domenica 7 ottobre 2012

Ildegarda di Bingen

L'aura della nuova dottoressa della Chiesa

Anche una sofferenza fisica ebbe un ruolo nella santità di

Ildegarda di Bingen

 
     La pioggia di stelle che Ildegarda di Bingen, proclamata Dottore della Chiesa, interpretava come la caduta degli angeli sulla terra, poteva essere semplicemente preludio a un attacco di emicrania.
 
Nell’aura, la fase che talvolta precede la comparsa del mal di testa, sono comuni infatti allucinazioni visive dette scotomi scintillanti, accompagnati da altre immagini strane, per esempio forme geometriche distorte e linee spezzate simili a quelle dei merli che ricoprivano le mura dei castelli medioevali, per questo detti «spettri di fortificazione».
 
Era questo fenomeno, non necessariamente sempre seguito dal dolore, che permetteva alla santa del dodicesimo secolo di vedere «la città di Dio» in condizioni di completa veglia e perfetta lucidità, come lei stessa nei suoi scritti sostiene?

IL CONGRESSO
 
     A ricordare questa lettura «medica» delle visioni della monaca medioevale è stato Luca Violini, noto speaker e doppiatore. Accompagnato dalla musica del pianoforte, ha aperto sabato a Rimini il Congresso della Società Italiana di Neurologia con uno spettacolo intenso, nel quale ha raccontato alcune malattie neurologiche attraverso le parole di grandi scrittori. 
 
Tra gli altri non poteva mancare Oliver Sacks, egli stesso neurologo alla Columbia University e autore di libri famosi come «Risvegli», da cui il film con Robin Williams e Robert De Niro. Nella sua raccolta di casi clinici curiosi -- dall’altrettanto originale titolo «L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello» --, come anche in “Emicranie”, Sacks spiega come le visioni descritte da Ildegarda di Bengen nei suoi libri rispecchino in maniera molto precisa l’esperienza di chi soffre di questa particolare forma di emicrania complessa detta appunto «con aura»
 
LA STORIA
 
     Sacks non è stato il primo ad avanzare questa ipotesi. Egli riprende le parole di Charles Singer, storico della scienza che già nel 1917 aveva interpretato come aure emicraniche queste esperienze mistiche:
 
«In tutte le visioni esiste come elemento di rilievo un punto o un gruppo di punti di luce, che scintillano e si spostano, di solito con moto ondulatorio, e che sono per lo più interpretati come stelle o occhi fiammeggianti. In parecchi casi una luce, più grande delle altre, mostra una serie di figure circolari concentriche disegnate con tratto ondulato; spesso vi è la descrizione di ben precise figure-fortezza, in alcuni casi irradiantisi da una zona colorata. Spesso le luci davano l'impressione, descritta da tanti visionari, di essere vive, di ribollire o fermentare...».
 
Ildegarda, donna di spicco nella sua epoca non solo come mistica e come voce viva nella Chiesa del suo tempo, ma anche come studiosa di medicina e compositrice di musica ascoltata ancora oggi, soffriva di malesseri continui, che tuttavia non le hanno impedito di vivere a lungo, così come fa l’emicrania; le manifestazioni interpretate come visioni mistiche cominciarono durante l’infanzia , come appunto accade spesso in questi casi. Ma soprattutto le miniature che accompagnano il manoscritto anticipano di secoli, in maniera artistica ma assai precisa, le prime illustrazioni mediche delle aure emicraniche.
 
L’INTERPRETAZIONE
 
     Gli stessi studiosi che hanno spiegato così le visioni di Ildegarda non intendono tuttavia negarne il valore religioso o spirituale.
 
«Cariche di questa sensazione estatica, ardenti di un profondo significato teoforo e filosofico, le visioni di Ildegarda contribuirono a portarla verso una vita di santità e misticismo» scrive Sacks.
 
«Esse forniscono un raro esempio del modo in cui un evento fisiologico, banale, odioso o insignificante per la grande maggioranza delle persone, possa diventare, in una coscienza privilegiata, il sostrato di una suprema ispirazione estatica».

 
 
 
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