mercoledì 28 maggio 2014

Esposizione di sé senza dignità

"Se la grazia è l'espressione di un'anima bella, la dignità è l'espressione di una disposizione d'animo sublime." 
Friedrich  Schiller

Auguri alle bambine e ai bambini arrivati in Italia e voti agli dèi per quelli ancora in attesa del viaggio del destino verso le braccia dei genitori adottivi.

Peccato, però, che una bella di forme (quali forme?) e non di riforme (riforme democratiche), non abbia rinunciato all'occasione della foto in stile fata buona con bambini sfortunati salvati dalle sue arti magiche. Questo non si fa, Boschi.
Non ci sono limiti per taluni toscani al potere. 
Faccia una cosa almeno, Boschi: si curi delle sue forme e lasci in mani migliori le "nostre" (non le sue) riforme, perché le sue proposte sono orribili. Mandi chi di dovere in Africa e studi, studi e ancora studi. Magari si faccia aiutare da esperti degni di tale nome.







sabato 24 maggio 2014

Fra PD e FI

L'alternativa

  • Se si vota per il PD, cioè per Renzi, si sostiene la candidatura del tedesco Schulz (PSE) a Commissario dell'Unione Europea. Il tedesco, come lui stesso ha tenuto a sottolineare rivolgendosi ai suoi connazionali.
  • Se si vota per FI, cioè per Berlusconi, si sostiene il lussemburghese Juncker (PPE)
 

Le prime elezioni europee in cui il voto degli elettori e delle elettrici dovrebbe avere un peso. E questo è tutto.


venerdì 23 maggio 2014

Il Dilemma Elettorale

Lo smarrimento pre-elettorale di un cittadino

di Angelo d’Orsi, Micromega,  21 maggio 2014

 

mi specchio in questa per me "dolente" analisi

mi specchio nei dubbi e nelle speranze di Angelo D'Orsi 

e nello specchio vedo i miei dilemmi, le mie angosce, le mie speranze "deboli"

 

"Mai come questa volta, avvicinandosi la scadenza del voto, mi sento smarrito."...

In verità, mi pare che la “post-democrazia” stia facendo il suo corso, e abbia contaminato anche le forze che si richiamano ai valori e princìpi della sinistra. A cominciare dalla Lista Tsipras, così detta per brevità, che, nelle sue modalità ha realizzato il medesimo vilipendio della democrazia che giustamente i suoi promotori e credo tutti gli aderenti rimproverano agli attuali potenti d’Italia (e non solo): come si può fare la battaglia contro le liste bloccate quando si concede a un pugno di individui, per quanto rispettabili e degni di essere ascoltati, di decidere chi sarà candidato? ...

...  Eppure, al suo sorgere, ho firmato l’Appello per la Lista, anche se già il vedere nelle sue bandiere il nome del leader greco, mi infastidiva; la personalizzazione della lista, era, di nuovo, un dato poco in linea con le idee di chi vuole opporsi alla “deriva” personalistica, neoleaderistica, populistica del sistema. Ma, si sa, la politica è (anche) l’arte del possibile. E ci si accontenta. E dunque mentre confermo che voterò la Lista “L’altra Europa con Tsipras”, mantengo tutte le riserve di metodo e di merito. ...

... La voterò, comunque, la lista. Non so se raggiungerà il 4%, e me lo auguro, per vedere nel Parlamento d’Europa qualche volto diverso e sentire qualche voce nuova, persone capaci di esprimere un dissenso netto, anche se sarà sempre minoritario, rispetto alle sciagurate politiche degli uni (PPE) e degli altri (PSE), tra i quali del resto le differenze non appaiono rilevanti. ...

giovedì 22 maggio 2014

DILEMMI e ANGOSCE




.........
 
"Le elites dominanti nella Ue, delle quali Renzi aspira con buone possibilità fare parte, si sono infatti accorte da tempo che la finzione della “austerità espansiva” era diventata uno slogan molto logoro e niente affatto convincente. 

Ci hanno pensato le varie statistiche ufficiali a seppellirlo. Sono cresciute disoccupazione, precarietà e diseguaglianze e contemporaneamente il debito pubblico. Per questo dal cilindro hanno estratto una nuova illusionistica parola d’ordine, quella della

 “precarietà espansiva” 

Si tratterebbe di dare un colpo definitivo a ciò che resta dei diritti e dei vincoli - a seconda del punto di vista dal quale li si guarda - esistenti e resistenti sul mercato del lavoro e questo darebbe per incanto forza a quei borbottii di fondo che alcuni economisti compiacenti scambiano per segnali di un’imminente ripresa. Gli “spiriti animali” del capitalismo imprenditoriale tornerebbero ad animarsi e una nuova “distruzione creatrice” sarebbe alle porte. Questa sarebbe la riforma strutturale che più o meno direttamente ci chiede l’Europa e su cui indubbiamente il governo Renzi ha mostrato di porsi con spavalderia alla avanguardia."

......... 

UNA DOMANDA: PERCHE' SI VA VERSO L'ARCHIVIAZIONE? DAL MINISTRO SCAJOLA IN POI I RESPONSABILI DELLA PROTEZIONE DEL PROFESSOR BIAGI SONO TUTTI NOTI. NON SONO RESPONSABILI ALMENO DI "OMISSIONE DI SOCCORSO"?

martedì 11 novembre 2003

Le reazioni al piano Br trovato nel computer di Morandi
Intanto l'inchiesta sulla scorta negata verso l'archiviazione


La rabbia degli amici di Biagi

"Ucciso perché lasciato solo"



BOLOGNA - È quel che sanno dalla sera degli spari sotto casa, è quel che temevano a

anche prima: "Lo hanno ucciso perché era stato lasciato solo", dice Guido Magnisi, avvocato della famiglia di Marco Biagi, "emotivamente il colpo è forte, avvalora quel che pensiamo da sempre". Gli agghiaccianti verbali del pedinamento brigatista probabilmente non riapriranno l'inchiesta sulla mancata scorta al professore, ormai vicina alla conclusione con una richiesta di archiviazione. Né la famiglia lo chiederà. Ma la verità morale in questi casi può fare a meno di quella giuridica: la vulnerabilità di Biagi non fu solo un aiuto ai suoi assassini, ma il motivo stesso della sua scelta come bersaglio.

Eppure bastava poco, si tormentano amici e colleghi del giuslavorista leggendo di come bastò la domanda di un impiegato, "voi cosa fate qui?" per convincere gli ispettori terroristi a scartare la facoltà di Economia di Modena come possibile scenario dell'agguato: "Se perfino la curiosità di un nostro dipendente li ha spaventati?", sospira il preside Andrea Landi. "Questi terroristi sono vigliacchi strutturali", dice il collega e amico Marcello Pedrazzoli, "non agiscono in condizione di rischio".

Bastava poco. Ma non fu fatto nulla.

In quell'estate del 2001 tutti i protagonisti del dramma erano impegnati a scrivere. I questori: ordinanze per togliere le scorte a Biagi. Biagi: lettere angosciate per riaverle. I brigatisti: gelidi rapporti su un uomo indifeso.
È impressionante riordinare i giorni di quell'estate.

A maggio il professore già intuisce che lo lasceranno solo: "Le ricordo che Ruffilli e D'Antona furono uccisi nei pressi delle loro abitazioni", scrive al capo della Digos di Bologna.

Un mese dopo, il 9 giugno, il questore di Roma gli toglie la scorta nella capitale per "cessate esigenze".

Il 1 luglio Biagi scrive ai prefetti di Roma e Bologna: "Attorno a me c'è un clima d'odio come quello che circondava d'Antona". Non esagera: è l'autore del "Patto per Milano", è già al lavoro sul "Libro bianco" del governo.

Il giorno dopo scrive al sottosegretario Maurizio Sacconi, "Spiega tu al ministero dell'Interno chi sono e cosa sto facendo", chiede aiuto anche al vicepresidente di Confindustria Stefano Parisi. Niente: allora,

il 15, bussa più in alto: scrive a Pier Ferdinando Casini. Passano cinque giorni, e i suoi timori ricevono un'inquietante conferma:

20 luglio, prima telefonata di minacce, una di quelle che troppo tardi saranno rintracciate sui tabulati dopo essere state ritenute "inventate". Biagi non sa che in quei giorni è pedinato ovunque: in facoltà a Modena, in treno, a casa. Ma qualcuno glielo fa capire:

31 agosto, altra telefonata anonima, l'agente della Digos s'è appena allontanato e la voce mormora beffarda: "Sappiamo che sei solo".

Il giorno dopo scrive una lettera angosciata al prefetto di Bologna: "Ho l'impressione che la mia situazione sia ampiamente sottovalutata?". È vero: lo ritengono "un simulatore".

Cadono le Twin Towers, il terrorismo è islamico, a chi importa quel professore insistente.

Lo lasciano sempre più solo:

il 15 settembre il ministro degli Interni Scajola ordina di risparmiare sulle scorte, Milano zelante esegue il 19, Bologna il 21, e chi lo deve sapere lo sa, perché

il 23 arriva la terza telefonata sprezzante: "Sappiamo che vai a Roma senza protezione".

Biagi scrive a Maroni un messaggio amareggiato e terribilmente profetico:

"Qualora dovesse accadermi qualcosa

desidero si sappia che avevo informato

inutilmente le autorità".

Maroni fa qualche passo, una lettera di cui però non restano tracce protocollate. Di fatto,

il 3 ottobre cade l'ultima protezione di polizia, quella di Modena. Ora Biagi è davvero il bersaglio "più economico", come dice l'amico Giuliano Cazzola: "massima resa minimo rischio".

L'istruttoria di morte è terminata.

Il 12 ottobre, il telefonista anonimo ha un tono irridente: "Scrivi, scrivi pure?".

Biagi ha paura, ma non è un pavido.

Scriverà ancora, ma solo sui giornali: basta lettere inutili alle autorità. Anche nelle questure non si scrive più di lui, ci penserà

il ministro Scajola a spiegare il motivo: "Quel rompicoglioni?".

Anche i brigatisti, in gennaio, smettono di scrivere: caricano le rivoltelle indisturbati.


di MICHELE SMARGIASSI – LA REPUBBLICA - (11 novembre 2003)


[(Con i colori e gli a capo ho solo voluto rendere più leggibile l’articolo.

Non mi è sembrato inutile, inoltre, evidenziare la successione temporale della tragedia, le parole del professor Biagi, i protagonisti istituzionali che lo lasciarono indifeso, senza preoccuparsi di verficare la sua attendibilità (per esempio, i tabulati telefonici potevano essere controllati prima e non dopo l’assassinio)].

UNA DOMANDA: PERCHE' SI VA VERSO L'ARCHIVIAZIONE?

DAL MINISTRO SCAJOLA IN POI I RESPONSABILI DELLA PROTEZIONE DEL

 PROFESSOR BIAGI SONO TUTTI NOTI.

NON SONO RESPONSABILI ALMENO DI "OMISSIONE DI SOCCORSO"?













5 commenti:

  1. grazie davvero per averci riproposto questa perla. davvero. la consolazione è che presto, se Dio vuole, questa ciurma di incapaci e conniventi dovrebbe tornarsene a casa, e allora spero che i rincitrulliti che l'hanno messa dov'è si sveglino in massa, magari una mezz'ora prima di andare in cabina, per ora, abbiamo i vertici che ci meritiamo, ma mai porre limiti alla provvidenza. un abbraccio
    RispondiElimina
  2. Sai che cosa mi intristisce e mi fa arrabbiare, harmonia? bastava poco per non farne un eroe postumo. Un bacio. Percival
    RispondiElimina
  3. Trovo spaventosa la manifestazione di assoluto disprezzo per la vita di Biagi. Non è stato il risultato di incapacità ma di totale arroganza verso l'uomo Biagi e dunque verso tutti. Questo è il potere corruttore, mostrato in tutta la sua evidenza, e dall'infame Scajola espresso anche dopo la morte di Biagi. Speriamo di rovescare quanto prima questi repellenti rifiuti nella pattumiera della Storia.
    RispondiElimina
  4. Una dolce serata, Harmonia. Percival
    RispondiElimina

 

MONI OVADIA

CONFERENZA STAMPA PER

L'Altra Europa con Tsipras


ovvero la dignità del pensiero, della verità, della giustizia, dei progetti 

rilevo l'ingiustizia di aver rubato tempo e spazio alle minoranze per riservare il massimo ai partiti maggiori e, in particolare, al premier per la sua personalissima solitaria egolatrica campagna elettorale, quella che avrebbe dovuto fare prima, tre mesi fa



Tra Puglia e Veneto

dibattersi fra tale Pina Picierno e tale Alessandra Moretti
due delle cinque capolista nominate nella notte, secondo rumors giornalistici

se non altro toglie ogni dubbio
ad excludendum

le altre due al momento non le ricordo
un solo nome: Chinnici
ma tutto strumentale-non democratico in un senso o nell'altro

Picierno parla parla parla ad Agorà, e interrompe e attacca, uguale alle altre
 e come le altre supportata al conduttore
spegnere o non spegnere?