sabato 29 marzo 2014

La BBC afferma che la maggior parte delle persone ha letto solo 6 dei 100 libri presenti nella seguente lista.” 
Istruzioni: 
Copia la lista e condividila sul tuo Blog! Se non hai un blog puoi commentare con quanti libri hai letto e quanti hai lasciato in sospeso,  io rispondo al post di Life is a Book!
V: Letto
X: Non Finito
  1. Orgoglio e Pregiudizio – Jane Austen  V
  2. Il Signore degli Anelli – J.R.R. Tolkien
  3. Il Profeta – Kahlil Gibran V
  4. Harry Potter – JK Rowling 
  5. Se questo è un uomo – Primo Levi  V
  6. La Bibbia  X
  7. Cime Tempestose – Emily Bronte  V
  8. 1984 – George Orwell  V
  9. I Promessi Sposi – Alessandro Manzoni  V
  10. La Divina Commedia – Dante Alighieri  V
  11. Piccole Donne – Louisa M Alcott  V
  12. Lessico Familiare – Natalia Ginzburg  V
  13. Comma 22 – Joseph Heller
  14. L’opera completa di Shakespeare  X
  15. Il Giardino dei Finzi Contini – Giorgio Bassani  V
  16. Lo Hobbit – JRR Tolkien
  17. Il Nome della Rosa – Umberto Eco  V
  18. Il Gattopardo – Tommasi di Lampedusa  V
  19. Il Processo – Franz Kafka  V
  20. Le Affinità Elettive – Goethe  V
  21. Via col Vento – Margaret Mitchell  V
  22. Il Grande Gatsby – F. Scott Fitzgerald  V
  23. Bleak House – Charles Dickens
  24. Guerra e Pace – Leo Tolstoy  V
  25. Guida Galattica per Autostoppisti – Douglas Adams
  26. Brideshead Revisited – Evelyn Waugh
  27. Delitto e Castigo – Fyodor Dostoyevsky  V
  28. Odissea – Omero V 
  29. Alice nel Paese delle Meraviglie – Lewis Carroll  V
  30. L’insostenibile leggerezza dell’essere – Milan Kundera 
  31. Anna Karenina – Leo Tolstoj  V
  32. David Copperfield – Charles Dickens  V
  33. Le Cronache di Narnia – CS Lewis
  34. Emma – Jane Austen  V
  35. Cuore – Edmondo de Amicis  V
  36. La Coscienza di Zeno – Italo Svevo V 
  37. Il Cacciatore di Aquiloni – Khaled Hosseini
  38. Il Mandolino del Capitano Corelli – Louis De Berniere
  39. Memorie di una Geisha – Arthur Golden
  40. Winnie the Pooh – AA Milne
  41. La Fattoria degli Animali – George Orwell  V
  42. Il Codice da Vinci – Dan Brown  V
  43. Cento Anni di Solitudine – Gabriel Garcia Marquez  V
  44. Il Barone Rampante – Italo Calvino  V
  45. Gli Indifferenti – Alberto Moravia  V
  46. Memorie di Adriano – Marguerite Yourcenar  V
  47. I Malavoglia – Giovanni Verga  V
  48. Il Fu Mattia Pascal – Luigi Pirandello  V
  49. Il Signore delle Mosche – William Golding
  50. Cristo si è fermato ad Eboli – Carlo Levi  V
  51. Vita di Pi – Yann Martel
  52. Il Vecchio e il Mare – Ernest Hemingway  V
  53. Don Chisciotte della Mancia – Cervantes  V
  54. I Dolori del Giovane Werther – J. W. Goethe  V
  55. Le Avventure di Pinocchio – Collodi  V
  56. L’ombra del vento – Carlos Ruiz Zafon
  57. Siddharta – Hermann Hesse  V
  58. Il mondo nuovo – Aldous Huxley  V
  59. Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte – Mark Haddon
  60. L’Amore ai Tempi del Colera – Gabriel Garcia Marquez
  61. Uomini e topi – John Steinbeck  V
  62. Lolita – Vladimir Nabokov  V
  63. Il Commissario Maigret – George Simenon
  64. Amabili resti – Alice Sebold 
  65. Il Conte di Monte Cristo – Alexandre Dumas  V
  66. Sulla Strada – Jack Kerouac  V
  67. La luna e i Falò – Cesare Pavese  V
  68. Il Diario di Bridget Jones – Helen Fielding
  69. I figli della mezzanotte – Salman Rushdie
  70. Moby Dick – Herman Melville  V
  71. Oliver Twist – Charles Dickens  V
  72. Dracula – Bram Stoker
  73. Tre Uomini in Barca – Jerome K. Jerome  V
  74. Notes From A Small Island – Bill Bryson
  75. Ulisse – James Joyce  V
  76. I Buddenbroock – Thomas Mann  V
  77. Il buio oltre la siepe – Harper Lee  V
  78. Germinale – Emile Zola
  79. La fiera delle vanità – William Makepeace Thackeray
  80. Possession – AS Byatt
  81. A Christmas Carol – Charles Dickens  V 
  82. Il Ritratto di Dorian Gray – Oscar Wilde “V” 
  83. Il Colore Viola – Alice Walker
  84. Quel che resta del giorno – Kazuo Ishiguro
  85. Madame Bovary – Gustave Flaubert  V
  86. A Fine Balance – Rohinton Mistry
  87. Charlotte’s Web – EB White
  88. Il Rosso e il Nero – Stendhal  V
  89. Le Avventure di Sherlock Holmes – Sir Arthur Conan Doyle 
  90. The Faraway Tree Collection – Enid Blyton
  91. Cuore di tenebra – Joseph Conrad  V
  92. Il Piccolo Principe– Antoine De Saint-Exupery  V
  93. The Wasp Factory – Iain Banks
  94. Niente di nuovo sul fronte occidentale – Remarque  V
  95. Un Uomo – Oriana Fallaci  V
  96. Il Giovane Holden – Salinger  V
  97. I Tre Moschettieri – Alexandre Dumas
  98. Amleto– William Shakespeare V 
  99. La fabbrica di cioccolato – Roald Dahl
  100. I Miserabili – Victor Hugo V                                                                                                         Giocare ho giocato. Noioso contare le V: penso che siano 62. 

giovedì 13 marzo 2014

L'Italicum


di Ferdinando Imposimato

 
 
      Pur nella modestia del mio sapere , raccolgo l'insegnamento di Aristotele, “quelli che si danno pensiero della Costituzione devono procurare motivi di timore, in modo che i cittadini siano in guardia e non allentino la vigilanza intorno alla Costituzione”: nel delirio riformatore del Governo Renzi - Berlusconi,  l'Italicum è un'autentica vergogna, un guazzabuglio  che può far saltare l'intero sistema istituzionale, distruggendo la nostra Carta fondamentale , garante dei diritti inviolabili dell'uomo. Dobbiamo  constatare che il Parlamento,  sconfessato dalla Consulta,  si appresta a riformare  la Costituzione con l'abolizione del Senato  e a  varare  un  sistema elettorale non democratico. 

A proporre le riforme sono  due personaggi  privi  di potere propositivo legittimo. Uno perché condannato per evasione fiscale  e interdetto dai pubblici uffici, l’altro perché era titolare di una carica che lo rendeva incompatibile col mandato parlamentare.

Entrambi a caccia  di maggiore  potere personale, anche violando principi costituzionali. A completare  la distruzione giuridica, politica e morale della nostra Repubblica, afflitta da gravi diseguaglianze,  si aggiunge il  sistema elettorale  che riproduce  in modo arrogante le incostituzionalità già accertate dalla Corte.  

Ma  vediamo quali sono le caratteristiche della legge golpista approvata dalla Camera, intrisa di trucchi e contraddizioni, oltre che del tutto incoerente con  le raccomandazioni della Consulta .
Il sistema  prevede  un premio abnorme   alla coalizione che supera il 37%, portando il vincitore al  55% dei seggi . Otterranno seggi i partiti   che superano lo sbarramento  del 4.5 per cento, che concorrono tuttavia alla soglia per il  premio di maggioranza.  In mancanza del 37%,  vanno al ballottaggio le due coalizioni più votate. Perchè la coalizione  partecipi  alla ripartizione dei seggi deve raggiungere il  12%.  I partiti che corrono da soli devono raggiungere  l'8 %.

Questo  sistema comporta una alterazione profonda della rappresentanza democratica premiando oltremodo le alleanze ibride e  penalizzando ingiustamente  i partiti che  corrono  da soli. La frode è colossale:  da una parte  aumenta la frammentazione  dei piccoli partiti, salvati con le coalizioni. L'imbroglio  serve a  consentire a Forza Italia , con l'aiuto  di lega, fratelli d'Italia,  NCD, e di una miriade di partitini, a  superare  il 37%, cosa probabile, avendo quel partito il controllo di   tutte le TV pubbliche e private e fruendo di un permanente conflitto di interessi che Renzi non eliminerà.   

Una  minoranza del 37 per cento   di  nominati  dall'alto, privi di capacità e libertà,  eserciterà un potere assoluto  sul 67 per cento degli elettori. Non solo;  abolito il Senato, con una sola Camera, tutte le contro riforme liberticide saranno possibili, anche quella presidenziale e della giustizia da sottoporre al controllo del Governo, annunciate dai due dioscuri . Situazioni del genere portano diritto  alla dittatura. Una legge  proporzionale   fu nefasta per la Repubblica di Weimar (1919), e preludio  del nazismo.

Altro vulnus alla Costituzione è  la mancanza di preferenze . Ci saranno  liste bloccate  corte, con un minimo di tre candidati e un massimo di sei.  L'eliminazione della preferenza viola l'art 48 della Costituzione “Il voto é personale ed uguale, libero e segreto”.   E   l'articolo 3 della Convenzione per i diritti dell'Uomo del 1950 : “ Le parti contraenti si impegnano ad organizzare  libere elezioni, in condizioni tali da assicurare la libera espressione dell'opinione del popolo sulla scelta  del corpo legislativo”.  E viola l'articolo 21 della dichiarazione universale dei diritti dell'Uomo dell'ONU di NY del  1948: “Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese , sia direttamente sia  attraverso rappresentanti liberamente scelti... attraverso  veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale e uguale, ed a voto segreto e libera votazione”. Senza preferenza il  diritto di voto viene trasferito alle segreterie di partiti, senza regole   guidati da pochi oligarchi. Che scelgono i  rappresentanti del popolo, indipendentemente da qualità e  valore dei candidati.  

 Il vero potere dell'elettorato é nello scegliere chi lo rappresenta e attraverso lui chi lo governa. 

La preferenza é l'essenza  della democrazia . L'elettore che vota non decide solo cosa fare, ma chi farà,  tra i candidati    proposti. L'elettore  preferisce un candidato credibile, sia pure con un programma modesto,  e non  un  candidato poco credibile con un programma eccellente che non sarà mai realizzato. Se si elimina la preferenza, si abbandona il criterio del merito  posto a base della Costituzione, e   della par condicio tra i candidati. Tucidide fu il primo a parlare di democrazia selettiva: ”Abbiamo una costituzione chiamata democrazia; ciascuno é preferito a seconda del suo emergere in un determinato campo, non per la provenienza da una classe sociale. E  se uno può fare qualcosa di buono alla città, non ne é impedito dalla oscurità del  rango sociale. “

Le pluricandidature, altro vizio dell'Italicum,  violano  l'articolo 51 Cost.  “tutti i cittadini dell'uno e dell'altro sesso possono accedere  alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza”. La condizione di eguaglianza  viene violata  poiché i candidati al vertice dell'elenco  sono preferiti al di là del numero delle preferenze ricevute. Ma anche se  l'elettore  accetta l'ordine  della lista,   è  ingannato da ciò che accade dopo la votazione.  Infatti  per l'Italicum i notabili dei partiti possono presentarsi in ogni collegio nazionale. I loro nomi aprono le  diverse  liste. L'elettore,  se  mette una crocetta sul partito, illudendosi di scegliere i primi della lista, viene indotto in errore: la scelta  finale  spetta   al plurieletto,  capolista in diversi collegi  elettorali. Costui, decidendo d’ancorare il proprio seggio a questo o a quel collegio, decide anche  le sorti di chi gli sta dietro nel listino . E  tale decisione si consuma dopo le elezioni, che così  diventano farsa,  messinscena, antitesi della democrazia elettiva e selettiva. 

E' uno spettacolo cui abbiamo già assistito. Nel 2006 trascorsero un paio di settimane  prima che ci fosse dato conoscere le facce dei nuovi deputati e senatori. Nel frattempo il Palazzo registrava l’altalena fra eletti rinuncianti e primi dei non eletti subentranti. Risultato: un terzo dell’intero Parlamento  venne  scelto dalle segreterie politiche e non dagli elettori. Ed accadde che i subentranti erano meno bravi e indipendenti degli esclusi. Ed erano al servizio del benefattore che  aveva loro spianato la strada, ingannando gli elettori.   

Si sostiene che queste illogicità plateali, queste storture aberranti, si rendono necessarie per assicurare la governabilità anche se sacrificano l’eguaglianza, principio fondante della Costituzione . Che dovrebbe recedere a fronte di un obiettivo che, al di là del costo altissimo, come dice Gianni Ferrara,  in termini di tollerabilità democratica, è tutt’altro che certo e comunque non sicuramente virtuoso. Lo dimostra l’esperienza disastrosa del governo Berlusconi, che dal 2008 al 2011 disponeva di una maggioranza enorme e di una notevole governabilità,  ed ha portato l’Italia sull’orlo del default. Ed ora  pone le premesse per il suo ritorno al potere, auspice Matteo Renzi.

Si sostiene  che la sera dell’elezione gli elettori  devono “sapere chi li governa”. Mai menzogna fu più spudorata. Averla prima inventata e poi diffusa ha determinato il rovesciamento del senso dell’elezione trasmutandola in scelta di colui dal quale si sarà governati. L’elezione non sarà più diretta alla scelta del rappresentante della volontà, dei bisogni, dei progetti del popolo  cui spetta la sovranità. La sovranità sarà capovolta, diverrà sudditanza ad un capo assoluto. La tragedia della democrazia si rappresenterà con la farsa dell’elezione.

Prima di approvare questa legge, intervenga il Presidente della Repubblica, prima ancora del vaglio del Senato,  per le palesi violazioni della Carta. E  ci pensino bene i parlamentari del Senato.  Potrebbero favorire il ritorno di un condannato o cogliere l’occasione per  rivelarsi  capaci di salvare l'Italia dal regime .

martedì 11 marzo 2014

Tre  lettere scarlatte

M     T     V

Nel New England puritano nel XVII secolo, la lettera scarlatta era la A, iniziale di Adultera, marchio cucito sul petto e inciso nell'anima di ogni adultera del tempo, come racconta Hawthorne nel suo romanzo di angosce, sofferenze, angustie umane. 

Nella Storia è possibile trovare le più diverse "lettere scarlatte", disonorevoli e onorevoli, incise su intere epoche o sulle gesta dei grandi "condottieri di popoli". Nella storia che si sta dipanando in questi ultimi mala tempora, dal mio punto di osservazione, vedo aleggiare tre brutti vizi: 
Menzogna, Tradimento, Viltà

vizi che vedo dispiegarsi alla luce del sole, rivelati come sono dalle persone stesse che li praticano, coram populo e col metodo delle giravolte sempre più disinvolte, sempre più veloci.
Ma posso sbagliarmi, certo, forse il mio angolo visuale m'impedisce di vedere bene, magari sono una Moralista. A ciascuno la sua M.

La cronaca degli ultimi minuti di oggi, secondo La Repubblica.it, dice che "Il presidente del Consiglio riunisce i deputati dem e li ammonisce:  

"Chi farà mancare il proprio voto oggi poi lo vada a spiegare fuori". Sulle quote rosa "il Pd è avanti, ma bisogna rispettare gli impegni". 
Bersani lo ammonisce: "Non dare l'ultima parola a Berlusconi"

Bravo e sincero, lui, il presidente del Consiglio! E se la legge concordata con il condannato sarà votata, con tutte le pecche possibili, oggi chi spiegherà la cosa a chi si sente privato in parte o in toto ddel diritto di voto? E da quale pulpito? Lui? Il condannato? O altri?
 


martedì 4 marzo 2014

Renzi: il potere e il tradimento


Foto: La MENZOGNA. Rosa Salvatore_La Menzogna_XVII sec._Firenze_Palazzo Pitti - foto trovata in rete - purtroppo non ho conservato il SITO, comunque sono qui 
Allegoria della Menzogna


È fatale: una volta che hai scelto Tony Blair come modello, per forza approdi al tradimento. Tradimento della sinistra e dell’Europa che pretendi risuscitare, tradimento di promesse fatte nelle primarie o nei congressi. Non dimentichiamo il nomignolo che fu dato al leader laburista, negli anni della guerra in Iraq: lo chiamarono il «poodle di Bush jr», il barboncino-lacchè sempre scodinzolante davanti alla finte vittorie annunciate dal boss d’oltre Atlantico. Non dimentichiamo, noi che ci siamo imbarcati nel bastimento della Lista Tsipras, come Blair lavorò, di lena, per distruggere il poco di unione europea che esisteva e il poco che si voleva cambiare. Fu lui a non volere che i Trattato di Lisbona divenisse una vera Costituzione, di quelle che cominciano, come la Carta degli Stati Uniti, con le parole: «Noi, il popolo….». Fu lui che si oppose a ogni piano di maggiore solidarietà dell’Unione, e rifiutò ogni progetto di un’Europa politica, che controbilanciasse il potere solo economico esercitato dai mercati e in modo speciale dalla city.
Renzi è consapevole di queste cose, o parla di Blair tanto per parlare? E il ministro degli Esteri Mogherini in che cosa è meglio di Emma Bonino, che al federalismo europeo ha dedicato una vita e possiede una vera competenza? Federica Mogherini ha concentrato i suoi interessi sulla Nato innanzitutto, e poi sull’Europa. Chissà se è consapevole della degradazione dell’Alleanza atlantica, nei catastrofici dodici anni di guerra antiterrorista. Ma ancor più inquietante è la rinuncia, in extremis, a Nicola Gratteri ministro della Giustizia. Questo sì sarebbe stato un segnale di svolta. La sua battaglia contro il malcostume politico e le mafie è la risposta più seria che l’Italia possa dare ai rapporti dell’Unione che ci definiscono il paese più corrotto d’Europa.
Non è ancora chiaro chi abbia lavorato contro la nomina di Gratteri. Forse il Quirinale, per fedeltà alle Larghe intese; di certo le destre di Alfano e Berlusconi, con il quale Renzi vuol negoziare le riforme della Costituzione. È stato detto che non è bene che un pm diventi guardasigilli. Anche qui, la rimozione e l’oblio regnano indisturbati: nel 2011, il Quirinale firmò la nomina del magistrato di Forza Italia Nitto Palma, vicino al Premier Berlusconi e Cosentino. Evidentemente quel che valeva per Nitto Palma è tabù per Gratteri. Il veto al suo nome è ad personam, e accoglie la richiesta della destra di avere un ministro «garantista» (garantista degli imputati di corruzione, di voto di scambio, di frode fiscale, ecc). Al suo posto è stato scelto un uomo di apparato, Andrea Orlando, che solo da poco tempo si occupa di giustizia, che ha fatto la sua scalata prima nel Pci, poi nel Pds, poi nei Ds, poi nel Pd. Nel governo Letta era ministro dell’Ambiente. Auspica – in profonda sintonia con Berlusconi – la fine dell’obbligatorietà dell’azione penale e la separazione delle carriere dei magistrati.
Infine il ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan. Recentemente ha preconizzato l’allentamento delle politiche di austerità, che aveva difeso per anni. Non ha neppure escluso l’utilità di una patrimoniale. Ma di questi tempi tutti, a parole, sono contro l’austerità. Vedremo cosa Padoan proporrà in Europa: come passerà – se passerà – dalle parole agli atti. Al momento non vedo discontinuità tra lui e Fabrizio Saccomanni. Naturalmente può darsi che Renzi farà qualcosa di utile per l’Italia: prima di tutto su lavoro e fisco. Non mi aspetto niente di speciale sull’Europa, per i motivi che ho citato prima.
Non credo nemmeno che creda in quel che è andato dicendo per mesi: «Niente più Larghe Intese!», o «Mai a Palazzo Chigi senza un passaggio elettorale». Altrimenti non avrebbe guastato tante parole nel giro di poche ore, giusto per andare a Palazzo Chigi e presentarsi – terzo Premier nominato – in un Parlamento di nominati.

di Barbara Spinelli
MicroMega da ListaTsipras.eu

immagine: Allegoria della MENZOGNA
Rosa Salvatore_La Menzogna_XVII sec._Firenze_Palazzo Pitti - foto trovata in rete - purtroppo non ho conservato il SITO, comunque sono qui.


Gli invisibili d’Europa di Barbara Spinelli

"Il dolore sta producendo risultati"

 



Il neoministro dell’Economia, Padoan


Lo scorso anno il neoministro dell’Economia, Padoan, giustificava le politiche di austerity: "Il dolore sta producendo risultati". Per tali parole dovrebbe ora scusarsi. La rivista scientifica Lancet racconta nell’ultimo numero come le politiche della troika abbiano distrutto la sanità pubblica in Grecia, usata come cavia dall’Ue: il risanamento, così inteso, riduce malthusianamente le popolazioni, cominciando da bambini e anziani. 

di Barbara Spinelli, da Repubblica, 26 febbraio 2014

"Il dolore sta producendo risultati": fa impressione, proprio ora che è divenuto ministro dell’Economia, rileggere quel che Pier Carlo Padoan disse il 29 aprile 2013 al Wall Street Journal, quando era vice segretario generale dell’Ocse.

Già allora i dati sull’economia reale smentivano una così impudente glorificazione dell’austerità - e addirittura dei patimenti sociali che infliggeva - ma l’ultimo numero di Lancet, dedicato alla sanità pubblica in Grecia dopo sei anni di Grande Depressione, va oltre la semplice smentita

Più che correggersi, il ministro farebbe bene a scusarsi di una frase atroce che irresistibilmente ricorda Pangloss, quando imperterrito rassicura Candide mentre Lisbona è inghiottita dal terremoto raccontato da Voltaire: "Queste cose sono il meglio che possa accadere. La caduta dell’uomo e la maledizione entrano necessariamente nel migliore dei mondi possibili".

Lancet non è un giornale di parte: è tra le prime cinque riviste mediche mondiali. Il suo giudizio sulla situazione ellenica, pubblicato sabato in un ampio dossier (lo ha ripreso Andrea Tarquini sul sito di Repubblica), è funesto: la smisurata contrazione dei redditi e i tagli ai servizi pubblici hanno squassato la salute dei cittadini greci, incrementando il numero di morti specialmente tra i bambini, tra gli anziani, nelle zone rurali. Nella provincia di Acaia, il 70 per cento degli abitanti non ha soldi per comprare le medicine prescritte. Emergency denuncia la catastrofe dal giugno 2012. Numerose le famiglie che vivono senza luce e acqua: perché o mangi, o paghi le bollette. Nel cuore d’Europa e della sua cultura, s’aggira la morte e la chiamano dolore produttivo.

"Siamo di fronte a una tragedia della sanità pubblica", constata la rivista, "ma nonostante l’evidenza dei fatti le autorità responsabili insistono nella strategia negazionista". Qualcuno deve spiegare a chi agonizza come sia possibile che il dolore e la morte siano "efficaci", e salvifiche per questo le riforme strutturali fin qui adottate.

Né è solo "questione di comunicazione" sbagliata, come sosteneva nell’intervista Padoan: sottolineare gli esiti promettenti del consolidamento fiscale, ammorbidendo magari qualche dettaglio tecnico, non toglie la vittoria al pungiglione della morte. Trasforma solo un’improvvida teoria economica in legge naturale, perfino divina. Moriremo, certo, ma in cambio il Paradiso ci aspetta. Soprattutto ci aspetta se non cadremo nel vizio disinvoltamente rinfacciato agli indebitati-impoveriti: la "fatica delle riforme" (reform fatigue), peccato sempre in agguato quando i governi "sono alle prese con resistenze sociali molto forti". Quando siamo ingrati, come Atene, alle iniezioni di liquidità che l’Unione offre a chi fa bancarotta: nel caso greco, due bailout tardivi, legati a pacchetti deflazionistici monitorati dalla trojka. I contribuenti tedeschi hanno già dato troppo, dicono in Germania. Non è vero, i contribuenti non hanno pagato alcunché perché di prestiti si tratta, anche se a tassi agevolati e destinati in primis alle banche.

Difficile dar torto alle "forti resistenze sociali", se solo guardiamo le cifre fornite su Lancet dai ricercatori delle università britanniche di Cambridge, Oxford e Londra. A causa della malnutrizione, della riduzione dei redditi, della disoccupazione, della scarsità di medicine negli ospedali, dell’accesso sempre più arduo ai servizi sanitari (specie per le madri prima del parto) le morti bianche dei lattanti sono aumentate fra il 2008 e il 2010 del 43%. Il numero di bambini nati sottopeso è cresciuto del 19 %, quello dei nati morti del 20. 

Al tempo stesso muoiono i vecchi, più frequentemente. Fra il 2008 e il 2012, l’incremento è del 12,5 fra gli 80-84 anni e del 24,3 dopo gli 85. E s’estende l’Aids, perché la distribuzione di siringhe monouso e profilattici è bloccata. Malattie rare o estinte ricompaiono, come la Tbc e la malaria (quest’ultima assente da 40 anni. Mancano soldi per debellare le zanzare infette).

La rivista inglese accusa governi e autorità europee, ed elogia i paesi, come Islanda e Finlandia, che hanno respinto i diktat del Fondo Monetario o dell’Unione. Dopo la crisi acuta del 2008, Reykjavik disse no alle misure che insidiavano sanità pubblica e servizi sociali, tagliando altre spese scelte col consenso popolare. Non solo: capì che la crisi minacciava la sovranità del popolo, e nel 2010-2011 ridiscusse la propria Costituzione mescolando alla democrazia rappresentativa una vasta sperimentazione di democrazia diretta.

Non così in Grecia. L’Unione l’ha usata come cavia: sviluppi islandesi non li avrebbe tollerati. Proprio nel paese dove Europa nacque come mito, assistiamo a un’ecatombe senza pari: una macchia che resterà, se non cambiano radicalmente politiche e filosofie ma solo questo o quel parametro. Il popolo sopravvive grazie all’eroismo di Ong e medici volontari (tra cui Médecins du Monde, fin qui attivi tra gli immigrati): i greci che cercano soccorso negli ospedali "di strada" son passati dal 3-4% al 30%. S’aggiungono poi i suicidi, in crescita come in Italia: fra il 2007 e il 2011 l’aumento è del 45%. In principio s’ammazzavano gli uomini. Dal 2011 anche le donne.

Lancet non è ottimista sugli altri paesi in crisi. La Spagna, cui andrebbe assommata l’Italia, è vicina all’inferno greco. Alexander Kentikelenis, sociologo dell’università di Cambridge che con cinque esperti scrive per la rivista il rapporto più duro, spiega come il negazionismo sia diffuso, e non esiti a screditare le più serie ricerche scientifiche (un po’ come avviene per il clima). L’unica istituzione che si salva è il Centro europeo di prevenzione e controllo delle malattie, operativo dal 2005 a Stoccolma.

La Grecia prefigura il nostro futuro prossimo, se le politiche del debito non mutano; se scende ancora la spesa per i servizi sociali. Anche in Italia esistono ospedali di volontari, come Emergency. La luce in fondo al tunnel è menzogna impudente. Senza denunciarla, Renzi ha intronizzato ieri la banalità: "L’Europa non dà speranza se fatta solo di virgole e percentuali" - "l’Italia non va a prendere la linea per sapere che fare, ma dà un contributo fondamentale". Nessuno sa quale contributo.

Scrive l’economista Emiliano Brancaccio che i nostri governi "interpretano il risanamento come fattore di disciplinamento sociale". Ma forse le cose stanno messe peggio: il risanamento riduce malthusianamente le popolazioni, cominciando da bambini e anziani.  

Regna l’oblio storico di quel che è stata l’Europa, del perché s’è unita. Dimentica anche la Germania, che pure vive di memoria. Dopo il ‘14-18 fu trattata come oggi la Grecia: sconfitto, il paese doveva soffrire per redimersi. Solo Keynes insorse, indignato. Nel 1919 scrisse: "Se diamo per scontata la convinzione che la Germania debba esser tenuta in miseria, i suoi figli rimanere nella fame e nell’indigenza [...], se miriamo deliberatamente all’umiliazione dell’Europa centrale, oso farmi profeta, la vendetta non tarderà".

La vendetta non tardò a farsi viva, ed è il motivo per cui ben diversa e più saggia fu la risposta nel secondo dopoguerra. Quella via andrebbe ripercorsa e potrebbe sfociare in una Conferenza europea sul debito, che condoni ai paesi in difficoltà parte dei debiti, connetta i rimborsi alla crescita, dia all’Unione poteri politici e risorse per lanciare un New Deal di ripresa collettiva e ecosostenibile. È già accaduto, in una conferenza a Londra che nel 1953 ridusse quasi a zero i debiti di guerra della Germania. I risultati non produssero morte, ma vita. Fecero rinascere la democrazia tedesca. Non c’era spazio, a quei tempi, per i Pangloss che oggi tornano ad affollare le scene.

da Micromega. (26 febbraio 2014)