e non in nome del profitto
"Colpevoli dei reati a loro contestati".
Un elenco di nomi che il giudice Giuseppe Casalbore ha letto ieri in un'aula del Tribunale di Torino.
La lettura ha richiesto più di tre ore. Erano i nomi delle vittime di un lungo periodo di omicidi (colposi? non ho capito).
Movente: l'avidità di profitto.
Armi del delitto: "omissione dolosa di misure antinfortunistiche" amianto e indifferenza per le vite umane.
La cronca precisa la prendo da La Stampa di Torino del 13 febbraio 2012:
"Per i due imputati, il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, convertitosi all'ecologia e alla filantropia, e il barone belga Jean Louis De Cartier De Marchienne, titolari dell'azienda in Italia dal 1966 al suo fallimento 20 anni dopo, la condanna era stata già pronunciata: 16 anni di reclusione per entrambi. Il pm ne aveva chiesti 20. Erano accusati di disastro doloso permanente e omissione dolosa di misure antinfortunistiche per aver provocato attraverso la lavorazione dell'amianto negli stabilimenti del gruppo la morte o la malattia di quasi 3000 persone."
La lettura ha richiesto più di tre ore. Erano i nomi delle vittime di un lungo periodo di omicidi (colposi? non ho capito).
Movente: l'avidità di profitto.
Armi del delitto: "omissione dolosa di misure antinfortunistiche" amianto e indifferenza per le vite umane.
La cronca precisa la prendo da La Stampa di Torino del 13 febbraio 2012:
"Per i due imputati, il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, convertitosi all'ecologia e alla filantropia, e il barone belga Jean Louis De Cartier De Marchienne, titolari dell'azienda in Italia dal 1966 al suo fallimento 20 anni dopo, la condanna era stata già pronunciata: 16 anni di reclusione per entrambi. Il pm ne aveva chiesti 20. Erano accusati di disastro doloso permanente e omissione dolosa di misure antinfortunistiche per aver provocato attraverso la lavorazione dell'amianto negli stabilimenti del gruppo la morte o la malattia di quasi 3000 persone."
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