lunedì 27 febbraio 2006

ALTERNATIVA SOCIALE   E   FIAMMA TRICOLORE


NELLA COALIZIONE DI BERLUSCONI


"Alternativa Sociale di Alessandra Mussolini ed il Movimento Sociale Fiamma Tricolore di Luca Romagnoli fanno parte della coalizione che fa capo a Silvio Berlusconi. Non ne fanno parte, invece, il Mis di Pino Rauti ed il Nuovo Msi di Saja. Lo si evince dagli apparentamenti firmati al Viminale. Rauti e' pero' disponibile ad una desistenza: non presentera' il suo simbolo se Fi gli dara' 6 parlamentari."


Caro diario, prendo la notizia dal sito di Metropoli . Così è ufficiale: due formazioni politiche di ispirazione fascista fanno parte della CdL. Tutto giuridicamente corretto, suppongo. Sul piano politico il discorso è di  una rilevanza che mi aspetterei fosse evidenziata da tutti gli organi di informazione.


Ho saputo che il presidente del Parlamento Europeo Josep Borrell ha notato e stigmatizzato con chiare parole di indignazione le dichiarazioni del segretario di Fiamma Tricolore Luca Romagnoli, uno dei nuovi alleati di Berlusconi, sulla Shoah.


«Quando presiedevo la Commissione della P2 ho avuto pressioni, minacce, denunce, sette chili di tritolo davanti casa, era una vita impossibile, ma Papa Wojtyla, mi ha detto battendomi una mano sulla spalla: “Forza, forza”. Nell’elenco di Gelli c’era una buona parte di quelli che contavano, uno spaccato tremendo del Paese. Ma ben più grave è che molti uomini della P2 siano passati indenni da quegli anni. Basti ricordare l'attuale presidente Berlusconi, tessera P2 1816. E il suo aiutante, Fabrizio Cicchitto, tessera P2 2232». Tina Anselmi nell'intervista a Chiara Valentini ( L'Espresso del 23 febbraio ).


Ora è la volta della destra estrema, e questo è un fatto. Si tratta di quella destra da cui il vicepresidente Fini ha preso le distanze da Fiuggi in poi e che Berlusconi gli mette di nuovo al fianco. Non se con il suo consenso o meno. Non so nemmeno se il presidente Berlusconi abbia avuto il consenso del presidente della Camera Casini e dell' UDC, che si presentano come epigoni della Democrazia Cristiana.



C'è una democrazia, "occidentale", in cui si sia concretizzata una simile coalizione con lo scopo di conquistare, in libere elezioni, il governo del Paese? Se sono bene informata, mi pare di no. Certo si è fatta una gran confusione mettendo in unico calderone candidati atipici e più o meno impresentabili. Questa confusione ha coperto il fatto: l'alleanza di Berlusconi con l'estrema destra. Non si può sostenere che si tratta della stessa cosa, se la memoria storica è viva e non distorta da negazionismi di varia natura e vario peso.


Mi sento persa in questa caligine, caro diario, perché mi sembra che vi si stiano perdendo i contorni di alcuni pilastri della nostra società, risorta 60 anni fa dai massacri della seconda guerra mondiale.

domenica 26 febbraio 2006

 
Fra due giorni scade il termine per le adesioni alle adozioni 2006 che, se non aumentano di altre 10 quote, restano cmq sufficienti per mantenere il sostegno ai nostri sette bimbi.

Perchè non proviamo ad essere realisti... e a chiedere l'impossibile?

Troviamo altre 10 quote - in due giorni - necessarie per


 l'adozione dell'ottavo bambino.

 


venerdì 24 febbraio 2006

Dialogo tra due viaggiatori (a proposito di vignette)
di Moni Ovadia

Il treno Intercity si scuote pigramente e si avvia con il consueto ritardo verso la stazione successiva. In uno scompartimento il signor S. - unico occupante - prende uno dei quotidiani appoggiati sul sedile di fianco al suo e comincia a scorrere i titoli e le immagini della prima pagina. In quel momento, apre la porta dello scompartimento il signor M. che, dopo aver sistemato le valigie nello spazio riservato, si accomoda nella fila di sedili di fronte a quella in cui siede il signor S. intento a sfogliare il suo giornale. Adesso la prima pagina è disponibile alla vista del signor M. che, reagendo ad uno dei titoli, commenta:


M.: La stupidità degli uomini è senza limite!
S.:
Sono totalmente d'accordo con lei. Questo è un fatto in genere, ma in questa precisa circostanza a cosa si riferisce?
M.: Ad un ministro di un paese democratico che ostenta con imbecillità immagini blasfeme e provocatorie.
S.: Il fatto ancora più grave, a mio parere, è che un simile figuro sia stato nominato ministro e che il suo partito, una formazione a marcato orientamento xenofobo e razzista, faccia parte di un governo che dichiara di ispirarsi a valori di libertà e democrazia. Tuttavia oggi, nel nostro paese, c'è poco da stupirsi, visto che da alcuni anni è operante un sovvertimento del senso comune al punto che i malfattori giudicano i giudici.

M.: Questo non accade solo qui. L'intero Occidente è in preda ad una perdita di valori e di decadimento spirituale. A lei sembra possibile che ad un organo di stampa sia lecito diffondere vignette blasfeme su una grande religione come l'islam?
S.: Scusi se glielo chiedo. Lei ritiene giusto applicare una censura sui collaboratori di un organo di informazione o sull'organo di informazione stesso? E se sì, chi dovrebbe essere il censore e giudice a priori della liceità delle parole e delle immagini?
M.: Lei sarebbe forse d'accordo con la pubblicazione di quelle vignette?
S.: Mi permetta di risponderle inquadrando la questione in un ambito di maggiore respiro. Personalmente non farei nulla che potesse ferire l'islam, né con le parole, né con le immagini, né con gli atti. Conosco lo splendore della spiritualità musulmana anche se non sono uno studioso, inoltre sono ebreo e so quale valore riveste la proibizione di rappresentare con immagini le figure sante. Detto questo, ritengo che vi siano princìpi universali, conculcare i quali sarebbe esiziale per la libertà di ogni famiglia umana, dunque anche di quella musulmana. Uno di questi princìpi è la libertà di espressione.


M.: Lei chiama libertà di espressione la blasfemia intenzionale nei confronti del profeta Muhammad e l'islamofobia?
S.: Non mi sognerei mai di farlo, ma per decidere se i vignettisti sono incorsi in questi reati, ci sono tribunali ai quali istituzioni e associazioni islamiche possono appellarsi per chiamare in giudizio l'eventuale imputato e, una volta provatane la colpa, vedergli comminata la giusta sanzione. La giustizia ha le sue regole, o per lo meno dovrebbe averle. La censura preventiva non può mai essere una di queste regole, né lo è la violenza che, oltre tutto, in questo caso è strumentale ed evidentemente pilotata.
M.: Posso rivolgerle una domanda personale?
S.: Prego, faccia pure.


M.: Lei è un credente?
S.: No. Mi definirei un agnostico o, se preferisce, un dubitante.
M.: Ma se lei non ha un riferimento nell'Assoluto, da dove desume i suoi tanto vantati princìpi universali?
S.: Dal travagliato cammino dell'essere umano nel suo farsi al prezzo di ogni sorta di vessazione e dolore impostagli dal suo simile: schiavitù, massacri, genocidi, sterminio, sfruttamento, abbandono, indifferenza. Dalla ribellione a tutto questo, sono usciti i princìpi universali per i diritti inviolabili dell'uomo, all'elaborazione dei quali hanno concorso anche le idee più alte delle grandi Spiritualità. Fra questi il diritto alla libera espressione. Non dimentichi che è il Corano stesso a conferire piena dignità anche al non credente: «Se Allah avesse voluto fare di tutti gli uomini dei credenti lo avrebbe fatto… (ma non lo ha fatto) Chi sei tu per costringere un uomo a credere a suo dispetto?». Se non ricordo male è il versetto 256 della seconda sura.


M.: Lei non mi convince del tutto. Come fa a non sentire la violenza dello sfregio fatto ai credenti dell'islam con la rappresentazione del volto del Profeta, già blasfema di per sé e, in sovrappiù, con una bomba in testa? Che cosa c'entra questo con la libertà di espressione? Inoltre proprio in questo momento, con la guerra preventiva del signor Bush, con l'Afghanistan e il disprezzo imperialista nei confronti di tutto l'islam...
S.: Con ordine. Pensa che non capisca lo sfregio fatto all'islam? Le ripeto che sono ebreo e i nostri credenti sopportano da secoli che l'ineffabile Nome dell'Eterno, impronunciabile, sia banalmente riportato da milioni di libri, in centinaia di trasmissioni televisive e radiofoniche con un misero Jahvè o un ridicolo Geova. Per l'ebreo religioso si tratta di un'intollerabile blasfemia. Non per questo però si deve ricorrere a limitazioni della libertà d'espressione e alla violenza. L'unico rimedio è l'educazione al rispetto e all'accoglienza dell'altro e la paziente e corretta comunicazione. Non è d'accordo anche lei?


Quanto a Bush, è il primo a limitare le libertà in nome dell'emergenza. Non dimentichi il Patriot Act. Fare appello alla ragionevolezza per limitare i diritti fondamentali della persona, è spesso il primo gesto verso la sospensione tout court di quei diritti. Nella fattispecie, a qualcuno, in un dato paese e in un dato momento storico, potrebbe fare molto comodo conculcare il diritto all'espressione dei musulmani.
Mi permetta di insistere: il merito non è la vignetta in sé, ma il diritto ad esprimersi prima di esserne impediti. Solo a posteriori, dopo che sia stato provato il carattere criminoso di una qualsivoglia espressione, si può chiederne la repressione nel quadro delle dovute tutele giuridiche. Questo, per farle un esempio, è accaduto nei confronti dello storico negazionista Irving. Io di una cosa sono sicuro, a dispetto di tutti gli integralisti e fondamentalisti, la verità dell'islam è per una giustizia giusta… Mi scusi, il treno sta per giungere alla mia fermata. Yah Salamu Aleikhum!


M.: Aleikhum Salam!… Come ha capito che sono musulmano?
S.: Semplice intuito. Non lo sapeva che un buon ebreo ed un buon musulmano si somigliano come due gocce d'acqua?


Questo testo è tratto dal numero 1 di Micromega-La Primavera
in edicola da oggi  (riportato da L'Unità <<<)



 


    Caro diario, Moni Ovadia è un uomo che ammiro, anzi lo adoro proprio, perché nei suoi  scritti e nella sua arte splende una grande pulizia intellettuale, quella che mi piace chiamare "innocenza". E poi è un grande artista. Questo "dialogo" è un esempio di pensiero non violento e di consapevolezza del valore dei diritti umani fondamentali.


Ho scoperto che ha un bel sito: Moni Ovadia

mercoledì 22 febbraio 2006

Diritti Umani Negati


Appelli


Il caro amico Tuareg ha pubblicato un post raccapricciante su "tre ragazze iraniane che attendono l'impiccagione per "crimini" commessi quando erano minorenni."


 


L'intera storia è possibile leggerla nel suo blog Istintiva Mente, martedì 21 febbraio 2006. Ma la cosa più importante è aderire all'appello per salvare le tre giovani vite.


L’organizzazione delle donne democratiche iraniane ha lanciato un appello per chiedere alle autorità di Teheran la sospensione delle condanne a morte di tre ragazze, che al tempo del crimine per cui sono state giudicate, erano minorenni. (Fonte: Peacereporter, www.peacereporter.org)



TORINO 2006: sciopero della fame di un gruppo di tibetani



Torino, 11 febbraio 2006.
Nel corso di una conferenza stampa tenutasi questa mattina a Torino, in San Pietro in Vincoli, due tibetani hanno annunciato di voler intraprendere uno sciopero della fame ad oltranza in concomitanza con i Giochi Olimpici di Torino 2006. I due digiunatori sono Sonam Wangdue, esponente del Tibetan Youth Congress di Dharamsala e il settantacinquenne Lama Palden Gyatso, ex prigioniero politico tibetano, detenuto per ben 33 anni nelle carceri cinesi.
Il giorno 15 febbraio si è unito al gruppo dei digiunatori Tamding Choephel, vicepresidente della Comunità tibetana in Italia.


Malgrado le precarie condizioni di salute, Palden Gyatso ha dichiarato di volersi unire ai visitatori in segno di solidarietà con i giovani e coraggiosi compatrioti venuti a Torino. Un quarto tibetano si unirà al gruppo nei prossimi giorni.



  


 

La Comunità tibetana in Italia ha illustrato oggi, in una conferenza stampa tenutasi a Torino, gli obiettivi dello sciopero della fame a tempo indeterminato che un gruppo di esuli del Tibet, laici e religiosi, intraprenderà da domani, in una tenda installata in San Pietro in Vincoli (Torino, via San Pietro in Vincoli n. 28, zona Porta Palazzo).

Ha introdotto la conferenza stampa Rosanna Degiovanni (Associazione Radicale Adelaide Aglietta), che ha sottolineato come l’iniziativa sia stata voluta fortemente da Tamdin Choepel (vice presidente Comunità tibetana in Italia). L’esponente radicale ha lanciato un appello ai cittadini torinesi e degli altri luoghi olimpici affinché facciano sventolare la bandiera tibetana sia alle finestre delle case sia nei luoghi di gara.


Ha poi preso la parola Kalsang Phuntsok Godrukpa (Tibetan Youth Congress): “I Giochi Olimpici sono l’occasione giusta per pretendere l’attuazione di quei diritti umani che ogni nazione partecipante dovrebbe rispettare; nonostante tutte le sue rassicurazioni, la Cina non rispetta i diritti umani; in particolare, in Tibet continua il genocidio. È nostra intenzione digiunare a tempo indeterminato, fino a quando il mondo chiederà conto alla Cina di questo genocidio. La Cina è potente; noi abbiamo soltanto la forza della verità. Vinceremo.”.


Palden Gyatso (monaco tibetano, 75 anni, di cui 33 passati nelle carceri cinesi per reati di opinione, o meglio, per reati di “religione”): “Sono felice di essere qui; chiedo alla comunità internazionale di rivedere la decisione di tenere le prossime Olimpiadi a Pechino. Quando fu presa quella decisione, il 13 luglio 2001, si disse che l’appuntamento olimpico avrebbe contribuito a migliorare il livello dei diritti umani in Cina; non è successo, anzi le cose sono peggiorate. Nonostante le apparenze, la pratica religiosa continua ad essere vietata in Tibet. I cinesi non ci considerano, siamo così pochi! Ma nel nostro cuore abbiamo fiducia nella legge … e recentemente in Spagna la magistratura ha aperto un’inchiesta nei confronti dei dirigenti comunisti di Pechino per crimini contro l’umanità. Parteciperò  al digiuno nella speranza che cambi qualcosa …”.


Pema Yangchen (Tibetan Youth Congress): “Noi non siamo nemici del popolo cinese; la nostra lotta è a favore sia dei tibetani sia dei cinesi. Fino a quando i diritti umani non saranno rispettati, Pechino non ha il diritto di ospitare i Giochi.”.


Claudio Tecchio (Coordinatore Campagna di solidarietà con il popolo tibetano): “48 ore fa, un gruppo di monaci tibetani è stato condannato a pesanti pene detentive per essere stati trovati in possesso di un volantino che invitava al boicottaggio delle Olimpiadi di Pechino. Ieri sera, alla Stadio Olimpico, mancavano tre bandiere, quelle del Tibet, del Turkestan Orientale e della Mongolia. Noi non vogliamo guastare la festa a nessuno; siamo semplicemente consapevoli che non esiste pace senza giustizia.”


Gianni Mello (Associazione Italia-Tibet): “Torino è tappezzata di manifesti con la scritta “Passion lives here”. Ebbene, da domani inizia qui a Torino l’interpretazione tibetana della Passione … Noi siamo al fianco dei tibetani, e appoggeremo le iniziative decise da loro”.


 


A San Pietro in Vincoli, accanto alla tenda dei digiunatori, sarà allestita una mostra fotografica sul Tibet; saranno anche disponibili bandiere del Tibet.


Fonte: Associazione Italia-Tibet

martedì 21 febbraio 2006

Luca Coscioni



Il testamento - Io non sono libero


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Sono affetto da 10 anni e mezzo da sclerosi laterale amiotrofica, malattia che lascia intatte le facoltà dell'intelletto e distrugge tutto il resto. Costringe chi ne è affetto alla progressiva ed inesorabile immobilità, fino a causarne la morte.


Non mi sento libero. Non sono libero.


Perché, ancora nel nostro Paese, le persone disabili non possono con una coscienza di libertà propria, essere soggetti attivi nel processo sia di scelta che di consumo di servizi e strutture libere per tutti gli altri individui?


Parlo intenzionalmente di disabilità e non "di abilità diverse", proprio perché, sebbene la situazione sia migliore che in passato, la cultura socio-politica italiana nei confronti della disabilità, è ancor piena di pregiudizi, dove i rapporti civili e sociali, il rispetto della dignità umana, le libertà individuali non sono affatto garantiti.


«Questa democrazia messa in discussione»


È un problema dunque di libertà degli individui che va di pari passo con la responsabilità , perché in un Paese democratico non può esserci libertà senza responsabilità.


Si perché è proprio la democrazia, nel nostro Paese, ad essere messa in discussione, dove l'acquisizione del sapere, la ricerca, risorsa inesauribile per la sopravvivenza dell'umanità, come luogo di discussione e di libertà su temi che riguardano direttamente la vita, la morte, la salute, la qualità della vita degli individui, è negata ad essa.


Non può esserci dunque il superamento di nessuna barriera, ideologica, geografica, economica, razziale, politica, se non consideriamo le barriere invisibili per chi non le soffre, elementi fondamentali della libertà personale. E quando non si superano, si parla di violenza e di crimine contro l'uomo.


Con l'Associazione che porta il mio nome, per la libertà di ricerca scientifica, alla violenza sui diritti fondamentali dei cittadini, ho risposto con il mio corpo che molti, forse, avrebbero voluto ridurre ad una prigionia senza speranza, e rispondo oggi, con la mia sete d'aria, perché è il respiro a mancarmi, che è la mia sete di verità, la mia sete di libertà.


Mi auguro che i malati come me, possano armarsi di forza, di coraggio e di uscire dall'isolamento delle mura domestiche, per lottare per la propria esistenza, per il riconoscimento della stessa, per la libertà, come solo chi ne è stato privato è capace di farlo, per la libertà di scienza, per la libertà di ricerca, per la libertà di coscienza, per quel valore di libertà che non può essere teorizzato, ma semplicemente e dignitosamente vissuto.


Buon lavoro, ho concluso.


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La battaglia di Luca


Scuse e ringraziamenti

 


 


 


Diciamo grazie alla sua dolcezza, alla sua tenacia, alla sua appassionata perorazione che è stata un inno alla vita, lui sì, presidente dei presidenti del diritto alla vita, lui nato e vivo e morente e abbandonato.


Per merito di Luca Coscioni possiamo sperare di apparire meno incivili agli occhi del mondo industriale e democratico - in gran parte cristiano - che permette la ricerca, la finanzia, la vuole.


Noi dobbiamo un grazie affettuoso e solidale a Maria Antonietta, compagna di Luca, che gli è sempre stata accanto con una incomprensibile serenità, vita di una vita esemplare e ostinata.


Se tutta questa storia, per un miracolo, si fosse svolta in una comunità di credenti, oggi si parlerebbe di «odore di santità». Certo Luca e Maria Antonietta ci dicono che esiste una santità laica. Quando qualcuno usa la parola sprezzante “laicismo” e vi intima di esibirne i valori dite: Luca Coscioni.


E abbiamo il dovere di ricordare chi, in un deserto di distrazione, ha raccolto il grido di Luca Coscioni, lo ha invitato e ospitato in una casa politica e ha fatto sedere l'ospite sofferente a capo tavola.


Ognuno ha diritto a giudizi e pregiudizi sui Radicali. Ma è bene non dimenticare che sono stati i Radicali di Pannella, Bonino, Capezzone e Marco Cappato a prendersi in carico ciò che restava di una voce e di una vita. E a fare in modo che quella voce artificiale e quella vita al limite del sopportabile restassero bene al centro della scena pubblica italiana.


A loro diciamo grazie a nome di coloro che potevano non sapere e hanno saputo, di coloro che potevano non capire e hanno capito, di coloro che potevano lasciar perdere e si sono impegnati in solidarietà, visione e speranza.


Non c'è niente da dimenticare in questa storia. E per fortuna il cammino continua. Furio Colombo

 


 


(Questo l’intervento che Luca Coscioni aveva preparato e che sarebbe stato letto oggi alla Prima Conferenza Organizzativa Regionale sulla SLA organizzata dall’Associazione Viva la Vita in collaborazione con l’Assessorato alla Sanità e quello alle Politiche Sociali della Regione Lazio, il Dipartimento di Neuroscienze dell'Ospedale Gemelli e il Servizio di Telemedicina dell'Ospedale Pertini)   




 


Ti saluto, caro Luca, mi manchi, mi mancherai molto. Ringrazio te e tua moglie per tutto quello che avete fatto dimostrando come sia possibile non  perdersi d'animo e dimostrare, proprio in condizioni estreme, la forza del carattere e del coraggio.


Lascia che ti dedichi l'immagine di Chenresig, il Buddha della Compassione Universale. Tu sapevi che era tardi per te, e hai lottato fino all'ultimo respiro esprimendo il massimo della compassione per tutte/i noi.



Gli articoli da L'Unità, 21 Febbraio 2006 (<<<)



 Verrà un giorno in cui certi vescovi si toglieranno la maschera cattiva di Marcello Pera, torneranno a sentire la religione come legame fraterno, e chiederanno scusa a Luca Coscioni, morto di un dolore atroce del quale mille voci hanno detto «Va bene così, soffra pure, vietato aprire i frigoriferi zeppi di cellule staminali destinate alla distruzione».


Infatti, nel mezzo di una civiltà della ricerca che, certo, - ci avevano detto in passato - è voluta da Dio, è proibito cercare la cura del male. In attesa di quelle scuse, che certo verranno, anche se tristemente sfasate nel tempo, tocca a noi cittadini di una Repubblica fondata sul divieto, chiedere scusa a Luca Coscioni per il modo in cui è stato lasciato senza risposta il suo grido di aiuto, che non era per sé ma per la lotta a malattie finora incurabili, per il modo in cui è stato abbandonato e ignorato, come se Dio non lo avesse messo al mondo con il suo dolore e il suo male, e la sua e la nostra intelligenza capace di lottare contro quel male, se solo fosse permesso.


giovedì 16 febbraio 2006

Caro Andrea Barbato



 

Forse avresti sorriso per questo ricordo dal sapore commemorativo, quasi di maniera, per il fatto che viene fuori in occasione del decennale della tua morte. Potremmo sorridere insieme, sia pure con l'amarezza del presente, dopo dieci anni terribili in cui le tue intuizioni si sono disgraziatamente inverate.

Eppure servono le commemorazioni. Ti confesso una cosa di cui un po' mi vergogno, caro Andrea. Avevo dimenticato che fosti tu ad aprire la lista dei giornalisti epurati dalla RAI, il nostro triste, anzi ormai tristissimo, servizio pubblico, che non ha fatto ammenda nemmeno in questa occasione. Mi sarebbe piaciuto rivederti su ciascuna delle tre reti, in una serie di servizi sul tuo lavoro dalle trame preziose e oneste. Era una meraviglia quella serietà competente e rigorosa mista a quella "leggerezza" decantata da Italo Calvino. E, invece, ho dovuto accontentarmi di 45 brevissimi minuti su RAI 3, risultato del riassunto di una trasmissione andata in onda su un canale a me inaccessibile (satellitare o digitale).

Forse sorrideresti ancora di questa mia ingenuità, e io sorriderei con te, anzi diciamo che sorrido. Non voglio abdicare alla leggerezza della "innocenza".

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Consiglio di lettura: intorno al "crocifisso nelle aule" nel blog laBuba

martedì 14 febbraio 2006

Giornalisti Minacciati


Caro Diario, non è la prima volta che dedico la mia attenzione a giornaliste e giornalisti. Quasi sempre perché sono stati assassinati, qualche volta perché oltraggiati, talvolta anche per dissentire dalle loro informazioni o dalle loro opinioni. Oggi, e mi dispiace molto, tocca a Furio Colombo e a L'Unità, ma non a causa degli attacchi ripetuti da parte del primo ministro ancora in carica. Quegli attacchi mi indignavano (le mie opinioni non collimano con quelle del premier, posso dirlo?), ma non mi facevano paura.


Oggi, caro diario, per prima cosa ho paura e poi mi indigno, mi indigno assai. Perché? Qualcuno l'ha spiegato meglio di come potrei fare io. Ecco:


















 
ANCORA MINACCE A FURIO COLOMBO
Sono fascisti, ma dalla Cdl non si alza una voce
di Articolo 21
Ancora minacce neofasciste nei confronti di Furio COlombo, editorialista de L'Unità. E, come successo nei giorni scorsi, sembra scarsa l'attenzione di media ed autorità nei confronti della vicenda. Raggiunto dalla redazine di articolo 21 il giornalista ci dice. "Continuo ad essere stupito del silenzio nel quale vengono lasciate cadere minacce gravissime di un pubblico gruppo che si definisce erede del fascismo". In difesa di Colombo il deputato Ds Giulietti. ”Ancora una volta Furio Colombo ha ricevuto gravi minacce dallo squallido manipolo di neofascisti che si sta caratterizzando per le sue provocazioni nei confronti di Furio Colombo dell’Unità e di altri esponenti dell’Unione”.


continua qui


 Le minacce e gli improperi non sono anonimi, caro diario, ma regolarmente firmati. Segno di coraggio? Non direi, perché tali imprese penso siano sanzionate dal nostro codice penale. Mi fermo qui.

lunedì 13 febbraio 2006

I volenterosi supini seguaci


del primo ministro che si autodefinisce


"il Gesù Cristo della politica"


Caro diario, c'è un uomo in Italia che parla, ride e scherza in ogni angolo delle nostre televisioni, radio e giornali. Lo fa da anni, affermando le cose più mirabolanti, perfino tutto e il suo contrario contemporaneamente. Poi, spesso, accusa di imbecillità (non capiscono la lingua italiana) o mala fede (sono tutti comunisti) chi gli contesta le sue affermazioni. Ho visto poche reazioni serie. Penso a che cosa potrebbe dirgli una "persona semplice" come me (faccio parte dell'umile "ggente comune"), alla marea di cose che potrebbe rovesciare sulle sue "verità" una "persona normale", nel senso di "normodotata" e variamente informata. Spesso, invece, vedo "persone importanti" (come giornalisti o politici...) che rimangono là, senza parola, come ipnotizzate o rallentate da una strana forma di paralisi mentale e linguistica.


"Su Napoleone ovviamente scherzavo... Io sono il Gesù Cristo della politica. Sono una vittima paziente, sopporto tutto, mi sacrifico per tutti."


Silvio Berlusconi nella notte, al termine di una cena elettorale ad Ancona  (qui)


Dopo l' "unto del Signore", Napoleone, Churchill, ora è la volta di Gesù Cristo (ed è molto più grave, perché l'autocelebrazione si configura come mancanza di rispetto per la religione Cristiana, per la quale Gesù Cristo è Dio). Mi domando se l'uomo che parla, ride e scherza sia consapevole che certi limiti dovrebbero essere invalicabili anche per lui.


Responsabile lui di ciò che dice, (le sue parole sono vere anche quando scherza), ma di gran lunga superiore la responsabilità di chi gli tiene bordone. I volenterosi, supini seguaci, appunto.

sabato 11 febbraio 2006

Sabato 11 Febbraio 2005



Il Presidente della Repubblica Ciampi ha sciolto le Camere


E' finita la XIV legislatura


Caro diario, finalmente! Almeno oggi un respiro di sollievo, prima di affrontare una campagna elettorale lunga e difficile, il cui peso peraltro grava sull'Italia già da molti mesi. La cronaca di questa mattinata la prendo dal Corriere della Sera (<<<):





ROMA - Come da programma, il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, dopo aver sentito i presidenti dei due rami del Parlamento ha firmato il decreto di scioglimento del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati. Il provvedimento è stato controfirmato dal presidente del Consiglio, Silvio Berlsconi.

L'atto compiuto oggi da Ciampi, previsto dalla Costituzione, manda di fatto in vacanza i parlamentari e dà il via alla campagna elettorale e dell'entrata in vigore della par condicio in vista delle elezioni politiche.

Il consiglio dei ministri si è riunito a Palazzo Chigi subito dopo il decreto di scioglimento e ha approvato l'indizione dei comizi elettorali per il 9 e il 10 aprile. E' già stata stabilita anche la data della prima seduta delle nuove assemblee di Camera e Senato: il 28 aprile.

Il nuovo parlamento che uscirà dalle urne avrà tra i suoi primi compiti quello dell'elezione del nuovo presidente della Repubblica: il mandato settennale di Ciampi scade infatti a maggio.







11 febbraio 2006

























Il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi (Ansa)



ROMA -
In un appello televisivo, diffuso subito dopo lo scioglimento delle Camere, il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha invitato ad affrontare la campagna elettorale con un confronto improntato alla reciproca correttezza tra gli schieramenti politici. Inoltre, ha invitato i candidati a discutere sui problemi concreti dei cittadini.

Ecco il testo integrale della dichiarazione del presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, diffuso dall'ufficio stampa del Quirinale: «Ho firmato stamani il decreto di scioglimento delle Camere e, poco dopo, il decreto che, vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, indice le elezioni delle nuove Camere per il 9 e 10 aprile prossimi. Si è così conclusa una legislatura, che è giunta sostanzialmente alla sua scadenza naturale. Si è aperta la campagna elettorale, con le sue precise regole. In questa circostanza sento il dovere di riaffermare due concetti, di esprimere due auspici. Il primo è che il confronto elettorale, pur nella sua vivacità dialettica, si mantenga sempre nei limiti di reciproca correttezza, imposti dal rispetto dovuto alla persona umana, dalla lealtà di tutti verso la Nazione, dal prestigio dell'Italia, dall'amore di Patria. Il secondo auspicio è che il dibattito si sviluppi, anzi si concentri, sui problemi che riguardano da vicino i cittadini, la loro vita, e, quindi, sulle soluzioni proposte dalle diverse forze politiche per lo sviluppo civile, economico e sociale dell'Italia. Sono questi i temi che gli Italiani hanno a cuore, che gli Italiani desiderano approfondire: l'affluenza alle urne sarà più numerosa; il voto di ciascun elettore più consapevole».








11 febbraio 2006 - <<<



Ringrazio il Presidente della Repubblica Ciampi per essere stato l'insostituibile fondamento istituzionale per l'Italia di questi anni e per aver tenuto alto il nostro onore in tutto il mondo.


E, a proposito del referendum sulla "riforma" della Costituzione della Repubblica Italiana, una notizia consolante:


(ASCA) - Roma, 8 feb - Saranno 15 le Regioni che venerdi' 10 febbraio, tramite i loro delegati regionali, presenteranno a Roma, presso la Corte di Cassazione, la richiesta di referendum sulla cosiddetta ''Devolution'' - legge costituzionale pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n . 269 del 18 novembre 2005 recante ''Modifiche alla Parte Seconda della Costituzione'' - ai sensi dell' articolo 138 della Costituzione, che stabilisce che possano far richiesta di referendum almeno 5 Consigli regionali.


Le Regioni sono: Sardegna (capofila), Campania, Lazio, Lombardia, Calabria, Toscana, Valle d'Aosta, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Liguria e Abruzzo. E' convocata, intanto, una conferenza stampa per venerdi' 10 febbraio 2006 alle ore 11 presso la sede della Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali. Alla conferenza stampa sara' presente il Presidente del Consiglio regionale della Sardegna Giacomo Spissu, Regione capofila, e i delegati regionali individuati dai Consigli regionali di competenza. (<<<)


venerdì 10 febbraio 2006

Querele e sentenze


Caso "Satyricon"


Luttazzi e Travaglio assolti "Berlusconi non fu diffamato".



"Era il 14 marzo del 2001, un mercoledì sera. Su Raidue andava in onda Satyricon, direttore di rete Carlo Freccero, produttore Bibi Ballandi (anche loro denunciati in sede civile). Luttazzi chiama Travaglio a parlare del suo libro, "L'odore dei soldi", scritto a quattro mani con Elio Veltri. Storia non autorizzata sulle origini delle fortune economiche di Berlusconi, sui segreti meccanismi finanziari che portarono alla nascita della Fininvest, sullo strano arrivo, ad Arcore, dello stalliere mafioso Vittorio Mangano. Minuti televisivi senza filtro.


Luttazzi chiede, Travaglio risponde, con documenti e atti che ha usato per scrivere. Da dove ha preso Berlusconi i miliardi per cominciare? Perché ha ospitato un boss, poi condannato a due ergastoli, a casa sua? Perché la Rai ha sempre scansato l'ultima intervista di Paolo Borsellino, acquisita da chi indaga sulle stragi di Capaci, via D'Amelio e degli Uffizi? Intervista nella quale, spiega Travaglio, il magistrato parla dell'interesse della procura di Palermo per Berlusconi, Dell'Utri e Mangano?


Ignobile attacco al capo dell'opposizione, libercolo diffamatorio": Berlusconi s'infuria, querela, fa querelare. Partono dieci cause che sarebbero in realtà cinque raddoppiate, una per la trasmissione e una per il libro, moltiplicate appunto per cinque. La Fininvest di Aldo Bonomo chiede cinque miliardi, Mediaset di Confalonieri si aggrega. Querelano anche Giulio Tremonti, citato perché la sua legge avrebbe garantito 243 miliardi di sgravi a Mediaset, e Forza Italia, partito offeso del leader offeso. In tutto le richieste di risarcimento ammontano a 150 miliardi di vecchie lire.


Pochi giorni fa, in sordina, la decisione del giudice, a breve la motivazione della sentenza. Travaglio, che ha appena finito di risarcire Previti per una causa persa ("Un problema di avvocato"), si dice "contento, molto contento": "Nel mio libro non dicevo niente di nuovo, mi sono limitato a riordinare documenti. Non abbiamo danneggiato nessuno perché non abbiamo mentito. Le querele sono partite solo per spaventarci. Io ho scritto acqua fresca rispetto a quel che si legge nella sentenza Dell'Utri dell'anno scorso." (... continua nell'articolo qui)


La sentenza integrale:


 REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
IL TRIBUNALE ORDINARIO DI ROMA
PRIMA SEZIONE CIVILE
in composizione monocratica ha pronunciato la seguente
SENTENZA


nella causa civile di primo grado recante il numero di ruolo 28984 dell'anno 2001, poste in decisione nella camera di consiglio del 14.1.2005 e vertente


tra ...


Il libro era:   


L'ODORE DEI SOLDI - Elio Veltri - Marco Travaglio - EDITORI RIUNITI


Il libro l'ho comprato e letto un paio di anni fa. L'ho trovato incredibile, nonostante l'accurata documentazione. Successivamente ne sono stati scritti molti altri, spesso riportando documenti e sentenze col metodo del copia-incolla. Come è stato possibile? Come è possibile? Quello che è accaduto e accade. Nella politica italiana. Tra un secolo e l'altro.


 Anche Gad Lerner, denunciato dal ministro Landolfi (AN), è stato assolto, dopo sei anni. (letto su La Repubblica di oggi)


giovedì 9 febbraio 2006

Oltraggi al valore e al coraggio


Caro diario, mi meraviglio ogni volta che un limite civile viene oltrepassato con arroganza. E non mi stancherò di indignarmi, offendermi in prima persona, sentirmi totalmente nei panni delle vittime. In questi giorni quel limite è stato superato sprezzantemente in due casi.



Ilaria Alpi e Miran Hrovatin



Morti, assassinati come ben sappiamo, ora offesi dal Presidente della Commissione d'inchiesta sull'omicidio Alpi-Hrovatin, un noto avvocato, nostro rappresentante al Parlamento, cosa che rende ancor più grave il senso di ingiustizia e di mortificazione civile.


Solidarietà e scuse alle famiglie delle vittime, ma anche a tutte e tutti noi cittadini italiani costretti a subire questi comportamenti ad alto livello costituzionale.




Rula Jebreal


Brava e autorevole giornalista dalla schiena dritta. Colpita, anche lei, da un ministro della nostra sventurata repubblica. Si chiama Carleroli l'uomo, è un leghista, è uno dei "saggi" di Lavarone, dove ebbe inizio lo scempio della nostra Costituzione. Lo conosciamo bene. In realtà lui non è in grado di offendere nessuno. E' il suo ruolo istituzionale che dà un peso tremendo alle sue parole. Non è in grado di capire il senso grave di ciò che ha detto, per questo non è nemmeno in grado di chiedere scusa.


«Calderoli è un ministro della Repubblica che io rispetto perché simbolo delle istituzioni - dice Rula -, non ho problemi a parlare con persone lontane da me anni luce. Ma penso che la politica sia una cosa seria, non si colora il dibattito con degli aggettivi francamente razzisti. Questo non va bene, è il fallimento della politica».


Ecco la conclusione di Rula: «La vicenda personale, che considero tremenda, per me è chiusa. Ma ci sono cose ben più serie di cui voglio parlare. L'Italia è il mio Paese ed il Paese dove è nata e dove crescerà mia figlia. Io voglio affrontare le questioni serie che concernono il futuro dei musulmani. Considero un dovere partecipare a questi incontri per spiegare che i musulmani non sono tutti uguali. È inaccettabile la reazione dei fondamentalisti che uccidono e saccheggiano. Ma anche le vignette contengono un messaggio politico, ci dicono che l'islam è equivalente al terrorismo. Ebbene ciò è inaccettabile». Rula ci invita a affrontare le questioni concrete e non si può che essere d'accordo. Questa defatigante e isterica campagna elettorale sembra improntata al negazionismo della realtà. (continua qui)

 

Straordinaria reazione, e forte, cara Rula. Siamo insieme in queste difficoltà politiche. Finirà l'incubo fra due mesi?

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Cooperare con Emergency

Cuore

48587


Un SMS per costruire in Africa


un ospedale cardiochirurgico gratuito


qui


lunedì 6 febbraio 2006

Emergency                        diritto al cuore


Cuore


48587


Un SMS per costruire in Africa


un ospedale cardiochirurgico gratuito



Il Sudan e i nove paesi confinanti: un’area grande tre volte l’Europa, dove i bisogni sanitari sono drammatici e le risposte scarse e inadeguate.


Per gli oltre 300 milioni di abitanti di questa immensa regione dell’Africa non esiste un ospedale cardiochirurgico gratuito e di elevata qualità: Emergency lo sta realizzando.


Il Centro si chiamerà Salam, in arabo “pace”. Un luogo dove sviluppare pratiche di pace attraverso il riconoscimento dell’uguale dignita’ e diritti di ciascun essere umano, la condivisione dei piu’ avanzati risultati della scienza medica e la possibilita’ di incontro e collaborazione tra pazienti e personale di diversi paesi e culture. fonte



Ricordo che ci sono ancora solo pochi giorni per firmare la richiesta del referendum sulla nostra Costituzione. Il sito è:


http://www.salviamolacostituzione.it/


 


venerdì 3 febbraio 2006

Salviamo la Costituzione


Aggiornarla, non demolirla


 

Roma, 31 gennaio 2006





APPELLO DEI COSTITUZIONALISTI ITALIANI



Nell’assordante silenzio dei grandi mezzi di comunicazione sono già trascorsi settanta dei novanta giorni previsti per la richiesta popolare del referendum contro la riforma della Costituzione voluta dal governo Berlusconi e dalla sua maggioranza.


Questo silenzio impedisce ai cittadini di sapere che la raccolta delle firme è in corso e di conoscere dove firmare; impedisce dunque l’esercizio di un diritto costituzionale. E ciò, nonostante che l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e la Commissione parlamentare di indirizzo e vigilanza sulla Rai-TV abbiano già più volte richiamato al rispetto del diritto dei cittadini ad essere informati su un fatto essenziale per la democrazia del Paese e del conseguente obbligo delle radiotelevisioni pubbliche e private di dedicare alla raccolta delle firme adeguati spazi informativi.


Chiediamo ai responsabili dei mezzi di comunicazione e alle Autorità competenti di rimediare, almeno in questi ultimi giorni, a questa inammissibile violazione delle regole che garantiscono l’esercizio della sovranità popolare. [...continua]

www.salviamolacostituzione.it


Nel silenzio liberticida di radio e televisioni, tocca a noi, persona per persona, fare qualcosa. Ricordiamoci e ricordiamo ad amici e amiche di andare a firmare la richiesta del referendum. Mancano pochi giorni al termine ultimo, per questo diamoci da fare. Sono grata al vecchio della montagna che mi ha dato la sveglia.

giovedì 2 febbraio 2006

 Un emblema fotografico


La condizione italiana in una immagine.


Parlano i corpi esposti: ogni particolare anatomico compone interi e incisivi discorsi non verbali.


Facile e quasi unidirezionale lettura per chiunque, a cominciare dai ruoli dei due rappresentati. Il petto gonfio e il mento alzato, l'uno, il capo del governo; il portamento curvo e lo sguardo compreso, l'altro, il grande giornalista.


Chi vince? Chi perde? Politicamente ed elettoralmente non saprei. Personalmente, sento che sto perdendo io, come cittadina e come persona.