martedì 27 settembre 2005

Giorgio Ambrosoli


un "eroe borghese"


Di molti eroi abbiamo avuto bisogno in Italia, purtroppo. Perché ricordare Giorgio Ambrosoli? Perché sono giorni più penosi di altri con tutto quello che sta succedendo ai piani alti della politica e della finanza. La sua scelta etica di dignità e onestà il cittadino Ambrosoli la pagò con la vita e oggi, proprio per l'ambito in cui si trovò a operare, maggiormente risaltano le vicende sinistre a cui stiamo assistendo, senza la possibilità di partecipare a un recupero morale che è possibile, deve essere possibile.


Italian premier Silvio Berlusconi touches his face during a meeting of 'Confcommercio', the Italian Trade Association in Rome, (AP).    «Il fatto non è più previsto dalla legge come reato».


"Silvio Berlusconi viene assolto dall´accusa di falso in bilancio per i fondi dirottati dalle casse della Fininvest verso la società offshore All Iberian, e insieme a lui vengo assolti i suoi manager Giancarlo Foscale, Ubaldo Livolsi e Alfredo Zuccotti. Il Cavaliere viene assolto perché quello che una volta la legge considerava un reato, il falso in bilancio anche in «modica quantità», oggi un reato non è più. Il reato è svanito grazie alla legge approvata con determinazione ferrea dalla maggioranza parlamentare di cui l´imputato è il leader: ma questo è, naturalmente, un dettaglio di cui il tribunale non può e non deve tenere conto. "


dall'articolo di Luca Fazzo, http://www.articolo21.info/rassegna.php?id=2508


Molto documentato a questo proposito l'articolo di Marco Travaglio su L'Unità di oggi:


Ego me absolvo


http://www.articolo21.info/rassegna.php?id=2508 

lunedì 26 settembre 2005

100 euro a testa
per raccattare "fans"
di  F.I.- A.N.- Lega
da portare a REGGIO CALABRIA



Persino la Gazzetta del Sud, giornale notoriamente orientato verso il potere,  conserva l'orgoglio del Sud e dice che nel palazzetto dove si celebrava il Devolution Day, i "fans" erano stati importati con pullmans e voli charter dal Nord  e dal Centro, mentre i veri Reggini erano nell'Aula Calipari  stracolma di gente a contromanifestare:
spontaneamente e gratis...loro!


         Chiedo a tutti di divulgare la cosa:
                                  svergognamoli.



 


 


 


Blog che gia' segnalano questo articolo :


http://www.battelloebbro.splinder.com/


www.versovoltaire.splinder.com


http://lazattera.splinder.com/


http://sefossistato.splinder.com/


grazie anche a tutti quelli che hanno mandato l'articolo via email.



(dalla Gazzetta del Sud di domenica 25 settembre 2005)


dal blog http://curiosidelmare.splinder.com/

mercoledì 21 settembre 2005


Ritorno a casa...da casa


Sono stata a casa della mia mamma che ha ottantacinque anni e da qualche mese ha cominciato il cammino verso la nebbia sempre più fitta della malattia di Alzheimer. Diagnosi quasi sicura, sulla base di taluni sintomi e dell'esclusione di altre possibili malattie. So che il dolore è universale, so anche quanto sia imponderabile l'esperienza del dolore e quanto numerosi i significati, le percezioni, le interpretazioni che ne diamo. Ma non sempre sapere le cose aiuta. In questo momento sento un doloroso vuoto dentro, e tanta nostalgia. Penso che tornerò sull'argomento, non solo per il mio coinvolgimento personale, ma anche e soprattutto perché il problema della sofferenza sul nostro pianeta è uno dei più inspiegabili.


martedì 13 settembre 2005

sine pietate


Speciale Benedetto XVI


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"Alla ricerca di voti lacerando la famiglia".


"Una dichiarazione che chiama direttamente in causa nella competizione politica la famiglia, la realtà naturale alla quale sono naturalmente inclini l'uomo e la donna. Una realtà fondata, come la stessa Costituzione italiana ammonisce, sul matrimonio. Un tentativo, dunque, di relativizzare e ideologizzare la realtà della famiglia. Una lacerazione inaccettabile".


"alcuni di questi pronunciamenti sono, occorre credere, frutto di riflessioni articolate e complesse che hanno costituito la base per preparare quella che si preannuncia come una campagna elettorale orientata al procacciamento di tutti i voti rastrellabili sul territorio".


da L'Osservatore Romano, organo della Città del Vaticano (fonte ANSA)


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Io rispetto chi ha e afferma una fede religiosa, ma quando credenze che riguardano la sfera privata interferiscono con la res publica e pretendono di organizzare il mondo di tutti gli altri, credenti in altro o non credenti, allora non riesco più ad accettarle con antropologica comprensione.


Se l'organo vaticano si rivolgesse ai suoi seguaci cattolici, non avrei nulla da eccepire. Posso anche accettare (con fatica, confesso) che le gerarchie ecclesiastiche diano persino indicazioni ai politici cattolici. Ma andare oltre no: rimangano nel loro territorio, magari riflettendo attentamente e devotamente sulla possibilità che i cosiddetti "laici" abbiano ragione nell'affermare una maggiore uguaglianza di diritti umani e civili per tutte le persone. Loro, i capi cattolici, sanno di latino, quindi non deve sfuggire il significato della PIETAS, che è devozione agli dèi, ma anche affetto, rispetto, dedizione e devozione, clemenza e benevolenza e giustizia verso gli esseri umani. 



"Alla ricerca di voti lacerando la famiglia": questo è un poco nobile e sicuramente ingiusto processo alle intenzioni, basato su una menzogna evidente. Come possono i 'patti di solidarietà' lacerare la famiglia? Chi può dire oggi che la scelta dell' Unione porterà voti o addirittura il contrario? Ma, soprattutto, chi può permettersi di giudicare la coscienza di Prodi e di tutti coloro che vedono una famiglia nei luoghi in cui ci sono persone che si amano e hanno deciso di unire le proprie vite personali?


Poi ci sono i politici alla Mastella o alla Follini. Follini, che ha votato tutte le leggi berlusconiane e ora ha un soprassalto di ... non so di che cosa, certo non di etica politica.


Una domanda: sono sicuri questi cattolici, e sottolineo "questi" (molti cattolici la pensano ben diversamente!), di essere in accordo con la Dottrina Cristiana?


domenica 11 settembre 2005


Dichiarazione di Peaceful Tomorrows 9/11/05


September 11th, 2005


L'associazione September 11th Families Peaceful Tomorrws si è costituita 1l 14 febbraio 2002, con la speranza che tutti i poteri della nostra nazione – il nostro potere politico, il potere legale, il potere economico e il potere spirituale – piuttosto che semplicemente il nostro potere militare, avrebbe portato a porre fine al terrorismo. Nella diffusione del supporto che la nostra nazione ha ricevuto dopo l’uccisione di quasi 3,000 persone, noi abbiamo riconosciuto la causa comune condivisa da quasi tutti sul pianeta: il desiderio di pace, libertà e autodeterminazione per noi stessi e per le generazioni future.


Nel luglio 2005, messi di fronte alla realtà che la superiorità militare americana non ha portato la pace né in Afghanistan, ne in Iraq – una nazione che non ha avuto niente a che fare con l’ 11/9 – i membri dell’amministrazione Bush hanno ammesso che gli sforzi futuri richiedono “tutti gli strumenti del nostro potere nazionale, tutti gli strumenti del potere nazionale delle comunità internazionali”, aggiungendo che la soluzione è “più diplomatica, più economica, più politica che non militare.” La “guerra contro il terrore”, hanno detto, è meglio che sia chiamata “lotta globale contro l’estremismo violento”.


Noi abbiamo applaudito il senso di realtà rappresentato da questo cambiamento nel linguaggio e nella strategia. E anche se il presidente è ritornato prontamente sui suoi passi, crediamo che ciò che  per noi era evidente nel 2002 è perfino più lampante nel 2005. Dare inizio a due guerre non ha nulla a che fare con la fine del terrorismo. E nemmeno ha a che fare con la creazione di migliaia di vittime civili, l’implicazione nella tortura, il disinteresse per i desideri della maggior parte del mondo, la marginalizzazione delle voci della moderazione, l’indebitamento dell’economia US, la continuazione della nostra dipendenza dal petrolio straniero, o l’abbandono dei nostri soldati in condizioni di insicurezza senza una exit strategy.

Come abbiamo detto allora, e continuiamo a dire oggi, è il momento di riconoscere che un problema internazionale richiede una soluzione prodotta da una partecipazione internazionale. E’ tempo di chiedere più voci, più idee, e più partecipazione di ogni persona. E’ tempo di considerare se le scelte che la nostra nazione ha compiuto dall’ 11 settembre 2001 ci abbiano resi più sicuri, più forti, o abbiano alimentato la libertà in patria o nel resto del mondo.

Una maggioranza di americani oggi crede che sia stato sbagiato muovere guerra all’Iraq, e che dovremmo lasciare quel paese. Una maggioranza di americani crede che siamo meno sicuri in conseguenza di quella guerra, e noi accogliamo tutte le nuove voci che si sono levate nella discussione sulla politica della nostra nazione. ‘Active duty’ membri dell’esercito, veterani, e famiglie di ogni backgrounds stanno alzando la voce, e il loro dialogo merita di essere ascoltato.


Ma mentre gli americani continuano la storica tradizione democratica di parlare chiaro al potere, e di chiedere un governo sensibile e rappresentativo, ciò che potrebbe essere una feconda discussione tra tutti gli americani ha provocato alcune risposte decisamente non democratiche. La libertà di parola sta venendo equiparata al tradimento. La critica contro la guerra in Iraq sta venendo equiparata alla resa. Whistleblowers stanno venendo puniti. L’estremismo che giustamente critichiamo in tutto il mondo non può essere tollerato qui.


Per quattro anni dopo l’ 11 settembre, è ancora tempo di continuare il processo di guarigione, e di rendere l’America, e il resto del mondo, un posto più sicuro. Ma la sicurezza non può aversi al prezzo della nostra libertà e del nostro modo democratico di vivere. Come abbiamo sentito quattro anni fa, e continuiamo a sentire oggi, non possiamo diventare il male che deploriamo. Oggi, più americani di prima stanno levando la voce contro la direzione che la nostra nazione ha preso dall’ 11 settembre. Noi invitiamo tutti a unirsi a questa discussione, e chiediamo che che sia condotta con civiltà e rispetto. Onorando le nostre libertà costituzionali, le nostre tradizioni democratiche, e tutto il resto, onoriamo  tutti coloro che sono stati uccisi l’ 11 settembre 2001. Sia il nostro legato per un’America migliore e un mondo più sicuro per tutti.

September 11th Families for Peaceful Tomorrows



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Il documento originale, di cui ho fatto una traduzione bambinesca, si trova qui: http://www.peacefultomorrows.org/article.php?id=580.


L'enfasi bellicistica data a un evento tragico come questo ha fatto un uso strumentale delle vittime, del dolore sacrosanto per la perdita e della naturale paura di fronte a un nemico feroce.


Questo ci ricordano i familiari, chiedendo rispetto per i propri morti e condannando il militarismo cieco inefficiente dell'amministrazione Bush. Non è il momento di fare polemiche, ma da quattro anni a questa parte è sempre il momento di cambiare direzione e di ritornare nell'alveo della nostra tradizione democratica.


Tutte queste cose vorrei ricordarle a voce alta e chiara anche ai politici e ai teocons di casa nostra, ai sedicenti amici dell'America, ai sostenitori della nostra superiorità (a cominciare dall'ineffabile Pera, ancora ieri in pieno delirio conservatorliberista).



 


 


Mi sento amica degli americani e per questo sono preoccupata per loro, oltre che per noi stessi, visto che la conduzione disastrosa di chi ha il potere assoluto in quella che era una grande democrazia è perniciosa pericolosa degradante per tutto il mondo.



 


 


Per questo mi associo senza riserve al pensiero dei familiari delle vittime dell' 11 settembre 2001, e voglio dare voce in questo mio diario alla nobile lungimiranza delle loro posizioni.



Oggi la marcia della pace da Perugia ad Assisi



«La nuova edizione della Marcia della pace Perugia-Assisi in occasione del Vertice Onu di settembre, a cinque anni dalla Dichiarazione del millennio, rappresenta un momento di incontro progettuale per rilanciare l'impegno in favore dei valori di libertà, di giustizia e di solidarietà».


''La pace e' un bene indivisibile: occorre affrontare con decisione i flagelli che tormentano milioni di esseri umani nel mondo''.


''Le societa' piu' avanzate devono utilizzare le grandi risorse di cui dispongono e le nuove tecnologie per promuovere il progresso comune''.


''E' questo l'obiettivo della Dichiarazione del millennio delle Nazioni Unite, che ha definito i termini di un'alleanza solidale tra paesi ricchi e paesi poveri, per lottare insieme contro la poverta', la fame e le malattie''.


Carlo Azeglio Ciampi, Presidente della Repubblica Italiana


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E' pomeriggio. Caro diario, care amiche, cari amici, viandanti del web, ho proprio bisogno di aggiungere i link ad articoli appena letti online.


Nel sito de L' Unità: "Viva l'Italia" di Furio Colombo ( parla di noi italiane e italiani, e anche tanto di Terzani ): http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=EDITO&TOPIC_TIPO=E&TOPIC_ID=44568 e "11 settembre, chi ha pagato?" di Bruno Marolo: http://www.unita.it/index.asp?topic_tipo=&topic_id=44573.


Nel sito de La Stampa: "Le ferite dell'America spaventano L'Europa" di Barbara Spinelli - http://www.lastampa.it/_web/_P_VISTA/spinelli/default.asp


da ALP




alle 23,40 di stasera, lunedi 12 settembre, su Rai3
c'è un film "Bimbi neri, notti bianche" con Giobbe Covatta
sui bambini soldato dell'Uganda, sui bambini vittime,
realizzato grazie all'Amref.

domenica 4 settembre 2005

LA TRAGEDIA DI NEW ORLEANS



tragedia nostra


come ogni tragedia umana



Gli orrori emersi dal Golfo del Messico si mescolano ai tanti altri, troppi, nel mondo. Solidarietà e preoccupazione per gli Stati Uniti d'America. Solidarietà che aiuti ad alleviare le sofferenze, preoccupazione per la condizione di inimmaginabile debolezza rivelata dall'evento naturale.


Dopo l'uragano, la furia della follìa umana continua a imperversare nei luoghi e nei gruppi sociali più disparati. Un altro incendio a Parigi oggi, per parlare solo del  "primo mondo". Il caso decide se una sciagura ci toccherà in prima persona. E' certo, invece, che perdiamo tutti se non riusciamo a recuperare il senso del sacro, dell' intangibilità di conquiste come la solidarietà elevata a norma della convivenza civile.


Sto pensando al superamento della sindrome da "homo homini lupus" e all' equità sociale alla cui realizzazione, per un breve periodo dopo la seconda guerra mondiale in Europa, doveva essere tenuto lo Stato. Quello "stato sociale" abbattuto dal liberismo fondamentalista e bandito anche dal vocabolario dei liberal, intimiditi e conquistati da tutto ciò che è "mercato". Tragico, crudele, criminale mercato, quando ha il sopravvento sul rispetto per la natura e il bene comune degli esseri viventi e no.

venerdì 2 settembre 2005

errata corrige


Per il mio diario oggi un articolo in cui Pietro Citati evidenzia alcuni degli errori madornali della Fallaci, che qualche giorno fa si è fatta ricevere da Benedetto XVI. Citati ha espresso idee e posizioni culturali che voglio conservare sia per la loro lucidità che per una certa connessione con una mia esperienza personale.



Pietro Citati


I troppi errori della nuova Giovanna d´Arco


STAMANI, 31 agosto 2005, ho letto sui giornali che il 27 agosto scorso papa Benedetto XVI ha ricevuto, a Castelgandolfo, Oriana Fallaci. Non mi permetterei mai di commentare o di criticare i colloqui del papa. Il papa può, anzi deve, ricevere tutti gli esseri umani, soprattutto i miserabili, i peccatori, gli empi, i malati di mente. Il papa non è, come noi cerchiamo penosamente di essere, una persona per bene. La Chiesa Cattolica non è un´associazione di virtuosi: né la fede ha molto a che fare con la morale comune e la civiltà politica.
Non provo nessuna indulgenza per i fanatici islamici (e per nessuna specie di fanatici), i quali torturano, strangolano, sgozzano, acciecano, mettono bombe, si fanno esplodere. Il suicidio dei cosiddetti kamikaze è uno degli atti più vergognosi che un uomo possa compiere. Se posso parlare di cose fantastiche, credo che nessun paradiso musulmano li accolga. Le huri, di cui parla il Corano – le «huri eternamente vergini e dai grandi occhi, somiglianti a perle nascoste nel guscio» – non sono fatte per loro. E il compito della polizia e della magistratura d´Europa è quello di inseguire, scoprire, giudicare, imprigionare questi fanatici. La guerra che conduciamo (o dovremmo condurre) contro i terroristi ci riguarda tutti: giorno per giorno, pensiero per pensiero; come dicevano i latini, è una guerra pro aris et focis. Non è possibile tolleranza.

Ma provo una profonda avversione per Oriana Fallaci: questa donna esibizionista, che pretende di essere la nuova Giovanna d´Arco dell´Occidente. Qualsiasi cosa scriva, parla soltanto del suo grandioso ego. È una giornalista ignorantissima e bugiardissima. In un articolo del 16 luglio scorso, riprodotto in parte sul Corriere della Sera di oggi, scrive: «Lei è un uomo tanto erudito, Santità. E li conosce bene [i musulmani]... Mi spieghi dunque: quando mai nel corso della loro storia, una storia che dura da millequattrocento anni, sono cambiati o si sono ravveduti?».
Confutare Oriana Fallaci è una cosa puerile: può farla qualsiasi studente di liceo. Tra le sue menzogne, vorrei ricordarne alcune. Oriana Fallaci ha scritto che i musulmani hanno offeso il Cristianesimo, cancellando la morte di Cristo. Ciò è vero. Nel Corano e nella tradizione islamica, Cristo non muore sulla croce. Ma questa è un´idea cristiana. In un periodo attorno o poco dopo l´ottanta dopo Cristo, lo stesso in cui presumibilmente venne scritto il Vangelo di Matteo, una parte dei cristiani (non certo gli eredi di Paolo) credeva che Gesù Cristo fosse un grande angelo, disceso in terra attraverso i cieli. Sulla terra aveva rivestito l´apparenza di un uomo; e in croce era morto il suo doppio, mentre Cristo «stava lì vicino camuffato e irrideva i suoi persecutori». Lo scandalo della Croce, il cuore stesso del Cristianesimo, era stato soltanto un gioco teatrale. Tutto ciò divenne più tardi dottrina della Gnosi cristiana: molto nei paesi cristiani. Ignora che ebrei e cristiani hanno ereditato la cultura greca non da Agostino (come lei scrive), ma dalle traduzioni arabe dei testi antichi. Ignora che il califfato di Cordoba era, nel periodo del suo fulgore, il luogo più civile della terra: decine di migliaia di libri, strade illuminate, piscine, primo ministro ebreo, ambasciatore cristiano, mentre nello stesso periodo i monasteri possedevano poche centinaia di codici. Ignora che la mistica islamica ha avuto un´influenza profonda su quella ebraica, e anche su quella cristiana. Ignora che Abd el-Kader, il quale dopo il 1830 difese la libertà algerina contro l´invasione francese, salvò i cristiani da chi voleva massacrarli. Mi scuso di ricordare cose così banali.
So benissimo che tutto questo è scomparso.
La tragedia del 2005 non è che non esista un Islam moderato: ma che non esista più l´Islam del Corano e dei mistici. Ma anche il Cristianesimo è quasi esausto.


Per nostra fortuna, alcune decine (o centinaia) di migliaia di persone leggono (e cercano di capire) i Vangeli, san Paolo, sant´Agostino, santa Teresa, Gregorio Palamas, la Bhagavadgita, i testi buddhisti o taoisti, Filone d´Alessandria, lo Zohar, Simone Weil - e vorrebbero ignorare Oriana Fallaci.



Non avrei potuto confutare le cose della Fallaci perché non ho letto i suoi libri fondamentalisti, anche se ho tentato di compulsare il primo della serie e ho seguito con attenzione i suoi fluviali articoli. Mi ritrovo, però, in tutte le affermazioni di Citati, dalla prima all'ultima. La connessione con la mia esperienza personale è nella rievocazione di un Islam che ho avuto la fortuna di conoscere al tempo del mio lungo soggiorno in Iran, prima dello sconvolgimento fondamentalista. I musulmani sciiti che incontrai mi mostrarono un volto amico, tanto da invitarmi alle loro cerimonie religiose. Furono loro a farmi conoscere i mistici e i poti sufi, tra i quali l'eccelso Rumi.


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Ero una straniera, "un'infedele", ma loro mi offrirono il loro sapere e il loro sentire. Ho avuto anche molti amici sunniti. Tutti mi hanno sempre parlato con grande venerazione di Gesù e della Madonna e degli Angeli.


Per mia fortuna condivido con Pietro Citati anche le letture alte della religiosità espressa in tutto il mondo in tempi diversi. Per mia fortuna, appunto.


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Fonte: http://www.dsmilano.it/html/Pressroom/2005/09/rep5_0902_citati-su-fallaci.htm


Immagini:Pietro Citati - http://www.javiermarias.es/REDONDIANA/DuquesdeRedonda.html;       il poeta mistico Rumi e la stella - http://www.sufistudies.net/;                                           miniatura - http://www.tribalbellydance.net/dancepaper.htm