di Ferdinando Imposimato
      Pur nella modestia del
mio sapere , raccolgo l'insegnamento di Aristotele, “quelli che si danno
pensiero della Costituzione devono procurare motivi di timore, in modo che i
cittadini siano in guardia e non allentino la vigilanza intorno alla
Costituzione”: nel delirio riformatore del Governo Renzi - Berlusconi,  l'Italicum è un'autentica vergogna, un
guazzabuglio  che può far saltare
l'intero sistema istituzionale, distruggendo la nostra Carta fondamentale ,
garante dei diritti inviolabili dell'uomo. Dobbiamo  constatare che il Parlamento,  sconfessato dalla Consulta,  si appresta a riformare  la Costituzione con l'abolizione del
Senato  e a  varare 
un  sistema elettorale non
democratico. 
A proporre le riforme sono 
due personaggi  privi  di potere propositivo legittimo. Uno perché
condannato per evasione fiscale  e
interdetto dai pubblici uffici, l’altro perché era titolare di una carica che
lo rendeva incompatibile col mandato parlamentare.
Entrambi a caccia  di maggiore 
potere personale, anche violando principi costituzionali. A
completare  la distruzione giuridica,
politica e morale della nostra Repubblica, afflitta da gravi
diseguaglianze,  si aggiunge il  sistema elettorale  che riproduce 
in modo arrogante le incostituzionalità già accertate dalla Corte.  
Ma 
vediamo quali sono le caratteristiche della legge golpista approvata
dalla Camera, intrisa di trucchi e contraddizioni, oltre che del tutto
incoerente con  le raccomandazioni della
Consulta .
Il sistema  prevede 
un premio abnorme   alla coalizione
che supera il 37%, portando il vincitore al 
55% dei seggi . Otterranno seggi i partiti   che superano lo sbarramento  del 4.5 per cento, che concorrono tuttavia
alla soglia per il  premio di
maggioranza.  In mancanza del 37%,  vanno al ballottaggio le due coalizioni più
votate. Perchè la coalizione 
partecipi  alla ripartizione dei
seggi deve raggiungere il  12%.  I partiti che corrono da soli devono
raggiungere  l'8 %.
Questo  sistema comporta una alterazione profonda
della rappresentanza democratica premiando oltremodo le alleanze ibride e  penalizzando ingiustamente  i partiti che 
corrono  da soli. La frode è
colossale:  da una parte  aumenta la frammentazione  dei piccoli partiti, salvati con le
coalizioni. L'imbroglio  serve a 
consentire a Forza Italia , con l'aiuto 
di lega, fratelli d'Italia,  NCD,
e di una miriade di partitini, a 
superare  il 37%, cosa probabile,
avendo quel partito il controllo di   tutte
le TV pubbliche e private e fruendo di un permanente conflitto di interessi che
Renzi non eliminerà.   
Una  minoranza del 37 per cento   di 
nominati  dall'alto, privi di
capacità e libertà,  eserciterà un potere
assoluto  sul 67 per cento degli
elettori. Non solo;  abolito il Senato,
con una sola Camera, tutte le contro riforme liberticide saranno possibili,
anche quella presidenziale e della giustizia da sottoporre al controllo del
Governo, annunciate dai due dioscuri . Situazioni del genere portano
diritto  alla dittatura. Una legge  proporzionale   fu nefasta per la Repubblica di Weimar
(1919), e preludio  del nazismo. 
Altro vulnus alla
Costituzione è  la mancanza di preferenze
. Ci saranno  liste bloccate  corte, con un minimo di tre candidati e un
massimo di sei.  L'eliminazione della
preferenza viola l'art 48 della Costituzione “Il voto é personale ed uguale,
libero e segreto”.   E   l'articolo 3 della Convenzione per i diritti
dell'Uomo del 1950 : “ Le parti contraenti si impegnano ad organizzare  libere elezioni, in condizioni tali da
assicurare la libera espressione dell'opinione del popolo sulla scelta  del corpo legislativo”.  E viola l'articolo 21 della dichiarazione
universale dei diritti dell'Uomo dell'ONU di NY del  1948: “Ogni individuo ha diritto di
partecipare al governo del proprio paese , sia direttamente sia  attraverso rappresentanti liberamente
scelti... attraverso  veritiere elezioni,
effettuate a suffragio universale e uguale, ed a voto segreto e libera
votazione”. Senza preferenza il  diritto
di voto viene trasferito alle segreterie di partiti, senza regole   guidati da pochi oligarchi. Che scelgono
i  rappresentanti del popolo,
indipendentemente da qualità e  valore
dei candidati.  
 Il vero potere
dell'elettorato é nello scegliere chi lo rappresenta e attraverso lui chi lo
governa. 
La preferenza é l'essenza 
della democrazia . L'elettore che vota non decide solo cosa fare, ma chi
farà,  tra i candidati    proposti. L'elettore  preferisce un candidato credibile, sia pure
con un programma modesto,  e non  un 
candidato poco credibile con un programma eccellente che non sarà mai
realizzato. Se si elimina la preferenza, si abbandona il criterio del
merito  posto a base della Costituzione,
e   della par condicio tra i candidati.
Tucidide fu il primo a parlare di democrazia selettiva: ”Abbiamo una costituzione
chiamata democrazia; ciascuno é preferito a seconda del suo emergere in un
determinato campo, non per la provenienza da una classe sociale. E  se uno può fare qualcosa di buono alla città,
non ne é impedito dalla oscurità del 
rango sociale. “
Le pluricandidature,
altro vizio dell'Italicum,  violano  l'articolo 51 Cost.  “tutti i cittadini dell'uno e dell'altro
sesso possono accedere  alle cariche
elettive in condizioni di eguaglianza”. La condizione di eguaglianza  viene violata 
poiché i candidati al vertice dell'elenco  sono preferiti al di là del numero delle
preferenze ricevute. Ma anche se 
l'elettore  accetta l'ordine  della lista,  
è  ingannato da ciò che accade
dopo la votazione.  Infatti  per l'Italicum i notabili dei partiti possono
presentarsi in ogni collegio nazionale. I loro nomi aprono le  diverse 
liste. L'elettore,  se  mette una crocetta sul partito, illudendosi
di scegliere i primi della lista, viene indotto in errore: la scelta  finale 
spetta   al plurieletto,  capolista in diversi collegi  elettorali. Costui, decidendo d’ancorare il
proprio seggio a questo o a quel collegio, decide anche  le sorti di chi gli sta dietro nel listino .
E  tale decisione si consuma dopo le
elezioni, che così  diventano farsa,  messinscena, antitesi della democrazia
elettiva e selettiva. 
E' uno spettacolo cui abbiamo già assistito. Nel 2006
trascorsero un paio di settimane  prima
che ci fosse dato conoscere le facce dei nuovi deputati e senatori. Nel
frattempo il Palazzo registrava l’altalena fra eletti rinuncianti e primi dei
non eletti subentranti. Risultato: un terzo dell’intero Parlamento  venne 
scelto dalle segreterie politiche e non dagli elettori. Ed accadde che i
subentranti erano meno bravi e indipendenti degli esclusi. Ed erano al servizio
del benefattore che  aveva loro spianato
la strada, ingannando gli elettori.   
Si
sostiene che queste illogicità plateali, queste storture aberranti, si rendono
necessarie per assicurare la governabilità anche se sacrificano l’eguaglianza,
principio fondante della Costituzione . Che dovrebbe recedere a fronte di un
obiettivo che, al di là del costo altissimo, come dice Gianni Ferrara,  in termini di tollerabilità democratica, è
tutt’altro che certo e comunque non sicuramente virtuoso. Lo dimostra
l’esperienza disastrosa del governo Berlusconi, che dal 2008 al 2011 disponeva
di una maggioranza enorme e di una notevole governabilità,  ed ha portato l’Italia sull’orlo del default.
Ed ora  pone le premesse per il suo
ritorno al potere, auspice Matteo Renzi.
Si sostiene  che la sera dell’elezione gli elettori  devono “sapere chi li governa”. Mai menzogna
fu più spudorata. Averla prima inventata e poi diffusa ha determinato il
rovesciamento del senso dell’elezione trasmutandola in scelta di colui dal
quale si sarà governati. L’elezione non sarà più diretta alla scelta del
rappresentante della volontà, dei bisogni, dei progetti del popolo  cui spetta la sovranità. La sovranità sarà
capovolta, diverrà sudditanza ad un capo assoluto. La tragedia della democrazia
si rappresenterà con la farsa dell’elezione.
Prima di approvare
questa legge, intervenga il Presidente della Repubblica, prima ancora del
vaglio del Senato,  per le palesi
violazioni della Carta. E  ci pensino
bene i parlamentari del Senato. 
Potrebbero favorire il ritorno di un condannato o cogliere l’occasione
per  rivelarsi  capaci di salvare l'Italia dal regime .
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