialmente dalla Madonna che ripete: preghiera, penitenza e conversione (“con la preghiera potete allontanare anche le guerre”, ha affermato a Medjugorje).

E’ la stessa via che fu indicata a Fatima (non aver ascoltato ha provocato enormi drammi nel Novecento). Riecheggia le parole di Gesù: “se non vi convertirete perirete tutti”.

Del resto da questi due luoghi del Mistero su cui la Chiesa riaccende la sua attenzione, due luoghi dove si verificano eventi, grazie e guarigioni prodigiose che la scienza non è assolutamente capace di spiegare, non arriva un messaggio di paura, ma di pura speranza. La mattina del 2 maggio scorso, apparendo a Mirjana Dragigevic a Medjugorje, la Madonna – come la regina Ester che salvò il suo popolo in pericolo - le ha trasmesso questo messaggio per tutta l’umanità: “Cari figli, sono con voi per portarvi tutti verso mio Figlio. Desidero portarvi tutti alla salvezza. Seguitemi, perché solamente così sarete capaci di trovare la vera pace e la felicità! Piccoli miei, venite con me!”

Fonte: AntonioSocci.it - http://www.antoniosocci.it/Socci/index.cfm?circuit=Main&name=CaricaOggetto&modalita=view&rnd=0.362830421589&id=177



 


Senza commenti. (grassetto, sottolineature, rosso sono miei).



 Aggiunta del tardo pomeriggio. Ieri è stata una giornata in cui sono stata variamente colpita da interventi di religiosi cattolici. Non solo Socci, anche monsignor Scatizzi, vescovo di Pistoia, e la sua lettera al comune toscano. Riguarda le unioni civili dei gay e comincia così:


Clicca per chiudere la finestra...  


Il Vescovo di Pistoia

18 luglio 2005

Spettabile consiglio comunale di Pistoia

Ho letto sulla cronaca di Pistoia che il consiglio comunale, senza giungere all’approvazione delle nozze gay ha però dato vita al Registro delle Unioni civili, facendo un primo scalino verso forme negate dall’etica generale. Prima di ogni altra considerazione mi piacerebbe molto che si evitassero certi eufemismi, sia scrivendo che parlando, perché sembrano nascondere la realtà quasi per un certo pudore ma, nella vita sociale sanno di stratagemma per far by passare un’idea dinnanzi all’opinione pubblica quindi, hanno il sapore di una ipocrisia.

Le unioni civili esistono già, costituite tra un uomo e una donna che riconoscono solo il legame consapevolmente e reciprocamente assunto dinnanzi allo Stato.

So che la maggioranza dei consiglieri è data da uomini: non se certi consiglieri si sono resi conto di dare un ulteriore colpo alla virilità maschile. E’ risaputo, da diverso tempo, che è sempre più in calo non solo la fecondità maschile ma anche la stessa virilità. Si scrive e si vocifera in tutti gli spazi della comunicazione – quotidiani, settimanali e specialistiche, saggi, discussioni radio televisive…. – che la perdita della virilità maschile da indici sempre più alti. ... testo completo: http://www.gaynews.it/view.php?ID=33352.


Nessun commento neanche in questo caso, anche perché ho letto quanto ha scritto in proposito Francesco Merlo su La Repubblica di oggi: Quell´Italia maschia che il vescovo rimpiange. Si può leggere online qui: http://www.dsmilano.it/html/Pressroom/2005/07/rep5_0722_merlo-italia-maschia.htm . Lascio stare il resto.

mercoledì 20 luglio 2005

Birmania, il Paradiso perduto



Mostra fotografica a Roma


The Euro-Burma Office
European Office for the Development of Democracy in Burma


In collaborazione con Amnesty International ed il Comune di Roma


Palazzo del Vittoriano-Ala Brasini,
Via San Pietro in Carcere
La mostra rimarra` esposta sino al 24 luglio

dalle 10,00 alle 19,00  -  Ingresso gratuito


Birmania : Dittatura, campi profughi, lavori forzati, lavoro minorile,


bambini soldato, mine anti-uomo, sfruttamento sessuale, AIDS.


Una segnalazione importante che mi è arrivata da Alessio Brugnoli ( http://brugnols.splinder.com/ ) che ha visto la mostra e ne ha parlato in un post di ieri.


 


Mappa della Birmania dal sito: http://rimaweb.com/reservations/asia/myanmar_burma/



Ampia scheda sulla Birmania in PeaceReporter: http://www.peacereporter.net/default_canali.php?idc=8 e in Aiutare senza Confini: http://www.aiutaresenzaconfini.org/profughi/

martedì 19 luglio 2005

La Coppia




Affiatati e solidali, due vere anime in un nocciolo: pensano le stesse cose; fanno le stesse cose; credono nelle stesse cose (uno è cattolico e l'altro è ateo, ma entrambi sono devoti cattolicisti); vanno negli stessi posti; esprimono le stesse idee; si comportano nello stesso modo (un po' più tenero il meno vecchio); attaccano all'unisono gli stessi "nemici", persone o quant'altro; guidano lo stesso parlamento nello stesso modo (un po' meno partigiano il più giovane). Fedeli al loro PACS ( PAttoCivilediSolidarietà ).  Una vera coppia.




Foto: da L'Unità, 19 luglio 2005

domenica 17 luglio 2005

Libri, libri!



Nominato da Ila , il Vecchio della Montagna mi ha passato il testimone. L'ho raccolto.


1.  I libri della mia biblioteca.



I libri della mia biblioteca sono sparsi un po’ in tutte le stanze della casa, allineati in un ordine in continua evoluzione, cioè precario. Non si pensi che ne abbia moltissimi, ma neanche pochi. Uno spazio speciale lo occupano le poetesse e i poeti, i 'classici' di ogni genere e tempo, i mitografi antichi. Poi c'è di tutto un po': scienza e filosofia, psicologia e neuroscienze, arte e fotografia, cucina e giardinaggio, politica e religione.


2. L'ultimo libro che ho comprato...sono tre (comprati insieme non casualmente, per essere letti in contemporanea, perché puntano lo sguardo su temi analoghi, ma da angolature molto diverse):



Fiabe d'entropia.  di Franco Cordero (Garzanti)



Il Vangelo segreto di Tommaso (come il caro vecchio) (Mondadori)


Cristianesimo. Essenza e storia. di Hans Kueng (BUR)


3. Il libro che sto leggendo ora


Sulla libertà di John Stuart Mill (Rizzoli). Ne avevo letto solo qualche pezzo qua e là; ora, spinta dalla miseria presente, voglio leggermelo in integrale.


4. Tre libri che consiglio:


- Il giardino che fioriva di notte di Kathrin Lasky (Mondadori)


- La miglior vita di Fulvio Tomizza (Rizzoli)


- Sonetti di Elizabeth Barrett Browning 


5. Cinque blogger a cui passare il testimone: Alp (al quale devo ancora un'intervista sul tema...spero che non sia tardi!), laBuba, Frank57, Marzia, Masso57 . Un po' per gioco, un po' sul serio...liberamente.


6. Chi vorrei essere se dovessi rinascere: nonostante il grande amore per il Buddhismo, l'idea  della rinascita mi turba a tal punto da impedirmi anche di fantasticare.


venerdì 15 luglio 2005

Peace rose


 















Ai musulmani e alle musulmane che vivono in Italia


Aggiungi la tua firma


Cari amici, care amiche,


vi scriviamo, pensiamo, a nome di milioni di persone, di quei milioni di uomini e donne che nel nostro paese si sono opposti e si oppongono alla guerra.
Vi scriviamo per offrire la nostra solidarietà dopo il terribile attentato di Londra.
Pensiamo che queste bombe colpiscano anche voi.


Vi hanno colpiti perchè tra le vittime delle bombe ci sono cittadini britannici di religione musulmana.
Vi colpiscono perché chi le ha messe ha utilizzato, infangandola, la religione in cui credete.
Vi colpiranno, perché faranno crescere il razzismo e la xenofobia, anche tra la gente comune, nel nostro paese.


Siamo scandalizzati che alcuni giornali e commentatori politici continuino a definire terrorismo "islamico" un'azione che offende l'umanità che la vostre religione esprime.
Siamo preoccupati per il fatto che questo attentato viene preso a giustificazione per continuare le guerre che colpiscono vostri correligionari, per giustificare la repressione di chi nei vostri paesi si oppone a governi dispotici.


Vi offriamo la nostra solidarietà, come sempre abbiamo fatto, anche per le tante vittime delle guerre che attraversano i vostri territori.
Non sono guerre fatte in nostro nome, come le bombe di Londra, sappiamo, non sono in vostro nome.
Non permettiamo che i signori della guerra e del terrore trascinino il mondo in quello che loro chiamano "scontro di civiltà"!
Questo può e deve essere evitato, lo possiamo fare insieme.


Un saluto fraterno dal "popolo della pace".

Fabio Alberti (Un ponte per...)   Vittorio Agnoletto(GUE – Sinistra unitaria europea)
Gino Barsella (Sdebitarsi)   Giuseppe Beccia (Unione degli Studenti)
Gianfranco Benzi (CGIL)   Marco Berlinguer (Transform Italia)
Marco Bersani (Attac - Italia)  Maurizio Biosa
Raffaela Bolini (ARCI)    Nadia Cervoni (Donne in Nero)
Raffaella Chiodo Karpinsky (Sdebitarsi)   Luigi Ciotti (Gruppo Abele)
Lisa Clark (Beati i costruttori di pace)   Associazione Culturale Punto Rosso
Giorgio Dal Fiume (CTM - Altromercato)     Cecilia Dall'Olio (Focsiv)
Tonio Dall'Olio (Pax Christi)     Unione degli Universitari
Nadia Demond (Marcia Mondiale delle Donne)   Gianni Fabris (Altragricoltura)
Tommaso Fattori (Firenze Social Forum)   Nella Ginatempo (Bastaguerra)
Maurizio Gubbiotti (Legambiente)   Giuseppe Iuliano (Cisl)
Flavio Lotti (Tavola della pace)     Filippo Mannucci (Mani Tese)
Giulio Marcon (Sbilanciamoci)   Sergio Marelli (Associazione ONG Italiane)
Pero Maria Maestri (Guerre & Pace)      Alessandra Mecozzi (FIOM)
Luciano Muhlbauer (Sincobas)      Alfio Nicotra (Rifondazione Comunista)
Maso Notarianni (Emergency)       Luigia Pasi (Sincobas)
Anna Pizzo (Carta)    Gabriele Polo (Il Manifesto)
Fabio Protasoni (ACLI)     Giampiero Rasimelli (Forum del Terzo Settore)
Franco Russo     Raffaele Salinari (Terres des Hommes)
Gabriella Stramaccioni (Libera)     Pierluigi Sullo (Carta)
Antonio Tricarico (Campagna Banche Armate)      Riccardo Troisi (Rete di Lilliput)
Rosita Viola (Consorzio Italiano Solidarietà)

guarda chi ha firmato


 



 


 



Un appello dal blog di ALP. http://maqrolldeibattelli.splinder.com/


A questo appello vorrei aggiungere molte cose. Altre volte mi sono rivolta alle musulmane e ai musulmani del mondo, da questo infinitesimo angolo del web. Oggi vorrei insistere in una mia idea fissa: care amiche e amici musulmani, unitevi fra voi, unitevi a noi, e ribellatevi.



Un altro APPELLO


 



Sette presidenti: uniti per ridare fiducia all´Europa



Carlo Azeglio Ciampi (Italia), Jorge Fernando Branco de Sampaio (Portogallo), Heinz Fischer (Austria), Tarja Halonen (Finlandia), Horst Koheler (Germania), Aleksander Kwasniewski (Polonia), Vaira Vike-Freiberga (Lettonia).




 








da LA REPUBBLICA, in http://www.articolo21.info/rassegna.php?id=2252


Immagini: rosa della pace (http://ebeltz.net/niftylinks/ferndale.html); Europa ( http://geospace.co.at/geospace/hmggr.html )

mercoledì 13 luglio 2005

Ritorno a casa


col peso della malattia di mia madre, dolorosa, anche se rientra nel cosiddetto ordine naturale, come si dice in questi casi. Il 7 luglio ha compiuto 85 anni. Il  7 luglio di questo 2005 è stato anche il giorno della strage a Londra. Strage che nulla, assolutamente nulla può giustificare, come qualsiasi altra strage.


«Coloro che hanno massacrato civili inermi a Londra - dice Nawal el Saadawi - non sono “solo” nemici dell’Occidente o dell’Islam che crede nel dialogo. I criminali che hanno colpito a Londra sono Nemici dell’Umanità e come tali vanno combattuti».


  . Nawal El Saadawi ha 74 anni ed è la scrittrice egiziana che con la sua opera ha marcato autorevolmente il movimento di liberazione della donna nel mondo arabo musulmano. Si è ovviamente guadagnata di conseguenza l'inserimento in una lista di morte da parte di un gruppo fondamentalista islamico. L'Unità di ieri (http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=ARKINT&TOPIC_TIPO=I&TOPIC_ID=43606)  ha pubblicato un'intervista a Nawal, che, a proposito dei terroristi, ha detto:


Cosa ha provato di fronte alle immagini del massacro di Londra?


«Dolore, rabbia, smarrimento. E voglia di reagire. Da donna, da araba, da musulmana. Chi ha perpetrato questo orrendo crimine non può parlare a mio nome, non può, non deve ergersi a paladino dell’Islam. Ma perché ciò non avvenga, occorre da parte nostra, dei tanti, arabi, musulmani, che da questi crimini sono infangati, una rivolta morale, prim’ancora che politica. Una rivolta delle coscienze della quale le organizzazioni, i gruppi, le associazioni che stanno movimentando la società civile araba devono essere protagoniste. Ma perché questa rivolta possa dare i frutti sperati occorre che anche in Occidente, nell’Europa democratica si apra una riflessione sui guasti prodotti da una politica miope...».


E, proposito della politica miope, ha spiegato:


In cosa consiste questa «miopia» politica?


«Nell’aver considerato regimi corrotti e dispotici di cui è pieno il mondo arabo e islamico come il “male minore” rispetto al diffondersi del “virus” fondamentalista. In questo modo si è finito per mantenere al potere leadership screditate che hanno dilapidato ricchezze e risorse, impoverendo il popolo, creando rabbia e frustrazione tra i giovani e ingrossando così le fila dell’integralismo, visto come l’unica forma praticabile di opposizione. E quando l’Occidente si è accorto dei mostri che aveva alimentato, ha cercato una scorciatoia rivelatasi peggiore del “male”: quella dell’imposizione forzata, dall’esterno, della democrazia. Con la guerra preventiva: il secondo, grande regalo fatto al radicalismo islamico, perché la democrazia non può essere imposta con la forza».


Oggi i portatori di morte, bestemmiando il nome di Dio, hanno fatto strage di bambine e bambini in Iraq. I loro massacri sono quotidiani e colpiscono soprattutto compatrioti musulmani. Lo fanno in nome di Dio, dicono, e in nome di certi loro ideali islamici. Oltre a non avere alcuna giustificazione, non danno alcun valore alla vita umana, a cominciare dalla propria.


Ma bisogna ammettere che non ci stracciamo le vesti oggi, anche se condanniamo l'ennesima violenza dei terroristi "devoti". Bisogna anche ammettere che il dolore e l'orrore sono diversi, a seconda delle vittime. E' un problema che affronta Gary Younge in un articolo del Guardian dell'11 luglio scorso:













Il monopolio del dolore
di Gary Younge
Niente giustifica l'attentato del 7 luglio. Ma non c’è nulla di ciò che si è detto per Londra che non si possa dire anche per Falluja


Poco dopo l’11 settembre 2001, quando anche la minima ipotesi di una connessione tra le strategie di politica estera degli USA e gli attacchi terroristici portava ad accuse di spietata eresia, l’allora consigliere della sicurezza nazionale degli USA, Condoleeza Rice, si mise immediatamente al lavoro. Tramite ostentazioni pubbliche angosciose e solenni riuscì a riunire gli alti gradi del Consiglio di Sicurezza Nazionale e a chiedere loro "come poter capitalizzare questa opportunità" per dare una svolta alla dottrina americana e, di conseguenza, alla forma del mondo. In un’intervista al New Yorker, sei mesi dopo, aveva affermato che gli USA non avrebbero esitato a consolidare il proprio ruolo negli equilibri planetari post-Guerra Fredda: "Credo che l’11 settembre sia stato uno di quei grossi terremoti che purificano e ripuliscono. Ora la situazione è molto più chiara".

A chi è interessato a mantenere il globo intatto, nella sua forma attuale, per poterci, un giorno, vivere pacificamente, attentati come quello del 7 luglio non danno le “opportunità” di cui sopra. Non "purificano" o "depurano", ma infangano e insanguinano le acque già inquinate. Man mano che emergono le identità dei dispersi, si passa da un conteggio statistico di corpi alla tragedia della perdita umana – fratelli, madri, amanti e figli crudelmente spazzati via mentre andavano al lavoro. Il momento per piangere queste perdite deve essere rispettato.

Allo stesso tempo, l’analisi contestuale e la valutazione critica del perché ciò sia accaduto, ci è utile per riflettere su cosa si può fare per limitare le possibilità che ciò accada di nuovo. Spiegare non significa giustificare, criticare non significa arrendersi.

Sappiamo cosa è successo. Un gruppo di persone, senza alcun rispetto per la legge, l’ordine o il nostro stile di vita, è venuto nella nostra città e l’ha distrutta. Senza riguardo per la vita umana o per le relative conseguenze politiche, usando la violenza come unico strumento di persuasione, ha massacrato persone innocenti, indiscriminatamente. Ci ha lasciato uniti nel dolore e risoluti nelle nostre convinzioni, creando una vera comunità dove prima non esisteva. Con gli assassini probabilmente ancora liberi, non esiste libertà civile così importante che qualcuno non concederebbe per la loro cattura e non esiste punizione troppo rigida che qualcuno non autorizzerebbe se essi fossero trovati.

Il guaio è che non c’è niente di ciò che si è detto su Londra che non si possa dire anche per Falluja.

Le due vicende
non dovrebbero essere messe sullo stesso piano – con più di 1.000 persone uccise o ferite, metà delle sue abitazioni distrutte e quasi tutte le scuole e le moschee danneggiate o rase al suolo, quello che ha subito Falluja per mano dell’esercito USA, con il sostegno britannico, è stato molto più grave.

Ma possono e devono essere paragonate. Non abbiamo il monopolio del dolore, della sofferenza, della rabbia o della capacità di ripresa. Il nostro sangue non è più rosso, le nostre spine dorsali non sono più dure, né le nostre lacrime più abbondanti di quelli delle persone in Iraq e in Afghanistan.
Coloro che non riescono a immaginare e a comprendere la sofferenza che abbiamo causato nel Golfo, adesso hanno qualcosa di simile più vicino a casa con cui confrontarsi. Un "danno collaterale" ha sempre un volto umano: il dolore dei parenti, le comunità che lo ricordano e che chiedono di agire.

Queste regole umanitarie fondamentali risultano le vittime accidentali del fondamentalismo. Le stesse regole assenti dalle menti di coloro che hanno insanguinato Londra la scorsa settimana. Le stesse regole non meno assenti dalle menti di coloro che hanno perpetrato la guerra al terrore per gli ultimi quattro anni.
Tony Blair non è responsabile per gli oltre 50 morti e per i 700 feriti di giovedì. Con ogni probabilità, i responsabili sono i "jihadisti".
Ma è parzialmente responsabile per le 100.000 persone che sono state uccise in Iraq. E, anche in questa fase, torna la logica che univa Saddam Hussein all’11 settembre o alle armi di distruzione di massa.

Non è un mistero che coloro che hanno sostenuto la guerra in Iraq rifiutino questa connessione. Nonostante tutte le circostanze, dall’assenza dell’approvazione delle Nazioni Unite alla forza persistente delle proteste, essi la negano sempre più fermamente. Il loro sofisma ora si è trasformato in una forma di autismo politico – la loro abilità ad impegnarsi nel mondo che li circonda è stata compromessa dall’aderenza a un progetto sciagurato e mortale.

Affermare che i terroristi ci avrebbero scelto come loro bersaglio anche se non fossimo andati in Iraq ricorda il fumatore che giustifica il proprio vizio dicendo: "Potrei morire attraversando la strada anche domani". Vero, ma i rischi accertati per la salute causati dalle sigarette assomigliano alle gare d’auto su un’autostrada a quattro corsie. Hanno l’effetto di far arrivare al giorno fatale e decisivo molto prima di quando sarebbe altrimenti.

Similarmente, invadere l’Iraq ci ha resi un bersaglio.


Downing Street crede veramente di poter dichiarare guerra al terrore senza che il terrore ritorni indietro? Questa, di per sé, non è una ragione per ritirare le truppe se mantenerle là fosse la cosa giusta da fare. Ma poiché non lo è e non lo è mai stata, fornisce però una ragione impellente per cambiare orientamento prima che altra gente, in qualsiasi luogo, venga uccisa.

Il Primo ministro aveva in parte ragione quando sabato affermava: "Credo che questo terrorismo abbia radici molto profonde. Oltre a fare i conti con ciò che esso comporta – cercando di proteggerci , da società civile, nel modo migliore possibile – bisogna tentare di sradicarne le radici".
Ciò che Tony Blair non ha riconosciuto è che è la sua alleanza con George Bush che sta spargendo i semi dell’odio nel terreno del Golfo.


L’invasione - illegale, immorale e inefficiente – e l’occupazione dell’Iraq hanno fornito al mondo arabo un altro motivo, legittimo, di malcontento. Bush ha lanciato la sfida: o stai con noi o stai con i terroristi.
Un piccola minoranza di musulmani ha rivolto lo sguardo allo spettacolo messo in mostra ad Abu Ghraib, a Guantánamo Bay e a Camp Bread Basket – e ha fatto la propria scelta. La guerra ha aiutato a trasformare l’Iraq da una dittatura secolare e corrotta senza legami con il terrorismo internazionale in una calamita e in campo di addestramento per coloro determinati a commettere atrocità terroristiche. Nel frattempo, ha distolto la nostra attenzione e le nostre risorse da chi dovremmo veramente combattere, al Qaeda.

Nel febbraio del 2003 il ‘Joint Intelligence Committee’ (JIC) ha riferito che al Qaeda e i gruppi associati continuavano a rappresentare "la più grande minaccia agli interessi occidentali” e che questa minaccia sarebbe stata accresciuta da azioni militari contro l’Iraq. Al Forum Economico Mondiale, lo scorso anno, Gareth Evans, l’ex ministro degli esteri australiano e capo della commissione di esperti ‘International Crisis Group’ ( Gruppo per le crisi internazionali), ha affermato: "Il risultato finale a cui porta la “guerra al terrore” è più guerra e più terrore. Pensate all’Iraq: la ragione meno plausibile per andare in guerra – il terrorismo – è stata la sua peggiore conseguenza".

Niente giustifica quello che hanno fatto gli attentatori. Ma aiuta a spiegare come siamo arrivati al punto in cui siamo e cosa dobbiamo fare per rendere il nostro mondo più sicuro.
Se Blair non aveva realizzato che l’invasione ci avrebbe reso più vulnerabili, è stato terribilmente negligente; in caso contrario, deve assumersi le dovute responsabilità. Ciò non significa che meritiamo quello che è successo. Significa che meritiamo di meglio, di molto meglio.


Fonte: http://www.guardian.co.uk/comment/story/0,3604,1525706,00.html
Tradotto da Tanja Tion per Nuovi Mondi Media


giovedì 7 luglio 2005

Dalai Lama


Photo


"Ogni essere umano ha bisogno di felicità. Io mi sto battendo per questo.


Le diverse religioni devono raggiungere insieme  la pace."


Queste parole le ha dette ieri il Dalai Lama durante la festa per il suo 70° compleanno, nel suo esilio a Dharamsala in India. Da decenni continua a battersi per la libertà del suo popolo, il popolo Tibetano oppresso dalla Cina. Non ha mai rinunciato alla non violenza e all'affermazione della pace su ogni altro obiettivo, compresa la liberazione del Tibet, compresa la sua guida politica a cui è pronto a rinunciare in qualsiasi momento.


Oggi la furia orribile del terrorismo, che si pasce di oscena deprecabile folle violenza, ha colpito anche Londra. Mentre penso con dolore, solidarietà e compassione a tutte le vittime, ho bisogno di attaccarmi agli insegnamenti di quest'uomo di pace, come Ungaretti ebbe bisogno di scrivere "lettere piene d'amore", mentre vegliava un compagno massacrato durante la !° guerra mondiale.



«Non è stato un attacco contro i potenti ma contro tutti i londinesi, bianchi e neri, musulmani e cristiani, hindu ed ebrei, giovani e vecchi, un tentativo indiscriminato di uccidere».


Ken Livingstone sindaco di Londra, 7 giugno 2005

martedì 5 luglio 2005

July 4th


at 1:52am EDT


Gone in a Flash


Fireworks came early on July 4th when, at 1:52am EDT, the Deep Impact spacecraft's probe smashed into the surface of Comet Tempel 1's nucleus at ten kilometers per second. The well-targeted impactor probe was vaporized as it blasted out an expanding cloud of material, seen here 13 seconds after the collision.


L'immaginazione



Artist's conception of the Deep Impact spacecraft observing the birth of the new crater on Tempel 1
Image: NASA/JPL/UMD (art by Pat Rawlings)


e la realtà


NASA's Deep Impact Generates its own Spectacular Photo Flash




4 luglio 2005.


Il nostro biglietto da visita spaziale: bombardamento della cometa Tempel 1.


Hubble Images Comet Tempel 1 Just Before Deep Impact Probe Arrives


Tempel 1 un attimo prima dell'impatto con i terrestri



Fonti: http://antwrp.gsfc.nasa.gov/apod/ap050705.html; http://hubblesite.org/newscenter/newsdesk/archive/releases/2005/17/image/b

lunedì 4 luglio 2005

Adozione di bambine e bambini da parte di coppie omosessuali




Alcuni dei commenti al post precedente mi spingono a riflettere su un tema ancora nuovo per le nostre società. Il dibattito in corso in molti Paesi sta portando ad approcci e soluzioni diverse. Per quanto riguarda il riconoscimento delle unioni omosessuali da parte dello Stato, a prescindere dal nome che gli si vuol dare, sono convinta che la piena parità di diritti umani e civili possa e debba mettere fine a secoli di ingiuste discriminazioni e di violenze sciagurate. Non dimentichiamo che gli omosessuali hanno condiviso con gli ebrei e altre etnie le stesse tragiche discriminazioni alimentate dal razzismo e dall'odio.


Per quanto riguarda l'adozione, invece, penso che si debba considerare con il massimo scrupolo la complessità di una situazione in cui sono implicati bambini o bambine. Personalmente ho dubbi e perplessità, e inoltre ho bisogno di studiare l'argomento in lungo e in largo, in altezza e profondità. Mi sento, però, di esprimere qualche idea basandomi su alcuni punti di riferimento che mi sono noti e che penso siano largamente condivisi.


Parto dalla Convenzione sui Diritti dell'Infanzia del 1989, che afferma:


Articolo 3


In tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi, l’interesse superiore del fanciullo deve essere una considerazione preminente. ...


Articolo 21


Gli Stati parti che ammettono e/o autorizzano l’adozione si accertano che l’interesse superiore del fanciullo sia la considerazione fondamentale in materia ...


L'interesse superiore del fanciullo o della fanciulla, quindi, è prioritario rispetto a qualsiasi altro interesse, compreso quello delle coppie eterosessuali. Ne consegue che l'adozione non è un diritto degli adulti alla prole, ma un diritto delle bambine e dei bambini ad avere una famiglia. A questo punto del ragionamento mi pare che tutte le coppie si trovino sullo stesso piano: potranno adottare una bambina o un bambino solo se vengono garantiti il diritto e l'interesse superiore dell'una o dell'altra.



Articolo 5



Gli Stati parti rispettano la responsabilità, il diritto e il dovere dei genitori o, se del caso, dei membri della famiglia allargata o della collettività, come previsto dagli usi locali, dei tutori o altre persone legalmente responsabili del fanciullo, di dare a quest’ultimo, in maniera corrispondente allo sviluppo delle sue capacità, l’orientamento e i consigli adeguati all’esercizio dei diritti che gli sono riconosciuti dalla presente Convenzione. ...




Per quanto abbia cercato, non ho trovato cenni agli orientamenti sessuali dei genitori. Non so bene che cosa significhi questo, anche se mi soffermo sulla parte del Preambolo della Convenzione che dice:





"Convinti che la famiglia, unità fondamentale della società e ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli, deve ricevere la protezione e l’assistenza di cui necessita per poter svolgere integralmente il suo ruolo nella collettività,


che il fanciullo ai fini dello sviluppo armonioso e completo della sua personalità deve crescere in un ambiente familiare in un clima di felicità, di amore e di comprensione,


In considerazione del fatto che occorre preparare pienamente il fanciullo ad avere una sua vita individuale nella società, ed educarlo nello spirito degli ideali proclamati nella Carta delle Nazioni Unite, in particolare in uno spirito di pace, di dignità, di tolleranza, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà, ..."




"La famiglia, unità fondamentale della società e ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli".



Qui arriviamo al cuore del problema. Che cosa intendiamo per "famiglia" oggi? Se si supera la discriminazione tra eterosessuali e omosessuali, tale discriminazione la si supera in toto, compresa la possibilità di avere figli? L'omosessualità non è più considerata una malattia, meno che mai una malattia contagiosa. Ma possiamo dimenticare i modelli di comportamento e di riferimento? Come agiscono sulla formazione armoniosa delle fanciulle e dei fanciulli? La Convenzione afferma che tale formazione per realizzarsi ha bisogno di "un ambiente familiare in un clima di felicità, di amore e di comprensione". Tale ambiente familiare non è prerogativa assoluta delle coppie eterosessuali, può esserlo anche di coppie omosessuali. E allora che si fa? Onestamente, io una risposta sicura non ce l'ho,  per inesperienza e ignoranza.




Indico qui di seguito qualche documento che ho consultato in rete:


1. http://www.amb-norvegia.it/policy/gender/gay/ (posizione "a favore" della Norvegia)


2. http://www.anfaa.it/news072.htm (posizione "contraria" dell'Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie - Italia)


3. http://www.nuovimondimedia.com/sitonew/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=1320&topic=28 (I figli dei diversi. Il rilevamento del Baden-Württemberg, la più completa ricerca realizzata in Europa su un tema che come nessun'altro solleva tante discussioni: il modello familiare omosessuale.)