venerdì 16 ottobre 2015

vita e morte dei nostri fratelli e sorelle animali


Margherita Hack, vegetariana dalla nascita, senza radicalismi e con simpatia, parla in favore degli animali non umani che noi mangiamo e, ammettendo la difficoltà di un nostro cambiamento in breve tempo, chiede che almeno siano risparmiate loro inutili atroci sofferenze e la terribile paura finale della morte.

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dissenso in Senato per la riforma [1]





Nome documento:
 st522.pdf
Tipo documento:
Resoconto stenografico assemblea
N.° seduta:
522
Tipo seduta:
Unica
Data:
13/10/2015



Sen. Elena Cattaneo – Voto in dissenso alla riforma del Senato

Signor Presidente, colleghi, speravo che la Camera dei deputati migliorasse un testo
che in molti ritenevano inadeguato; è successo l’opposto. Nelle scorse settimane si è lavorato in quest’Aula almeno per ripristinare alcuni funzioni del Senato: i risultati vanno riconosciuti e dobbiamo ringraziare quanti si sono spesi in questa sede, anche se ci sono limiti e contraddizioni che permangono, tanto da aver disegnato, anche a mio avviso, un ircocervo istituzionale.
Soprattutto in questi mesi e settimane mi ha deluso constatare che invece di essere terreno di confronto e di unione, la riforma è stata proposta
e vissuta come una disputa su chi avrebbe vinto, cioè se qualcuno avesse i
numeri peraltro risicati per modificarla a prescindere, proprio mentre si
stava discutendo come migliorarla, il tutto immerso in un pesante clima
di anti-intellettualismo. Non sono un’esperta di storia politica, ma ne so
quanto basta per ricordare quanto l’insofferenza per le competenze è
stata la cartina al tornasole di stagioni politiche tragiche del passato anche recente. Continua ad essere per me incomprensibile che si sia accettato che
una riforma costituzionale di questa portata potesse essere da subito dettata fuori da quest’Aula. Non ho capito nemmeno la contraddizione di
quanti di voi, nell’arco di pochi mesi, hanno votato dapprima in un
modo e poi nell’altro il medesimo testo. Inoltre, mi risulta difficile individuare nelle scissioni e nelle ricomposizioni dei Gruppi presenti in quest’Assemblea in prossimità delle votazioni decisive l’interesse del Paese ad avere una buona riforma.
Colleghi, in questa riforma i vostri commenti e le vostre dichiarazioni private e pubbliche sono state la mia bussola. Alla domanda sul perché avremmo dovuto votarla, la maggior parte di voi ha addotto ragioni per gran parte estranee all’assetto costituzionale da realizzare e basate piuttosto sull’opportunità e sulla contingenza politica che stiamo vivendo.
Forse perché poco avvezza agli equilibrismi politici, nell’ascoltarvi e
nel vedere alcuni comportamenti, posso affermare con sicurezza che questo testo mi è estraneo. Tuttavia, ove i cittadini approvassero il testo, preannuncio fin da ora il mio impegno affinché, aldilà di ogni considerazione critica, il Senato riformato sia in grado di corrispondere al meglio ai propri compiti: lo faccio in nome dell’autorevolezza delle istituzioni democratiche che ritengo siano da preservare in ogni circostanza nella loro dignità.
Ma oggi la mia decisione e` di astenermi nuovamente (astensione che so essere voto contrario in quest’Aula). La mia astensione è dettata da un senso di profondo smarrimento e dal rammarico per l’occasione perduta di acquisire elementi migliorativi più volte ribaditi in quest’Aula, per dotare il Paese di un assetto costituzionale in grado di fronteggiare le sfide del presente e del futuro.

Senato della Repubblica
XVII LEGISLATURA
51
522ª Seduta 13 ottobre 2015
Assemblea - Resoconto stenografico


(Applausi dai Gruppi Misto e CoR).
PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale,

martedì 13 ottobre 2015



La legge costituzionale che il senato voterà oggi dissolve l’identità della Repubblica nata dalla Resistenza. È inaccettabile per il metodo e i contenuti; lo è ancor di più in rapporto alla legge elettorale già approvata. Nel metodo: è costruita per la sopravvivenza di un governo e di una maggioranza privi di qualsiasi legittimazione sostanziale dopo la sentenza con la quale la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità del «Porcellum»