lunedì 26 luglio 2010


Immigrati, la Toscana batte il governo
"Sanità gratis anche ai clandestini"


La Consulta boccia il ricorso. La legge regionale consente agli immigrati il trattamento sanitario gratuito. Rossi: fatta giustizia. La Lega: vergogna. Il governatore rilancia: ora al lavoro per i diritti di cittadinanza e quelli politici.

 



FIRENZE - Berlusconi lo annunciò in tv da Vespa: il Governo farà ricorso contro la legge toscana sull'immigrazione. Era il 3 giugno e il testo che prevede uguali diritti per immigrati regolari e cittadini italiani oltre all'assistenza sociale e sanitaria urgente e indifferibile per i clandestini stava per essere approvato dal consiglio regionale. Poco più di un anno dopo la Corte Costituzionale boccia su tutta la linea la presa di posizione dell'esecutivo, dichiarando inammissibile e non fondato il ricorso. "La nostra è una legge all'avanguardia - esulta il presidente toscano Enrico Rossi - La sentenza è una vittoria della ragione e della civiltà, giustizia è fatta".

Attorno al testo, fortemente voluto dall'allora governatore Claudio Martini, si sono consumati violenti scontri tra centrodestra e centrosinistra in Toscana e non solo, con prese di posizione a tutti i livelli politici e istituzionali. La parte più criticata è quella che assicura trattamento sanitario e in certi casi sociale dei clandestini. "Cureremo e soccorreremo tutti gli stranieri - spiegano dalla Regione - anche se privi del permesso di soggiorno". Per gli irregolari sono previsti anche, in caso di estrema gravità e di emergenza, l'accesso a dormitori e mense in via temporanea: "Non garantiamo diritti aggiuntivi, ma quelli previsti, e troppo spesso disattesi, dalle Convenzioni e dai principi del diritto internazionale e dalla nostra Costituzione". Il tutto, viene assicurato senza maggiori costi per i cittadini. Nella legge si parla molto di   immigrati regolari, dei loro diritti in fatto di accesso ai servizi come asili nido e alloggi di edilizia pubblica. Si vogliono promuovere tra l'altro lo sviluppo di associazioni di stranieri, l'avvio di attività di formazione professionale degli immigrati e la creazione di una rete regionale di sportelli informativi.
Mentre un pezzo del Pdl toscano minaccia una legge di iniziativa popolare per contrastare il testo su cui si è espressa la Consulta, la Lega attacca: "Non sarà certo la sentenza della Corte Costituzionale a legittimare una norma ingiusta e razzista verso i cittadini toscani. Questa legge è vergognosa".

Mentre un pezzo del Pdl toscano minaccia una legge di iniziativa popolare per contrastare il testo su cui si è espressa la Consulta, la Lega attacca: "Non sarà certo la sentenza della Corte Costituzionale a legittimare una norma ingiusta e razzista verso i cittadini toscani. Questa legge è vergognosa".

Incassata la vittoria, il governatore Rossi rilancia, vuole il voto per gli immigrati regolari. "Il Governo farebbe bene, anziché ricorrere su una legge così saldamente ancorata ai diritti costituzionali, ad operarsi per garantire i diritti di cittadinanza e i diritti politici degli immigrati. Non è possibile che chi nasce nel nostro paese debba aspettare 18 anni prima di iniziare la procedura per diventare italiano, non è possibile che all'immigrato residente da tanti anni qui, che lavora regolarmente, non sia garantito anche l'esercizio del diritto politico di voto, in particolare a quello amministrativo. Sul primo punto ci auguriamo che il Parlamento approvi quanto prima un disegno di legge perché i figli di immigrati nati da noi, un quinto di tutti i nostri bambini, possano sentirsi presto fratelli d'Italia, cittadini a pieno titolo del nostro paese. Sul secondo punto promuoveremo un disegno di legge regionale che consenta intanto la partecipazione al voto amministrativo a chi è regolare".


 



Immigrati, la Toscana batte il governo "Sanità gratis anche ai ...
La Repubblica, 24 luglio 2010



    Finalmente una buona notizia. Grazie, Toscana!     

martedì 13 luglio 2010


L'ONU in difesa della libertà di informazione in Italia

Intercettazioni: Onu, ddl Italia va abolito o rivisto 

 



ANSA. Ginevra 13 luglio 2010.  Il governo italiano deve "abolire o modificare" il progetto di legge sulle intercettazioni perché "se adottato nella sua forma attuale può minare il godimento del diritto alla libertà di espressione in Italia". Lo ha detto il relatore speciale dell'Onu sulla libertà di espressione, Frank La Rue in un comunicato.



La Rue si e' detto ''consapevole'' del fatto che il disegno di legge vuole rispondere alle preoccupazioni relative ''alle implicazioni della pubblicazione delle informazioni intercettate per il processo giuridico e il diritto alla privacy''. Ma ha precisato che ''il disegno di legge nella sua forma attuale non costituisce una risposta adeguata a tali preoccupazioni e pone minacce per il diritto alla liberta' di espressione''.



Ricordando le manifestazioni contro il progetto di legge del 9 luglio scorso, l'esperto ha quindi raccomandato al governo di non ''adottarlo nella sua forma attuale, e di impegnarsi in un dialogo significativo con tutte le parti interessate, in particolare giornalisti e organizzazioni della stampa, per garantire che le loro preoccupazioni siano prese in considerazione''. E si e' detto pronto ''a fornire assistenza tecnica per garantire'' che il ddl ''rispetti gli standard internazionali dei diritti umani sul diritto alla liberta' di espressione''. ... continua



 

sabato 10 luglio 2010



FOTOGRAFIA DELL'UNIVERSO

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2010 July 09: Microwave Milky Way_http://antwrp.gsfc.nasa.gov/apod/ap100709.html

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Guai a noi, infelici, se non avessimo occhi per sollevarci dalla miseria del presente!

martedì 6 luglio 2010


Che non succeda ancora una volta

 



Perché questa vicenda orribile non è in prima pagina? Perché i telegiornali la ignorano? Perché abbiamo un governo che fa trattati di amicizia con Gheddafi? Chi incentiva l'indifferenza?
 



 (ANSA) - STRASBURGO, 6 LUG - Il Consiglio d'Europa ha chiesto aiuto al governo italiano per fare chiarezza sulla sorte di 250 eritrei detenuti in Libia. Lo ha fatto con due lettere inviate ai ministri degli Esteri Frattini e dell'Interno Maroni dal commissario ai diritti umani Hammarberg. Dal 30 giugno i 250 eritrei si trovano nelle celle del centro di detenzione di Braq, 80 Km da Seba, nel Sud della Libia, dove sono stati trasferiti dal centro di detenzione per migranti di Misurata dopo una rivolta.