sabato 31 luglio 2004














Notte della Luna Blu



La Luna, Saturno e i suoi quattro Satelliti Galileiani


Luna Blu è il nome della seconda Luna Piena in un singolo mese.


Un evento non frequente.


La Luna Blu di stanotte sarà la prima dal Novembre 2001.


Non sarà una Luna concretamente colorata di Blu. Ma che importa? Una doppia Luna Piena e l'incanto del Blu fanno sognare qualcosa di raro.








Foto NASA

venerdì 30 luglio 2004



Leggere Tiziano Terzani con Tiziano Terzani



“Immagino che sia così anche col morire: il corpo si indebolisce, la mente comincia a pensare diversamente e quando è l’ora tutto appare più accettabile e meno drammatico di come era apparso prima.



Come un uomo butta via un vecchio abito


Per indossarne uno tutto nuovo,


Così colui che sta in un corpo consumato


Lo lascia per uno che non è mai stato usato.



Dice Krishna, il dio, al giovane Arjuna nella Gita per spiegargli la morte. E a proposito di quel ‘colui’, il jiva, che abita nel corpo, ma non è da confondere col corpo, aggiunge:



E quello non c’è arma che lo tagli,


Non c’è fuoco che lo bruci,


Non acqua che lo bagni,


Non vento che lo asciughi.



…Impensabile, immutabile, non manifesto


E’ il Sé, e Tu, sapendoti tale, non hai


Ragione di soffrire.



… E tutto questo non perché gli uomini sono marcati da un peccato, non perché un dio che sta altrove li condanna, ma perché:



Di tutto ciò che nasce, certa è la morte,


Di tutto ciò che muore, certa è la nascita.


Questo è inevitabile, e tu non hai ragione di soffrire.





"Certo anch'io non sono indifferente a quel che mi succede. Cerco solo di non esserne schiavo e vorrei tanto arrivare a quel distacco che un grande poeta ha descritto con questo famoso haiku:



L'ombra del del bambù spazza gli scalini di pietra


Ma la polvere resta.


La luna si riflette sul fondo dello stagno


Ma non tocca l'acqua.



La storia di questo viaggio non è la riprova che non c'è medicina contro certi malanni e che tutto quello che ho fatto a cercarla non è servito a nulla. Al contrario: tutto, compreso il malanno stesso, è servito a tantissimo. E' così che sono stato spinto a rivedere le mie priorità, a riflettere, e soprattutto a cambiare vita.


 


Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra, pagg. 407-408; pagg. 575-576

giovedì 29 luglio 2004

Tiziano Terzani


 "Angela, venuta a trovarmi nel mio eremo, si divertiva a vedere come acchiappavo con un fazzoletto le mosche entrate nella mia stanza per poi liberarle dalla finestra. Divertiva anche me, non perché pensassi che fossero la reincarnazione di qualcuno, ma perché mi pareva un modo per essere in armonia con gli altri esseri viventi, un'occasione per non togliere vita alla vita. Solo un'intuizione, visto che non ho bisogno di credere, di avere fede, di essere sicuro di nulla. Vivo ora, qui, con la sensazione che l'universo è straordinario, che niente, mai ci succede per caso e che la vita è una continua scoperta.

E io sono particolarmente fortunato perché, ora più che mai, ogni giorno è davvero un altro giro di giostra."








Così si chiude "Un altro giro di giostra" di Tiziano Terzani. Un viaggio nel male e nel bene del nostro tempo. Ieri Tiziano è morto.

 











 


“… una delle più belle letture che avevo fatto recentemente era stata la Katha Upanishad, quella in cui il giovane Naciketas va da Yama, la Morte, si siede davanti alla sua casa e per tre giorni la implora di insegnargli cos’è la Verità. La Morte non vuole saperne, si nasconde. Poi, cercando di togliersi dai piedi quel ragazzo, gli offre oro e ricchezze. Gli offre persino un regno e una vita lunghissima, ma Naciketas rifiuta tutto. Lui vuole solo ciò che è fuori dalla portata della Morte stessa. La Morte allora si commuove. Accetta di prendere Naciketas come suo discepolo e, diventata il suo guru, gli insegna ciò che, una volta conosciuto, ‘scioglie tutti i nodi del cuore e rende inutile qualsiasi altra conoscenza’. La lezione è la stessa di tutte le Upanishad e della Gita. E’ la lezione del Vedanta: tutto ciò che nasce muore, tutto ciò che muore rinasce. Solo il Sé, la coscienza pura che non è mai nata, che è fuori dal tempo, resta. Mi ricordavo dei versi di quell’Upanishad e li declamai:


Come il grano
L’uomo matura,
Come il grano
Egli di nuovo rinasce.






"Da quel baratro, un pomeriggio che la nebbia della valle si era alzata fitta fitta e io camminavo lungo il crinale come su una passerella sospesa nel vuoto, sentii venire, finissimo, il suono di un flauto. Mi fermai. Quel suono mi parlava. E io che non sono mai stato particolarmente commosso dalla musica mi sentii sul punto di piangere. Quel flauto, forse di un pastore lontano, faceva vibrare una mia corda. Rimasi in ascolto. Poi, come tutto, forse solo perché il vento aveva cambiato direzione, anche quel suono cessò. Mi mancò moltissimo.


Allora usai la mente per risentirlo. A volte quel flauto suona ancora dentro di me. Lo sapeva Basho, il samurai diventato eremita e poeta di haiku, che scrisse:



 Il gong del tempio
S'è taciuto
Ma il suono continua
A venire fuori dai fiori.



Tiziano ha "lasciato il suo corpo" ma la musica del suo spirito "continua a venire dai fiori".


Brani da: Un altro giro di giostra, pagg. 554-555; 532-533

FISCO ANTIQUARIO e ANTICHI CREATIVI


Tale Lunardi, ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, propone il pedaggio sulle strade statali. Roba da medioevo. Ricordate il "polveratico", la tassa sul fastidio che la polvere sollevata dai carri arrecato ai "poveri signori"?


A quando il "pontatico", il giusto pedaggio sull'attraversamento dei ponti? Ah, no, l'ANAS ci ha già pensato!


Il tal Lunardi non dimenticherà la "ripatica", la tassa sul dirittto di approdo ... ma forse questa esiste già.


E il rotatico?


L'ADUSBEF ci fa un bel riassunto.


DAZI E NON SOLO: LA CREATIVITA? DEI POSTLIBERISTI

Di Mauro Novelli - 22.08.2003



I creativi hanno ragione: innovare non vuol solo dire creare cose nuove; vuole anche dire riattare vecchi strumenti ed utilizzarli per governare la realtà attuale.


Riteniamo far cosa utile elencando una serie di strumenti fiscali, alcuni vecchi di mille anni e più, in parte già abbandonati da secoli o da pochi decenni, molti ancora in essere. Potrebbero essere fertile materia di studio per i creativi. Tutti, infatti, furono il prodotto della umana - ed interessata - fantasia.


Quali strumenti per fare cassa, oltre al "DAZIO" (abolito in Italia nel 1930 e sostituito dalle Imposte comunali di consumo, abolite definitivamente nel 1973) ricordiamo:


- il PEDAGGIO: tassa per aver diritto di transito su terreni di proprietà altrui.


- il PONTATICO: tassa per ottenere il diritto ad attraver5sare un ponte.


- il PORTATICO: tassa per ottenere il diritto ad attraversare una porta di cinta, o per entrare in porto.


- il CAMPATICO: tassa sulla produzione agraria di un podere.


- l' IMBOTTATO: tassa sulla produzione di vino.


- il FODRO: contribuzione obbligatoria in foraggio per gli animali al seguito di un esercito di passaggio.


- il RIPATICO: tassa per transitare sulla riva del fiume.


- il FIENATICO: tassa per ottenere il diritto di far fieno in campi del feudatario.


- l' ERBATICO: tassa per l'erba mangiata ai bordi della strada o in poderi da buoi trainanti carri


- il MOLINATICO: tassa per l'uso del molino.


- il FORNATICO: tassa per l'uso del forno.


- il ROTATICO: tassa per il danno arrecato al fondo stradale dal passaggio dei carri.


- il POLVERATICO: tassa per il danno arrecato dalla polvere sollevata dal passaggio di carri e carrozze.


- IUS PRIMÆ NOCTIS: tassa per ottenere il diritto di prender moglie, imposta al colono intenzionato a sposarsi


C'era, inoltre, una multa a carico del colono il cui figlio avesse deciso di andare in seminario togliendo braccia alla terra ed al feudatario (non ne ricordo il nome).


Il signore aveva, infine, la possibilità di scegliere il criterio di imposizione. Era definita "focatico" l'imposizione per nucleo familiare, per focolare; "testatico" se gravava sulla testa dei singoli.


Il "banno", cioè il diritto del feudatario ad imporre "corvè" (lavoro agricolo obbligatorio), "collette" (tasse straordinarie "una tantum") oltre ai balzelli ricordati, aveva una contropartita: in caso di pericolo, gli era fatto obbligo di difendere e accogliere all?interno del castello i coloni di sua "proprietà". Insomma, doveva mantenere in buono stato le sue "cose".
Una semplice questione di manutenzione, oggi superata.


fonte: http://www.adusbef.it/






mercoledì 28 luglio 2004


Diario 27/07/04


Nelle mani dell'Onnipotente


di Mario Portanova



Ecco l’inchiesta che il settimanale di Enrico Deaglio ha dedicato alla riforma della Costituzione.


Il titolo di copertina è Carta straccia. ...


Nelle mani dell’Onnipotente


Il primo ministro presenterà giovedì prossimo alla Camera la proposta di legge che sottomette la magistratura al governo. Il testo sarà probabilmente approvato in tempi rapidi, nonostante la netta contrarietà dell’opposizione e i malumori diffusi nella stessa maggioranza. Il capo del governo, infatti, ha minacciato di sciogliere la Camera in caso di voto contrario.


Fantascienza costituzionale. Che può diventare realtà se verrà approvata la famosa “devolution” che la Lega pretende, pena l’uscita dal governo, e che Berlusconi ha giurato di darle in fretta. Sotto l’etichetta mediatica della “devolution”, infatti, si nasconde ben altro. Il federalismo, infatti, è bilanciato da un primo ministro (e non più “presidente del Consiglio”) in pratica onnipotente.


La riforma della seconda parte della Costituzione, partorita dai “quattro saggi” del centrodestra a Lorenzago di Cadore e approvata dal Senato lo scorso 25 marzo, è arrivata alla Camera. È il nuovo, grande scoglio, che la Casa delle libertà sta affrontando, dopo aver rattoppato le dimissioni di Giulio Tremonti e incassato (in senso pugilistico) quelle di Umberto Bossi, che di questa riforma era il ministro. Per la Lega resta una questione di vita o di morte, ma guastatori dell’Udc hanno già presentato in Commissione una cinquantina di emendamenti (poi ne hanno ritirati 14) indigesti per i nordisti. L’ennesimo salvataggio di questa maggioranza esangue dovrebbe passare per l’approvazione della riforma. Solo che questa volta il prezzo è molto alto: per tenersi buona la Lega, Berlusconi e soci rischiano di varare in tutta fretta un testo che devasta la nostra Costituzione. E disegna un sistema politico che non esiste in nessun altro Paese del mondo.


È il “premierato assoluto” in una “Costituzione incostituzionale”, per dirla con Giovanni Sartori. Un sistema in cui “il popolo è libero solo nel giorno in cui vota mentre è schiavo tutti gli altri giorni”, secondo Leopoldo Elia.


Una “delega totalitaria al primo ministro” per Giuliano Amato. “Un allontanamento tout court dalla forma democratica”, sintetizza Umberto Allegretti.


“Il sogno autoritario di avere un’Assemblea legislativa solo “per approvare”, asservita e ridotta all’obbediente esecuzione della volontà del premier”, nell’analisi di Lorenza Carlassare.


Sono soltanto alcuni dei 63 eminenti costituzionalisti e studiosi della politica che hanno raccolto i propri giudizi sul testo approvato dal Senato nel volume Costituzione. Una riforma sbagliata (Passigli editori), curato dall’ex ministro Franco Bassanini, senatore dei Ds, per Astrid (Associazione per gli studi e le ricerche sulla riforma delle istituzioni democratiche e sull’innovazione nelle amministrazioni pubbliche). “La maggior parte dei testi che abbiamo raccolto è fortemente critica, indipendentemente dalla collocazione politica degli autori”, commenta Bassanini. “Compreso quello di Antonio Baldassarre, che è stato presidente della Rai per il centrodestra”.


Naturalmente il giudizio dei costituzionalisti non dipende dal fatto che, nella prossima legislatura, l’Onnipotente primo ministro possa chiamarsi Silvio Berlusconi o Romano Prodi o in qualsiasi altro modo. La macchina, secondo le loro analisi, è pericolosa (e difettosa) indipendentemente dal pilota. Poi certo che se l’Onnipotente è uno che vuole risolvere con la politica i propri guai giudiziari, che ha un sacco di interessi economici, che possiede giornali e tv, che tende alla megalomania e all’autoesaltazione.. be’, peggio ancora.


Chiameremo questo ipotetico, pessimo primo ministro con una lettera convenzionale scelta del tutto a caso: B.
Vi proponiamo alcuni scenari della politica italiana del 2006, così come sarebbe se la riforma approvata al Senato diventasse legge. Sono basati sulle considerazioni raccolte nel volume di Astrid, che Franco Bassanini ha sintetizzato in un colloquio con Diario.


B. È PIÙ FORTE DI BUSH.


Il presidente degli Stati Uniti è inamovibile per quattro anni, a meno che non cada nell’impeachment per comportamenti particolarmente gravi. Ha molti poteri di governo, visto che è stato eletto direttamente dal popolo. Ma non può mettere la fiducia sulle leggi, farsi dare deleghe legislative, nominare ministri o ambasciatori senza il consenso del Senato.


Il primo ministro italiano B. è più potente di lui: ha il potere di sciogliere la Camera se i deputati della sua maggioranza non votano un provvedimento che gli sta particolarmente a cuore. Per esempio sulla giustizia, sull’informazione, sulla legge elettorale... E si sa che in genere i parlamentari sono pronti a votare quasi tutto pur di non “sciogliersi”, soprattutto in vista di un Parlamento che nel 2011 subirà una drastica cura dimagrante: i deputati passeranno da 630 a 400 (più gli eletti all’estero), i membri del Senato federale da 315 a 200 più i senatori a vita (ridotti pure loro a non più di cinque). Una specie di lotteria, per i cosiddetti “peones”. (Tant’è che la Commissione affari costituzionali della Camera ha già ridotto la riduzione: i senatori saranno 258, i deputati 516).


Il presidente degli Stati Uniti se lo sogna di sciogliere le Camere: se le sue proposte vengono bocciate da Congresso e Senato può solo rassegnarsi. Come è successo anche a George W. Bush in diverse occasioni, quando la maggioranza repubblicana gli ha bocciato provvedimenti che concedevano ai privati la detenzione di armi da guerra o sgravi un po’ troppo munifici ai suoi colleghi petrolieri. Tanto i congressmen mica rischiavano il posto.


B. È PIÙ FORTE ANCHE DI BLAIR.


Anche il primo ministro britannico è potente, ma non inamovibile. Se perdesse la fiducia della maggioranza dei laburisti, Tony Blair dovrebbe dimettersi, cosa di cui si parla spesso negli ultimi tempi. E al suo posto salirebbe il sostituto scelto dal partito, cioè l’attuale ministro del Tesoro Gordon Brown.


Il primo ministro B. non ha di queste preoccupazioni. Se la sua maggioranza lo rinnegasse, con una mozione di sfiducia, la Camera si scioglierebbe automaticamente. E qui si torna nelle delicate controindicazioni del “tutti a casa”.


Il primo ministro B., insomma, assomma i poteri di Bush e quelli di Blair, ma non deve vedersela con il sistema di “controlli e contrappesi” tipici delle democrazie dotate di un capo del governo forte. E dire che B. non è stato neanche eletto direttamente dal popolo, almeno formalmente. Si è presentato agli elettori come candidato premier della sua coalizione, che ha vinto le elezioni. Grazie alla riforma, il presidente della Repubblica lo ha dovuto nominare automaticamente e non ha potuto dire mezza parola sulla lista dei nuovi ministri. Nemmeno su nomi controversi come C.P. alla Giustizia e M.D’U. all’Interno (anche queste sono sigle di pura fantasia, naturalmente).


B. SOTTOMETTE I GIUDICI.


La riforma non tocca la prima parte della Costituzione, dove sono scolpiti i diritti fondamentali dei citadini, né il Titolo IV che custodisce l’indipendenza della magistratura da ogni altro potere. La porta è chiusa, ma davanti al primo ministro B. si spalanca una finestra. Per esempio l’articolo 13 della Costituzione dice che la libertà personale è inviolabile: i cittadini non possono essere imprigionati se non nei casi e con le procedure stabiliti dalle legge. Che è una legge ordinaria, non costituzionale. Grazie a un emendamento del centrosinistra proposto da Franco Bassanini, con la riforma restano “bicamerali” (cioè devono essere approvate da Camera e Senato) le leggi di attuazione degli articoli della Costituzione dal 3 al 21 (cioè, diciamo così, dalla libertà personale alla libertà di stampa).


Solo che l’indipendenza della magistratura è collocata ben lontana da quest’oasi protetta, negli articoli 101 e 104. E altrettanto può dirsi dei diritti civili e sociali (famiglia, scuola, lavoro).


Di più: la maggioranza parlamentare, alla Camera, ha già proposto di rendere monocamerali anche le leggi in materia di libertà personale, di libertà di riunione e di associazione, di libertà di stampa (e il centrosinistra non si oppone). Così queste leggi saranno decise dalla sola Camera, sotto la minaccia di scioglimento agitata dal capo del governo.
(……)


Il resto lo si può leggere sul numero 29, anno IX, in edicola dal 23 luglio.


Libertà e Giustizia e Astrid hanno promosso per il 2 ottobre, a Roma, una giornata di mobilitazione per dire ''no'' al testo sulla devolution già approvato al Senato e ora all'esame della Camera. E’ il secondo appuntamento dopo quello del 19 giugno allo Smeraldo di Milano. "Abbiamo deciso di preparare questa mobilitazione per tempo - dichiara Sandra Bonsanti di Libertà e Giustizia - perché intendiamo aprire nel Paese una battaglia a tutto campo. Questo testo è pericoloso e fa carta straccia della Costituzione e, in vista del referendum confermativo che ci dovrà essere, dobbiamo informare l'opinione pubblica".


Alla mobilitazione del 2 ottobre, rende noto Bassanini di Astrid, aderiranno anche "le tre organizzazioni sindacali, i rappresentanti dei vertici delle categorie imprenditoriali, i Girotondi, i movimenti, molte forze politiche dell'opposizione e molti amministratori locali, da presidenti di Regione come Errani e Bassolino, a sindaci come Veltroni e Domenici".


fonte: http://www.libertaegiustizia.it/


E' estate, abbiamo bisogno di andare in vacanza, anche solo metaforicamente. Abbiamo bisogno di staccare da questi incubi. Ma è un lusso che non possiamo permetterci. La lettera B., dopo oltre tre anni di impegno nei suoi personalissimi affari, ora va avanti velocissimo. Non ha bisogno del 51% per fare tutto quello che vuole, perché il ricorso ormai continuo al voto di fiducia è un buon surrogato di quel 51%.


Berlusconi è "un uomo d'onore". Fa quello che si è ripromesso di fare. Sapevamo tutte e tutti che cosa voleva fare. Sapevamo che l'avrebbe fatto, perché lui è "un uomo d'onore". Certo ha bisogno della collaborazione volenterosa di un certo numero di deputati e senatori che giurarono fedeltà alla Costituzione della Repubblica Italiana. Sono loro i maggiori responsabili in definitiva. I Pera, i Casini, i Buttiglione, i Fini, ... e i Follini, sì, anche i Follini in cui avevamo riposto qualche speranza.





Si falsifica addirittura un dizionario prestigioso


per chiudere la bocca a chi critica la politica del


governo Israeliano con l'accusa FALSA di


antisemitismo.


Robert Fisk, il valoroso reporter di guerra di


The Independent, ha scritto un articolo su un


argomento che ha del surreale o irreale o


iperreale, scegliete voi.


Criticare Israele?




Guardate Mary Robinson, già presidente dell'Irlanda, già alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, l'oratrice che doveva parlare alla cerimonia di consegna dei diplomi alla Emory University negli Stati Uniti.


Ha commesso un grave errore. Ha osato criticare Israele. Ha suggerito - supremo degli orrori - che "la causa alla radice del conflitto arabo-israeliano è l'occupazione". Oh un momento, Mary! "Occupazione"? Non è un po' anti-israeliano?


Stai davvero suggerendo che


- l'occupazione militare della West Bank e della Striscia di Gaza da parte di Israele,


- il suo uso delle esecuzioni extragiudiziali contro i terroristi palestinesi,


- il fatto che gli israeliani uccidano scolari che lanciano pietre,


- il furto su larga scala di terra araba per la costruzione di case per gli ebrei,


sia in qualche modo sbagliato?


Forse ti ho capito male. Sicuramente. Perché la tua risposta a queste volgari offese, a questi insulti al tuo diritto alla libertà di parola, a questi attacchi diffamatori sulla tua integrità, è stata simile al lamento di un gattino. Ti sei sentita "davvero ferita e costernata". Cioè, hai detto all'Irish Times "addolorata che le dichiarazioni fatte siano completamente infondate".


Avresti dovuto minacciare i tuoi accusatori di perseguirli legalmente. Quando ho minacciato coloro che sostenevano con le loro velenose cartoline che mia madre fosse figlia di Eichmann, di far inviare una lettera da un legale - Peggy Fisk era nella RAF durante la Seconda Guerra Mondiale, ma non importa - si sono subito azzittiti.


Ma no, tu sei " ferita ". Sei "costernata". E permetti al professor Kenneth Stein dell'Emory University di annunciare di essere "turbato dall'apparente mancanza di debita cura da parte di coloro che hanno preso la decisione di invitarla (Mary Robinson) a parlare". Mi piace molto questa "debita cura". Ma seriamente, come puoi permettere che questa versione distorta della tua integrità resti impunita? Costernata.


Ah, Mary, poor diddums (povera piccola).


Ho provato a controllare l'ortografia di "diddums" nel Webster's, il dizionario americano più ispirato ed il più importante. Senza fortuna. Ma poi a che scopo se la terza edizione internazionale del Webster's definisce "antisemitismo" come "l'opposizione allo sionismo: simpatia verso coloro che si oppongono allo stato di Israele". Prego ? Se voi o io suggeriamo - o in effetti la povera piccola Mary suggerisce - che i palestinesi ricevono un trattamento ingiusto sotto l'occupazione israeliana, noi allora siamo "antisemiti".



INTERRUZIONE TECNICA


Non mi sono fidata di Robert Fisk che pure stimo molto e sono andata a controllare. Risultati:


1. Il mio Webster's cartaceo è del 1977 e definisce "anti-Semitism" come "hostility toward or discrimination against Jews as a religious or racial group" (fine).


Che cavolo stai dicendo, Robert?


Il mio Oxford cartaceo, 1998, definisce "anti-Semitism" come "hostility to or prejudice against Jews" (fine).


Che fai, Robert, ti inventi le cose? o sei un bugiardo? o ... non sarai mica anti-Semita, Robert? Che delusione!


No, calma, Robert ha consultato la terza edizione del dizionario Webster's. Allora la cerco in rete e trovo quanto segue:


Three senses

Webster's Third New International Dictionary, Unabridged w/CD-ROM (3.0 version)Webster's Third New International Dictionary (Unabridged, credo che significhi editio maior), re-printed in 2002, provides this unbelievable definition with three senses and which has not been updated since 1956: It reads: "Anti-Semitism:


(1) hostility toward Jews as a religious or racial minority group, often accompanied by social, political or economic discrimination (in accordo con i miei cartacei)


(2) opposition to Zionism (nuovo significato)


(3) sympathy for the opponents of Israel." (nuovo significato)


fonte: George S. Hishmeh: Confondere anti-Semitismo con anti-Sionismo - 4 Marzo 2004 - http://www.gulfnews.com/


Sono esterrefatta. Scusami, Robert, come ho


potuto dubitare di te? Ma come si fa a credere a


una propaganda fatta anche con i dizionari,


nel 2002? Può sembrare un dettaglio, una piccola


cosa, e invece è grave. Credo che neanche Orwell


ci avesse pensato nel suo "1984".



CONTINUA L'ARTICOLO DI ROBERT FISK.



Solo per obiettività citiamo la meschina risposta dell'agente per le pubbliche relazioni del Webster's, Arthur Bicknell, cui è stata chiesta una spiegazione di questa definizione grottesca. " Il nostro lavoro " ha risposto "è riflettere con esattezza l'inglese come è realmente usato. Non diamo alcun giudizio personale; non siamo politici." Cosa ancora più istericamente sciocca e rivoltante, dice anche che gli editori del dizionario fanno un catalogo delle "citazioni manifeste" di antisemitismo pubblicate nelle " riviste e nei libri di prosa scritti accuratamente". Assurda come è questa osservazione da Giano bifronte merita gran risate.


Persino le improprietà dell'inglese americano sono al servizio di coloro che faranno da censori ai critici della politica israeliana in medio oriente, anche non in diretta. Intendo dire proprio " non in diretta ". Ho appena ricevuto una nota legittimamente scandalizzata da parte di Bathsheba Ratskoff, un produttore ed editore dell'American Media Education Foundation (MEF) che dichiara che il loro nuovo documentario sulla "chiusura del dibattito sul conflitto israelo-palestinese" - in realtà un film sulle compagnie di pubbliche relazioni israeliane in America - è stato segnalato come bersaglio dalla "Jewish Action (sic) Task Force". Il film Pace Propaganda e Terra Promessa doveva essere presentato al Museum of Fine Arts di Boston. ...


Allora lasciatemi concludere con una nota positiva. Proprio come Bathsheba che è un ebreo americano, ci sono ebrei britannici ugualmente illustri in un'organizzazione chiamata Deir Yassin Remembered, che commemora il massacro di arabi palestinesi da parte di milizie ebraiche nei pressi di Gerusalemme nel 1948. Quest'anno hanno ricordato le vittime arabe di quel massacro - il 9 aprile - lo stesso giorno in cui i cristiani commemoravano il venerdì santo.


Lo stesso giorno costituiva anche il quarto giorno della pasqua ebraica.


- Cadeva anche nell'anniversario dell'esecuzione da parte dei nazisti del pastore Dietrich Bonhoeffer nel 1945, nel campo di concentramento di Flossenburg.


- Nello stesso giorno:


. la liberazione degli ebrei 3000 anni fa,


. la morte di un ebreo palestinese 2000 anni fa,


. la morte di un cristiano tedesco 59 anni fa


. e il massacro di più di 100 palestinesi, uomini, donne e bambini, 56 anni fa.


Ahimè, Deir Yassin Remembered non ha la notorietà che merita.


Il dizionario Webster's marchierebbe slealmente i suoi sostenitori come "antisemiti" e "molti membri della comunità di Boston" indubbiamente la contesterebbero.


"Calunnia" urlerebbe un illustre professore di diritto dell'UCD. Dobbiamo attendere per ascoltare quello che ne pensa l'UCD.


Ma non ci sentiamo "feriti" o "addolorati". Continuiamo a dire le cose come sono. Non è quello che la scuola americana di giornalismo ci doveva insegnare?


26 Aprile 2004 - http://znet.org/


E il buon giornalismo USA esiste, è un ottimo


giornalismo. E' dai giornalisti Americani che mi


riesce spesso di sapere come stanno le cose e quali


sono gli accadimenti di cui i nostri giornalisti non


parlano.





martedì 27 luglio 2004

Insula Utopia?


Teggiano avvolta dalla nebbia



No, non è la fotografia impossibile della "nova insula Utopia"


di Thomas More, è una delle fotografie di impossibile bellezza


che si trovano nel sito


"ITINERARIA"


"Itineraria" è l'incantato spazio virtuale in cui Mariantonietta Sorrentino, valorosa amica blogger, la nobile Marzia di "alchimie.splinder.it", ha posato con poetica maestria alcune realissime bellezze dei suoi posti.


"Luoghi da vivere ... Viaggi da raccontare ...


Culture da scoprire ..."


Sono "vie dell'amicizia" quelle che Mariantonietta ci invita a percorrere, guidandoci con la sua passione per la sua terra, dove "alla seduzione vibrante dei paesaggi si accompagna la bellezza dei borghi", in un intreccio "utopico" di natura e cultura.


L'indirizzo è: www.itineraria.info













LE VIE DELL'AMICIZIA



Scavi a Classe


Damasco è l'ombelico di un gelsomino


gravido


che diffonde la sua fragranza,


come un tetto,


in attesa del nascituro.


Adonis



Quest'anno "le vie dell'amicizia" hanno portato da Ravenna a Damasco,



al teatro Romano di Bosra, ultima tappa del 2004.


 Ancora una volta hanno fatto da guida


la musica e Riccardo Muti,


l'Orchestra Filarmonica e


l'Associazione del Coro Filarmonico della Scala.


Un percorso che, nel susseguirsi degli anni, ha toccato


Sarajevo, Beirut, Gerusalemme, Mosca, Erevan, Istanbul, New York e Il Cairo.


Banner http://www.ravennafestival.org/festival_15.php



Sono queste le avventure che vivono nel tempo, avvincenti, gloriose, nuove, in continua meravigliosa sorprendente trasformazione. Sono le avventure della vita, della bellezza, del sogno di pace e di amore e di giustizia.


I guerrafondai rimangono nei libri di Storia, dove ammuffiscono con le loro tragiche imprese, sempre uguali a se stesse, tanto orride quanto inutili e noiose. Dei grandi distruttori rimangono soltanto le loro contorte-distorte maschere vuote, e bene sarebbe per loro se fossero dimenticati per sempre insieme alle loro ignobili miserabili squallide idee di malefica "grandezza".


Dei condottieri che non furono solo folli distruttori che cosa rimane se non le loro opere di costruzione?


lunedì 26 luglio 2004

Ora tocca all'Iran?



Sempre più spesso Bush e i suoi aollaboratori stanno tirando in ballo l'Iran. Perché? L'articolo che segue insinua dubbi terribili sulle intenzioni di Bush. C'è solo da sperare che sbagli per eccesso di pessimismo.


Toronto Sun - July 25, 2004


Iran nuovo capro espiatorio U.S.


Coloro che hanno ingannato l'America nell'attacco contro l'Iraq,


potrebbero farlo ancora, avvisa Eric Margolis



L'Iran aiutò al-Qaida a realizzare gli attacchi dell'11 Settembre contro gli Stati Uniti?


Forse, ha suggerito la commissione USA 9/11. [...]


... "E' possibile che abbiamo attaccato il paese sbagliato", ha osservato mestamente uno dei dimmer lights (?) al Congresso. ...



Non è stata prodotta alcuna reale evidenza che l'Iran fosse informato degli attacchi dell'11/9 o li abbia agevolati. In fact, the Bush administration has still never produced the white paper promised by Colin Powell in late 2001 proving bin Laden and al-Qaida were behind 9/11.

Why would Iran, knowing it was in Bush's gunsights, join in a monstrous terrorist attack that, if linked to Tehran, could have conceivably brought U.S. nuclear retaliation?

Questa rubrica ha a lungo predetto che che l'amministrazione Bush avrebbe orchestrato un crisi pre-elezioni contro l'Iran destinato a eccitare lo spirito patriottico negli Stati Uniti e a distrarre l'attenzione del pubblico e dei media dal fiasco in Iraq.

Growing clamour

The growing clamour over Iran's nuclear intentions, with rumblings about air strikes against Iran's reactors in the fall, may prove to be a part of just such a manufactured crisis.

Remember, these latest fevered claims about Iran come from the same "reliable intelligence sources" and neo-conservative hawks who insisted Iraq had a vast arsenal of weapons of mass destruction that threatened the U.S., with intimate links to al-Qaida.

The Iran-Afghan border is 1,000 km of wild, broken terrain that is extremely difficult to police. Large numbers of smugglers cross this border on countless hidden trails, bringing hashish and gems into Iran. The U.S., with fleets of planes, helicopters and sensors, cannot stop a flood of undocumented Mexicans crossing its own southwestern borders.

Why should the poorly equipped Iranians do any better?

Didn't these same 9/11 hijackers also enter the U.S. unchallenged? Of course. They slipped unnoticed into Iran and the U.S. No one knew their intentions. This is the most likely explanation.

Iran does not have a unified government. This nation of 72.5 million is afflicted by feuding factions that have produced a state of political chaos. Iran has certainly been involved in acts of terrorism, notably against Jews in Argentina.

And militants from the intelligence service or Pasdarann (Revolutionary Guards), might have let al-Qaida mujahidin slip across the border without Tehran's knowledge.

But far more important are two key facts that most media and the government aren't telling you.

First, Iran and al-Qaida were bitter enemies. [...]


ERIC MARGOLIS -- Contributing Foreign Editor


http://www.torontosun.com/

Rivoluzionari attaccano Re George



Sovranità dell’Iraq: nuovi fantocci in vecchie mani. La storia dell’attuale Re George è una storia di reiterate ingiurie e usurpazioni, tutte con il preciso scopo di stabilire un’assoluta Tirannia sugli Stati. Ma quando una lunga serie di abusi rivela il progetto di ridurre i Cittadini sotto un Dispotismo assoluto, è loro diritto, è loro dovere, eliminare questo Governo, e procurarsi nuove Garanzie per la loro sicurezza futura.


L’unanime Dichiarazione di Rivoluzione.

Quando, nel Corso degli eventi umani, diventa necessario per un popolo dissolvere i vincoli politici che lo legavano ad un altro, e assumere, tra le altre potenze della terra, quel posto distinto e uguale posizione cui ha diritto per Legge naturale e divina, un onesto rispetto per le opinioni dell’umanità richiede che esso dichiari le ragioni che lo spingono alla separazione.

Noi riteniamo che queste verità siano di per sé evidenti, che tutti gli uomini siano stati creati uguali, che essi siano stati dotati dal loro Creatore di certi inalienabili Diritti, che tra questi ci siano la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità. ...
Egli ha rifiutato di dare il suo Assenso alle Leggi più opportune e necessarie per il bene pubblico. [...]

Egli ha ripetutamente sciolto le Assemblee Rappresentative, che avevano osteggiato con fermezza le sue violazioni dei diritti del popolo.

Egli ha impedito per molto tempo, dopo averle sciolte, che potessero essere rielette; di modo che i poteri Legislativi, che non possono essere annullati, sono tornati a essere esercitati direttamente dal Popolo mentre lo Stato restava allo stesso tempo esposto a tutti i pericoli di aggressione dall’esterno e di disordine interno. ...

Egli ha intralciato l’Amministrazione della Giustizia, rifiutando il suo Assenso alle Leggi dirette a stabilire i poteri Giudiziari.

Egli ha reso i Giudici dipendenti dalla sua personale Volontà, per quel che riguarda la durata del loro mandato e il pagamento dei loro salari.

Egli ha istituito una moltitudine di Nuove Cariche, e inviato sciami di Funzionari a vessare il nostro popolo e a spremergli tutte le sue sostanze.

Egli ha mantenuto tra noi, in tempo di pace, un Esercito Stanziale senza il consenso dei nostri Corpi legislativi. [...]

Egli ha abdicato al Governo di questo paese, privandoci della sua Protezione e muovendo Guerra contro di noi.

Egli ha saccheggiato i nostri mari, devastato le nostre Coste, bruciato le nostre città e distrutto le vite della nostra gente.

Egli ha continuato a trasportare grandi Armate di Mercenari stranieri per completare il lavoro di morte, desolazione e tirannide, già iniziato in circostanze di Crudeltà e perfidia appena paragonabili alle età più barbare, e totalmente indegne del Capo di una nazione civilizzata.

Egli ha costretto i nostri Concittadini, catturati in alto mare, a prendere le Armi contro il proprio Paese, a diventare gli esecutori dei loro amici e Fratelli, o a cadere essi stessi per mano loro.

Egli ha incoraggiato insurrezioni interne, e ha fatto ogni sforzo per condurre gli abitanti alle nostre frontiere, spietati Indiani Selvaggi, la cui nota regola nello stato di guerra è un’indistinta distruzione senza differenze di età, sesso e condizione.

A ogni stadio di questi soprusi Noi abbiamo presentato istanza di Risarcimento nei termini più umili. Le nostre reiterate Petizioni hanno avuto come risposta solo reiterate ingiurie. Un Sovrano il cui carattere è contraddistinto da tutto ciò che può definire un Tiranno, è indegno di governare su un popolo libero.

Né abbiamo mancato di usare ogni attenzione nei confronti dei nostri fratelli inglesi. Li abbiamo messi in guardia di tanto in tanto sui tentativi da parte del loro Corpo legislativo di estendere su di noi una giurisdizione illegittima. Abbiamo ricordato loro le circostanze della nostra emigrazione e del nostro insediamento in questa terra. ...


Noi, dunque, i Rappresentanti degli Stati Uniti di Mesopotamia, riuniti in Congresso Generale, appellandoci al Giudice Supremo del mondo per la rettitudine delle nostre intenzioni, in nome e per autorità dei buoni Popoli di queste Colonie, solennemente proclamiamo e dichiariamo che queste Colonie Unite sono, e di Diritto devono essere, Stati Liberi e Indipendenti; che sono Libere da ogni vincolo di Obbedienza alla Corona ExxonMobil, e che ogni vincolo politico tra essa e gli Stati Uniti è, e deve essere, del tutto abolito; e che, quali Stati Liberi e Indipendenti, esse avranno pieno Potere di muovere Guerra, di concludere la Pace, di firmare Alleanze, di regolare il Commercio, e di compiere tutti quegli atti che gli Stati Indipendenti possono di diritto compiere. E a sostegno della presente Dichiarazione, con ferma fiducia nella protezione della divina Provvidenza, noi offriamo reciprocamente in pegno le nostre vite, i nostri averi e il nostro sacro onore.


Autore: Ahmed Jefferson


Fonte: http://www.gregpalast.com/


Autore: http://progressivetrail.org/articles/040706Jefferson.shtml


Tradotto da Rosaria Mostaccio per Nuovi Mondi Media: http://www.nuovimondimedia.it/


For Fai Use Only - Lunedì, 26 Luglio 2004 - 10:48


Ma ... Ma ... Ma chi è questo Ahmed Jefferson? Per me ha copiato da un altro Jefferson, Thomas Jefferson ... La Storia si ripete? Mutatis mutandis, of course.


THOMAS JEFFERSON, Dichiarazione unanime dei tredici Stati Uniti d'America, 1776


http://www.geocities.com/settecento_2000/Doc/IndipendenzaUsa.htm

domenica 25 luglio 2004


Dharma Ring


METTA SUTTA


.


 


 


 


 


Metta Sutta


Questo dovrebbe fare
chi pratica il bene
e conosce il sentiero della pace:

essere abile e retto,
chiaro nel parlare,
gentile e non vanitoso,
contento e facilmente appagato;
non oppresso da impegni e di modi frugali,
calmo e discreto, non altero o esigente;
incapace di fare
ciò che il saggio poi disapprova.


Che tutti gli esseri
vivano felici e sicuri:

tutti, chiunque essi siano,
tutti, chiunque essi siano,
deboli o forti,
grandi o possenti,
alti, medi o bassi,
visibili e non visibili,
vicini e lontani,
nati o non nati.




Che tutti gli esseri vivano felici!
Che tutti gli esseri vivano felici!
Che nessuno inganni l'altro
né lo disprezzi
né con odio o ira
desideri il suo male:
Come una madre
protegge con la sua vita
suo figlio, il suo unico figlio
così, con cuore aperto,
si abbia cura di ogni essere,
irradiando amore
sull'universo intero
irradiando amore
sull'universo intero;
in alto verso il cielo
in basso verso gli abissi,
in ogni luogo, senza limitazioni,
liberi da odio e rancore.



Fermi o camminando,
seduti o distesi,
esenti da torpore,
sostenendo la pratica di Metta;
questa è la sublime dimora,
questa è la sublime dimora.

Il puro di cuore,
non legato ad opinioni,
dotato di chiara visione,
liberato da brame sensuali,
non tornerà a nascere in questo mondo,
non tornerà a nascere in questo mondo.



Metta Sutta: "L'Inno dell'Amore Universale"



La parola Pali "metta" in Sanscrito è "maitri".



"Metta" ha molti significati: amore, innanzitutto, ma anche gentilezza, benevolenza, amicizia, fratellanza, non violenza. E' una forte tendenza a desiderare che gli altri essri abbiano benessere e felicità.



"Metta" è l'amore universale che abbraccia ogni cosa.



 



 



I Sutta o Sermoni del Buddha si trovano nel Canone Pali, che contiene le



Scritture della Scuola Theravada.



'Sutta' (pali) è 'Sutra' (sanscrito):



il significato letterale è "un filo su cui si infilano i gioielli".




 


.da un post del 28 Maggio 2003

IMAGE # D2


Questo spazio che si trova all'interno del cuore è


altrettanto vasto quanto lo spazio che abbraccia il


nostro sguardo. L'uno e l'altro, il cielo e la terra,


vi sono riuniti; il fuoco e l'aria, il sole e la luna,


la folgore e le costellazioni, e tutto ciò che


appartiene a ciascuno di loro in questo mondo e


ciò che loro non appartiene, tutto ciò vi è riunito.





Chandogya-Upanishad


 

sabato 24 luglio 2004

Uomini?


 


Fotografia sulla prima pagina de


La Repubblica del 24 Luglio 2004.


Domani è il 25 Luglio. Matematico.


Mi colpisce, la osservo.


Il presidente del Consiglio con la destra stringe la mano a Buttiglione, mentre con la sinistra l'accarezza o la liscia. Lui, il Buttiglione, sorride, piegando vezzosamente il capino, schermendosi quasi virginea fanciulla in imbarazzo davanti a cose più grandi di lei. Lui, il Berlusconi, mostra un viso impassibile, il labbro inferiore appena decontratto, fissi gli occhi dal taglio cineseorientaleggiante, espressione ... espressione?


La mano è, come sempre, di colore cereo, cadavericamente bianca. Come sempre, nelle fotografie e nelle immagini televisive, quel bianco esangue contrasta col colore terra di sole del viso, un compatto marroncino opaco che assorbe, risucchia la luce, come accade ai buchi neri. Delle due l'una: o sbiancare il volto o scurire la mano.


Qualcuno potrà rimproverarmi questa attenzione ad aspetti fisici, sono disdicevoli le ubbìe lombrosiane. Ma, vi prego, questa è una fotografia, queste sembrano maschere. A volte, nelle immagini, è difficile distinguere.







venerdì 23 luglio 2004

Un libro di Tom Benettollo



Il libro, che contiene gli articoli di Tom Benettollo, ha la copertina ideata da Guido Accardo, il vincitore del concorso grafico indetto da L'Unità. "... ricorda nei colori e nella grafica, la copertina di un disco molto amato da Tom, Rybu Tuesday dei Rolling Stones ( era un rollingstoniano di ferro).


Un articolo di Tom Benetollo prima dell'arrivo di Bush a Roma


Manifestare: diritto e doveri


Bush è in arrivo. È una grande occasione per discutere di Iraq, certo. Ma anche per parlare dell'America di oggi, della sua politica di potenza - e delle possibili alternative. Per questo siamo tanto impegnati a gettare ponti con quella parte degli Usa che si batte per la pace, il diritto internazionale, la democrazia. Si preparano centinaia di iniziative, dibattiti, manifestazioni.



Ormai sta dilagando una aspra critica al bushismo tra gli stessi americani.


Non è vero che Michael Moore sia un personaggio anomalo, e che vinca premi per questo. No. C'è un vento di cambiamento negli Stati Uniti, che investe fasce larghe dell'opinione pubblica. È un vento che arriva dagli incomprimibili polmoni dei movimenti per la pace Usa. Essi sono una minoranza, è vero, ma rappresentano il lievito del possibile pane buono dell'America. Con l'orecchio rivolto all'Iraq, queste parole possono suonare astratte e politiciste. Ma se è vero che le forze di pace nel mondo hanno un ruolo nel cercare di imprimere una svolta, allora va detto che quel campo di pace non sarà tale, e non sarà mai vincente, senza uno stretto rapporto con i pacifisti americani.


Perciò è importante sentire, in questi giorni, gli incoraggiamenti che vengono da oltreoceano.


Bush è in Italia a onorare i caduti di Anzio? Ma quei soldati, fratelli di quelli della Normandia e di Stalingrado e dei partigiani, davvero non hanno nessun filo di connessione al bushismo. Perché erano espressione di una alleanza antifascista del tutto coerente - al di là delle differenze di sistema - che aveva come obiettivo, abbattendo il nazifascismo, la costruzione di un mondo nuovo. Un mondo libero dalla guerra, fondato su Leggi internazionali che trovassero casa in un organismo internazionale - sarà l'Onu. Un mondo in cui svolgessero un ruolo primario i diritti umani (saranno sanciti nella Dichiarazione universale del 1948). Un mondo in cui l'equità e il progresso fossero esigibili da tutti.


Cosa rappresenta Bush, di tutto questo? Nulla. Ciò che vediamo è la guerra preventiva, la violazione dei diritti umani, l'egoismo sociale globalizzato dalla ricerca del massimo profitto eretto a totem.
Perciò il movimento per la pace, in piena coerenza con l'iniziativa svolta in questi anni, ha scelto di levare la sua protesta. Una protesta civile e pacifica: il popolo dell'Articolo 11 che non si rassegna.


Quella del 4 giugno, a Roma, è una giornata impegnativa. Si è creato un clima molto pesante. Lo dico con nettezza: le forze politiche, sociali, di movimento che partecipano all'iniziativa del 4 giugno possono dire che quel clima lo stanno subendo. E fanno bene a rispondere in nome dei diritti democratici.
Bisogna rimettere le cose con i piedi per terra. Intanto ribadendo che manifestare è un diritto costituzionale. E aggiungendo che il diritto alla sicurezza ce l'ha anche chi manifesta. Allora la domanda è: quali informazioni possiede il Ministro Pisanu per dare un così forte allarme, come ha fatto nei giorni scorsi? Il Ministro ha la responsabilità massima nel garantire la sicurezza alla collettività. Aggiungerei che, in un rapporto trasparente, il Ministro dovrebbe informare in termini precisi gli stessi organizzatori della manifestazione, e dire quali misure intende prendere per tutelare la manifestazione.


Giustamente, un gruppo di parlamentari è impegnato in un lavoro di raccordo con le autorità preposte. Il prefetto Achille Serra è stato protagonista, nella garanzia democratica dell'ordine pubblico, di un altro evento - quello che ha dato vita alla straordinaria esperienza del Forum Sociale Europeo - su cui si era esercitata una pressione enorme. Quella via va percorsa ancora.
A chi reclama dal movimento sempre nuove dichiarazioni di volontà di manifestare pacificamente, la risposta, scritta e formale, è già stata data da “Fermiamo La Guerra”. La nostra sarà una risposta di civiltà, pacifica e opposta alla barbarie della guerra. È una chiara espressione di cultura della responsabilità. E a proposito di responsabilità, sia chiaro che ciascuno si assume la propria: per le parole e le azioni di cui appunto è responsabile. [...]


Teniamo duro, passiamo con integrità e coerenza la sfida del 4 giugno. Guardiamo anche alle elezioni del 13 giugno, per fare delle nostre città delle città di pace, e per spingere l'Unione Europea ad esserlo altrettanto sulla scala più ampia. Abbiamo davvero molta strada da fare.


Tom Benettollo, presidente nazionale Arci, grande ispiratore del movimento pacifista, è morto il 20 Giugno 2004, a soli 53 anni. Durante un dibattito a Roma.



L'Unità, 1 Giugno 2004 - http://www.unita.it/index.asp??SEZIONE_COD=&TOPIC_ID=35489







giovedì 22 luglio 2004


miraggi astrali


Fading Supernova Is Producing a Spectacular New Light Show  cosmica ghirlanda di perle


{caustics} impalpabili forme lievivolteggianti


 




Particolare della vetrata di Marc Chagall nel palazzo delle Nazioni Unite a New York


Map of Rwanda


Dire No ai Killer




Allora, che cosa avreste fatto voi se, come Carl Wilkens, vi foste trovati in mezzo a un genocidio?


Mr. Wilkens, un missionario della Chiesa degli Avventisti del Settimo Giorno, viveva con sua moglie e tre bambini piccoli a Kigali, Rwanda, nel 1994. In quel tempo una milizia Hutu cominciò a fare strage di Tutsi, cominciando con le figure più importanti come i suoi vicini Banker, che per salvare i figli che stavano per essere uccisi si lanciarono contro il recinto (back fence) prima che venissero giustiziati. Mr Wilkens e sua moglie, Teresa, tentarono di distrarre i propri bambini dalla carneficina giocando una variazione del gioco delle sedie, per cui potevano muoversi soltanto quando non si sentivano spari d’arma da fuoco vicino.



I funzionari USA e i capi della chiesa ordinarono a Mr Wilkens di unirsi a un’evacuazione d’emergenza di stranieri dal Rwanda, e parenti ed amici lo implorarono di andare.



Rifiutò.



Mrs Wilkens e i bambini andarono via, ma Mr Wilkens insistette per rimanere a Kigali per tentare di proteggere gli amici Tutsi. Suo padre lo avvisò che, anche se fosse sopravvissuto, la sua insubordinazione avrebbe potuto metter fine alla sua carriera nella chiesa. Alla fine tutti gli americani che erano rimasti lasciarono Kigali, ma Mr Wilkens rimase per tutta la durata del genocidio.



“Sembrava proprio la cosa giusta da fare” ha ricordato in un intervista qui in Oregon dove è un pastore Avventista nella piccola città di Days Creek. “Avrei potuto prendere il mio passaporto blu e andare, e pochi momenti dopo la mia domestica e il mio guardiano di notte, entrambi identificabili come Tutsi, sarebbero stati macellati.”



Una sera la milizia arrivò per uccidere Mr Wilkens e i suoi domestici Tutsi, ma i vicini Utu elogiarono il suo lavoro umanitari e la milizia se ne andò via. Le minacce di morte si intensificarono, ma Mr Wilkens si dedicò a farsi strada tra i blocchi di soldati ringhiosi, ubriachi in modo da poter prendere acqua e cibo per gli orfanotrofi intorno alla città. Il Raoul Wallenberg di Rwanda, egli negoziò, …………



Continuò per tre mesi mentre 800,000 persone venivano massacrate. Durante tutto questo tempo il presidente Bill Clinton e altri americani esitarono, ci fu un totale fallimento morale in tutto il mondo.



Ma Mr Wilkens tirò avanti ogni giorno, salvando vite su piccola scala. I sopravvissuti lo descrivono come straordinariamente coraggioso, non solo per il fatto di essere rimasto in Rwanda, ma anche per essersi avventurato ogni giorno nelle strade che crepitavono per i mortai, i colpi d’arma da fuoco e facendosi strada tra blocchi stradali di soldati arrabbiati, macchiati di sangue, armati di macete e di fucili d’assalto.



Certamente Mr Wilkens ha potuto salvare soltanto un piccolo numero di Tutsi a Kigali, e gli americani qualche volta domandano se il suo lavoro non fosse come un sputo nell’oceano. E’ vero, egli lo ha riconosciuto aggiungendo, “ Ma per le persone che tu aiuti, e ben significativo.”



Dieci anni dopo, è un esercizio utile chiedersi quanti di noi avrebbero il coraggio dimostrato da Mr Wilkens.



Ma comunque noi non dobbiamo chiederci pigramente come risponderemmo ad un tale genocidio Africano – uno se sta verificando proprio ora, nella regione di Darfur in Sudan, e ancora una volta stiamo facendo quasi niente. L’Organizzazione Mondiale della Salute stima che là stanno morendo 10000 persone ogni mese. E ancora una volta la risposta in tutto il mondo è stata un abietto fallimento morale.



La visita di Colin Powell in Sudan è stato un eccellente primo passo, ma il presidente Bush è rimasto passivo. Per quanto riguarda John Kerry, egli ha distatolo lo sguardo dal Darfur per mesi, ma la settimana scorsa finalmente ha chiesto di muoversi contro quello che lui ha definito genocidio.



Gli Stati Uniti devono mandare massicci carichi di aiuti e prendere decisioni molto più ferme, come dare un ultimatum che porti a una zona “ no flight” sulla maggior parte del Darfur finchè il governo sudanese non avrà disarmato la milizia genocida Jaweed. Questo attirerebbe l’attenzione di Cartum.



Per rispondere a questo genocidio, non abbiamo bisogno di affrontare killer ubriachi armati di macete AK-47, come ha fatto Mr Wilkens. Ma invece noi, sia come individui che come nazione, non possiamo tuttora fare appello alla nostra volontà per fare minimi passi per salvare delle vite, come provvedere cibo adeguato, acqua e medicine, e costringere il Sudan a metter fine alle uccisioni.



Se i lettori voglio aiutare io ho fatto una lista di alcune azioni che possono fare su www.nytimes.com/kristofresponds, Posting 520 (per favore non mandatemi denaro). Le scelte morali spettano non soltanto a quelli che, come Carl Wilkens, rischiano la vita per aiutare gli altri, ma anche ai milioni di persone normali che hanno risparmiato i rischi ma che ancora devono affrontare una decisione basilare: Dobbiamo tentare di salvare delle vite o dobbiamo semplicemente voltarci dall’altra parte?



NICHOLAS D. KRISTOF - PORTLAND, Oregon

Published: July 21, 2004 - http://www.nytimes.com/


 Amin Nirere (L) and Furaha Nyankowba (R) (Pic: Simon Roberts) Sudanese child


sopravvissuti in Rwanda ......................... in pericolo in Sudan